giovedì 5 gennaio 2017

Di galassie
di natacarla

Vedi,
ci sono galassie che non puoi esplorare.
Così vicine da poterle scuotere con le mani,
ma raggiungibili con viaggi senza ritorno.

Sono dolori sospesi
lasciati a ruotare nel vuoto
pronti a vibrare su sequenze di note,
a collassare al battesimo di un nome.
E non potremmo più chiamarli nulla
e tutto tornerebbe a tormentarci
nelle rade ore della nostra quiete.
Ci sono galassie che non puoi esplorare.
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Epitteto:
Cento miliardi di stelle nella galassia.
Cento miliardi di galassie nell'Universo.
Cento miliardi di neuroni nel cervello...
Così dicono gli scienziati del ramo.
Natacarla gioca coi grandi numeri.
E non poteva fare altrimenti volendo misurarsi coi fondamentali delle vita.
Dolori, ricordi, il silenzio.
Lei non specifica, coglie solo l'essenza di emozioni interiori , vaghezze di un passato, stupore di un presente gridato in sordina.
Con uno sguardo al futuro, nella certezza che certe < galassie > non potranno mai essere essere esplorate.
Naturalmente ogni pensiero del Poeta parla a se stesso , ma nel contempo anche a noi tutti.
Per quanto mi riguarda, ometto di indagare sul prossimo,
quando io stesso ho fallito nel mio specifico.
Pertanto leggo e resto sospeso nelle conclusioni, accodandomi a quanti vorranno dire di buono sul testo postato.
Diofanto.

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