Raduni dei poeti.
Lodevolissimi le iniziative e l'impegno ivi profuso dai promotori.
La mia età cronologica mi impedisce sempre di presenziare, ma faccio
ogni volta i migliori auguri di partecipazione e successo.
A margine vorrei però esporre una mia valutazione.
Potrebb'essere che questi raduni siano gratificanti per certi aspetti, meno per altri.
Parlando esclusivamenbte per me, penso che essi tendano ad instaurare
lodevoli rapporti di conoscenza ma limitativi successivamente
dell'obiettività di giudizio.
Come sarebbe mai possibile esprimersi
oggettivamente su una proposta poetica del nuovo/vecchio Amico dopo che
si è stretto con lui un piacevole rapporto di intesa letteraria e
personale?
Personalmente mi sentirei imbarazzato a dover rimarcare eventuali deficienze in testi da lui pubblicati.
Vengo or ora dall'aver incassato l'epiteto di pig da un Autore insoddisfatto del mio commento.
Comunque preferisco l'insulto al rimprovero morale di non aver avuto il coraggio di dire la verità.
Siddharta
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OPINIONI A CONFRONTO:
A - Della opportunità o meno dei raduni di questo genere, molto si è detto e poco ci sarebbe da aggiungere.
Ho conosciuto personalmente in varie occasioni alcuni personaggi della
variegata cerchia del CdP e non me sono mai pentito. Anzi!
Il
commento dopo diventa ancora più difficile. Per questo io consiglio di
non fossilizzarsi su un sito, meglio non affezionarsi troppo,
preferibile cambiare aria dopo un po’ di tempo. Si fanno nuovi incontri e
i giudizi che si ricevono all’inizio, quando ancora sei uno
sconosciuto, anche se pochi, sono i più sinceri e i più validi. Poi con
le amicizie tutto si guasta e allora meglio cambiare aria. Ma in questo
ambiente le amicizie si fanno e si rompono nello spazio di un frame.
Basta una parola sbagliata e finisci sull’elenco dei cattivi e se c’era
amicizia e conoscenza diretta ancora peggio, sei cattivo e stronzo due
volte.
Per carità, meglio soprassedere, è un argomento troppo
scottante. Talvolta mi viene da pensare che le poesie e i racconti siano
soltanto un pretesto, mentre il vero gioco, la vera goduria stia nel
rivestire i panni del censore e del critico.
Persone di indubbia
cultura, ma prive della sensibilità necessaria per mettere insieme due
versi decenti, pare che ci godano un modo a far girare le palle agli
sprovveduti aspiranti poeti, che invece di fare spallucce, prendono la
faccenda troppo sul serio.
In ogni caso i più pericolosi sono quelli
che dicono: “le critiche sono utili e indispensabili per crescere”.
Ebbene questi soggetti sono i più pericolosi, da tenere alla larga.
B - Gli incontri sono sempre ambientati in un clima di allegro
ritrovamento fra amici che pare si siano lasciati il giorno prima.
Certo, quando ci si conosce personalmente poi chi commenta lo fa con
delicatezza, senza giudizi urticanti, ma non è detto che uno debba
astenersi dalla critica, si va certo alla ricerca delle sottigliezze che
possano far risaltare quello che di positivo l'opera presenta... ma non
è così che deve rivelarsi una critica costruttiva? o bisogna affossare
sempre e comunque solo: per partito preso; perché si hanno altri gusti;
per far vedere quanto si è superiori; tanto per prevalere come persona
del "no"?
C - E' inutile insistere: quando si è stretta
un'amicizia, tanto più se non è solo virtuale, è quasi impossibile
essere imparziali.
Lo dico a ragion veduta.
Talora sono costretto ad evitare di commentare per non dire la verità.
E questo non depone a favore del successo letterario.
Mi fanno pena certi < mi piace > per evitare il conflitto.
Quando poi mi avvalgo dei messaggi privati per tentare di raddrizzare
certe proposte impossibili, sento tutta l'acidità o la resistenza degli
Autori.
No, l'amicizia danneggia l'obiettività di giudizio
D -
Non è facile mettere insieme galline che razzolano nello stesso
cortile. È molto difficile mantenere l'amicizia virtuale, figuriamoci
quando è reale! Può succedere, ma è un'altra cosa. Scrivere poesie, si
fa per dire, o racconti deve essere un divertimento tutto nostro e se
poi piace, meglio, ma non deve essere argomento di tenzone. Anzi.
E - Ho visto amicizie consolidate nel tempo andare in frantumi per un commento storto.
A mio avviso facebook non è la sede ideale per giudicare e criticare
una poesia. Un mi piace o il silenzio è già molto. Sembra di essere alla
fiera dei obei obei e una critica severa viene amplificata e presa come
una dichiarazione di guerra, un’offesa personale.
Non vedo in giro
nessun capace di accettare critiche serenamente. Nessuno vuol far tesoro
delle critiche per crescere, tutti si sentono già arrivati. E chi dice
il contrario mente sapendo di mentire oppure è un bischero.
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