venerdì 30 settembre 2016

Un piccolo pensiero per il nostro
grande Pino Daniele
***di Rosa RUGGIERO***
***
I grandi artisti non muoiono mai,
tu Pino sei solo volato in cielo
e hai lasciato qui un gran tesoro,
la tua musica, poesie e canzoni,
queste mai andranno via,
sappi che ora e sempre
vivranno nei nostri cuori
e nei cuori di quelli
che verranno dopo di noi.
E in attesa di incontrarci,
un forte bacio ti lanciamo.

*********************
EPITTETO:
Due nozze, cinque figli e infine la compagna Amanda.
Non proprio una storia familiare esemplare...
Sì certo, un grande della musica di consumo, dagli eccessi sentimentali.
Di quando in quando i fans si rifanno vivi, come nella fattispecie, lasciando un'iscrizione funeraria accorata e affettuosa.
Ma niente di più.
CONTEMPLAZIONE
***di Luciano TESTAI***
***
In solitudine….
in riva al mare
osservo una vela lontana
che si smaterializza
fra l’azzurro
del cielo
e del mare spinta
da lieve brezza
come un sogno
che cerca nel Creato
la giustificazione
dell’esistenza.
***
Il giorno che muore
lascia l’aria
macchiata
dal fuoco del sole
e spinge l’anima
verso l’infinito.

*****************************
EPITTETO:
Il mare, la solitudine, l'infinito.
Un classico certo, che però non smette mai di stupire.
Il cielo, l'acqua, il deserto: tre spazi nei quali lo spirito assorto pare annegare e annullarsi.
Perchè l'uomo è insieme finitezza e immensità, spirito e natura.
Giustamente il Poeta quivi si trova a suo agio, in un tramonto infocato.
Dove la Musa supera i confini angusti del materiale per proiettarsi nell'eterno.
Momenti di assoluta libertà interiore, questi dell'incanto di un orizzonte che sfuma i confini di cielo e terra sciogliendoli nel mare quieto e scintillante tra i bagliori del tramonto.
Quando le nostre emozioni paiono trovare le fondamenta della Verità, a compensazione di un'esistenza altrove matrigna e sofferta.
La forma certo forse non è per palati fini, ma il messaggio è accattivante e potente tra sogno e realtà.
Momenti magici del Poeta, quando non più uomo comune.
TENEREZZA
***di Maria Elena MINCIULLO***
***
Tenerezza di un'alba da scrivere,
un poeta canta parole dl cuore,
c'è silenzio nelle vie e nella case
ma i versi volano e attraversano i muri.
***
Tenerezza è il suo nome,
vive la vita vive l'amore,
con una riga cancella la pena,
la poesia è un arcobaleno.
***
Tenerezza è lo sguardo impaziente che segue la mano,
le righe del foglio son tutte vergate,
l'armonia invade le stanze
e colma una briciola di niente…di vuoto.

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EPITTETO:
La poesia è soprattutto tenerezza quando suscita sentimenti di commozione, amore, compassione e tanto altro.
Ciò sommamente nel silenzio notturno all'albeggiare, oltre ogni ostacolo domestico.
Essa si pone anche come una sorta di arcobaleno che stringe in alleanza lo spirito e la vita quotidiana.
Quando la mano stende ispirata i versi sul foglio intonso, anche l'antico vuoto esistenziale pare colmarsi d'armonia in suoni e sentimenti.
E tutto vaga dolce all'intorno.
La nostra Autrice ha saputo cogliere gli istanti di ispirazione poetica nella loro essenza più intima, coinvolgente ed eccitante.
Quivi la forma deve necessariamente cedere il passo all'impulso creativo.
PENSIERI AL VETRIOLO
di Siddharta

Certi poeti a forza di scrivere scempiaggini finiscono per assomigliare alle scimmie: le quali più salgono in alto più fanno vedere il loro culo...
LAMPI E TUONI.
A volte si può risultare anche sgradevoli, ma perché non si dovrebbe dire a un Autore che sta scrivendo una cosa orribile, rispetto a se stesso e rispetto ai lettori?
Rircercarne ad ogni costo il consenso per non scontentarlo mi sembra una vera sciocchezza.
Fra Salimbene

mercoledì 28 settembre 2016

PENSIERI IN PILLOLE.

Inquinamento.
Abito lungo un fiume nel quale i locali versano ogni tipo di liquame.
Persino i residui delle lavorazioni artigianali ( alluminio e altri metalli pesanti, nafta, ecc. ).
Un giorno feci presente dell’inquinamento ad una squadra ecologica che effettuava dei prelievi sul posto.
< Acqua batteriologicamente pura > mi risposero gli addetti.
Compràti anche loro dalle imprese, nelle quali lavorano i miei compaesani, che se ne stanno zitti per questione d'interesse.
Intanto i fiumi, i laghi, i mari sono ‘na carta sporca e nisciuno se ne importa…
Fra Salimbene
 ·
Mio nipote.
di Damiano Lentisco

Nel suo sguardo
vedo rifiorire
la mia vita.
E non ho più paura.

