martedì 31 gennaio 2017

Bisogno di ricordare
di Maria Clotilde Cundari.

Ho preso la mia ombra per la mano
per ripercorrere insieme la mia vita,
camminando a ritroso piano piano
sembra che la strada sia infinita.
In cerca dei ricordi più remoti,
attraversiamo la mia gioventù
e ritrovo gli amici più devoti
e tanti altri che non ci sono più.
E poi sorrido a quel tempo andato
in cui sembrava possibile sognare,
in cui la vita qualcosa mi ha negato,
ma credo di non potermi lamentare.
Rivivo i momenti più importanti
che tanta gioia al cuore hanno portato,
con stupore ne ho ritrovati tanti
e la mia anima rimane senza fiato.
Percorro anche molti dispiaceri
che hanno lasciato il segno all’esistenza,
quelli che dopo, però, ci fanno veri
e capaci di avere una coscienza.
Riprendo poi, contatto col mio tempo
or che sento la mia mente sgombra,
e affido tutto il mio passato al vento
lasciando la mano alla mia ombra.
Maria Clotilde Cundari

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EPITTETO:
Lirica sospesa con passo leggero tra passato e presente.
Dove il primo di tanto in tanto ci prende per mano attraverso le ombre dei ricordi.
In questo caso con un rendiconto tutto sommato positivo, tanto da non far gridare come al solito al tradimento della vita.
Certo ci si poteva attendere di più, ma alla fin fine ci si deve accontentare.
In filigrana le tappe principali, eguali per tutti: gioventù, speranze, gioie, dispiaceri.
Il riassunto del passato pare una tappa obbligata del nostro io, di tanto in tanto aggiornata.
Seguendo le linee del tempo che scorre inesorabilmente sempre in avanti ed è irreversibile.
Non potremo mai rimediare agli errori e fallimenti compiuti, solo cercare di non ricadervi.
Ma anche qui penetrare il futuro ci è precluso, per cui dobbiamo procedere alla cieca.
Il testo appare semanticamente ben controllato, anche se la lunghezza tende al ripetitivo.
L'andamento ritmico assicura una buona musicalità al verso.
Ottima/mente, Nabucodonosor.
Meditazione mattutina.

Un'ottima poesia con segni grafici scadenti e refusi a profusione è come un bel vestito imbrattato che ci si vergogna d' indossare.
Quindi prima di pubblicare, cari Autori, controllate con pignoleria il testo e licenziatelo solo a ragion veduta.
Eviterete la taccia di illetterati e la nomea di menestrelli cantastorie da strada.
Peggio di farvi riconoscere subito per quel che siete.
Epitteto

lunedì 30 gennaio 2017

Ingenuità.
Sentita stamane mentre passeggiavo con l'amato bassottino Isidoro.
La piccina: che bello... mamma me lo compri un cagnolino?
La mamma: no, non possiamo, lavoro e non ho tempo per accudirlo...
La bambina: allora mi compri un gattino?
La mamma: nemmeno il gattino è possibile...
La bambina: ah, allora me lo compri un cavallo?

Santippe in Epitteto

domenica 29 gennaio 2017

NON SONO NEI TEMPI
***di Maria Clotilde CUNDARI***
***
Fiori di luce spenta
su cui volano farfalle virtuali
su prati inventati dall’uomo.
L’uomo che affida la sua intelligenza
a tasti di plastica
che con un ritmo innaturale tocca
per guardare lo schermo e scoprire il mondo
Prima si affacciava alla finestra
per conoscere la vita
per spiare nel vuoto
per osservare l’orizzonte
ed aspettare la luce …
Ora l’uomo pensa di vivere
cercando nel video un orizzonte
che non fa nascere il sole
che non gioca con la luna
che non accoglie le rondini …

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EPITTETO:
Un attacco mortale al mondo web e sue applicazioni.
All'Autrice è rimasta indigesta l'immagine di fondo del p.c.,con le sue farfalle ed altro.
Per quelli di una certà età una commiserazione per gli internauti tecnodipendenti, incapaci di reagire al virtuale per tuffarsi invece nella realtà di una natura che ancora ci circonda.
Ovviamente i più giovani faranno spallucce alla reprimenda tacciando i lamenti giurassici come anacronistici.
Bisogna fare la piega: la vita non cammina a ritroso ed i vantaggi del nuovo sono evidenti.
Comunque all'epoca cadevano le bombe degli Alleati sulla mia testa, e nei rifugi antiaerei ci si accalcava come sardine, la natura fuori sconvolta dai boati.
No, meglio oggi, ad osservare schermi intelligenti che veicolano una cultura anche di massa un tempo impensabile.
Tanto fuori è pressochè tutto inquinato...
Irrimediabil/mente, Asdrubale.

Tecnologia

La fine della radio (analogica)

La Norvegia è il primo paese che passa completamente al Dab, la radio digitale: lo switch off definitivo è previsto per l’inizio del 2017. Come già per la tv, il nuovo standard permettere di fornire contenuti nuovi e moltiplicherà i canali, a favore di quelli tematici. Ma che fine faranno le vecchie radio?


diMauro Garofalo

La fine della radio, così come la conosciamo, inizia dalla Norvegia. Secondo la nuova normativa infatti dal 2017 tutte le radio in Fm si convertiranno in Dab-Digital Audio Broadcasting, acronimo per Diffusione audio digitale. Dopo la televisione, passata al digitale con lo swith off del 2012, e il cinema che ha finito di usare le pellicole per convertirsi al 4K nel 2014, ora tocca dunque alla tanto amata radio, che in Italia conta 35 milioni di ascoltatori, dei quali il 60% si sintonizza dalla macchina. Inventato da Guglielmo Marconi nel 1895 a Pontecchio, brevettato due anni dopo a Londra, il passaggio al digitale impegnerà uno dei media più usati nella vita quotidiana. In Europa si inizia dal nord della Norvegia, fino allo switch off definitivo entro dicembre dello stesso anno, in tutto il resto del paese.
Molto sta accadendo in Italia, dove finora le onde Fm hanno dominato il mercato e dove lo switch-off totale per il momento non è in programma. Per Agcom il Dab+, ultima versione aggiornata dello standard, è l’unica strada per la digitalizzazione della radiofonia. Il servizio nazionale privato è effettuato da due società consortili composte dagli editori radiofonici che offrono il servizio al 75% della popolazione (prevalenza di copertura nel nord e centro, ma non escludendo il sud e le isole). A oggi sono stati pianificati 16 bacini su 38 previsti. Rimane da capire cosa ne sarà delle vecchie radio, e quale sarà il mercato nuovo che si aprirà nel comparto (tutti ricordiamo il momento dell’introduzione dei decoder digitali per la tv).
Sul passaggio della radio al digitale in Norvegia, le reazioni di Mari Hagerup Digitalradio Norge AS e di Lars Tore Kletvang di Medietilsynet/Norwegian Media Authority.

Il passaggio al digitale della radio
Per Mari Hagerup Digitalradio Norge: «La radio digitale fornirà contenuti nuovi e il passaggio alla Dab permetterà di avere cinque volte il numero di canali della banda Fm. È un’estensione di frequenza significativa, che interesserà le città come le aree rurali. Più canali, più spazio per i bambini, i giovani, lo sport, e anche per la cultura e lingua norvegese». Sulla stessa linea d’onda Lars Tore Kletvang di Medietilsynet/Norwegian Media Authority: «La radio digitale darà all’ascoltatore un’esperienza di ascolto più ampia rispetto alle analogiche. Più canali, ulteriori informazioni sulla diffusione attraverso il testo sul display radio, e la possibilità di un maggiore controllo utente (la funzione pausa e riavvolgimento programmi, ndr)».

