di Gianna Curtò
Ti prego,
prendimi ancora per mano.
Attraverseremo in un baleno
questo limbo che è la vita
ed insieme,
in Inferno o in Paradiso,
arriveremo lontano.
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* Epitteto Eubulide:
Nasciamo, viviamo e moriamo soli.
E niente ci fa presagire che nell'Aldilà ci accompagneremo a qualcuno.
Forse, come dicono gli agnostici, esisterà solo il Nulla.
Abbiamo solo la certezza del qui ed ora.
Degli eventi che ci capitano diciamo che sono legati al caso.
Ma non è vero.
C'è sempre una causa e spesso più d'una.
Solo che non abbiamo voglia di indagare o addirittura non ce ne frega niente.
Se poi volessimo proprio incolpare qualcuno, sapremmo a Chi guardare.
Cara Autrice, sarebbe stato meglio non nascere e se nati morire il più presto possibile.
Ce lo dice la stessa Bibbia apertis verbis sull'inutilità della vita.
I tuoi versi, come altri precedenti, sono un grido di rabbia e di dolore, tanto comune anche a molti di noi.
La fede non è che un comodo inganno per nascondre la vigliaccheria nostra ed istituzionale.
Ben sapendo altrimenti come porre fine ai nostri tormenti.
Siddharta.
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