D'estate
di Gianna Curtò
Dovrei tornare là , sulle colline,
presto le spighe saranno alte,
potrei riascoltare il fruscio
della paglia sull’aia
e mentre il vento la pula disperde
rubare il profumo del grano.
di Gianna Curtò
Dovrei tornare là , sulle colline,
presto le spighe saranno alte,
potrei riascoltare il fruscio
della paglia sull’aia
e mentre il vento la pula disperde
rubare il profumo del grano.
Lassù, così vicina al cielo,
potrei chiedere a Dio,
a gran voce,
di rendere meno pesante
la mia croce
Ritroverei intatta la speranza .
In quel prato assolato
le ciliegie pendevano dai rami ,
l’aria era satura di gioia
ed io , appena sbocciata alla vita,
sognavo il mio futuro.
Ora quel futuro…è già passato.
**************************************
* Epitteto:
Picasso: periodo blu, rosa, africano, cubista...
Curtò: gioia, dedizione, sconforto, ribellione...
Quest'ultimo periodo il più autentico, non di maniera.
E si sente: l'ispirazione genuina pervade il tutto, donando liricità.
Certamente perchè alla fine canta la condizione dell'intera umanità, prima blandita e poi punita con le avversità.
E allora cosa di più liberatorio dell'ultimo assalto al Cielo, in un urlo di disperazione, di vana speranza, rabbia, protesta?
E' questa la sorte ultima assegnataci dall'Uno, una promessa di sogni non mantenuta?
Sì, ragazza mia.
Non siamo altro che barattoli vuoti presi a calci dal Patrigno che ci osserva.
Forse a suo svago e divertimento.
In attesa della conclusion dell'opra.
Poesia struggente e nel contempo ariosa.
Barabba.
potrei chiedere a Dio,
a gran voce,
di rendere meno pesante
la mia croce
Ritroverei intatta la speranza .
In quel prato assolato
le ciliegie pendevano dai rami ,
l’aria era satura di gioia
ed io , appena sbocciata alla vita,
sognavo il mio futuro.
Ora quel futuro…è già passato.
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* Epitteto:
Picasso: periodo blu, rosa, africano, cubista...
Curtò: gioia, dedizione, sconforto, ribellione...
Quest'ultimo periodo il più autentico, non di maniera.
E si sente: l'ispirazione genuina pervade il tutto, donando liricità.
Certamente perchè alla fine canta la condizione dell'intera umanità, prima blandita e poi punita con le avversità.
E allora cosa di più liberatorio dell'ultimo assalto al Cielo, in un urlo di disperazione, di vana speranza, rabbia, protesta?
E' questa la sorte ultima assegnataci dall'Uno, una promessa di sogni non mantenuta?
Sì, ragazza mia.
Non siamo altro che barattoli vuoti presi a calci dal Patrigno che ci osserva.
Forse a suo svago e divertimento.
In attesa della conclusion dell'opra.
Poesia struggente e nel contempo ariosa.
Barabba.
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