Lars Tore Kletvang
Lars Tore Kletvang

Per quelli di Digitalradio «ci sono altri paesi che stanno adottando la transizione, ma con altri ritmi. Molti paesi riconoscono la necessità di modernizzare e sviluppare il mezzo radio. E ne trarrà profitto l’industria radiofonica e gli ascoltatori». L’Nma riporta invece la posizione del ministro della Cultura, Linda Cathrine Hofstad Helleland, per la quale il motivo principale per cui la Norvegia è la prima nazione ad adottare uno switch off totale è dovuto alla topografia: fiordi profondi, montagne e insediamenti dispersi che rendono la distribuzione dell’informazione molto più costosa che in altri paesi. Nella trasmissione digitale – continua Tore Kletvang – più canali possono dividere i costi per il trasmettitore, riducendo così i costi di distribuzione pro capite rispetto alla trasmissione analogica».

L’evoluzione della specie digitale
«Il mondo sta cambiando rapidamente in termini di digitalizzazione – è chiaro e sotto gli occhi di tutti, prosegue la Hagerup – e la necessità del cambiamento evolve in base alle possibilità di adottare nuove tecnologie. La questione non è se questo sia o no un modello – continua la responsabile di Digitalradio – ma su ciò che potrebbe accadere se non si apporta la modifica in tempo utile». Le abitudini dei media, del resto, stanno cambiando rapidamente a causa di nuove soluzioni: «Anche i media hanno bisogno di adattarsi alle esigenze dei consumatori».

Mari Hagerup
Mari Hagerup

La Nma in quanto ente governativo ha invece la responsabilità di informare il pubblico. Specifica Tore Kletvang: «Responsabile delle decisioni del processo è stato direttamente il Parlamento (per quanto riguarda i criteri di commutazione) e le emittenti stesse (per quanto riguarda la realizzazione della rete digitale)».
La radio è sempre la radio
Su questo non ha dubbi la Hagerup: «Sta cambiando solo la distribuzione del mezzo». Dalla Guerra dei mondi con cui Orson Welles impaurì migliaia di radioascoltatori nel 1938 all’evoluzione prossima, rimane un dato: «La radio è importante nella vita delle persone perché permette loro di essere aggiornate e intrattenute mentre fanno altro». E inoltre: «C’è un’intima connessione con l’ascoltatore, con il suo status». La Relazione al Parlamento norvegese sulla digitalizzazione della radio (la n. 8, 2010-2011) ha affermato che la radio svolge un ruolo cruciale come canale d’informazione e intrattenimento. La radio, chiosa Tore Kletvang, «ha minimi costi di produzione e un set di ricezione a basso costo che ben si adatta al consumo mobile. L’Nma riporta infine le statistiche che mostrano un dato piuttosto interessante ovvero che, a partire dal 2015, la radio è la più importante fonte di notizie per il 44% delle persone (fonte: TNS Gallup Forbruker & Media 2015).
Dunque. La golden age della televisione è finita, soppiantata da Internet, il cinema ha abbandonato la pellicola e i giornali sono in crisi. La radio analogica nel prossimo futuro diventerà digitale. Ma in fondo, dalle reazioni che arrivano dalla verde e orizzontale Norvegia, un messaggio arriva forte e chiaro: Internet don’t kills the radio stars!
LA POESIA VIVE DENTRO
***di Maria Elena MINCIULLO***
***
La poesia vive dentro
c'è sempre stata e mai andrà via
è in uno sguardo/in un'emozione/in un sogno
una sensazione diventa parola
e si espande l' armonia.
Cammini per le strade della vita
e lei è con te
sembra silenzio e sospiro
ed è grido che prima o poi esce
lei ti lascia senza respiro
come un singhiozzo di felicità.

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EPITTETO:
La poesia che canta se stessa.
Non si sa bene dove nasca e dove alberghi, ma è una dote personale che c'è o non c'è.
Vedi un pittore tracciare linee sicure ed essenziali, ed eccoti un quadro di pregio.
Così il poeta, perchè poeti si nasce.
Naturalmente la gestazione di un testo decente richiede tempo, cresce nella mente, s'arricchisce di suoni, immagini, emozioni fin quando trova stesura soddisfacente per mostrarsi agli occhi del mondo.
Là dove nulla c'era, ora esiste una nuova creatura, vezzeggiata e coccolata.
Che importanza ha che sia condivisa?
Poco o punto.
La stranezza è data dal fatto che una volta sedimentata nel tempo ( ma oggi chi lo fa più? ) , l'opera resta incastonata per sempre o si sottopone volentieri al restyling d'aggiornamento.
Una parola qua, una virgola là, il ritocchino non guasta.
Segno che tutto scorre: gusti, esperienze, punti di vista, ecc.
Numerosi Autori nelle nuove edizioni provvedono a modificare i testi, e forse egual sorte per questo in lettura.
Comunque si dice che il Poeta sia posseduto dal dio.
Tuttavia quando quest'ultimo esagera ad insufflare la questione si fa grave.
Aumenta il superego letterario che non arretra davanti alla sovraesposizione mediatica che impoverisce la qualità.
Bisogna allora stare attenti: quando l'esibizionismo diventa esagerato, vuol dire che si sta scivolando nelle nebbie del super-io ed allora ben si giutifica l'intervento dello strizzacervelli.
Moderata/mente, Ciro il Grande.

sabato 28 gennaio 2017

PENSIERI CINICI QUOTIDIANI.

1) - I reggitori dello Stato.
I nostri governanti ( presenti, passati e futuri ) sono uno spettacolo d'indecenza.
Sentite cosa scriveva Plutarco ( 428-347 a.c. ) in proposito:
< Non sia loro lecito trattare e toccare oro e argento, nè di possederli, nè di metterseli addosso, nè di bere in recipienti d'argento e d'oro.
Perchè se acquistassero in proprio terra, case e denari diverrebbero gestori di ricchezze e proprietari immobiliari, anzichè reggitori dello Stato.
E odiosi padroni anzichè servitori dei cittadini, passando tutta la vita a odiare ed essere odiati, ad insidiare ed essere insidiati, temendo assai più i nemici in Patria che quelli stranieri, correndo vicinissimi alla rovina loro e della Nazione > ( libera traduzione dello scrivente da < La Repubblica >, cap. IV ).
Quanta distanza dalla Repubblica ideale di Platone e la nostra del XXI secolo!


Epitteto
Da < Il club dei Poeti >.

Ora più che mai poi mi sono resa conto, benissimamente, che la poesia
non è fatta di contorcimenti verbali e altre baggianità del genere, ma di
magia e di parole spontanee, ma spontanee nel senso che per capire non
devi fare i salti carpiali ma solo metterti lì e entrare in sintonia con l'autore e
con le tue emozioni. Rispondo cosi anche a Patrizia, per consigliarla di
aprire un pò la mente e librarsi nel cielo immenso delle emozioni, come ho
fatto io, e ringrazio veramente la mia buona stella per avere compiuto questo
cambiamento interiore. Credo che molto è dipeso da un libro bellissimo che
ho letto qualche mese fa, "Dolce scontro di cuori" di Lucy Gordon, che
consiglio di leggere a molte persone che conosco (anche in metro), dove la
protagonista Elinor non ha mai perdonato Jason per aver infranto i suoi
sogni romantici. Ma il tempo cambia tutto e ora è proprio il suo nemico ad
aver bisogno di lei. Questa volta Elinor giura a se stessa che saprà
domarlo. Ebbene questo libro mi ha spiegato che il mio vero nemico ero io
stessa, con i miei pregiudizi spesso presuntuosi lo ammetto, e ho capito
che dovrei aprire gli orizzonti e domare i miei pregiudizi. E l'ho fatto. E ne
sono fiera.
È solo il mio umile parere, ma credo che abbiamo tutti il diritto di dirli, i
nostri pareri, e io lo dico.
Grazie per questa possibilità,
Spettinata.
****************************
Chi ha orecchie da intendere, intenda...
Diofanto

