domenica 15 gennaio 2017

SARA DI BENEDETTO
"È meglio essere assetati di bellezza e comprenderla, che essere belli e basta"
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Epitteto Eubulide: di Artemisia.
Artemisia Gentileschi ( 1593/1653 ), figlia del già famoso Orazio che la chiamava puttana quando lei aveva 17 anni e le impediva persino di affacciarsi alla finestra, sensuale e violenta ( Giuditta e Afra che decapitano Oloferne, la mite e buona Giaele che a liberazione del suo popolo conficca coscienziosamente un chiodo-paletto nella tempia dell'oppressore Sisara, ecc. ), subì diciassettenne ( 1611 ) violenza da parte di Agostino Tassi, collega e amico del padre.
Maritata d'autorità dal padre a Pierantonio Stiattesi subito dopo il processo per stupro, ma poi separatasi. Durante il processo accettò di sottoporsi allo schiacciamento dei pollici, pur di dimostrare la sua verità: anche a rischio di non poter più dipingere.
La sua pittura è protofemminista, a reazione psicosomatica della sopraffazione e violenza subite.
Comunque una figura enigmatica, dal fascino misterioso e leggendario.
Nel giro di pochi anni, grazie ad un irresistibile talento e grande forza di volontà, arrivò a far parte dell'élite artistica fiorentina e romana, diventò madre di quattro figli e la prima donna a riuscire a vivere della sua arte pittorica.
SIDDHARTA

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