IL PISTOLOTTO
di Siddharta
Cari Amici, in procinto di lasciare il 2016 vi meritate questo pistolotto...
L'istinto di conservazione, questa furbizia della Natura che ci inchioda al nostro destino!
Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova...
Nessuno, checchè ne dicano gli sciamani dello spirito, ci ha dimostrato cosa ci attende nell'Aldilà: per cui nel dubbio ci attacchiamo anche ad uno scampolo di vita.
E allora richiamo la vostra attenzione, cari Amici, alla dura realtà scientifica.
Io non mi capacito.
In tanti si addolorano sospettando che dopo la morte non ci sarà più niente, che si svanirà nel nulla.
Ma tale pensiero è del tutto infondato.
Da sempre, scienziati compresi, si è dato per certo che nulla si crea perché tutto è già creato ( non è pensabile un dio che di volta in volta crei qualcosa di cui s’era dimenticato… ) e che nulla dell’esistente si distrugga ma tutto si trasformi.
Un ceppo di legna quando brucia non si distrugge ma si trasforma in cenere e in gas volatili, che a loro volta si combinano con altri elementi naturali trasformandosi in qualcos’altro. E così via.
Quindi non periremo mai…
Ci trasformeremo in polvere, in humus, in rocce, piante, animali, ecc.
Vivendo in eterno, sotto altra specie.
L’anima, l’Aldilà, lo spirito ed altre fesserie non c’entrano per niente, a meno che abbiano un’esistenza naturale.
Mi sembra già un gran conforto…
Adesso sto ascoltando, come sempre, musica classica: chissà che in quelle vibrazioni non ci siano i miei antenati!
E che quando verrà il mio turno, io sia con voi senza che ve ne rendiate conto ( avendomi mangiato per interposte esistenze… ) o presso di voi o… non con voi.
Il grande ospedale civile della mia città inalbera una ciminiera di oltre una cinquantina di metri.
Passando ieri nei paraggi, osservai il bel fumo denso e bianco che usciva dal fumaiolo sperdendosi in cielo.
Domandandomi cosa mai bruciasse, ho pensato a certi rifiuti speciali ospedalieri ( organi e parti anatomiche )…
Magari non era vero, ma mi è piaciuto in quel momento confermarmi che noi viventi locali stavamo respirando parti dei concittadini passati per il nosocomio.
Cosicché se mi soffermo sugli inceneritori dei crematori, pire indiane, ceneri sparse nelle acque, ecc. , mi vedo bellamente e inconsciamente < cannibale > dei miei consimili.
Fino a quando non verrà anche il mio turno a sostentare i conterranei superstiti.
Che sia lo stesso anche per voi?
Adesso che vi ho rallegrato, vi mando i migliori auguri di buone feste.
Siddharta
di Siddharta
Cari Amici, in procinto di lasciare il 2016 vi meritate questo pistolotto...
L'istinto di conservazione, questa furbizia della Natura che ci inchioda al nostro destino!
Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova...
Nessuno, checchè ne dicano gli sciamani dello spirito, ci ha dimostrato cosa ci attende nell'Aldilà: per cui nel dubbio ci attacchiamo anche ad uno scampolo di vita.
E allora richiamo la vostra attenzione, cari Amici, alla dura realtà scientifica.
Io non mi capacito.
In tanti si addolorano sospettando che dopo la morte non ci sarà più niente, che si svanirà nel nulla.
Ma tale pensiero è del tutto infondato.
Da sempre, scienziati compresi, si è dato per certo che nulla si crea perché tutto è già creato ( non è pensabile un dio che di volta in volta crei qualcosa di cui s’era dimenticato… ) e che nulla dell’esistente si distrugga ma tutto si trasformi.
Un ceppo di legna quando brucia non si distrugge ma si trasforma in cenere e in gas volatili, che a loro volta si combinano con altri elementi naturali trasformandosi in qualcos’altro. E così via.
Quindi non periremo mai…
Ci trasformeremo in polvere, in humus, in rocce, piante, animali, ecc.
Vivendo in eterno, sotto altra specie.
L’anima, l’Aldilà, lo spirito ed altre fesserie non c’entrano per niente, a meno che abbiano un’esistenza naturale.
Mi sembra già un gran conforto…
Adesso sto ascoltando, come sempre, musica classica: chissà che in quelle vibrazioni non ci siano i miei antenati!
E che quando verrà il mio turno, io sia con voi senza che ve ne rendiate conto ( avendomi mangiato per interposte esistenze… ) o presso di voi o… non con voi.
Il grande ospedale civile della mia città inalbera una ciminiera di oltre una cinquantina di metri.
Passando ieri nei paraggi, osservai il bel fumo denso e bianco che usciva dal fumaiolo sperdendosi in cielo.
Domandandomi cosa mai bruciasse, ho pensato a certi rifiuti speciali ospedalieri ( organi e parti anatomiche )…
Magari non era vero, ma mi è piaciuto in quel momento confermarmi che noi viventi locali stavamo respirando parti dei concittadini passati per il nosocomio.
Cosicché se mi soffermo sugli inceneritori dei crematori, pire indiane, ceneri sparse nelle acque, ecc. , mi vedo bellamente e inconsciamente < cannibale > dei miei consimili.
Fino a quando non verrà anche il mio turno a sostentare i conterranei superstiti.
Che sia lo stesso anche per voi?
Adesso che vi ho rallegrato, vi mando i migliori auguri di buone feste.
Siddharta
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