venerdì 27 gennaio 2017

N’ATU CUMPAGNO E’ MUORTO!
***di Pietro ZURLO***

N’atu cumpagno è muorto e sse nne va’…
steva all’ospizzio, addò ll’hanno mannate,
nepute, nore ’e ffiglie indaffarate,
pecché rint’a famiglia steva ’e cchiù.
Povero Ciccio, cumpagniello mio…
stevemo ’e casa rint’a stessa strata;
nc’immo spartute ’e suonne, ’e sseducate…*1)
da pate e ffrate de’ li nnammurate.
Po' doppo, da spusate, n’ata vita…
muglierma cu ’a mugliera s'è tuzzata…*2)
e ggià se sape in casa chi cumanna,
pe’ cchestu ccà, cchiù nun ce frequentammo.
Mo stammo ccà pe’ ll’urdemo saluto…
cumpagne e ccumpagniell’e gioventù;
na zenniata a uno...a nn’ato ’o strigne ’a mano…
so’ ttutte vicchiarielle comme a mme!
Pure int’a chiesia ce guardammo ’nfaccia…
p’’e ggiuvene nuje simmo scanusciute,
sti quatte gatte, sti sopravvissute!
’O prevete, marpione, emancipato…
ce guarda…na ggirata a llu tavuto…
nun spenne na parola…pe’ chi ’a dice?
Appena na preghiera, ’o segno ’e croce
e ampresso ampresso piglia e bbenedice!!!
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
*1)-sseducate= inseguimenti da parte dei parenti;
*2)-tuzzata= scontrata, per punti di vista che non combaciavano!
************************************************************
EPITTETO:
Sei strofe dense di significato che raccolgono i come e i perchè della vita.
Non basterebbe un tomo alto così per specificare le alterne vicende di un'esistenza.
Don Pietro le riassume in pochi tratti salienti, in cui il lettore si riconosce suo malgrado.
Tutto vero, tutto drammatico e pure grottesco nell'assurdo scorrere degli eventi.
Con ricordi e circostanze che si affollano e premono alla mente del Poeta.
Nell'aridità religiosa dell'ultimo saluto, frettoloso e anonimo.
Don Pietro, maestro di vita che sa racchiudere in pochi versi magistrali il dolore e la compostezza per una perdita a cui è doveroso presenziare.
Chissà, un segnale di quello che potremmo aspettarci a nostra volta...
Bravissimo, Santippe in Epitteto.
PENSIERO SONNOLENTO DEL MATTINO
di Epitteto

La semantica è lo studio del linguaggio che consente alle parole di dare un significato alla frase.
Se le parole sono sparse a caso o alla rinfusa, nessuna comprensione del testo è mai possibile.
In certa poetica moderna sperimentale dell'oggi si assiste ad un uso verbale incredibilmente caotico.
Con l'intento di stupire ed essere originali ad ogni costo.
Lo strizzacervelli va a nozze con queste personalità disturbate che cercano di vestire di genialità la loro povertà intellettuale.
Il suo consiglio?
Andare a zappare nei campi per fare almeno qualcosa di utile.
Procopio

giovedì 26 gennaio 2017

La modestia non è più una virtù...
di Epitteto

Dalla vita letteraria hanno avuto le migliori soddisfazioni: pubblicazioni pur se a pagamento, premiazioni, salotti, jet set anche se locale, critica entusiastica non si sa quanto, ecc.
In pratica un successo personale, anche se faticato in tempo e denaro.
Eppure, eppure...
Eccoti ad elemosinare un commento in più, un consenso sperso magari di uno scribacchino scoppiato, un bene-bravo-bis aggiuntivi, ecc.
Il tutto in nome di un ego smisurato, un mostro insaziabile che nulla lascerebbe agli altri, di un primus sine pares, di un unicum tra miliardi di miserabili.
Basta, non se ne può più, si tratta di soggetti altamente disturbati, necessitanti di una disintossicazione psicofisica imponente.
In pratica degli infelici...
Siddharta

mercoledì 25 gennaio 2017

ECHI
di Rita Iacomino

Diroccato è ormai quel muro
dove cresceva l’erba
a far ricami.
Ho voglia,
di tornare ai giochi sulle vie
che vanno in paradiso
e mi tortura la distanza
in questo tempo di fantasmi.
L’eco,
trasporta relitti alla deriva,
ma non vedo uscite
e rubo come un ladro
l’emozione di quei giorni.
E sono fragile,
come foglia trasportata dall’acqua
e sabbia alzata dal vento.
Forse,
non mi appartiene più
la gioia dell’infanzia,
ma solo questa vita
fatta di ricordi.
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EPITTETO:
Nella vita viene sempre un momento di stanchezza per il continuo guerreggiare quotidiano.
Dove meglio parcheggiare la mente per tirare un attimo di fiato?
Ma nei ricordi lieti, anche se per gli antichi non c'era dolore più straziante nelle disgrazie correnti del rammentare di quando s'era felici.
Naturalmente, dice il filosofo, tutto rientra nel principio di contraddizione.
Cioè ogni cosa, ogni evento non ha una sola risposta, ma una pluralità di dimensioni.
Nel nostro caso il rifugio nell'infanzia felice funziona per la nostra Rita, ma non è detto che lo sia per altri casi.
Io per esempio ho avuto un'infanzia violenta e per nulla al mondo mi ci ficcherei di nuovo a riduzione delle attuali disavventure.
Ma non divaghiamo, la nostra Poetessa può dirsi una fortunata.
E il dio che profetizza in lei almeno per un momento l'ha trasportata nei campi del paradiso perduto.
Il contrasto dei tempi richiamati ben evidenzia il passato ed il presente, quando nell'uno fulgeva il rifugio nella protezione dei grandi ed ora la solitudine del vivere.
La poetica in lettura si presenta lineare, senza ridondanze retoriche, scorrevole nel verso.
Una maturità letteraria che non fa troppi sconti al modernismo dilagante.
Molto bene, Siddharta.

Sara Pellegrino

Dondolano trasparenti come specchi
gli ultimi ricordi impressi nella stanza.
La mente colora abbastanza l'ultima parola
detta in silenzio, tra la pelle e l'aria.
Un brusio galleggiante i tuoi pensieri
mentre l'inverno avanza
e ti chiedi chi ci sarà domani
ad attendere il tuo ritorno.
Occhi galleggiano come sentieri abbandonati
mentre ti volti crollano pareti ai tuoi piedi
e variopinti schemi ti accarezzano nella notte.
E' l'ora del viaggio
delle fiorite supposizioni
delle temute ridondanze
è ora di badare alla paura
e attraversarla con passi svelti
col cuore pronto.

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EPITTETO:
Una poesia senza titolo.
Ad aumentare l'incertezza interpretativa.
Per cui è azzardato avventurarsi nella decodifica del testo, di per sè pregnante di significati.
Ed allora il lettore deve concentrarsi solo sulla forma, lo stile, l'estetica.
Che dire al riguardo?
Versi di notevole bellezza, senza poter tuttavia indagare
sulla potenza del contenuto.
Di certo sussiste il lamento per qualcosa che non c'è più, la cui aura sembra persistere dintorno.
Una sensazione che pare palpabile quando s'è troppo amato.
Oltre è sconsigliabile indagare.
L'atmosfera sospesa denota un animo oltremodo percettivo.
Siddharta

martedì 24 gennaio 2017

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 2017/04 - Siddharta

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 2017/04 - Siddharta: A – Cos’è. Parafrasando S. Agostino, se non me lo chiedete io so tutto della poesia: vita, morte e miracoli. Ma se me lo chiedete, allor...
Carmela Puglisi:

