PENSIERO CINICO
di Epitteto
Un Amico di primo incontro in
un suo commento mi ha invitato ad affidarmi alle premurose cure e
preghiere di un bravo fraticello.
A salvezza della mia anima in periglioso ciglio.
Consiglio invero sollecito, da buon padre di famiglia.
Senonchè la sua diligenza a mio parere dovrebb'essere capovolta.
Il pio uomo del saio avrebbe tutto da guadagnare a rimettersi lui ai miei amorevoli affidi.
Provvederei in breve tempo utile a rafforzargli le mani di fanciulla
aduse alla sola preghiera con salutari calli, nodose nocche, vigorose
strette.
Gli insegnerei la via dei generosi campi che rassodano il
corpo e lo spirito con l'uso della vanga, il sudore della fronte, la
fatica del lavoro.
Certo che poi non avrebbe tempo nè forze per trastullarsi con frivole favole metafisiche alle spalle dei gonzi creduloni.
Tramutando le vuote preghiere della bocca in concreto impegno lavorativo a beneficio di se stesso e della collettività.
Siddharta
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