lunedì 7 novembre 2016


ARBANNO JUORNO di Pietro Zurlo - poesia napoletana



ARBANNO JUORNO
di Pietro Zurlo

Chistu rummor’e ll’onne,
e stu tremmà d’’e ffronne,
cu st’aria d’’a matina
te smove ’e chiantulelle.
E ncopp’e rame ’e ll’arbere,
chillu ciu cì ’e ll’aucielle
se sente alleramente
e tutto fa ’ncantà.
’O sole è asciuto a oriente,
e ’o bbì, già l’alba sponta,
s’allumma ’o mare ’o monte
e ’o cielo schiara già.
’O sole saglie ancora,
se mmira ’ncopp’o mare,
tutt’a natura indora
e mmita e tte vasà.
PICCOLO GLOSSARIO:
* Arbanno juorno= Albeggiando;
* S'allumma= Si accende;
*Se mmira= Si ammira;

*E Mmita= E invita.
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EPITTETO:
Da tempo, tanto tempo, sto accapigliandomi con i poeti d'accatto che postano testi tra il vaneggiamento ed il niente spudorato.
E che mi danno del folle che vuole a tutti i costi capire o peggio che non capisce niente.
Vabbè, io ci passo sopra, convinto che se sproloquiassi come loro da tempo m'avrebbero rinchiuso al neurodeliri.
Liriche come questa in lettura mi tranquillizzano e consolano perchè evidenziano un Poeta acqua e sapone, della mia area cognitiva, quella della dolcezza e semplicità francescane.
Tutti noi abbiamo ammirato un'alba, non importa se marina, montana o di pianura.
Restando ammaliati e ammutoliti da tanto suggestivo spettacolo.
Incapaci di spiccicar parola, ma col desiderio struggente di decantarla in versi.
Ecco, don Pietro ci ha pensato per noi.
Leggiamoci e sciroppiamoci i vari momenti.
C'è tutto: una natura che appare incontaminata al primo mattino, che stira le menbra al nuovo risveglio.
E la metrica allegra e ritmica che accompagna in sottofondo lo stendersi delle immagini.
Mi fermo qui, anche se le sensazioni che urgono sarebbero tante.
Un unico appunto: un glossario più ricco, per facilitare i meno provveduti nel vernacolo, splendidamente classico.
Un abbraccio fraterno, Siddharta.

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