Nonno Damiano
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Quasi un haiku in piena regola.
Un lampo, ed una luce intensa.
La poesia che amo di più: quella che riesce a condensare in pochi tratti un forte pensiero esistenziale o naturale.
E così mi dai ragione, Amico carissimo.
Di tanto in tanto, in sì molto ragionare, si scopre la perla preziosa che riscatta attese e lavoro letterari.
Il mistero della vita.
Noi tutti prima o poi dobbiamo passare la mano, ma il segno della nostra immortalità lo scorgiamo nel DNA delle nostre generazioni.
Nelle loro sembianze, atteggiamenti, qualità appena accennate nel modo d'essere.
E così via, all'infinito.
Per vivere ancora un poco con meno terrore della morte.
Bravo, bravissimo.
Epitteto

martedì 27 settembre 2016

Le nullità
di Epitteto

Domanda da un milione di dollari, anche cattivella...
Poeta è colui che  se lo dice da sè o che aspetta che altri lo riconoscano come tale?
Ma per questi altri intendo persone pluridisciplinari qualificate a livello anche internazionale e dopo un duro tirocinio.
Non anche le giurie locali raccogliticce e vendute che se la suonano e se la cantano tra di loro.
Illudendo i malcapitati versificatori.
Chi siamo noi?
Degli outsider senza futuro e senza speranza.
Per lo più poetastri da strapazzo, che però devono scrivere per non sentirsi delle nullità.
Pensieri al cianuro
di Epitteto

Lo so di essere provocatorio.
Ma da quando siamo usciti dall'analfabetismo di massa e con l'avvento di internet le cose sono peggiorate e non se ne può più.
Tutti che scrivono, tutti ad evidenziarsi, persino quando mangiano una cotoletta.
Direi che è venuta a mancare la sana ritrosia, la modestia, fino a credersi dei geni.
Su cinquanta poesie postate al trotto, se ne salva sì e no una.
Ad un certo punto viene il voltastomaco, specie di fronte agli errori ortografici, agli orrori stilistici, ai contenuti letterariamente blasfemi.
Allora perchè non reagire e inghiottire tutto questo pattume col sorriso sulle labbra?
Purtroppo quando le schifezze diventano una caterva, vengono travolte anche le rare liriche di pregio.
Siddharta
Pensieri cinici
di Siddharta

A – Non sono solo.
C’è chi dice che i veri poeti siano uno o due al massimo per ogni secolo. Infatti non c’è niente di più bello, coinvolgente, duraturo ed inespugnabile al mondo di una grande poesia.
Di contro nulla di più irritante e volgare di una poesia brutta o anche solo mediocre.
Una poesia mediocre nella sua inutilità realizza un assoluto di niente.
Così scrive a un dipresso Paolo Febbraro, poeta e saggista che scrive su fogli prestigiosi della nostra Patria…


B – I musei.
Secondo le recenti esternazioni del Papa, le chiese chiuse all’accoglienza dei migranti si devono chiamare musei.
Cioè luoghi chiusi ed inospitali.
Un po’ come gli altari minori della mia parrocchia, inagibili perché allarmati contro i ladri.
Ancor oggi è duro superare il pregiudizio che i musei siano qualcosa di ammuffito nel tempo.
Però un po’ ce l’ho anch’io con loro, per via di quel < guardare e non toccare è una cosa da imparare >…

C – L’orologio.
Nel 2007 George Bush in visita in Albania fu circondato da una folla entusiasta e plaudente.
Ne uscì spogliato del prezioso ’orologio.
La Casa Bianca s’affrettò a dire che costava solo 50 dollari e che il Presidente se l’era tolto prima della standing ovation…
NAPULE E AMMORE, SEMPE CU MME
***di Pietro ZURLO***

Nun so’ scrittore nun tengo titoli,
’nu piezz' ’e carta da fa vvalè;
si so’ ppueta e scrivo ’e vierze
io nun ’o ssaccio, ll’it’appurà.

