mercoledì 30 novembre 2016

PENSIERI CINICI QUOTIDIANI
( tratti dal blog a A casa di Frame > )
A) – Lo zelo.
Vi sono molti il cui zelo religioso è così distorto da tollerare le più gravi offese a Cristo piuttosto che delle leggere battute contro il Papa o altre gerarchie religiose.
Specie se c’entrano i soldi o devianze istintuali.
Personalmente ho sentito prelati barzellettare tra di loro pesantemente su Dio, Gesù, sua madre, i santi, ecc. ed offendersi poi violentemente se chiamato in causa l’ordine sacerdotale…
B) – I tempi cambiano.
Quand’ero alle elementari, bisognava sapere a memoria le famose tabelline.
La tavola pitagorica era proibita e confinata nella quarta del quadernetto a quadretti ( e non sempre… ).
Ai miei tempi ai concorsi di ingegnere era consentito l’uso del solo regolo calcolatore.
Negli ultimi concorsi tecnici vidi che era stato sdoganato il computer tascabile al grido < importante è lo sviluppo logico della prova scritta, i calcoli vadano rimessi alle macchine, liberando tempo al ragionamento >.
Prima dell’avvento travolgente del p.c. si buccinava che la tecnologia 2.0 avrebbe rimbambito i ragazzi impigrendone lo sviluppo razionale.
Oggi i tempi sono cambiati, il passato recente è preistoria: i soloni del nuovo spingono a mettere in mano già ai neonati tablet e smartphone touch, avviandoli per tempo al digitale.
Dicono che la rivoluzione tecnologica dei computer sia indispensabile per l’apprendimento di bambini e adolescenti.
Gli schermi interattivi esercitano il pensiero intuitivo e deduttivo.
Basta la noia nozionistica e libresca, al via il sapere scientifico-laboratoriale, l’abilità pratica nel gestire l’informatica e l’innovazione tecnica.
Una bella rivoluzione, non c’è che dire, che sposta in avanti il limite del possibile, una fase storica per la conoscenza ed il progresso a tutti i livelli della società odierna.
C) – Fucilazione.
Nella guerra ’15 -’18 seicentomila soldati dei vari fronti furono fucilati per disobbedienza e codardia di fronte al nemico.
Circostanza che gli storici tendono a glissare.
Durante il mio servizio militare di leva ebbi ad imparare soprattutto una cosa: l’obbedienza.
Anche per comandi ridicoli.
Ricordo che una volta ebbi l’impulso irrefrenabile di staccare la testa al mio sergente di ferro, con una badilata.
Congedato, compresi il valore di quel sottufficiale, quando toccò a me dirigere personale in servizio civile.
L’avere allora obbedito mi insegnò a meglio comandare poi.
SIDDHARTA

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