Un caloroso buongiorno a tutti i miei amici di FACEBOOK, in particolare a tutti i " PAPA' ", per i quali potrebbe essere un aiuto prezioso il DECALOGO , di seguito esposto , tratto da un libro di Antonello Vanni , dal titolo " PADRI PRESENTI , FIGLI FELICI ". Esseri PADRI PRESENTI, significa, spiega l'autore , innanzitutto diventare seriamente consapevoli di quanto sia importante e insostituibile la propria figura.!! - Ecco il decalogo : 1 - RISPETTARE SEMPRE LA MADRE DEI NOSTRI FIGLI ,un padre e una madre che si rispettano creano un ambiente sereno e accogliente in cui i ragazzi si sentono amati, desiderati e a loro volta rispettati . 2-PASSARE MOLTO TEMPO CON I FIGLI , è il modo più concreto per dire loro che li amiamo e che sono molto importanti per NOI. I ragazzi crescono in fretta e le opportunità perdute lo sono per sempre . 3- DEDICARE SPAZIO ALLA COMUNICAZIONE , occorre farlo fin da piccoli per coltivare un aspetto della relazione . 4-EDUCARLI SEMPRE,MA CON AMORE ,i padri che educano in modo autorevole,paziente e calmo,fanno percepire ai figli che ciò che c00++--onta è il loro bene . 5-ESSERE MODELLI VALIDI , i padri insegnano ciò che è importante nella vita , dimostrandolo in prima persona con il loro modo di essere e comportarsi . 6 ESSERE INSEGNANTI , occorre che il padre insegni ciò che è giusto o sbagliato e quali sono le scelte migliori da fare , anche nelle piccole attività quotidiane . 7-CREARE OGNI GIORNO OCCASIONI IN CUI LA FAMIGLIA stia insieme , ogni momento è ideale per ascoltare i figli , i loro desideri , le loro gioie e preoccupazioni . 8-LEGGERE AI FIGLI . è importante che il padre stia con i figli in compagnia di un buon libro . I bambini imparano meglio e di più se aiutati da un canale didattico in carne e ossa , che oltretutto li ama .9- MOSTRARE SEMPRE GRANDE AFFETTO , lo sguardo amorevole del padre è la radice su cui crescono autostima e sicurezza di sè dei ragazzi . 10- SAPERE CHE IL COMITO DI UN PADE NON E' MAI FINITO , anche quando saranno cresciuti, i figli torneranno dal padre , alla ricerca dei suoi consigli e della sua esperienza , e la figura paterna sarà sempre lì , a braccia aperte , per aiutarli . !!..Buona lettura a tutti e un fraterno abbraccio .!!..

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Epitteto Eubulide:
Quando mia moglie ed io portammo dall'ospedale a casa nostro figlio neonato, nessuno ci diede il libretto d'istruzione per l'uso.
Ma ci lasiarono soli a sbrogliare la matassa.
Adesso qui leggo addirittura un decalogo comportamentale dei genitori a cura di un sapientone del ramo.
Ma arrivato alla fine, ho dimenticato l'inizio e l'intermedio...
Forse perchè di comandamenti ne basta uno solo: ama tuo figlio come te stesso.
Tanti paroloni non servono a niente, solo ad aumentare la confusione o inutili sensi di colpa.
I figli sono frecce che una volta scagliate seguono direzioni diverse: devono camminare colle proprie gambe, secondo le proprie attitudini naturali e nessuno può sostituirsi a loro.
SIDDHARTA
PENSIERO CINICO PERMANENTE.

Con sincero sentimento ho sempre apprezzato che degli Amici qua e là abbiano nel tempo mietuto riconoscimenti letterari in premi concorsuali.
Ma attenzione, dico soprattutto a loro, non crediate che tutti gli elogi raccolti in facebook et similia siano sinceri.
Dagli striminziti < mi piace > o dai commenti risicati raccolgo quel non so che di invidia e gelosia nascoste tipiche della nostra area intellettuale, e più in generale dell'animo umano.
Dario Fo ne è un esempio per tutti: il suo premio Nobèl fece schiattare di rabbia mezza Italia letteraria...
Diofanto

lunedì 23 gennaio 2017


puffff...
di Mauri Mari

Quattro sbuffi in meno di mezz'ora
centoquarantaquattro, per arrivare a sera
dove mi spetta un sonno di sei ore
e lì non so come respiro, non lo ricordo.
Così come non tengo a mente i sogni fatti.
Troppo banali, forse. Poco importanti.

Comincio la mattina quando, osservando il cielo
m'accorgo che somiglia a tutti gli altri. Sembra stampato.
E sbuffo, e vado avanti
fingendo di gradire il mio vestito
foggiato con stoffa granulare
che sfrega sulla pelle, consumandola.
E allora sbuffo. Ancora.
Quattro sbuffi ogni mezz'ora.
Centoquarantaquattro quand'è sera.
Cade una stella.
Ho espresso un desiderio
che probabilmente s'è avverato
però non ne ricordo il contenuto.
Troppo banale. Poco importante.
Quattro in mezz'ora. Centoquarantaquattro a sera
fino a dormire.
******************************************
EPITTETO:
Mauri Mari, il ragioniere della depressione...
Invece delle pecore notturne, conta caparbiamente gli sbuffi giornalieri fino a sera.
Ormai la < saggezza > dell'età dovrebbe aver reso chiaro che si sta sempre peggio degli altri e che c'è sempre taluno che sta peggio di noi.
La società in cui viviamo è fatta di figli e di figliastri numericamente sbilanciati.
Ma tanto non sarà così per sempre, chè la natura userà le cesoie del respiro a termine.
Chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato.
Tra cinque miliardi di anni la Terra sarà arrostita dal sole in esplosione e tutti i conti verranno così pareggiati.
Animo Poeta, non siamo niente e niente contiamo, sperare che cambi è follia degli illusi.
Il fiato corto rischia solo di aumentare gli sbuffi...
Cinico Cratete
Hanno detto...

* S. Francesco di Sales ( 1567-1622 ):
< Un grammo di buon esempio vale più di un quintale di belle parole >.

** Sai Baba, santone indiano ( 1926-2011 ):
< Le mani che aiutano sono più sacre delle labbra che pregano >.

Raffrontando le due epoche, quanto sopra conferma la convinzione di sempre: in ogni tempo e latitudine si son dette le stesse identiche cose, pur se con parole diverse.
Cari Amici, senza rendervene conto non fate che ripetere il passato con nuovi accenti, quindi niente di originale in verità.
Vien da chiedersi allora se non sia il caso di non perdere altro tempo, impiegandolo utilmente a piantar patate...
FOSFORO

domenica 22 gennaio 2017

PENSIERO CINICO QUOTIDIANO.

Rapisardi Mario ( 25.2.1844 - 4.1.1912 ).
Nel disinteresse totale è passato il centesimo anniversario di questo importante scrittore siciliano.
Attualissimo politicamente.
Ecco cosa scriveva nel 1883 ( < Giustizia > ):
“ O benigni signori, o pingui eroi,
vengano un po’ dove falciamo noi:
balleremo il trescon, la ridda, e poi…
Poi falcerem la testa a lor signori. >.
Cinico Cratete.

sabato 21 gennaio 2017

Sara Di Benedetto:
( Locate di Triulzi )
La vita è qui, nella speranza dei sogni che fai. 🌘
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Epitteto Eubulide:
Cara Sara, sognare, sognare...
Tu sei giovane e per voi giovani non v'è futuro.
Ai miei tempi le generazioni correnti erano due, oggi sono tre ( figli, padri, nonni ) in forza del prolungamento della vita.
Alle quali la legge di mercato non riesce a dare risposte per la pesantezza del conseguente carico economico.
Oltre alla elevata percentuale di disoccupazione giovanile, destinata ad aumentare, vi sono stati tolti e il futuro e la speranza.
Non cercate nemmeno più il lavoro perchè fatica inutile, spendete la notte perchè tanto di giorno non verrete chiamati, cercate lo sballo per dimenticare e tirare a campare.
La società giudaico-cristiana dell'occidente ormai non esiste più.
Al credo del peccato ( passato ), dell'espiazione ( presente ) e della resurrezione della carne (futuro ) si è sostituito il dio morto di Nietzsche.
Al passato dell'ignoranza ed al presente della ricerca, ora abbiamo il futuro della tecnica.
La quale tecnica, risalita la manualità della ripetizione, oggi si affaccia alle attività intellettuali: non più segretarie, ragionieri, avvocati, ingegneri, medici, ecc. ma la tecnologia invasiva imperante.
A che pro studiare senza sbocchi professionali?
A breve ci sarà l'implosione del mercato non più poggiante su beni strumentali e servizi, ma sulla finanza globale che ha fatto del denaro il valore fondante della società.
Chi non lo ha resta soltanto il pulviscolo dela storia.
Memorizza questo mio testamento spirituale, cara Sara: ti verrà utile nel tempo.
Siddharta
puffff...
di Mauri mari