Ve pozzo dicere ca m’emoziono
si sento Napule doce cantà;
sulo canzone, chelle ’e ’na vota,
chelle ca ’o sango fanno squaglià.
’A ggente dice: tu sì ppugliese
c’ha fatto Napule pe te ’ncantà?
So’ state ll’uocchie de ’na bbrunetta
ca m’hanno cuòveto ’nfin’a schiantà.
M’ha dato ’a morte, ’na morte doce
m’ha dato ’ammore sultanto a mme;
e io l’aggio amata, l’aggio spusata
Napule e ammore sempe cu mme.-
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Epitteto Eubulide:
<< Il difficile è riuscire a conciliare la forma, cioè un bel ritmo, una bella musicalità, magari abbellita anche dalla rima, con il contenuto, cioè un testo ricco di ispirazione, di immagini, di felice scelta delle parole.
Ma questa è materia che non si può insegnare: poeti si nasce (raramente), oppure si diventa, leggendo i grandi (quelli veri!) e provando, provando e ... riprovando, nel senso di avere anche il coraggio di buttare via quello che non è bello e non è all'altezza delle cose migliori di cui siamo capaci.
Meglio riuscire a fare pochi, piccoli gioielli (al nostro livello, si capisce), piuttosto che fare quintali di "versi", che poi versi non sono e sicuramente non lasceranno il segno! >>.
( Mario Macioce, da L'Alfieri, rivista letteraria dell'Accademia V. Alfieri di Firenze ).
Non so se l'Amico don Pietro sia o sarà un grande Poeta.
Fatto sta che di quando in quando ci delizia di liriche imperdibili.
Come questa, inappuntabile, ariosa, sbarazzina, giocosa, piena di sentimento.
La bontà di una lirica si assaggia subito alla prima lettura: senza inutili analisi semantiche, così a pelle.
Taluno   parla di musicalità e riduzione in canto.
Ma per esperienza la cosa è difficilissima.
Occorre un tema musicale acconcio, che incorpori il testo e ne faccia un tutt'uno.
Ma dove trovare un simile musicista?
Gli stessi cantautori della prima ora superarono l'impasse impersonando e canzone e testo.
Laddove un tempo musica e parole viaggiavano separate, abbisognando poi di abbinamento e amalgama.
E bisogna stare attenti: se le due cose non si compenetrano, ne esce una ciofèca...
Come sempre, bravissimo.
Epitteto
CCA NUN NE PUTIMMO CCHIU'
***diPietro ZURLO***

Tutte tenghene 'a ricetta//pe' sarvà st'Italia nòsta;
centro, destra cu 'a sinistra//tutte cu na faccia tòsta.
Po' hammo visto ca 'o mmangià// piace a tutti, 'a ccà e a llà.

'A centrale nucleare?//Nun 'a vònno ch'è dannosa;
Pe' ssapè. dimme na còsa://ma 'a corrente 'a vuò si o nò?
E si 'a vuò, nuje comme a ll'ate//in Italia l'hamm'avè.

Nell'età del conzumismo//si produce assaje monnezza;
che 'a pavammo a caro prezzo//quanno po' se va a jettà.
Ma 'o problema è ca nisciuno//nnanze a 'e pière 'a vò tenè.

Vutta 'a preta primm'e tutti//a chi è senza peccato;
chill'e norde l'ha prodotta,//chill'e sud l'ha atterrata.
Mo tenimmo 'e ffalde r'acqua//tutte ca sòngo inquinate.

Chillo 'o fatto è uno sulo://songo assaje galle a cantà;
nun cumanna chiù nisciuno//e nisciuno sta a ssentì.
Nce vulesse uno giusto//ca 'e mazzate 'e ssape dà.

Tu he arrubbato? Ciònca llà,//mo t'ammozzo chelli mmane;
tu he acciso? Embè, che vvuò?:/Pure tu mo' he 'a murì.
Tu c'he fatto? AGGIO SBAGLIATO.../e che vvuò, nun vuò pavà?

E accussì, chi sbaglia paga//che 'a ricetta è chesta ccà.
'A giustizia? 'Un ne parlammo,//ccà s'aspetta ànne e ànne;
è destino...'o pover'òmmo//quanno mòre l'hadd'avè.

Ma però cu Facebucche//quacche ccosa mo' se mòve;
pecché 'a gente parla, trova//sia p''o norde, al centro e al sud.
E si siente è una voce://ccà nun ne putimmo cchiù!

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Epitteto Eubulide:
L'italiano medio è ben rappresentato dalla figura di Curzio Malaparte ( " La pelle ", ecc. ). Nella sua non pur lunga vita ( 1898/1957 ), fu un opportunista a tutto campo. Interventista combattente nella Grande Guerra, apologeta dei vinti di Caporetto, fautore del fascismo totalitario rivoluzionario, favorevole agli assassini di Matteotti, cantore di Mussolini, Farinacci, Balbo, Ciano e poi loro denigratore dopo il crollo, sovvenzionato dal Minculpop fino al 1943, dichiaratosi perseguitato dal regime fascista dopo tale data, comunista con Togliatti fino al 1946, e dopo anticomunista e antimarxista, sostenitore di De Gasperi nelle elezioni del 1948, esaltante Mao ed il comunismo cinese, tesserato del partito repubblicano e di quello comunista, messo all'Indice dalla Chiesa ma forse convertitosi in punto di morte. In conclusione un arrivista, narcisista, camaleonte. Nella lirica-denuncia di don Zurlo c'è forse tutto questo. Ora, dopo 17 anni il nostro regime vacilla. E noi tutti pronti a salire sul carro del nuovo vincitore, se ci sarà. Non v'è nulla da aggiungere a quanto detto nel testo. Don Gallo da Genova incitava: " Le piazze si muovano! ". E la casta sitibonda replica: " No, la piazza no...", atterrita dal pericolo di essere stanata coi forconi.
Intanto battiamoci per il bucato: che di biancheria pulita ce n'è ancora.
Penso che mai come oggi l'universalità della conoscenza ci abbia messo in grado di sapere e di ragionare con la nostra testa.
L'informazione diffusa è una medicina magica, e nel nostro piccolo possiamo tentare di uscire dalla melma.
Senza titolo
di Herry Frux

