sabato 21 gennaio 2017

puffff...
di Mauri mari

Quattro sbuffi in meno di mezz'ora
centoquarantaquattro, per arrivare a sera
dove mi spetta un sonno di sei ore
e lì non so come respiro, non lo ricordo.
Così come non tengo a mente i sogni fatti.
Troppo banali, forse. Poco importanti.
Comincio la mattina quando, osservando il cielo
m'accorgo che somiglia a tutti gli altri. Sembra stampato.
E sbuffo, e vado avanti
fingendo di gradire il mio vestito
foggiato con stoffa granulare
che sfrega sulla pelle, consumandola.
E allora sbuffo. Ancora.
Quattro sbuffi ogni mezz'ora.
Centoquarantaquattro quand'è sera.
Cade una stella.
Ho espresso un desiderio
che probabilmente s'è avverato
però non ne ricordo il contenuto.
Troppo banale. Poco importante.
Quattro in mezz'ora. Centoquarantaquattro a sera
fino a dormire.
Epitteto Eubulide:
Mauri Mari ragioniere del tempo.
Come un pendolo, scandisce le ore di sonno e di veglia.
Entrambi tuttavia senza soluzione di continuità.

Perchè per lui le mezz'ore scorrono sempre eguali, nella monotonia del sopravvivere.
C'è poi il dolore più grande, quello di ricordare in questi momenti di magra quelli passati negli anni felici.
O che almeno si ritenevano tali.
Riuscirà il nostro eroe a sconfiggere il mostro che lo dilania?
Certo che no, le zanne lunghe della sorte paiono avere la meglio purtroppo.
E così non è più tempo di sogni e di speranze.
Tenendo ben presente che il suo lamento non è dell'uno ma di tutta l'umanità.
Siddharta

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