domenica 27 novembre 2016

VANITA' di Teresa Frasca

Aleggia, dappresso,
l’invisibile angelo,
il settembrino vento.
Allungati cipressi,
dolcemente scapigliati,
il loro diniego dondolano,
l’immobilità disturbata.
Palme estroverse,
lievi ondeggiano
la spalancata ramaglia
al solare benefattore.
Scarlatti convolvoli,
unici assentono,
la ventilata bellezza
dai celati pistilli,
l’ape solitaria, rapita.
Ortensie boriose,
la carezza incuranti,
nell’immobilità, stabilite,
indaco e rosa
pompose, schiumano.
Il ceruleo sguardo,
al di sopra, s’inchina,
la veste straccia,
i biancastri nembi
sparge.
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*Pietro Zurlo:
Bellissimi versi...che io non sarei mai capace di mettere insieme...
Bravo Epi...sai scegliere il meglio!!!!
**Epitteto Eubulide:
Un occhio a 360° all'intorno.
A descrivere una natura polimorfa.
Alquanto elaborata in ciascun quadro la trasposizione poetica, d'altronde obbligata per non scadere nell'ovvietà descrittiva.
L'ultima strofa è la più brillante: il cielo a pecorelle che benigno e forse stupefatto si china sullo spettacolo di una vegetazione in pieno rigoglìo.
Molto bene, Epitteto.

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