Una scala vecchia, molto vecchia,
primo piano la mia porta una casa di ringhiera, muri freddi li tocchi, stacco le mani perchè mi si raffreddano - (io ho sempre freddo) -.
Ma suonano tutti in quella casa, c'è sempre un caffe' pronto, un bicchier d'acqua...
Ora ho l'ascensore, fa sempre freddo in questa casa -
(io ho sempre freddo) -, ho il caffe' pronto, ma non viene nessuno a bere quel caffè...
Cosa è successo? Forse devo ricercare la mia casa di ringhiera, con le scale...
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Epitteto:
Ecco come sia possibile scrivere una poesia in prosa o una prosa tutta poesia.
La nostra Herry ci ha battuto in volata.
Per bravura narrativa, sensibilità interiore, profondità di pensiero.
Il passato ed il presente che si rincorrono e si saldano nell'evoluzione dei tempi.
Chi ha sufficiente esperienza per età si trova a proprio agio in queste righe.
Quando si aveva poco o niente, la solidarietà di vicinato era la connotazione corrente.
Ci si conosceva nelle case di ringhiera, ci si frequentava, ci si aiutava nel comune bisogno.
Oggi il benessere esasperato, unitamente alla tecnologia invasiva, ci ha reso individualità isolate, depresse, infelici.
Con un senso di freddo dentro, peggiore di quello climatico/ambientale di allora.
Non sono pochi coloro che ripensando alla propria esistenza optano per la nostalgia del poco, la fratellanza, il reciproco aiuto morale e materiale di un tempo.
Un testo questo in lettura di denuncia sociale, a che si cambi registro prima che sia troppo tardi, per non dare ragione all'adagio < homo homini lupus >.
Bravissima, Epitteto.
Flash
di Epitteto

Domanda: < Lei pensa prima di parlare? >
Risposta: < Mai, sennò perdo il filo... >.

Semplicemente micidiale, nel che ci riconosciamo tutti in misura maggiore o minore...
L’arte di tacere.
Saper tacere è il primo grado della saggezza.
<< La natura ha dato a ciascuno di noi due orecchie, ma una lingua sola perché s’abbia ad ascoltare più che a parlare >> ( Plutarco di Cheronea, L’arte di ascoltare ).
Similmente quando Padre Lamy dell’Oratorio offrì in dono al Cardinale Camus la sua opera dal titolo << L’arte di parlare >>, quest’ultimo sbottò < certo certo, ma chi ci insegnerà mai l’arte di tacere >?
Fra Salimbene
Erasmo da Rotterdam ( 1466-1536 ).

Si fa presto a dire < Elogio della follia >: ma chi l'ha letto nel testo integrale?
Per non infierire e tenuto conto della mia età, riporto l'incipit di una sua poesia ( rivisitata ) sulla vecchiaia.
Erasmo aveva allora circa quarant'anni, in tempi in cui la vita media era di 25 anni... :
<< E' come ieri, ed Erasmo
pareva un fiore che s'apre;
ora porta le tracce del tempo,
presagio dell'ora fatale.
Non ancora quaranta giri
hanno corso i cavalli del Sole,
ed i capelli bianchi alle tempie
dicono: non sei più lo stesso >>.
ecc. ecc.
Eeeeh, che ne dite?
Non è sublime poesia?
Siddharta
PENSIERI IN LIBERTA'
di Epitteto

A margine, vorrei sottolineare che sì ci sono i cretini mimetizzati culturalmente, ma ci sono anche intelligenze ma incapaci di esprimersi all'acqua e sapone.
Sarei entrato nell'opinione che queste ultime, se non lo fanno per puro esibizionismo, non riescono caratterialmente a semplificare il loro pensiero ad usum populi.
Per converso, ci sono cervelloni ( pochi ) che hanno la dote naturale della semplificazione verbale.
Siddharta

lunedì 26 settembre 2016

L’attesa
di Maria Grazia Zagaria

Nell’istante in cui
la tua anima
abbraccia il mio cuore,
colgo l’essenza
dell’attimo eterno,
dello spazio infinito,
del tonfo di un battito…

