martedì 27 dicembre 2016

PENSIERI CINICI QUOTIDIANI.

A) – Diluvio universale ( bis… ter…).
Le leggende e i miti si rincorrono sempre lungo l’arco dei millenni.
Secondo la mitologia greca, Deucalione ( figlio di Promèteo ) e la sua sposa Pirra ( figlia di Titano ) furono gli unici a scampare al diluvio universale, rifugiandosi sulle cime del Parnaso.
Lamentandosi: < ora il genere umano è ridotto a noi due, e noi siamo gli ultimi esemplari >.
Piangendo, decisero di chiedere aiuto al sacro oracolo.
Recatisi al tempio della dea Temi, così supplicarono < dicci, o Temi, con quale mezzo si può rimediare alla rovina della nostra specie >.
La dea si commosse e diede il seguente responso : “ Andando via dal tempio, … gettatevi dietro le spalle le ossa della grande madre ”.
Realizzarono che per ossa si dovessero intendere le pietre che stanno nel corpo della terra.
Detto fatto, cominciarono a lanciare dietro di sé i sassi trovati sul loro cammino.
I quali, giusto il responso, si trasformarono subito in uomini ( quelli scagliati da Deucalione ) e in donne ( quelli lanciati dalla moglie ), ripopolando il mondo deserto.
“ Per questo siamo una razza dura e rotta alle fatiche e i nostri atti provano di che origine siamo ”…
( Ovidio, Metamorfosi, I, vv. 360 e ss. )
B) – Il terzo sesso.
Le statistiche indicano in un terzo dell’umanità coloro che divagano dal rapporto eterosessuale.
Come a dire che se siete in tre a giocare a carte, uno di voi è gay…
Di qui tutta un’ostentazione nelle varie giornate del Gay Pride, tribune, comparsate video, matrimoni ufficiali in massa, salotti tv, ecc.
Illustri i precedenti classico-storici.
A memoria:
1 – Nerone, essendosi acceso del giovane Sporo, lo mostrava in giro, accarezzandolo davanti a tutti.
<< … questo Sporo, vestito da imperatrice, lo portò con sé in lettiga per tutti i mercati di Grecia, come anche in Roma durante le feste sigillari, sovente baciandolo in pubblico >> ( Svetonio, Nerone, 28 ).
2 - << L’imperatore Nerone celebrò in modo solenne il matrimonio con un giovane del suo seguito di pervertiti, che si chiamava Pitagora; indossò il flammeo ( il rosso velo delle spose ), convocò i testimoni augurali , preparò la dote, il letto e le fiaccole nuziali, ed offerse come spettacolo ciò che si nasconde di notte, anche quando trattasi di donna >> ( Tacito, Annali, XV, 37 ).
Et de hoc satis…
C) – Il vizio.
Ai tempi della Roma imperiale era invalso l’uso di costringere conoscenti e amici a leggere testi poetici di aspiranti geni: persino le tragedie venivano lette in pubblico anziché essere rappresentate in teatro.
Suscitando la disapprovazione dei più avveduti contemporanei ( Giovenale, Satire, I, 1-5 ).
I tempi sono cambiati ma non il vizio.
Qualsiasi < cazzatina poetica > ci venga in mente, subito la buttiamo in web, fregandocene della qualità ma soprattutto del rispetto dei lettori…
Si può scrivere anche un numero infinito di versi, ma restar pur sempre un poeta mancato!

SIDDHARTA

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