LA FORZA DELLA SPERANZA
***di Maria ESPOSITO***
***
Dignità calpestate da
persone che non sanno
nemmeno cosa sia,
persone che pensano solo
ad inseguire le loro
ambizioni umiliadoci.
Ma il cielo, lui sì lui sì
che non si allontana da
chi crede in lui.
La sua saggezza sa come
mettere alla prova chi trama
alle sue spalle e chi invece
confida in lui.
La speranza agisce in
silenzio e ci guarda
anche quando intorno a
noi è tutto buio.
Si inerpica tendendo le
sue mani verso tutto ciò
che ci fa indugiare a crederla.
***di Maria ESPOSITO***
***
Dignità calpestate da
persone che non sanno
nemmeno cosa sia,
persone che pensano solo
ad inseguire le loro
ambizioni umiliadoci.
Ma il cielo, lui sì lui sì
che non si allontana da
chi crede in lui.
La sua saggezza sa come
mettere alla prova chi trama
alle sue spalle e chi invece
confida in lui.
La speranza agisce in
silenzio e ci guarda
anche quando intorno a
noi è tutto buio.
Si inerpica tendendo le
sue mani verso tutto ciò
che ci fa indugiare a crederla.
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EPITTETO:
Chi vive sperando, muore cantando...
Così il proverbio.
Perchè noi siamo dei naufraghi abbandonati su questa crosta rocciosa di pochi chilometri, su un magma infocato che disinvoltamente erutta di quando in quando.
Il nostro destino è segnato da sempre: tra 5.000 miliardi di anni la Terra verrà aspirata dalla sua stella in decomposizione.
Ma l'uomo non si rassegna, pensa a un Cielo di provvidenza e salvezza nel suo sogno di eternità.
Anche tu, cara Poetessa, insegui sogni di gloria e riconoscimento terreno, non rassegnandoti alla nullità e dimenticanza.
E così ti arrampichi sul pendìo scosceso della narrativa poetica a quiete di un'ansia interna che corrode.
Scrivere, comunque a valvola di sfogo di un malessere inconoscibile.
Non ci resta che il dio-speranza, ben consci inconsciamente di sollecitare un'inesistenza a nostro uso e consumo.
Intanto, lamenta la nostra valorosa Autrice, siamo attorniati da malintenzionati che calpestano persino la nostra dignità.
Peccato, dico io, che non esista un contrappasso morale ( quello materiale delle Autorità è per lo più impotente o inesistente ) che compensi il danno alle nostre sensibilità offese.
Seppur potessimo vantare ancora una qualche dignità umana.
Lodevol/mente, fra Salimbene.
EPITTETO:
Chi vive sperando, muore cantando...
Così il proverbio.
Perchè noi siamo dei naufraghi abbandonati su questa crosta rocciosa di pochi chilometri, su un magma infocato che disinvoltamente erutta di quando in quando.
Il nostro destino è segnato da sempre: tra 5.000 miliardi di anni la Terra verrà aspirata dalla sua stella in decomposizione.
Ma l'uomo non si rassegna, pensa a un Cielo di provvidenza e salvezza nel suo sogno di eternità.
Anche tu, cara Poetessa, insegui sogni di gloria e riconoscimento terreno, non rassegnandoti alla nullità e dimenticanza.
E così ti arrampichi sul pendìo scosceso della narrativa poetica a quiete di un'ansia interna che corrode.
Scrivere, comunque a valvola di sfogo di un malessere inconoscibile.
Non ci resta che il dio-speranza, ben consci inconsciamente di sollecitare un'inesistenza a nostro uso e consumo.
Intanto, lamenta la nostra valorosa Autrice, siamo attorniati da malintenzionati che calpestano persino la nostra dignità.
Peccato, dico io, che non esista un contrappasso morale ( quello materiale delle Autorità è per lo più impotente o inesistente ) che compensi il danno alle nostre sensibilità offese.
Seppur potessimo vantare ancora una qualche dignità umana.
Lodevol/mente, fra Salimbene.
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