S’aprono le ali
della mia libertà.
Volteggio
sopra le vette
dei tuoi sentimenti.
Davanti al vermiglio
d’un sole al tramonto,
sovviene la sera.
Nell’attesa dell’aurora,
la luna
stende un velo d’argento
sopra questo cielo stellato…
*********************************
EPITTETO:
Da sempre il cielo stellato, nel suo lento movimento e nel silenzio della notte, ha affascinato sguardi e menti.
Un miracolo della natura in cui cullano pensieri e sogni senza confini.
Nel mistero di mondi infiniti si realizzano attimi di eternità esistenziale sciolti nell'Uno creatore ( Big Bang ).
Dove solo l'interminabile senza confini pare stringerci in un abbraccio universale.
Il Poeta ha il dono meraviglioso di sfiorare tutto questo negli attimi di stupore di una vista attonita.
La ragione pare sospesa in favore di una natura da cui tutto proviene e a cui tutto ritorna.
Se una lirica è capace di simili sensazioni, allora ben può dirsi alta poesia.
Molto bene, Siddharta.

domenica 25 settembre 2016

t.essere
di Mauri Mari

È un puzzle da comporre ad occhi chiusi
adoperando il tatto e le intuizioni.
Si tratta di dar forma a un'esistenza
(un individuo con tutti i suoi perché)
mettendo insieme degli ibridi tasselli
che non si possono scegliere o limare.
Vivi il momento
e poi lo metti lì, come ti viene.
Che tratti di principi, di ideali
di ciò che hai messo in mano e sotto i piedi
di futili successi, di emozioni
di gioie capitate o frustrazioni...
e quell'angoscia che a volte ti sorprende
è solo uno dei pezzi del tuo puzzle
da contemplare, mettendolo in cornice
per non rimpiangere ciò che non sei stato.
*******************************+
Epitteto Eubulide:
Penso che < di sopra > ( in Vetrina del CdP ) sia stato già detto tutto e anche di più.
L'esistenza di ognuno ( essere ) è disseminata di ostacoli e passaggi ( tessere ) a non finire, parrebbe il succo della questione.
Ma su tutto mi pare prevalga la cifra che da sempre contraddistingue l'Autore, una sorta di depressione emotiva che impedisce di volare alto per altri lidi.
Una sorta di specializzazione narrativa che ha caratterizzato anche tanti Poeti del passato.
Come bene han detto taluni commenti che precedono.
E' opportuno allora rinnovarsi?
Non sempre è possibile,anzi secondo gli antichi puoi scacciare la natura col forcone, tuttavia essa rientra sempre dalla finestra.
Il nostro Mauri fa del pessimismo la sua bandiera, che sventola disperato.
Non in modo utilitaristico come taluno buccina, ma semplicemente sofferto.
Da psicoanalista sono molto attirato dalla piega che prenderanno gli eventi.
Bravissimo, Epitteto.
In ricordo del viaggio
di sara78 ( Sara Pellegrino )

Stazionano come sommerse
note di solitudine e foschia.
In superficie galleggiano domande
che dritte mi conducono a te.
Dove sono gli occhi,
semafori rotti dai fulmini di ieri,
dove i tuoi passi, tra i cipressi
che stancavano il cielo.
Impronte di cani sulla strada
somigliano alla tua allegria
a quella smorfia di espansione sul viso
che apriva sentieri ripidi
alla mia corsa verso te.
E adesso è un lento andare,
lento e costante
senza frenate nè riparo,
solo un cammino fitto
di alberi senza nome.
****************************************
Epitteto:
Spiega Sara altrove ( CdP ):
<< Testo rivolto a mio padre, scomparso sei anni fa.
Un amore grande, libero e forte che ho avuto la fortuna di vivere e respirare per trent'anni >>.
Dopo queste accorate parole, penso non vi sia altro da aggiungere.
Ulteriori commenti rovinerebbero l'atmosfera delicata dei versi.
Emotiva/mente, Siddharta.
PENSIERI DEL GIORNO
di Epitteto


A) – Sostiene Platone.
Platone nel Timeo ( 24-25 d ) sosteneva che in passato nell’oceano Atlantico esistesse
una vastissima isola di fronte alle colonne d’Ercole.
Il cui popolo i Greci antichi dovettero combattere per contenerne l’espansione.
Si trattava, dice lui, della leggendaria Atlantide, inghiottita nel 9.000 a.C. in una notte e un giorno da uno spaventoso cataclisma.
Prima o poi potrebbe capitare anche a noi, dico io…

B) – Profili.
Il profilo costiero occidentale dell’Europa e quello orientale dell’America coincidono.
Segno che i due continenti un tempo erano un tutt’uno, separati poi da una gigantesca frattura per la deriva delle terre.
I nostri terremoti al confronto sono solo una grattatina pruriginosa…

C) – Il paolino.
Per non parlare della guerra chimica ed epidemica forse alle porte, mi riderà il paolino ( espressione gergale locale… ) quando le malattie infettive sbarcheranno in Italia/Europa dall’Africa, privi come siamo di barriere difensive preventive ( cordoni sanitari, ecc. ).
Una giusta punizione dei clandestini di < mare nostrum > per l’insensibilità e la mancata previsione dei Paesi partner.
Allora tutti lacrimeranno e imprecheranno, ma sarà troppo tardi…
Al momento non ci resta che confidare nella nostra buona stella, al solito.
 
