Virginia Raggi e Beppe Sala affrontano una sfida: migliorare gli odori delle loro due città. Le mappe olfattive di Roma e Milano si trovano sul web e sono state realizzate grazie a una collaborazione tra l’Università di Torino e i laboratori Bell e Yahoo. L’idea di mappare gli odori delle metropoli, spiega Rossano Schifanella da Torino, è nata a seguito del progetto della costruzione di una cartografia emozionale del paesaggio urbano, realizzata attraverso l’analisi automatica dei messaggi e delle foto postate sui social network.
“Abbiamo scoperto che uno degli elementi importanti nella percezione della piacevolezza di un percorso era l’olfatto. Si tratta di un senso che ha un impatto importante sul nostro comportamento e sulle nostre emozioni, e che è in grado di condizionare le nostre scelte”. Per disegnare la mappa Schifanella, che ha lavorato assieme ai colleghi Daniele Quercia e Luca Maria Aiello, ha collezionato inizialmente un catalogo di termini collegati all’olfatto.
Troviamo così vocaboli fortemente negativi come “puzza”, “putrefazione”, “vomito”, “sudore” (o i loro equivalenti inglesi), assieme a vocaboli come “gas di scarico”, “inquinamento”; o ancora parole dalla valenza positiva come “fragranza”, “verde”, “erboso”. Tutti i diversi termini sono stati poi classificati all’interno di alcuni ambiti semantici di riferimento, ossia quello delle “emissioni industriali”; del “cibo”, della “natura”, del mondo degli “animali”, ed infine di tutto ciò che è “rifiuto”. L’analisi ha permesso anche di studiare la riposta emotiva a determinati odori, ossia la sensazione di piacevolezza o di disturbo collegate a queste diverse categorie, almeno da un punto di vista generale. Naturalmente gli odori associati all’ambito del “rifiuto” sono tutti negativi, mentre la famiglia degli odori collegati al cibo e alla natura sono percepiti positivamente.
La mappa degli odori delle città è stata realizzata analizzando su Flickr e Instagram i tag con le quali sono etichettate le foto prese nelle diverse vie cittadine, ed estraendo quelle che si riferivano agli effluvi. L’operazione, realizzata in automatico su milioni di immagini, ha permesso di costruire mappe degli odori di diverse metropoli europee, tra cui Londra o Barcellona, nonché delle due principali città italiane e di alcune realtà statunitensi. Non solo: i ricercatori hanno anche studiato come cambia la percezione dei profumi lungo l’anno, verificando per esempio che durante la primavera in genere si percepiscono fragranze legate a fiori e piante, mentre in inverno l’odore predominante è quello del suolo e del traffico.
Infine, sempre sfruttando le immagini postate sui social network, i tre ricercatori hanno associato i diversi odori agli aromi che più li rappresentano. Hanno così scoperto, ad esempio, che i colori collegati ai profumi della categoria “natura” sono essenzialmente il verde e il violetto, mentre quelli associati agli effluvi della cucina sono il marrone e l’arancio.
L’obiettivo di questa ricerca non è solo portare alla ribalta un senso che è spesso dimenticato come l’olfatto, ma anche quello di fornire una guida a chi progetta le città. “Quando si parla di smart cities – spiega infatti Schifanella – si punta spesso unicamente a sfide come quelle della efficienza energetica o della mobilità. Con il nostro lavoro vorremmo affiancare una visione che coniughi anche gli aspetti della piacevolezza, rendendo le città un posto dove si vive bene”. Non è un caso che lo stesso team abbia già realizzato delle mappe sui rumori della città e sui percorsi piacevoli.
L’idea è quella di offrire queste cartografie a chi progetta la città per realizzare un ambiente urbano che sia “più sostenibile e a misura d’uomo”.
La speranza, dunque, è che tra cinque anni le mappe olfattive di Milano e Roma presentino più aree positive rispetto ad oggi. Una sfida che Beppe Sala e Virginia Raggi, sicuramente, avranno “fiuto”, ed accoglieranno.