Quattro sbuffi in meno di mezz'ora
centoquarantaquattro, per arrivare a sera
dove mi spetta un sonno di sei ore
e lì non so come respiro, non lo ricordo.
Così come non tengo a mente i sogni fatti.
Troppo banali, forse. Poco importanti.
Comincio la mattina quando, osservando il cielo
m'accorgo che somiglia a tutti gli altri. Sembra stampato.
E sbuffo, e vado avanti
fingendo di gradire il mio vestito
foggiato con stoffa granulare
che sfrega sulla pelle, consumandola.
E allora sbuffo. Ancora.
Quattro sbuffi ogni mezz'ora.
Centoquarantaquattro quand'è sera.
Cade una stella.
Ho espresso un desiderio
che probabilmente s'è avverato
però non ne ricordo il contenuto.
Troppo banale. Poco importante.
Quattro in mezz'ora. Centoquarantaquattro a sera
fino a dormire.
Epitteto Eubulide:
Mauri Mari ragioniere del tempo.
Come un pendolo, scandisce le ore di sonno e di veglia.
Entrambi tuttavia senza soluzione di continuità.

Perchè per lui le mezz'ore scorrono sempre eguali, nella monotonia del sopravvivere.
C'è poi il dolore più grande, quello di ricordare in questi momenti di magra quelli passati negli anni felici.
O che almeno si ritenevano tali.
Riuscirà il nostro eroe a sconfiggere il mostro che lo dilania?
Certo che no, le zanne lunghe della sorte paiono avere la meglio purtroppo.
E così non è più tempo di sogni e di speranze.
Tenendo ben presente che il suo lamento non è dell'uno ma di tutta l'umanità.
Siddharta

mercoledì 18 gennaio 2017

«Riscriviamo il digitale»

«Il valore della scrittura manuale? Personalizza e abilita l’apprendimento»

Amanuense digitale. Il calligrafo Ewan Clayton,autore di “Il filo d’oro”
A dodici anni Ewan Clayton non scriveva bene, tanto da essere rimandato nella classe precedente per la sua pessima calligrafia. Ma da quel fallimento è nata una passione ancora più grande: «Vivevo a Ditchling, piccolo villaggio del Sussex che aveva una grande tradizione di artisti del lettering, tra cui Edward Johnston, il creatore dei caratteri della metropolitana di Londra». Il 60 enne Clayton ha costruito un’intera carriera sulla calligrafia: «La scrittura manuale non è fatta solo di razionalità, è un’attività che coinvolge il corpo intero come sistema di percezione e di apprendimento, espressione di una relazione strettissima con il modo di sentire e di avere emozioni». Perché è un’attività che ha diverse funzioni: «Permette di trascrivere e copiare, ma è anche un comportamento umano che integra informazioni e luoghi in un quadro coerente». Da sempre, fin dall’antica Roma, ha funzionato utilizzando tecnologie differenti che hanno saputo convivere. Anche oggi abbiamo bisogno di tutte le tecniche. Lo sa bene Clayton che alla storia della scrittura ha dedicato un intero libro, “Il filo d’oro” (pubblicato in Italia da Bollati Boringhieri).
Per questo è un falso problema quello della contrapposizione con il digitale: «C’è un intero ecosistema dell’informazione che si muove da una tecnologia all’altra e la scrittura è una di quelle che ci permette di attraversarlo», afferma ai margini di un convegno dell’Associazione Calligrafica Italiana a Milano, dedicato al futuro della scrittura. Anzi, paradossalmente il digitale sta ridando una nuova vita alla scrittura manuale, che «non è fatta solo di carta e inchiostro, può essere anche digitale. E sarà sempre più così - afferma Clayton -. Non è un mistero che i colossi dell’hi-tech stiano facendo ricerche approfondite su questo aspetto. Man mano che i computer si miniaturizzano e diventano ubiqui, la tastiera è destinata a sparire e l’interazione sarà manuale, adatta anche a scrivere su qualsiasi superficie». D’altra parte ci sono ricerche in ambito neuropsicologico che indicano come la scrittura a mano favorisca un apprendimento più argomentativo, non fatto solo di nomi e fatti, e più duraturo nel tempo.
Nella scia della riscoperta della manualità e del making che accompagna la diffusione del digitale, emerge anche l’esigenza di superare la standardizzazione imposta dal computer: la scrittura diventerà un fattore di personalizzazione. «Già lo stanno scoprendo le aziende, che recuperano il corsivo nella sue varie forme come elemento distintivo del lo- ro modo di raccontarsi nell’ambito non solo di un semplice brand ma di un’immagine completa, di cura e di relazione personale con il cliente». Tanto più in un paese come l’Italia, culla del corsivo e della creatività.
Laureato in psicologia e storia medievale, Clayton ha fatto esperienza anche da vero amanuense: dopo essere guarito da un tumore, a 28 anni ha deciso di coronare un suo sogno di bambino diventando monaco nell’abbazia benedettina di Worth, sempre nel Sussex. «Non sapevano che era calligrafo, quando lo scoprirono mi misero a lavorare sui documenti - ricorda -: sono stati tre anni straordinari, in cui ho sviluppare il senso della ricerca di fronte al dubbio e all’incertezza».
Dopo tre anni, decise che quell’esperienza era esaurita e si ritrovò proiettato in pochi mesi nella Silicon Valley, nel mitico Xerox Parc. Dopo anni di ricerca, la Xerox delle fotocopiatrici aveva creato un laboratorio per reinventarsi come “document company”: «Eravamo tanti: psicologo, antropologo, designer, storico dell’economia e del linguaggio, linguista, computer scientist, esperto di intelligenza artificiale, oltre al caligrafo - tutti insieme per capire cosa è un documento, per ripensare questi oggetti sociali e comprendere quali tecnologie usare per portarli nel futuro».
La conclusione? «Il documento non è composto solo dall’informazione che vi è contenuta, ma è un manufatto, un oggetto in cui si integra anche tutto quello che succede attorno. Quindi se lo digitalizziamo si eliminano tutte le azioni e le connessioni che sono rappresentate lì dentro: spesso è questo il motivo per cui i processi di digitalizzazione, perdendo per strada queste informazioni, rischiano di complicare le cose e di aumentare le inefficienze». Non è un caso che anche nei luoghi più tecnologici, accanto ai computer fioriscono post-it o appunti. Rigorosamente a mano.
Pensieri Cinici Quotidiani di Siddharta.

A – Ordine e disordine.
Secondo i fisici e astrofisici da un punto iniziale di ordine, col big bang si è andati verso il disordine universale.
Che vieppiù aumenta con la dispersione della materia nello spazio a velocità sempre maggiore.
In moto irreversibile.
La natura stessa in cui viviamo è disordine e l’umanità si affanna inutilmente a tenere in ordine ciò che tende inesorabilmente al disordine.
Basti pensare alle regole che si dà una comunità organizzata per aggregare con la forza la collettività: ciononostante schegge impazzite continuano a metterne in pericolo l’integrità per distruggerla.
Noi stessi singoli individui dobbiamo lottare strenuamente ogni giorno, ogni istante per darci la dignità di un minimo ordine personale e morale.
Similmente la poesia.
Nata per imbrigliare in ambiti ordinati l’esplosione dell’ispirazione.
Ma ora non più.
Il modernismo sfrenato dell’oggi ( disordine ) ha buttato all’aria ogni parvenza di regolarità espressiva ( ordine ), viaggiando verso un ignoto dispersivo in nome di una libertà di forme e contenuti senza regole né confini.

