domenica 3 marzo 2019


Carmine Barretta
3 h
E cchest’è!
‘A RIGGIÓLA 'E MAMMA'

Dint’a ‘nu stanzino â casa mia,
chella casa dint’ô vico scuro,
vedette ‘na vòta a Mamma mia…
levà ‘na riggiòla â facci’ô muro.

Annascuso, pe nun me fa’ vedè,
curiuso ‘e sapè llà che ffaceva,
ciento penziere ‘ncapa a me…
chisà Mammà c’annascunneva.

Chella riggiòla ll’appuiaje ‘nterra
e ‘nfilaje ‘a mana dint’ô pertuso.
A mme me venette ‘a cacarella…
E ssotto me sentette tutto ‘nfuso.

Dint’a ‘nu fazzoletto arravugliato
‘na cinqucientolire ammapusciata.
Mettette a pposto chella riggiòla
e ascette fora ca parlava sola.

Nun c’’a facette cchiù p’’a curiosità
e spiaje a Mammà che ce faceva llà.
Quanno me vedette Essa chiagnette…
Ma subbeto doppo me rispunnutte.

“’A cinqucientolire arret’â riggiòla
‘a piglio sulo si nce sta ‘a necessità.
Sulo tu ‘o ssaje, nun ne fà parola…
Nunn’’o ddìcere manco a Papà!”

E cchesto faceva Mamma mia:
s’astipava ‘o ppoco ‘e vino p’’a sete.
Assignata, senza squarciunarìa…
Se faceva ‘e cunte ncopp’ê ddete.

‘A vedevo sempe cu ‘e capille fatte:
s’’e llavava c’’o ssapone ‘e piazza.
‘Na petàccia ncuollo usata e sfatta…
Era ‘a Riggina d’’o Vico Matarazzo!

Quanno me facette ggrussiciello
dètte a me ‘o servizio d’’a riggiòla.
I’ capette ca chillo era ‘o carusiello…
Nnn’aggio maje ditto ‘na parola.

Mo ‘e solde se portano â bbanca:
chelli riggiòle nunn’esistono cchiù.
Ogne gghiuorno truove n’ammanco…
Era meglio ‘a riggiòla ca tenive Tu!
Carmine Barretta
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Commento di Epitteto:
Carmine narra in poesia.
Un passato travolto dal linoleum dell'oggi...
A volte io ci penso a quella mattonella, ma poi ci rinuncio perchè i ladri avveduti ci andrebbero a nozze.
Ora c'è la banca, la quale ci lucra sopra con continui misteriosi prelievi Cicero pro domo sua...
E se non si sta accuorti ti fa sparire il peculio intero...
Il vernacolo di Carmine è piuttosto duro, chissà di che parte sarà.
Secondo me manca di musicalità, quella dei miei parenti napoletani.
Ci saprà dire...
Certo Carmine è un fine dicitore, con una vena che solo i bravi vernacolisti sanno avere.
Peccato che il napoletano non sia stato scelto a suo tempo come lingua nazionale!
Ad maiora, Epitteto.

Di tutto un pò
di Epitteto

1 - Follia.
La mistica ( eremita ) inglese Giuliana di Norwich ( 1342-1416 ) ebbe tra l'8 e il 13 maggio 1373, dalle quattro dell'alba alle tre pomeridiane ( undici ore consecutive ) quindici visioni di Cristo, suggellata da un'ultima notturna.
Da notare: in punto di morte per una grave malattia, poi rientrata ).
L'autografia dialogica con Dio è narrata nel suo < Libro delle rivelazioni >.
E' evidente lo stato di delirio della mistica dovuta alla patologia, aggravato dalla solitudine e penitenze nell'eremo volontario.
Oggi il tutto si risolverebbe in un ricovero urgente al nosocomio e successivo manicomio .


2 - Epidemia.
Sulle labbra di pochi solitari si ferma una poesia.
Oggi invece si assiste ad una vera e propria epidemia letteraria, con una ressa alla porta del web e degli editori.
Datevi una calmata, cari straccivendoli della penna, chè tanto nessuno ve se la fila...