 
Carta di credito
a cura di Epitteto

Taluni in web mi accreditano del titolo dispregiativo di < strizzacervelli >.
Mai terminologia fu più appropriata.
Perchè la mia missione e intento sono proprio quelli di spremere le meningi del prossimo per farne colare pregiudizi e condizionamenti.
Per una vita di natura libera e soddisfacente, senza terrori terreni e ultraterreni che rendono invivibile la breve esistenza su questa terra.
Domanda di un'Amica.

Una curiosità: Come mai hai scelto il nome di due filosofi grechi. Uno dei quali simpatizzante della filosofia si Socrate ? Penso che sia per il concetto della felicità, o meglio degli strumenti per raggiungerla. Felice connubio.

Risposta.
Perchè lo storpio frigio Epitteto è accreditato del Manuale, compendio filosofico stoico ai tempi seguito persino nei monasteri cristiani.
Il mio vero maestro di vita che mi ha aperto le porte alla conoscenza.
Eubulide, perchè in greco significa < colui che dispensa buoni consigli in assemblea >.
Una pretesa al solito del tutto disattesa dai più...
Epi
Sermones super Cantica Canticorum di S. Bernardo
a cura di Epitteto

Ohimè!, perchè mi generasti madre mia, figlio dell'amarezza e del dolore?
Perchè non sono morto in vulva?
Volesse il cielo che fossi rimasto ucciso nell'utero, affinchè mia madre mi fosse sepolcro, concepito in eterno nella sua vulva.
Sarei stato infatti non concepito, passando dall'utero alla tomba.
Pensieri in libertà
di Epitteto

Il Poeta per sua natura è più vicino ai folli che ai savi.
Col terzo occhio dell'ispirazione proprio degli artisti, percepisce sensazioni negate alla gente comune.
Una TAC o una PET potrebbero rivelare sorprendenti e benefiche lesioni cerebrali...
LL’ATE SCRIVARRANNO ‘E ME
di Salvatore LAGRAVANESE

Se scrive cu’ ‘e mmane!
Tagliateme ‘e mmane

e je scrive cu’ e piere
Tagliateme e piere

e je scrive cu’ l'uocchje
Chiuriteme ll'uocchje

e je scrive cu’ ‘o core
Fermateme ‘o core,

ll'ate scrivarranno 'e me!
********************************************
EPITTETO:
Lirica dal tono allegorico intensamente veristico.
Il significato ha profondità confirmatoria.
Potete mettere a tacere il mio pensiero tagliando parti del mio corpo, tuttavia le mie idee passeranno oltre per sempre attraverso il ricordo ed il verbo degli altri.
Prendiamo Giordano Bruno, menato al rogo con la mordaccchia a che non arringasse il popolo strada facendo.
Gli fu impedito di parlare, ma la sua voce ebbe a riversarsi ai posteri chiara e potente, a scorno degli aguzzini e dei potenti del tempo.
Il vero Poeta non canta per l'oggi, ma per l'eternità.
Siddharta

sabato 24 settembre 2016

65/100-venti
di Mauro Mauri

Sono basso di pressione
(pulsazioni inconsistenti)
e un pallone non rimbalza quand'è sgonfio.

Nel cassetto dei progetti
solo carte da ramino
già consunte e non più utili allo scopo.
Provo a farci su un castello
riparandolo dai venti
non vorrei che mi crollasse tutto addosso.
-Una ruota di formaggio resta in piedi
finché il topo, dall'interno
non rosicchia le pareti-.
Sfamo il topo, schivo i venti
passo il tempo riciclando carte usate.
Riempio d'aria le giornate
chissà mai che abbia uno sbalzo e un'esplosione.
**********************************
Fra Salimbene :
Siamo in pieno pessimismo letterario novecentesco, che allunga i suoi tentacoli nel XXI° secolo.
Diciamocelo francamente.
Il ritmo del cambiamento socio-etico-economico è veloce ed insopportabile.
Lex fiorentina, buona la sera, marcia la mattina...
La natura, la tecnologia, la scienza, ecc. bruciano le tappe lasciando l'uomo nudo.
Se non ci si adegua subito, l'onda del progresso ci travolge e sorpassa.
Cosa può fare allora il povero Poeta?
Cantare l'ostilità della vita, la negatività dell'esistenza.
I nostri progetti, le nostre speranze, fin il nostro stesso essere è un castello di carte, fragile, esposto ai venti.
E allora tentiamo con tutte le forze di ripararlo dalle bordate avverse, perchè è l'ultima difesa in cui ripararci.
Disvalori al limite della depressione, questo tunnel buio sempre più profondo.
E quindi?
Non ci resta che aspettare, riempiendo < d'aria le giornate, chissà mai che s'abbia uno sbalzo o un'esplosione >.
Adda passà 'a nuttata!
Splendido canto della disperazione, questo in lettura.
Diofanto 
PENSIERI IN PILLOLE.

