lunedì 19 settembre 2016

DEPRESSIONE GIORNALIERA
di Epitteto

I soliti verseggiatori pensano sempre di aver scritto l'opera del secolo.
E si circondano di una claque plaudente ed entusiasta che si esprime con striminziti < mi piace, bella, bravo, bis, ecc. >, senza andare al di là del loro naso.
E se taluno si permette di eccepire al riguardo qualche riserva, scatta subito il malumore dell'Autore che risponde piccato, con malcelata offensione.
Io non so che se ne faccia il versificatore di una corte di servi sciocchi.
Eppure costui si sente appagato, il consenso fasullo l'aiuta a superare le secche della vita, lo convince di esistere e di essere qualcuno benchè disperso in una massa vociante e indifferenziata.
Tuttavia vorrei ricordare a questi poeti di giornata che non tutte le ciambelle escono col buco, che su dieci loro creazioni se ne salva sì e no una, che più scrivono a tambur battente più si vede loro il culo.
Ora che ho detto la mia apertis verbis, schiacciate pur questo grillo parlante a suon di martellate sul web...
SIDDHARTA

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