3 - Il gesuita proibito.
Com'è noto, da sempre nel mondo occidentale si fronteggiano due scuole di pensiero in ordine all'origine dell'uomo.
La tesi creazionista, per la quale egli sarebbe stato creato da Dio, e quella evoluzionista per la quale l'uomo sarebbe il prodotto finale dell'evoluzione di un aggregato molecolare iniziale.
Ma al solito c''è stato chi ha inteso mediare per ragioni di bottega.
Secondo il filosofo e paleontologo gesuita Pierre Teilhard de Chardin ( 1881-1955 ), entrambe le tesi sono da considerarsi superate.
Perchè da sempre e così per il futuro noi siamo partecipi con l'Universo di una creazione continua e progressiva nel tempo e nello spazio, con buona pace dei creazionisti ed evoluzionisti.
Quindi inutile scannarsi l'un l'altro, che così s'è trovata la quadra...
Superfluo precisare che la cosa è andata su per il naso al Sant'Uffizio della Chiesa cattolica, che ha bollato il gesuita di panteismo, con relativo Monitum.
Per fortuna che all'oggi il rogo è andato in soffitta...
Giordano

giovedì 28 febbraio 2019


Di primo mattino
di Epitteto

1 - Il vizio letterario.
La vera bellezza ha bisogno di silenzio: una sola parola in più può distruggerla.
Così in poesia, laddove non servono camionate di parole per esprimere un concetto.
La stringatezza del dire è determinante, come il brodo ristretto in luogo di quello allungato e sciapo.
In poche parole possono albergare infinite spiegazioni, come ad esempio nella famosa equazione E=mc2 di Einstein.
Quindi, cari Poeti, siate concisi, non occorre che scriviate venti strofone tutte insieme , non riuscireste comunque a fermare sulla carta il fiume di sentimenti che vi tormenta.
Se la salute vi assiste, avrete tutto il tempo di sfogarvi un poco alla volta.
Chè altrimenti nessuno vi leggerebbe fino in fondo!


2 - La zavorra corporea.
In un Hotel dedicato di Montegrotto Terme ( PD ) si sono inventati un nuovo trattamento per eliminare le tossine del corpo ( additivi, conservanti e coloranti alimentari, anticrittogamici, antiparassitari agricoli, concimi, metalli pesanti, farmaci, cosmetici, inquinanti aerei, ecc.
Cosa non si farebbe per il dio denaro e per gli sfaccendati arricchiti...

3 - L'acqua minerale.
Durante una recente spedalizzazione sono rimasto sorpreso dall'interesse del personale medico-infermieristico per le mie deiezioni e pipì.
Tutti ad informarsi di tali funzioni corporali.
Un mattino venni duramente redarguito < perchè così poca urina oggi? >.
Stordito dalla domanda accusatoria, ebbi ad azzardare < forse perchè ho bevuto poca acqua >...
L'insoddisfazione per la risposta si dipinse sui volti della classe medica.
A riparazione, allora bevvi ogni giorno litri di acqua minerale con risultati assai apprezzati dall'apparato sanitario...

Brenno

mercoledì 27 febbraio 2019


Pensieri in pillole
di Epitteto

1 - L'urlo.
Durante una spedalizzazione, ho avuto modo di intrattenermi con una assistente volontaria, con tanto di cartellino identificativo al petto, il cui compito era di intrattenere i degenti in sofferenza.
Parlando con loro del più e del meno al fine di ridurne lo stress del ricovero.
Dopo poche battute ho realizzato che la volontaria in realtà era lei in cerca di compagnia e di interlocutori a compensazione della sua solitudine e vuoto esistenziale.
Così per i poeti, che pubblicano credendo di educare i lettori al meglio letterario.
In realtà i loro post sono altrettante grida di aiuto in soccorso alla propria disperazione per un'esistenza indecente propinata dalla sorte.


2 - Il canto gregoriano.
E' scientificamente appurata la capacità di questa antica arte del cantare nell'infondere benessere interiore.
Una specie di yoga del cervello.
Attraverso le vibrazioni gutturali del canto gregoriano, nato tra il VI° e VII° secolo con papa Gregorio I° ( da cui il nome ), senza strumenti di accompagnamento ma puramente vocale, si raggiunge una profonda serenità interiore grazie al fluire libero del respiro senza ansimi nè stress.
Provare per credere...