B – Meritato riposo.
Secondo gli astrofisici il tempo trascorrerebbe più lentamente per chi è in movimento rispetto a chi se ne sta fermo ( principio spazio-tempo ).
Una botta mortale al detto corrente che il tempo trascorre più veloce per chi si dà continuamente da fare… Mi sa che se vorrò arrivare a cent’anni dovrò mettermi a correre come un matto.
Altro che meritato riposo, come sulla pergamena di quando sono andato in pensione!
C – I 40 giorni.
I Vangeli e gli Atti degli Apostoli ci dicono che Gesù resuscitato ebbe a vagare sulla terra per quaranta giorni prima di ascendere al cielo.
Di quello che ha fatto in quel periodo poche sono le testimonianze.
Penso che si sia tolto lo sfizio di girellare per il mondo per un’ispezione d’insieme.
Dopo di che, resosi conto dell’irreversibile follia umana, abbia ritenuto opportuno di darsela a gambe e scomparire per sempre.
Da allora non s’è più visto.
Solo qualche volta sua madre, ma è poca cosa…
SIDDHARTA

martedì 17 gennaio 2017

PENSIERO CINICO QUOTIDIANO.
***di Epitteto Eubulide***

La sindrome di internet.
Facebook è un mostro insaziabile, al pari del < gratta e vinci >.
Il suo mercantilismo investigativo vorrebbe fagocitarci, spremerci come limoni, costringerci al p.c. 24 ore su 24, toglierci alla famiglia, alle sane letture, al ragionamento e quant'altro. Ti tampina con < scrivi qualcosa >, < cerca amici >, < condividi >, < tagga > ed altre amenità.
Come certi sprovveduti allenatori, manager, sponsor che spremono gli atleti all'inverosimile, per poi rottamarli senza pietà.
Sotto questo aspetto internet è un pericolo sociale: lo vediamo dal 99% della spazzatura che lo intasa.
Maurizio Pollini dopo la strepitosa vittoria al Concorso Chopin di Varsavia del 1960 si fermò per due anni; lo stesso fece Zimerman.
A mio parere la presenza in web va tenuta sotto controllo.
Siddharta

lunedì 16 gennaio 2017

Foglie cadenti
di Mauri Mari

Illusioni, come foglie appariscenti
che regalano un'immagine imponente
rivestendoti di un manto colorato
lusinghiero ma...leggero.

Sono foglie menzognere
che promettono durevole conforto
poi, nei fremiti autunnali, ingialliscono
distaccandosi e lasciandoti indifeso
...e giornate spoglie
rami secchi, in apparenza
denudati dall'incanto delle foglie
che s'affacciano alle insidie dell'inverno
confinati nella propria essenza.
******************************
EPITTETO:
La proposta in lettura ha un'andatura movimentata e frammentata, quasi a singhiozzo.
In un linguaggio poetico contagiato dalla prosa della vita quotidiana.
Fatti e gesti quando un ordine creduto salvo va in frantumi.
Il dolore non ha parole, non sopporta le frasi fatte di circostanza, reclama una sua solitudine.
E qui di dolore ne traspare tanto, ripiegato su se stesso dopo iniziali inutili gesti di proptesta.
Foglie cadenti le illusioni, foglie cadenti gli umani.
A sera della vita, la conta non lascia scampo.
Chi più chi meno, tutti abbiamo combattuto le cento battaglie, per poi perdere la guerra.
Triste/mente, Siddharta.

PENSIERI CINICI QUOTIDIANI.
( tratti dal blog < A casa di Frame > )

A) – La cabala.
La mistica medievale, mutuando dall’ebraismo, affidava la spiegazione della teologia anche per mezzo di lettere, numeri, figure o sogni.
In particolare analizzando la grammatica elementare ( lettere, sillabe, frasi, aggettivi, sostantivi, verbi, ecc.) cercò ragioni confermative dei fatti terreni e metafisici.
Nel nome di Gesù intravvidero la soluzione di vari misteri che lo riguardavano.
Ad esempio il fatto che in latino il nome Jesus potesse declinarsi solo nei tre casi del nominativo ( Jesus ), accusativo ( Jesum ) e ablativo ( Jesu ) fece gridare al perché della Trinità!
Inoltre le relative desinenze < s >, < m > e < u > deposero a favore che egli fosse il ( s )ommo, il ( m )edio e l’ (u )ltimo.
I fanatici della cabala divisero poi il nome Jesus in due sillabe ( je/us ), spezzando in due la < s > del mezzo attraversandola con la barra di cesura.
Ebbene siccome tale consonante così spezzata diventa il < syn > degli ebrei e < syn > in inglese significa < peccato >,
ne dedussero il Gesù che spezza ed elimina il peccato…
B) – Intellettuali dell’oggi.
Fanno persino tenerezza se non fosse per la sfrontatezza.
Dicono con ingenuità soave: mi è passata per lo capo un’ideuzza, tosto l’ho buttata in versi e senza neanche rileggerla l’ho subito pubblicata.
Non rendendosi conto dell’affronto al lettore considerato come pattumiera di schifezze all’impronta.
E pretendono pure una critica premiante a pena di togliergli financo il saluto…
C) - Divagazioni.
Riprendendo dal filosofo e docente Salvatore Natoli ( Google/You Tube ):
1 – Oggi internet assicura una conoscenza democraticamente estesa a tutti.
Ma l’accesso a questo tipo di sapere esige una particolare diligenza selettiva.
Per evitare un’indigestione perniciosa di informazione.
Perché la genericità impedisce l’approfondimento del pensiero.
Al pari dei libri, la cui valenza non è per quantità ma per qualità.
2 – Mai come oggi la culinaria d’immagine e di lettura ha avuto tanto successo.
Siamo tampinati a tutte l’ore del giorno da programmi televisivi che gareggiano in cuochi, manicaretti, prove gastronomiche, ecc.
Addirittura nel recente passato un manuale di ricette era balzato per settimane nell’hit-parade delle vendite librarie.
Il motivo è semplice, dice il professore.
L’attivismo sfrenato ci costringe a mangiare in fretta e male, magari piatti pronti resi invitanti dalla pubblicità.
Facendoci sognare di gustare del buon cibo solo per rappresentazione o racconto…
SIDDHARTA
Loretta Zoppi:
foto di Epitteto Eubulide.

domenica 15 gennaio 2017

https://youtu.be/qpV0RwnU1K8
SARA DI BENEDETTO
"È meglio essere assetati di bellezza e comprenderla, che essere belli e basta"
*********************************
Epitteto Eubulide: di Artemisia.
Artemisia Gentileschi ( 1593/1653 ), figlia del già famoso Orazio che la chiamava puttana quando lei aveva 17 anni e le impediva persino di affacciarsi alla finestra, sensuale e violenta ( Giuditta e Afra che decapitano Oloferne, la mite e buona Giaele che a liberazione del suo popolo conficca coscienziosamente un chiodo-paletto nella tempia dell'oppressore Sisara, ecc. ), subì diciassettenne ( 1611 ) violenza da parte di Agostino Tassi, collega e amico del padre.
Maritata d'autorità dal padre a Pierantonio Stiattesi subito dopo il processo per stupro, ma poi separatasi. Durante il processo accettò di sottoporsi allo schiacciamento dei pollici, pur di dimostrare la sua verità: anche a rischio di non poter più dipingere.
La sua pittura è protofemminista, a reazione psicosomatica della sopraffazione e violenza subite.
Comunque una figura enigmatica, dal fascino misterioso e leggendario.
Nel giro di pochi anni, grazie ad un irresistibile talento e grande forza di volontà, arrivò a far parte dell'élite artistica fiorentina e romana, diventò madre di quattro figli e la prima donna a riuscire a vivere della sua arte pittorica.
SIDDHARTA

sabato 14 gennaio 2017

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 02/16 - Siddharta

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 02/16 - Siddharta: A – Domande storiche . A  S. Agostino: Che faceva Dio prima della creazione del mondo? E lui: Stava preparando l’inferno a chi avrebb...

PCQ *** – A proposito di civiltà: per non dimenticare. Vardø, l'isola delle streghe.





