mercoledì 15 giugno 2016

Antonio de Rosa
VIOLA RICCIOLI D’ORO

Viola riccioli d’oro
Giocava coi balocchi
Piegata sui ginocchi
Nell’umile dimora .

Toc toc la fata sono
Amica dei fanciulli
Son zeppa di trastulli
A te li porto in dono .
Fatina datti pace
La mamma è andata al forno
Fra poco è di ritorno
Non apro , mi dispiace .
Sono il figliol del re
E d’oro c’ho una rosa
se tu sarai mia sposa
io la regalo a te .
Tu mi confondi o sire
Con le parole strane
Le tue promesse vane
Ti scuso dell’ardire .
Se esci dal tuo guscio
( la voce s’arrovella )
Son la mammina bella
T’aspetterò sull’uscio .
La mamma m’ebbe a dire
“ con me porto la chiave”
Parlò con voce grave
“ se busso non aprire” .
E’ tardi, ha il cuore in gola
La mamma non si vede
La bimba adesso crede
Di rimanere sola .
Dal bosco tra le frange
La bimba nulla scorge
La luna già risorge
Ora la bimba piange .
Allegra mio tesoro
La porta si spalanca
Bacia mammina stanca
Viola Riccioli d’oro .
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Epitteto Eubulide:
Come tutte le fiabe, contiene il suo horror.
La madre che chiude a chiave la piccina da sola e si assenta per un tempo esagerato.
Col telefono azzurro, oggi sarebbe assicurato un processo per abbandono di minore...
Sì, anch'io ho in biblioteca interi volumi di fiabe.
E non ho mai capito perchè peschino quasi sempre nel torbido.
Alla giusta età, raccontavo queste favole a mio figlio, notando sempre segni di preoccupazione e disagio.
Smisi di leggerle e le cose ebbero a migliorare.
Esteticamente, ritmo, musicalità, tono, semplicità di memorizzazione sono le cifre a vantaggio della lettura.
Un buon lavoro non c'è che dire, con menzione speciale al candore narrativo tanto assediato di questi tempi.
Ottima/mente, Epitteto.

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