di Mauri Mari
È un puzzle da comporre ad occhi chiusi
adoperando il tatto e le intuizioni.
Si tratta di dar forma a un'esistenza
(un individuo con tutti i suoi perché)
mettendo insieme degli ibridi tasselli
che non si possono scegliere o limare.
Vivi il momento
e poi lo metti lì, come ti viene.
Che tratti di principi, di ideali
di ciò che hai messo in mano e sotto i piedi
di futili successi, di emozioni
di gioie capitate o frustrazioni...
e quell'angoscia che a volte ti sorprende
è solo uno dei pezzi del tuo puzzle
da contemplare, mettendolo in cornice
per non rimpiangere ciò che non sei stato.
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Epitteto Eubulide:
Penso che < di sopra > ( in Vetrina del CdP ) sia stato già detto tutto e anche di più.
L'esistenza di ognuno ( essere ) è disseminata di ostacoli e passaggi ( tessere ) a non finire, parrebbe il succo della questione.
Ma su tutto mi pare prevalga la cifra che da sempre contraddistingue l'Autore, una sorta di depressione emotiva che impedisce di volare alto per altri lidi.
Una sorta di specializzazione narrativa che ha caratterizzato anche tanti Poeti del passato.
Come bene han detto taluni commenti che precedono.
E' opportuno allora rinnovarsi?
Non sempre è possibile,anzi secondo gli antichi puoi scacciare la natura col forcone, tuttavia essa rientra sempre dalla finestra.
Il nostro Mauri fa del pessimismo la sua bandiera, che sventola disperato.
Non in modo utilitaristico come taluno buccina, ma semplicemente sofferto.
Da psicoanalista sono molto attirato dalla piega che prenderanno gli eventi.
Bravissimo, Epitteto.
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