sabato 31 dicembre 2016

Foglie sparse
di Loretta Zoppi
( raccolta di poesie )

L’INTRUSO
Mi capita nelle sere di dicembre
D’udirne i passi sulle foglie secche
così lo invento disegnare arazzi
sotto il nespolo in fiore e sulla fonte.
Dietro i vetri il suo respiro è caldo
le dita vedo affusolate e bianche
se non fosse folle direi che stanno ardendo
tanto brillano fuori in solitudine.
Così si accende in questa trasparenza
una blanda e un po’ confusa giovinezza
che dopo secoli di sonno si sorprende
a danzare ormai regina della casa.
Non posso più girare tanto è forte il battito
perché lo sento: già avanza nell’ingresso
lascio lo sguardo a contemplare oggetti
e le pareti che negli anni ho consumato.
Così mi trova e accanto a me si siede.
Crudele mi ricorda la dolcezza
di una lunga passeggiata solitaria
verso un crepuscolo che ogni senso inganna.

ANCOR GIOVANE GAZZELLA
Il veloce aspetto di luce
opaco si desta
nel pallido risveglio della marmotta.
Ombra che a terra pensa
l’occhio fugace
tra le foglie incerto
il gesto tremulo si perde.
Il muschio spacca la corteccia
e verde beve la resina aspra dell’ultimo getto.
Ancor giovane
azzurro impastato di vento
inquieta e selvaggia pineta marina
gazzella nei fiori
d’un balzo momenti assapori
respiro più grave
silenzio.

IL RISVEGLIO
Anche se a lampi bruni
il trillo dell’anima nostalgica
annebbia il sorriso ch’io so di fanciullo
sarà utile amare
e cullare il tuo infinito silenzio
con labbra più segrete e assorte.
Violento il fuoco
consumerà l’estremo bianco sommerso
ma avrai vita
e sarai
come a lungo ho sognato
mio amore ostinato

LA ROSA DI NOVEMBRE
Nessuno saprà mai del suo sortilegio
né cosa cerchi tra noi il suo spettro adorabile.
Carico di beni
appagato secondo il mondo
con l’estasi di un dio clandestino
si sostituisce per noi all’anima
evocando creature lunari .
Che cosa possiamo mai condividere con lui
o possedere ,noi
così poco inclini alle vedute del tempo
alle soglie di una povertà ideale.
Il suo nome era scritto nel passato
nell’oro degli anni risparmiati
nel rosso di una rosa di novembre.
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EPITTETO:
Di norma commento una poesia alla volta.
Ma in questo caso ritengo indispensabile accorpare.
Loretta è poetessa di lungo corso, ci conosciamo da tempo su Fb, sa come la penso.
E cioè che sono ammalato di ricerca interiore, che per mia natura mi impegno a capire soprattutto nel profondo il messaggio dell'Autore che posta.
Per sentire risvegliare il me il diapason dell'accordo dei sentimenti e quotidianità vissuta.
D'altra parte in molti sostengono che una lirica ( per me sono tutte liriche quando sollevano un interesse letterario ) può benissimo, anzi dovrebbe, limitarsi all'aspetto formale, lasciando le emozioni in capo all'io narrante.
Ecco, in questa silloge ristretta l'amica Loretta si è tenuta il segreto dei riferimenti, lasciandoci alle prese conoscitive dal solo titolo.
E allora mi ricolloco sulla musicalità del verso, sulle metafore appese, la bellezza espressiva, il senso onirico delle immagini.
Il trionfo cioè del formalismo ( colore, stile, suono, ecc., e qui ce n'è da vendere! ), che di per sè è già un valore.
Sufficientemente appagante, non potendomi arrischiare in riferimenti interpretativi.
Molto brava.
Siddharta

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