giovedì 30 giugno 2016

Le cave
di Giacomo Colosio

Nelle cave di marmo... lectio magistralis

Se andate a visitare una cava, la prima impressione che avrete è quella di essere in un luogo infernale, abitato da diabolici pazzi senza un briciolo di cervello. Ed invece anche lì potete trovare qualcuno che vi insegna qualcosa, anche se siete dei professoroni. Beh certo, a far brillare un candelotto di dinamite vi insegnano senza dubbio, ma non solo...io per esempio ho imparato a “cubare “ gli oggetti e poter in questo modo ricavarne una valutazione attendibile del loro peso. A cosa serve tutto ciò? Potrei fare una infinità di esempi riportando tutte le volte che ho applicato nella realtà quotidiana questo metodo ingegnoso.
« Ingegnere, ha visto la polizia davanti alla pesa di Botticino mentre veniva su al mèdol? »
Il mèdol, in dialetto locale, è la cava di marmo, anzi di pietra calcarea, perché questa è la classificazione del Botticino classico.
Io ero il proprietario, insieme a mio fratello, e quindi avevo interesse a seguire il suo ragionamento.
« Sì...perché volevi saperlo, Adelino? » risposi.
« Normale, per non far prendere la multa all'autista...quel povero cristo deve pagare le rate del camion, e ha famiglia. Se passa i duecento quintali lo rovinano »
Come fare, pensavo io...di blocchi di marmo ce n'erano tanti, ma come conoscere il loro peso prima di essere arrivati giù alla pesa?
Intanto Adelino girava la cava alla ricerca di un “informe” da caricare. L'informe, che nel modo di parlare del capo cava e degli altri cavatori diventava impropriamente “l'uniforme”, è un masso non completamente squadrato ma appunto informe, senza forma solida ben definita. Le vere sembianze del blocco di marmo, un quasi perfetto parallelepipedo, le prenderà in laboratorio dopo l'asportazione con un telaio mono lama al diamante delle parti in eccesso rispetto alla forma ottimale...in gergo si dice anche che si devono levare le “croste”.
« Questo... va bene questo, Paletti... sarà centonovanta quintali, non di più »
Paletti ovviamente era l'autista di turno, padroncino.
Centonovanta quintali, pensavo io... e come fa a dirlo. Avevo voglia di sfotterlo un po', Adelino, il dio indiscusso della cava, ed allora attaccai a parlare vagamente in falsetto, come fanno certi architetti di città...
« Mah, per me sono anche centonovantadue i quintali...chilo più chilo meno... »
Adelino si voltò di scatto. Fumava, anche se le sigarette le aveva buttate vent'anni prima; colpa di un'ulcera gastrica.
Capii che non aveva digerito la battuta perché si rivolse a me dandomi del tu, cosa che mi sarebbe piaciuta da sempre ma che non rientrava nelle sue abitudini.
« Senti, ragazzo...mi vuoi prendere per il culo?...non ci credi che pesa centonovanta quintali, vuoi metterci su qualche palanca? »
Sorrisi, non potevo far altro. Dovevo trovare una frase conciliante, e la trovai...
« No no Adelino, non mi piace perdere...e che scommetto...son mica scemo »
« Allora vuoi sapere come faccio a pesarlo con la testa, giusto? »
Intelligente l'uomo...proprio lì volevo parare. Ma avevo voglia anche di punzecchiarlo...ero o non ero io il capo del capo cava?
« Certo... a meno che mi racconti fesserie »
« Sarebbe la prima volta...mai raccontato fesserie, non le conosco nemmeno queste favole »
Fu così che venni a sapere che Adelino, senza conoscere esattamente il concetto di peso specifico e nemmeno come si calcola il volume di un solido che non sia un parallelepipedo - cubo, a suo modo di intendere -, riusciva a trovare il peso di ogni blocco squadrato o informe presente nel deposito della cava.
La sua unica conoscenza era questa: un metro cubo di marmo di Botticino pesa ventotto quintali. Quando me lo disse, io risposi, lesto:
« Ah, il marmo quindi ha peso specifico 2,8... non lo sapevo »
« Neanch'io lo sapevo...cos'è il peso specifico? »
Ma, e qui sta il metodo, oltre a sapere che ogni metro cubo di pietra sono ventotto quintali, si deve procedere ad una fantasiosa “cubatura”, vale a dire un tentativo mentale di “quadrare” l'informe togliendo e mettendo pezzi di marmo nei punti giusti.
L'ideale è fare in modo che davanti a noi si presenti una faccia di un metro quadrato, poi dobbiamo “immaginare” la lunghezza che ne risulta facendo tutti quei taglia e cuci immaginari dei quali prima accennavo. Non sempre però abbiamo un perfetto metro quadrato davanti agli occhi...
Ecco la frase ed il ragionamento che fece Adelino quel giorno per “pesare” i centonovanta quintali di blocco.
« Qui davanti ho un metro e mezzo abbondante per un metro e mezzo...faccio il quadrato che sarebbe due e venticinque, abbondo un po' e quindi due e quaranta. La lunghezza è quasi tre metri, quindi vengono circa sette metri cubi. Potrei fare sette per trenta cioè duecento dieci quintali, ma invece è sette per ventotto, quindi quasi il dieci per cento in meno cioè venti quintali in meno quindi centonovanta quintali...content? »
Contento?...non solo, ero anche sbalordito...imparai al volo e da quel giorno, conoscendo pure i pesi specifici dei vari materiali, cominciai ad allenarmi su qualunque tipo di macchinario, oggetto, animale.
Sì, anche animali...quella volta che fummo avvicinati da un cetaceo nei mari dell'Isola d'Elba, ebbi modo di pesare con gli occhi quella bestia che ci passò accanto sollevando l'enorme coda, a soli cinque metri dal nostro barchino.
Feci questo calcolo...escludendo la coda l'esemplare era almeno otto metri, come la nostra barca, forse qualcosa in più. Cubandola poteva essere di circa un metro quadro per otto metri, appunto...poco più poco meno. Il suo peso specifico non è lontano dall'unità...un po' più di uno quando scarica aria e va a fondo, un po' meno in superficie...morale della favola otto metri cubi per dieci quintali al metro cubo( mille chili) fanno ottanta quintali, vale a dire 8 tonnellate.
Luigi, Mario Dodde, Raffaellino, Scorfanone, vale a dire i miei amici pescatori di Porto Azzurro, mi guardavano come uno spettro, mentre facevo questi conti.
Tranne Luigi, detto l'attore, che invece capì al volo...ed il motivo c'è, preciso come un orologio svizzero. Ma questa è un'altra storia.

********************

Epitteto Eubulide: Continuano le prolusioni scientifico-didattico-letterarie del nostro tecnico per antonomasia.
Sì lo so, egli potrebbe accreditarsi in e-book e/o in cartaceo, lucrando benefici economici.
Lui stesso ha ammesso candidamente altrove di esser stato proiettato in facebook per ragioni di marketing.
Poi però lo vediamo qui ricredersi per un sapere free erga omnes, il solo pel quale vale la pena di spendersi.
Se anche uno solo dei lettori avrà così modo di migliorarsi culturalmente, le ragioni di tanto vivere non saranno state vane.
Grazie assai, Vercingetorige.
 

Nessun commento:

Posta un commento