A Vardø, un'isola sperduta nel mare di Barents, un monumento ricorda i crimini commessi contro le donne in nome della lotta alle streghe. Riporto da un più ampio articolo la parte che ne parla.
Viaggio in Norvegia
di Lara Ricci


Una fioca lampadina illumina la tetra storia di Karen Edisdatter, una donna Sami processata il 13 maggio 1620 a Omgang, poco a est di Capo Nord. Era accusata di stregoneria e di aver invocato la malattia e la morte di diverse persone.
Confessò «che un giorno, portando al pascolo gli armenti, provò una grande stanchezza; che il diavolo venne da lei sotto le spoglie di un uomo massiccio e senza testa; che le chiese se fosse sveglia e lei rispose: "non sono sveglia né addormentata"; che le promise successo in ogni sua impresa se lei avesse accettato le sue chiavi; che lei preferì un bel nastro alle chiavi; che dopo tutto ciò si sentì confusa, lui la tormentava se si rifiutava di fare qualcosa di cattivo e le tirava gli arti così tanto da farle uscire il sangue dal naso e dalla bocca; che il diavolo era sempre al suo fianco tranne quando il prete era nei paraggi; che mentre proferì "possa prenderti il diavolo" questo le era accanto; che lei provocò la morte di Abraham Nilsen, Henrich di Gamvik e di due altre persone; fece un incantesimo a Henrich perché lui rifiutò di prestarle una pentola». Karen fu condannata a morte e bruciata sul rogo.
I lumi sono 91 lungo un corridoio buio, sospeso a una leggera struttura di legno piantata su una scogliera immersa nella neve e nella notte artica. Ciascuna fa luce sul resoconto di un processo ad altrettante donne (tranne 14 che erano uomini) bruciate vive durante la ferocissima caccia alle streghe che infiammò la contea di Finnmark dal 1600 al 1692.



Le vittime furono soprattutto norvegesi, un quinto erano membri dell'ultimo popolo indigeno d'Europa, i Sami. Custodi di una cultura mirabilmente adattata alla vita nelle gelide terre boreali, subirono tremende persecuzioni quando si decise di cristianizzarli e, di pari passo, di sfruttare le ricchezze naturali dell'estremo Nord, secondo un copione ben sperimentato.
L'ultimo a essere ucciso fu proprio uno di loro, centenario, accusato di aver usato un tamburo rituale e di aver praticato la stregoneria. Confessò di averlo costruito, di saperlo suonare, di conoscere il significato dei simboli che vi erano dipinti. Negò di avere abiurato dio e la cristianità. Ammise che se ne serviva per predire le fortune dei viaggiatori e per aiutare chi era nei guai. Fu ammazzato con un'ascia mentre era in attesa di giudizio, alle porte del XVIII secolo.
Monumento più unico che raro, destinato com'è a commemorare crimini accaduti quasi 400 anni fa che si preferisce dimenticare, lo Steilneset Memorial è stato progettato dall'architetto svizzero Peter Zumtohor e aperto nel 2011.



Poco più in là, una sedia di metallo brucia nella fiamma perpetua di The Damned, The Possessed and The Beloved, ultima grande installazione dell'artista franco statunitense Louise Bourgeois.
Siamo a Vardø, un'isola sperduta nel mare di Barents, nell'estremo Nord Est norvegese, a oriente anche di Istanbul e San Pietroburgo. Fu teatro di numerosissimi roghi ed è una delle ultime tappe dei traghetti-cargo Hurtigruten che dal 1893 portano merci, cittadini e visitatori stranieri su e giù per la frammentata costa del paese scandinavo (...).

Da Il Sole 24 ore – 4 gennaio 2015, su Google.

SIDDHARTA

acasadiframe: PCQ *** – A proposito di civiltà: per non dimentic...

acasadiframe: PCQ *** – A proposito di civiltà: per non dimentic...: A Vardø, un'isola sperduta nel mare di Barents, un monumento ricorda i crimini commessi contro le donne in nome della lotta alle streghe...

Pietro Zurlo:
Ore 2,30- Messaggio ricevuto:
"Papà te voglio bene!" - Ma da chi?

*Maria Grazia Zagaria
Se è arrivato a te,
è a te che doveva arrivare.
Nulla succede per caso.
..

*Pietro Zurlo
Il fatto non è così semplice detto così; è il come mi è pervenuto:
Nel dormiveglia, (un momento prima ero sveglio) come una frustata, secca in un solo orecchio, che mi ha fatto svegliare se dormivo e comunque aprire di scatto gli occhi...la frase era così brusca che non ho capito di chi era la voce!
Epitteto Eubulide.....aiutami tu!!!!!!!

**Epitteto Eubulide:
Da strizzacervelli la cosa si spiega semplicemente.
Basta una qualsiasi forma lieve di depressione ( specie senile ) ed il nostro sistema neurovegetativo entra in fibrillazione.
Taluni sentono delle voci anche imperiose e squillanti, altri vedono luci e fiammelle sulle dita, altri intravvedono nemici e pericoli all'intorno, e così via.
Sono alterazioni cerebrali che se sporadiche passano e non lasciano traccia: basta non pensarci più e archiviare.
Se ripetute, bisogna affidarsi ad un buon neuropsicoterapeuta: una curetta ansiolitica e tutto rientra nella norma.
Non esistono fattori metafisici: tutto si gioca nei nostri neuroni e sinapsi, di cui conosciamo ancora poco o nulla.
Con affetto, Sid.

***
Pietro Zurlo
Risposta esaustiva!!!
Rumori nella Testa
di Herry Frux

C'è qualcosa che mi infastidisce, già da un po'.
E' la mia testa ...
Dio mio se potessi per un attimo staccarla dal resto del corpo e poterla appoggiare li' di fronte a me.
Io e Lei ! Finalmente sole!
La osservo, senza farmi vedere, vorrei tanto dirle qualcosa...
Ma non ci riesco
La riguardo per un po' !
E poi..
Ecco.
Forse riuscirei a fare uscire un po' di quei pensieri che ci abitano da un po'...gli piace così tanto stare lì,
Chissà perché poi mi domando.
Mah. Forse è quasi carina la mia testa ora che la guardo meglio da qui, ma si
la rimetto a posto..e faccio rientrare i suoi abitanti.
********************************+
Epitteto Eubulide
:
Sono tempi duri per le teste mozzate, visto l'imperversare dell'ISIS...
Ma qui basta un semplice trucco da palcoscenico per staccare e rimettere a posto il capo a piacimento.
Oggi ho il capo pesante, si suol dire.
Ma a ben guardare si tratta per lo più di pensieri parassiti.
I peggiori, perchè assediandoci ci tormentano inutilmente.
Lo ripeto tante volte alla mia adorata Santippe, che suole indulgere a preoccupazioni fasulle, per il solo gusto masochista di alimentarle.
Liberiamoci dalle inutili sofferenze mentali stendendoci sul lettino della nostra psiche, in meditazione, senza pensare a nulla e a nessuno.
Ci accorgeremo allora come tutto sia relativo e senza importanza.
Rimettendo la testa a posto, libera e serena, senza più i vecchi abitanti...
Siddharta

giovedì 12 gennaio 2017

PENSIERI CINICI DEL MATTINO..MA ANCHE DI POMERIGGIO:

A) - Marchi Clelia, chi era costei?
Una contadina di 94 anni, morta nel 2006.
Una di quelle che ormai non esistono più dalle nostre plaghe.
Vissuta tutta la vita a Poggio Rusco ( MN ), una notte non riesce a trovare un pezzo di carta in tutta la sua casa immersa nei campi lombardi.
Mossa da fuoco sacro, apre un armadio, prende un lenzuolo bianco a due piazze del corredo, vi incolla a sx la foto del marito, a dx la sua e di getto comincia a scrivere in fitte righe, col pennarello, la storia della propria vita ( < Le lenzuola non le potevo più consumare col marito, e allora ho pensato di adoperarle per scrivere... > ).
Raccontando l'amore, la solitudine, il dolore, i sacrifici dei contadini, i luoghi della memoria.
Questi diari su telo di cotone sono stati pubblicati in un libro ( < Il tuo nome sulla neve > ).
I lenzuoli sono custoditi ed esposti nell'archivio dei diari in un museo di Pieve Santo Stefano ( Arezzo ).
Il Museo raccoglie diari di chiunque voglia donarli, senza distinzione di lingua, nazione, grado di cultura.
Penso, con tristezza, ai tanti nostri pensieri, opinioni, contributi, ecc., poetici o meno, affidati on line e inghiottiti dal buco nero di internet, un pozzo senza fondo in cui tutto si disperde e nulla si rattiene.
Ma forse è meglio così, chè tanto tra qualche miliardo di anni scomparirà la Terra stessa.

