domenica 1 gennaio 2017

QUADRIFOGLIO
di Mauri Mari

Dei timidi passetti
e un tanto d'attenzione
magari trovo a terra un quadrifoglio

Non è che io ci creda
ma ormai mi attacco a tutto
Pensate che ho imparato anche a pregare
Preghiere un po' confuse
rivolte a che le ascolta
Non ho una religione preferita
Di dio ce n'è uno solo
o forse manco quello
ma è meglio eliminare l'intentato
Lascio un biglietto a tutti
come un rappresentante
Chi vuole può trovarmi in Purgatorio.
È questo che io spero
che almeno non sia eterno
Che sia solo questione di pazienza
Un tempo definito
di pene da espiazione
che affronto respirando piano piano
Dei piccoli respiri
il giusto per campare
e non lasciare tracce nei polmoni
di un'aria senza odori
di un mare senza terra
di un cielo senza stelle e senza...
Chissà se trovo a terra
un quadrifoglio
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EPITTETO:
Versi dall'andamento comunicativo drammatico.
Proprio di chi non sapendo più a che santo votarsi, si rivolge all'Uno.
Che perdiana, da qualche parte ci deve pur essere se in tanti ci credono.
Il tutto per la gioia dei cacciaballe dello spirito, che tra i disperati fanno proseliti a piene mani.
Siamo soli, caro Autore, sparati nello spazio su una palla infocata.
E da soli dobbiamo cavarela: se impossibilitati, ci sarà solo la Morte a pareggiare i conti.
E allora la nostra disperazione almeno cantiamola, o meglio urliamola all'infinito.
Potrà rilassarci anche se non condurrà a nulla.
Poesia densa di significato, nella quale tutti bene o male ci riconosciamo.
Ok, Sid.

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