PER NON DIMENTICARE.
Leggo dalla Vetrina dei Poeti quanto segue:
"" Non credo sia possibile stabilire i confini tra adolescenza e gioventù, tra maturità e vecchiaia, dipende tutto dalla salute, dalle condizioni ambientali e sociali, dipende da quello che abbiamo dentro e da quello che siamo capaci di dare.
Giovanni Arpino ha scritto in un racconto che una signora chiese ad una sua amica novantenne come mai fosse così attiva, così piena di entusiasmo alla sua età.
Lei rispose “ Sono così perché penso sempre al futuro” All’amica che sorrideva aggiunse: ”Beh, al futurino“
In questo periodo della mia vita, pur essendo lontana dai novant’anni, anche io penso al mio “futurismo".
Mio marito ha cessato di vivere lo scorso mese di agosto,dopo una lunga malattia durata quattro anni.
L’ho assistito in casa,facendomi aiutare e sono serena per essere riuscita a farlo. Non siamo mai pronti a queste separazioni.
Era un medico di base.
Fin dagli anni sessanta ha esercitato la sua professione a Rometta,un meraviglioso paese di collina.
A quell’epoca e fino agli anni ottanta, molti bambini sono nati nelle sue mani, poche donne andavano a partorire in ospedale.
Il paese è diviso in tante frazioni, non c’erano strade e spesso doveva raggiungere la casa dei pazienti a piedi o a dosso di un mulo.
Il suo piccolo ambulatorio al piano terra della nostra casa era un micro ospedale: suturava ferite,toglieva tappi di cerume dalle orecchie, faceva endovene, aerosol, bruciava verruche con l’ago elettrico.
Era anche specializzato in pediatria.
Nei primi anni non c’era la guardia medica, ma lui era disponibile giorno e notte.
Non si faceva pagare “mai”, prendeva quello che passava la mutua ma ci regalavano di tutto: verdure, uova, conigli e polli.
Quando medicava le ferite spesso lo assistevo e prima delle suture stordivo il paziente di turno con un “bicchierino", di whisky o vodka… come vedevo fare nei films western americani. I pazienti di mio marito ci hanno regalato tanto affetto ed al suo funerale c’erano tutti.
Mi ha lasciato una grande eredità: tre figli e nove nipotini meravigliosi.
Spero che sia riuscito ad insegnare loro, con l’esempio costante, che la vera ricchezza è il lavoro e l’impegno sociale e morale.
Sono cattolica e so che continuerà a proteggerli ed ad essere orgoglioso di loro.
Ha fatto in tempo a vedere i primi frutti.
Secondo me bisogna vivere sempre, a prescindere da quello che la vita ci riserva, e guardare al passato solo per ricordare i giorni felici, ritenendoci fortunati di averli vissuti. " "
Gianna Curtò
Messina settembre 2015
*******************************
Gianna è molto attiva sia sul Club dei Poeti che su fb.
E' amica di molti di voi, era anche tra i miei amici di facebook, ma poi l'ho dovuta cancellare per incompatibilità sul metodo di impostazione.
Ha sofferto lunghi anni per l'Alzheimer del marito, a cui era molto legata.
Le porgo le mie sentite condoglianze via web, certo che le faranno piacere, superando le rispettive diversità di vedute letterarie.
Epitteto
Leggo dalla Vetrina dei Poeti quanto segue:
"" Non credo sia possibile stabilire i confini tra adolescenza e gioventù, tra maturità e vecchiaia, dipende tutto dalla salute, dalle condizioni ambientali e sociali, dipende da quello che abbiamo dentro e da quello che siamo capaci di dare.
Giovanni Arpino ha scritto in un racconto che una signora chiese ad una sua amica novantenne come mai fosse così attiva, così piena di entusiasmo alla sua età.
Lei rispose “ Sono così perché penso sempre al futuro” All’amica che sorrideva aggiunse: ”Beh, al futurino“
In questo periodo della mia vita, pur essendo lontana dai novant’anni, anche io penso al mio “futurismo".
Mio marito ha cessato di vivere lo scorso mese di agosto,dopo una lunga malattia durata quattro anni.
L’ho assistito in casa,facendomi aiutare e sono serena per essere riuscita a farlo. Non siamo mai pronti a queste separazioni.
Era un medico di base.
Fin dagli anni sessanta ha esercitato la sua professione a Rometta,un meraviglioso paese di collina.
A quell’epoca e fino agli anni ottanta, molti bambini sono nati nelle sue mani, poche donne andavano a partorire in ospedale.
Il paese è diviso in tante frazioni, non c’erano strade e spesso doveva raggiungere la casa dei pazienti a piedi o a dosso di un mulo.
Il suo piccolo ambulatorio al piano terra della nostra casa era un micro ospedale: suturava ferite,toglieva tappi di cerume dalle orecchie, faceva endovene, aerosol, bruciava verruche con l’ago elettrico.
Era anche specializzato in pediatria.
Nei primi anni non c’era la guardia medica, ma lui era disponibile giorno e notte.
Non si faceva pagare “mai”, prendeva quello che passava la mutua ma ci regalavano di tutto: verdure, uova, conigli e polli.
Quando medicava le ferite spesso lo assistevo e prima delle suture stordivo il paziente di turno con un “bicchierino", di whisky o vodka… come vedevo fare nei films western americani. I pazienti di mio marito ci hanno regalato tanto affetto ed al suo funerale c’erano tutti.
Mi ha lasciato una grande eredità: tre figli e nove nipotini meravigliosi.
Spero che sia riuscito ad insegnare loro, con l’esempio costante, che la vera ricchezza è il lavoro e l’impegno sociale e morale.
Sono cattolica e so che continuerà a proteggerli ed ad essere orgoglioso di loro.
Ha fatto in tempo a vedere i primi frutti.
Secondo me bisogna vivere sempre, a prescindere da quello che la vita ci riserva, e guardare al passato solo per ricordare i giorni felici, ritenendoci fortunati di averli vissuti. " "
Gianna Curtò
Messina settembre 2015
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Gianna è molto attiva sia sul Club dei Poeti che su fb.
E' amica di molti di voi, era anche tra i miei amici di facebook, ma poi l'ho dovuta cancellare per incompatibilità sul metodo di impostazione.
Ha sofferto lunghi anni per l'Alzheimer del marito, a cui era molto legata.
Le porgo le mie sentite condoglianze via web, certo che le faranno piacere, superando le rispettive diversità di vedute letterarie.
Epitteto
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