B) - Nulla da dire.
Per converso ho sollecitato sovente la Santippe mia adorata di raccontare il suo passato, in ricordi salienti.
Ma lei è sempre rimasta muta, pare senza niente da dire, come non mai esistita.
Forse sconosciuta anche a se stessa, come tutti noi.
Cinico Cratete.

Tecnologia

Rinnovabili alla riscossa

Si aprono nuove ere per il nostro pianeta. La CO2 raggiunge livelli mai visti prima. Ma intanto le rinnovabili hanno ufficialmente superato i carbone come principale fonte di energia a livello globale


diPierangelo Soldavini

Il 2016 sarà l’anno più caldo di sempre, lo sappiamo già. E in settimana – se ancora ce n’era bisogno – abbiamo anche capito perché: l’anidride carbonica nell’atmosfera ha toccato livelli mai visti. O meglio le 400 parti per milione era no già state superate altre volte, ma sempre in singoli luoghi e per determinati periodi: invece l’allarme dell’Organizzazione meteorologica mondiale definisce un fenomeno che appare strutturale dal momento che tale livello è in termini di dato medio annuo a livello globale, destinato a essere confermato anche nel 2016. Come dire che si è aperta una nuova era per l’atmosfera terrestre, visto la CO2 è uno dei gas più persistenti e i suoi effetti sono destinati a farsi sentire per migliaia di anni nell’atmosfera e ancora di più nei mari.
Ma ci sono anche buone notizie che lasciano intravedere qualche speranza. Anche se forse arriviamo in ritardo, le fonti rinnovabili nel loro insieme hanno superato l’anno scorso il carbone come principale fonte energetica a livello di capacità installata. In più l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie)  ha alzato le stime previsionali a cinque anni per le fonti energetiche pulite in considerazione delle forti politiche di incentivazione da aprte di paesi chiave e della riduzione di costi delle singole fonti. A trainare la crescita sono soprattutto il fotovoltaico – ogni giorno sono installati mezzo milione di pannelli nel mondo – e l’eolico – ogni ora nella sola Cina vengono costruite due nuove turbine – che hanno incrementato la capacità installata di quasi 153 gigawatt (GW) nel corso dell’anno – 66GW di eolico e 49GW di fotovoltaico -, arrivando a un totale prossimo ai 2mila GW (1.985 GW).
Nonostante questo progresso la generazione da fonti rinnovabili (23% a livello globale) rimane decisamente più bassa di quella da carbone (vicina al 40%). L’Aie prevede che da qui al 2021 vengano installati altri 825 GW di potenza, riducendo la forbice con il carbone e portando la quota produttiva al 28%., Il direttore generale Aie, Fatih Birol, ha sottolineato l'”impressionante” riduzione dei costi per l’eolico e il fotovoltaico, “impensabile solo cinque anni fa”: “Questa contrazione dei prezzi sarà cruciale per guidare l’ulteriore espansione delle rinnovabili”, ha affermato prevedendo un’ulteriore riduzione di un quarto dei costi per il fotovoltaico e del 15% per l’eolico nei prossimi cinque anni.
Senz’altro i dati relativi al peggioramento del clima e del’atmosfera sottolineano l’urgenza dell’azione, come anche enfatizzato dall’Accordo di Parigi che entra in vigore proprio tra pochi giorni dopo aver raggiunto il numero necessario di ratifiche. D’altra parte il sistema che fornisce energia al mondo è cruciale per l’equilibrio del pianeta, come anche il modo di alimentare i sette miliardi e mezzo di persone che popolano la Terra (destinati a crescere senza tregua prima di arrivare a un picco che non si sa bene quale potrebbe essere). Sono entrambi cruciali per evitare anche un deterioramento complessivo della biodiversità del pianeta. Entro il 2020 la popolazione globale di specie animali e vegetali potrebbe crollare di due terzi, diminuendo del 67%. Il peso insostenibile della  mano dell’uomo sulla fauna selvatica  è solo uno dei numerosi segnali ‘negativi’che ci manda  il Pianeta Terra, segnali  raccolti dal WWF nel suo Living Planet Report. Già tra il 1970 e il 2012, la biodiversità ha registrato una riduzione del 58%. A dimostrazione che l’umanità sembra avere compreso il senso di urgenza è arrivata una decisione storica: 24 paesi della Conferenza della Commissione per la conservazione delle risorse marine dell’Antartide (Ccamlr), riunita in questi giorni a Hobart, Australia, hanno concordato la protezione di 1.550.000 km2 del Mare di Ross, che si trasforma così nel protagonista del più vasto piano di protezione mai pianificato nei mari del pianeta. Una decisione mirata a salvaguardare la biodiversità in un’area enorme del pianeta. Ma è in primo luogo la trasformazione in chiave più sostenibile del modello di produzione e consumo del cibo e del sistema energetico globale sono le chiavi individuate dal Wwf come cruciali per consegnare alle future generazioni una Terra che abbia una prospettiva. Prima che sia troppo tardi.

mercoledì 11 gennaio 2017


Sformaggiata di deep learning


“Condire bene e sformaggiare” credo che sia una delle frasi più classiche della cucina emiliana dove praticamente mettiamo il Parmigiano su tutto e questo mi ha fatto venire in mente un parallelo con quello che sta accadendo oggi nel mondo dell’intelligenza artificiale: se le tecnologie fossero pietanze, infatti, il deep learning sarebbe il formaggio.
L’ultimo caso è l’annuncio di Google sulla traduzione automatica: grazie a un nuovo approccio basato sul deep learning, il sistema di Google sarebbe adesso addirittura in grado di tradurre bene quasi come una persona. La notizia ha fatto il giro del mondo ma in pochissimi hanno approfondito il tema, puntando principalmente sul sensazionalismo e sulla fiducia che, a colossi come Google, si dà spesso con troppa leggerezza: mi aspettavo che prima poi anche sulla traduzione automatica arrivasse la sformaggiata di deep learning ed ecco che è successo :-)
Da quello che si legge, pare più che altro che il miglioramento sia sul cinese: prima la traduzione da e verso il cinese era veramente scarsa ed è logico che abbiano migliorato il sistema per questa lingua molto importante: per il resto, francamente, non mi aspetto che piccoli incrementi qua e là.
La cosa che voglio far notare però è un’altra, e cioè come è stata misurata la qualità del nuovo sistema per arrivare ad affermare che è molto vicina a quella ottenibile con la traduzione da parte di una persona. Da quanto si legge, hanno preso 500 frasi (neanche documenti) da Wikipedia e articoli di attualità e hanno fatto valutare ad alcune persone la traduzione di Google e quella fatta da traduttori (spero almeno professionisti).
Una misurazione di questo tipo è del tutto irrilevante e non significativa: il campione è assolutamente troppo piccolo e le fonti sono le migliori possibili per questo test. In pratica, è come fare un sondaggio sull’apprezzamento di un nuovo prodotto chiedendo in tutta Italia a 10 persone fra cui 8 dipendenti dell’azienda che ha lanciato il prodotto!
In sostanza, anche a Google piace vincere facile: ovviamente, qualunque miglioramento è positivo ma spacciare piccole evoluzioni per grandi cambiamenti non è corretto.
Naturalmente, sono disposto a cambiare opinione dopo avere provato il sistema aggiornato: i tempi di aggiornamento non sono scritti in modo chiaro, perciò mi sono segnato di fare qualche prova l’anno prossimo e condividerò i risultati in un altro post.