Io vorrei che gli U.S.A. più che chiudersi in se stessi si impegnassero nel bene del mondo, avendone le possibilità.
Esportandolo, metterebbero in sicurezza anche il proprio popolo.
Ad esempio come fermare la morte per fame.
Leggiamo in riassunto quanto scritto da un lettore privato:
< “ Non servirebbero cifre enormi per salvare dalla morte per fame milioni di persone nel mondo.
In molte zone dell’Africa sono bastati i telefonini cellulari per conoscere le realtà
di mercato, altrove il microcredito ha fatto miracoli di investimento, in altri luoghi l’apprendimento è stato favorito dai computer azionati a manovella o a pedali per la corrente.
Basterebbe che anche una sola delle superpotenze mondiali rinunciasse al 10% delle sole spese per armamenti ( N. B. : non di tutte le spese militari ) impiegandole a favore dei poveri.
Ricerche confermano che con quanto è costata finora la guerra in Afghanistan si sarebbe potuto comprare una Cadillac ad ogni suo abitante.
Le risorse del mondo sono sufficienti per tutti: rendere così la Terra un luogo felice per tutti i suoi abitanti, non solo per alcuni ”.
Fra Salimbene
 
Ignoranza poetica.

Con certi scritti del modernismo infuturato assistiamo all’impoverimento generalizzato, culturale e morale, della Poesia.
In un Paese che non sa valorizzare il contenuto educativo e cognitivo dell’istruzione scolastica, peraltro ovunque disastrata…
Diofanto
PENSIERI IN PILLOLE.

Niente di nuovo sotto il sole.
La logica matematica è semplicemente l’applicazione del ragionamento alla matematica, cioè la ricerca e spiegazione dei fenomeni che vi presiedono.
Il logico matematico Piergiorgio Odifreddi, spingendosi nel nostro campo, ha sottolineato che, contrariamente alla scienza, in letteratura s’è già detto tutto da millenni.
Tanto che oggi non si fa altro che rimasticare in altre parole e concetti la stessa minestra.
Che abbia ragione?
Lao-tzu ( VI sec. a. C. ) sentenziava << Chi sa non parla, parla chi non sa >> ( strettamente legato all’altro suo motto << chi sa fa, chi non sa insegna >> ed al nostro << chi vuole vada, chi non vuole mandi >> ).
Un Padre del deserto ( IV sec. d. C. ) ebbe a dire << Chi conosce Dio non ne parla, ne parla chi non lo conosce >>.
Esempi di contaminazione culturale filosofico-storico-religioso trascinatisi nel tempo: niente di nuovo sotto il sole ( Bibbia - Ecclesiaste 1,9 . Poi passato nel latino < nihil novi sub sole > ed ora nell’italiano ).
Fra Salimbene
PENSIERI CINICI
di SIDDHARTA

A– Il prete rosso.
In America latina erano i tempi della teologia della liberazione, guardata in Italia con sospetto per la sua carica rivoluzionaria ritenuta anticristiana.
Ed anche i tempi delle Brigate Rosse col suo portato di violenza.
Il prete rosso, giovane esaltato dagli eventi intorno, si era lasciato convincere dal clima contestativo.
Nei riti celebrativi in chiesa, dal tono ecumenico-comunitario, era tenuto sott’occhio vigile dalle gerarchie religiose e dalla polizia in borghese.
Per evitare l’infiltrazione di spie mimetizzate, l’ordine era di formare capannelli di non più di tre persone tra loro conosciute.
Nei bivacchi in casa di compagni, coperte col logo a cinque stelle, fumo, canti e cori di protesta, bestemmie, promiscuità alla < Porci con le ali > ( allora subito sequestrato dalla Procura di Roma… ).
Questo s’era ai miei tempi, ed io travolto dagli eventi che vissi ma non compresi.
Vidi poi che il tutto ebbe esiti benefici nello spazzare via una mentalità nazionale conformista e codina, asfissiante nel suo immobilismo intellettuale, civile e religioso.
Il prete rosso del titolo? Un mio affine stretto, ora papista a tutto tondo ( si nasce incendiari, si muore pompieri… ).

