DEPRESSIONE
di Epitteto
I soliti verseggiatori pensano sempre di aver scritto l'opera del secolo.
E si circondano di una claque plaudente ed entusiasta che si esprime con striminziti < mi piace, bella, bravo, bis, ecc. >, senza andare al di là del loro naso.
E se taluno si permette di eccepire al riguardo qualche riserva, scatta
subito il malumore dell'Autore che risponde piccato, con malcelata
offensione.
Io non so che se ne faccia il versificatore di una corte di servi sciocchi.
Eppure costui si sente appagato, il consenso fasullo l'aiuta a superare
le secche della vita, lo convince di esistere e di essere qualcuno
benchè disperso in una massa vociante e indifferenziata.
Tuttavia
vorrei ricordare a questi poeti di giornata che non tutte le ciambelle
escono col buco, che su dieci loro creazioni se ne salva sì e no una,
che più scrivono a tambur battente più si vede loro il deretano.
Ora che ho detto la mia apertis verbis, schiacciate pur questo grillo parlante a suon di martellate sul web...
SIDDHARTA
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