martedì 13 settembre 2016

UNA BREVE TREGUA
di Teresa Frasca

Ricordi antichi
e pensieri presenti
come crepe sui muri
e cocci di vita.

Andare via, fuggire lontano,
nascondersi, ma dove?
Rutilano nel buio
saette di luce
increspando
i marosi notturni.
Oscure presenze s’incarnano
cercando ghermire
i sensi vigili.
Morfeo emerge spumoso,
come sempre,
con le sue onde silenti
annienta e sradica
ogni stringente appiglio
nell’oblio della vita.
Una breve tregua.
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EPITTETO
No, non è possibile sfuggire al presente ed al proprio passato.
Quest'ultimo è quello che ci tormenta di più perchè senza speranze e vie d'uscita.
Prima di addormentarci una ridda di incubi s'appressano alla memoria, mentre con tutte le forze cerchiamo di allontanarli.
A volte non ci basta nemmeno una camomilla.
Perchè ti agiti, sussurra spesso la mia adorata Santippe sul punto di addormentarsi.
Ma nemmeno Morfeo sovente è da meno: sogni terrei e ricorrenti la fanno da padrone.
E un poco mi adiro: perchè, dicono i neurocognitivi, tutto si gioca nel cervello, in un piccolo spazio prefrontale, tra milardi di neuroni e sinapsi agitati...
E per fortuna che i nostri sogni non sono per niente premonitori, come sovente nella Bibbia e nei poemi omerici...
Una breve tregua, canta la nostra Teresa.
Ma forse non è così, veglia e sonno in continua agitazione.
La poetica in lettura è perentoria: non possiamo fuggire e quand'anco dove?
Lo stile è quello tipico della nostra Autrice, un modernismo verniciato di saggezza esistenziale.
Molto bene, Siddharta.

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