ARBANNO JUORNO di Pietro Zurlo - poesia napoletana
ARBANNO JUORNO
di Pietro Zurlo
Chistu rummor’e ll’onne,
e stu tremmà d’’e ffronne,
cu st’aria d’’a matina
te smove ’e chiantulelle.
E ncopp’e rame ’e ll’arbere,
chillu ciu cì ’e ll’aucielle
se sente alleramente
e tutto fa ’ncantà.
’O sole è asciuto a oriente,
e ’o bbì, già l’alba sponta,
s’allumma ’o mare ’o monte
e ’o cielo schiara già.
’O sole saglie ancora,
se mmira ’ncopp’o mare,
tutt’a natura indora
e mmita e tte vasà.
PICCOLO GLOSSARIO:
* Arbanno juorno= Albeggiando;
* S'allumma= Si accende;
*Se mmira= Si ammira;
*E Mmita= E invita.
*********************************** EPITTETO: Da tempo, tanto tempo, sto accapigliandomi con i poeti d'accatto che postano testi tra il vaneggiamento ed il niente spudorato.
E che mi danno del folle che vuole a tutti i costi capire o peggio che non capisce niente.
Vabbè, io ci passo sopra, convinto che se sproloquiassi come loro da tempo m'avrebbero rinchiuso al neurodeliri.
Liriche
come questa in lettura mi tranquillizzano e consolano perchè
evidenziano un Poeta acqua e sapone, della mia area cognitiva, quella
della dolcezza e semplicità francescane.
Tutti noi abbiamo ammirato un'alba, non importa se marina, montana o di pianura.
Restando ammaliati e ammutoliti da tanto suggestivo spettacolo.
Incapaci di spiccicar parola, ma col desiderio struggente di decantarla in versi.
Ecco, don Pietro ci ha pensato per noi.
Leggiamoci e sciroppiamoci i vari momenti.
C'è tutto: una natura che appare incontaminata al primo mattino, che stira le menbra al nuovo risveglio.
E la metrica allegra e ritmica che accompagna in sottofondo lo stendersi delle immagini.
Mi fermo qui, anche se le sensazioni che urgono sarebbero tante.
Un unico appunto: un glossario più ricco, per facilitare i meno provveduti nel vernacolo, splendidamente classico.
Un abbraccio fraterno, Siddharta.
ARBANNO JUORNO di Pietro Zurlo - poesia napoletana
EPITTETO:
Da tempo, tanto tempo, sto accapigliandomi con i poeti d'accatto che postano testi tra il vaneggiamento ed il niente spudorato.
Vabbè, io ci passo sopra, convinto che se sproloquiassi come loro da tempo m'avrebbero rinchiuso al neurodeliri.
Liriche come questa in lettura mi tranquillizzano e consolano perchè evidenziano un Poeta acqua e sapone, della mia area cognitiva, quella della dolcezza e semplicità francescane.
Tutti noi abbiamo ammirato un'alba, non importa se marina, montana o di pianura.
Restando ammaliati e ammutoliti da tanto suggestivo spettacolo.
Incapaci di spiccicar parola, ma col desiderio struggente di decantarla in versi.
Ecco, don Pietro ci ha pensato per noi.
Leggiamoci e sciroppiamoci i vari momenti.
C'è tutto: una natura che appare incontaminata al primo mattino, che stira le menbra al nuovo risveglio.
E la metrica allegra e ritmica che accompagna in sottofondo lo stendersi delle immagini.
Mi fermo qui, anche se le sensazioni che urgono sarebbero tante.
Un unico appunto: un glossario più ricco, per facilitare i meno provveduti nel vernacolo, splendidamente classico.
Un abbraccio fraterno, Siddharta.