3 - Le sette opere di misericordia spirituale.
Il compito del critico- commentatore su queste pagine si riassume nelle seguenti tre opere di misericordia spirituale:
- Consigliare i dubbiosi.
- Insegnare agli ignoranti.
- Sopportare pazientemente le persone moleste...

Cirillone

martedì 26 febbraio 2019

Follia senza limiti
di Epitteto

Ecco una breve disamina sulle reliquie dei santi custodite a iosa nelle chiese d'ogni dove.
Nel Medioevo erano ricercate e commerciate in gran diffusione.
La lingua di S. Antonio, il sangue di San Gennaro, clavicole, femori, metatarso, rotule, ulna, capelli, unghie, denti, lacrima in fialetta, orecchie, scapole, persino il prepuzio di Gesù bambino quando circonciso ( fino a 15 ) a Santiago di Compostela, Chartres, Besançon, Metz, Hildesheim, Anversa, ecc.
Famoso il prepuzio mistico di S. Caterina da Siena, che vedeva solo lei come anello di matrimonio con Gesù, ecc.
Oggetti poi intrisi di santità: velo della Madonna, graticola di S. Lorenzo a Roma in S. Lorenzo in Lucina ( quinci rubata... ).
E poi le spine della corona in Croce, la lancia, la spugna imbevuta di aceto, schegge e pezzi della Croce, i denti di S. Apollonia ( circa tre chili e mezzo... ), ed altre amenità.
All'oggi senza contare negli ospedali moderni quanti organi e parti corporee di santi sconosciuti buttati e bruciati senza saperne il valore commerciale e religioso...
Con buona pace dei credenti zuzzerelloni!

Piripicchio

lunedì 25 febbraio 2019


Ode pindarica
SAPORE DI MARE
di Manrico Bacigalupi

Stasera, la luna risplende
radiosa !
Un nastro d’argento protende
sul mare , lucente e fatata
d'un faro, la scia.
Là, in fondo, silenti lampare
che ondeggian
festose qual lucciole in mare;
e mentre ,sul lido, la schiuma
si traccia una via,
la mente mia vaga lontano:
ricordi improvvisi…abbaglianti:
Quel viso ! La man nella mano,
e mille sospiri d’amanti !
Ma il tempo lenisce l’affanno,
( la cresta dell’onda riappare…)
Sul viso, due lacrime e sanno
di mare !
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Commento di Epitteto:
Il testo parte male con un'apertura panoramica alquanto scontata.
Il mare nella sua immensità e fissità, la luna, lo scintillìo dell'onde, il faro, le lampare, la risacca, senza però l'immancabile gabbiano.
Poi la sterzata.
I due amanti mano nella mano lungo la battigia, persi in sogni e parole romantiche.
Al solito, si dirà.
Eppure la suggestione dell'incedere a due sullo sfondo di un insieme marino ci ha sempre il suo fascino.
Col lampo dell'attimo fuggente e poi l'abbandono.
Quasi un flash cinematografico a fine pellicola.
Naturalmente col contorno della lacrima a ricordo.
Beh, mica male direi: forse un pò troppo sentimentale
...
Siddharta

14)-SERA D’ESTATE
(sonetto elisabettiano)
di Mori Giancarlo

Sera d’Estate limpida e serena,
il sole s’accomiata dal suo mare,
l’onda s’accosta lieve sulla rena
e, cotal quasi, a fremito ancillare,

la bacia e, vereconda, si ritrae.
Un respiro di vento t’accarezza
la pelle ed il pensiero si distrae
da quella incomparabile bellezza.

E’ la calda stagione dell’amore
che vivere ti fa soavemente
e, se di gioventù sei nel fulgore,
potrai goderla dilettevolmente.

Ma se l’età t’ha logorato l’ossa
non è amor che t’aspetta, ma la fossa.
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Commento di Epitteto:
Gustosa nella sua lepidezza.
Le due età dell'uomo: gioventù e vecchiaia.
E sullo sfondo l'amore sensuale con contorno della natura mezzana...
Simpatica, e non poco.
Epitteto