B) – Ignoranza poetica.
Con certi scritti del modernismo infuturato assistiamo all’impoverimento generalizzato, culturale e morale, della Poesia.
In un Paese che non sa valorizzare il contenuto educativo e cognitivo dell’istruzione scolastica, peraltro ovunque disastrata…

C) – Racconti di Aisha
Aisha Cerami, Informatrice scientifica, in Google pubblica < Le illusioni del possibile >, una serie di articoli-racconti: una fantasia sulle meraviglie del possibile.
Da raccomandare al lettore.

SIDDHARTA

venerdì 23 settembre 2016

PENSIERI IN PILLOLONE

Pubblicato il 24 settembre 2013
Da < Le idee di La Repubblica >
Ratzinger: "Caro Odifreddi
le racconto chi era Gesù"
La fede, la scienza, il male. Un dialogo a distanza fra Benedetto XVI e il matematico Odifreddi.
Protagonisti:
Joseph Ratzinger
Benedetto XVI
Piergiorgio Odifreddi
________________________________________
ll. mo Signor Professore Odifreddi, (...) vorrei ringraziarLa per aver cercato fin nel dettaglio di confrontarsi con il mio libro e così con la mia fede; proprio questo è in gran parte ciò che avevo inteso nel mio discorso alla Curia Romana in occasione del Natale 2009. Devo ringraziare anche per il modo leale in cui ha trattato il mio testo, cercando sinceramente di rendergli giustizia.
Il mio giudizio circa il Suo libro nel suo insieme è, però, in se stesso piuttosto contrastante. Ne ho letto alcune parti con godimento e profitto. In altre parti, invece, mi sono meravigliato di una certa aggressività e dell'avventatezza dell'argomentazione. (...)
Più volte, Ella mi fa notare che la teologia sarebbe fantascienza. A tale riguardo, mi meraviglio che Lei, tuttavia, ritenga il mio libro degno di una discussione così dettagliata. Mi permetta di proporre in merito a tale questione quattro punti:
1. È corretto affermare che "scienza" nel senso più stretto della parola lo è solo la matematica, mentre ho imparato da Lei che anche qui occorrerebbe distinguere ancora tra l'aritmetica e la geometria. In tutte le materie specifiche la scientificità ha ogni volta la propria forma, secondo la particolarità del suo oggetto. L'essenziale è che applichi un metodo verificabile, escluda l'arbitrio e garantisca la razionalità nelle rispettive diverse modalità.
2. Ella dovrebbe per lo meno riconoscere che, nell'ambito storico e in quello del pensiero filosofico, la teologia ha prodotto risultati durevoli.
3. Una funzione importante della teologia è quella di mantenere la religione legata alla ragione e la ragione alla religione. Ambedue le funzioni sono di essenziale importanza per l'umanità. Nel mio dialogo con Habermas ho mostrato che esistono patologie della religione e - non meno pericolose - patologie della ragione. Entrambe hanno bisogno l'una dell'altra, e tenerle continuamente connesse è un importante compito della teologia.
4. La fantascienza esiste, d'altronde, nell'ambito di molte scienze. Ciò che Lei espone sulle teorie circa l'inizio e la fine del mondo in Heisenberg, Schrödinger ecc., lo designerei come fantascienza nel senso buono: sono visioni ed anticipazioni, per giungere ad una vera conoscenza, ma sono, appunto, soltanto immaginazioni con cui cerchiamo di avvicinarci alla realtà. Esiste, del resto, la fantascienza in grande stile proprio anche all'interno della teoria dell'evoluzione. Il gene egoista di Richard Dawkins è un esempio classico di fantascienza. Il grande Jacques Monod ha scritto delle frasi che egli stesso avrà inserito nella sua opera sicuramente solo come fantascienza. Cito: "La comparsa dei Vertebrati tetrapodi... trae proprio origine dal fatto che un pesce primitivo "scelse" di andare ad esplorare la terra, sulla quale era però incapace di spostarsi se non saltellando in modo maldestro e creando così, come conseguenza di una modificazione di comportamento, la pressione selettiva grazie alla quale si sarebbero sviluppati gli arti robusti dei tetrapodi. Tra i discendenti di questo audace esploratore, di questo Magellano dell'evoluzione, alcuni possono correre a una velocità superiore ai 70 chilometri orari..." (citato secondo l'edizione italiana Il caso e la necessità, Milano 2001, pagg. 117 e sgg.).
In tutte le tematiche discusse finora si tratta di un dialogo serio, per il quale io - come ho già detto ripetutamente - sono grato. Le cose stanno diversamente nel capitolo sul sacerdote e sulla morale cattolica, e ancora diversamente nei capitoli su Gesù. Quanto a ciò che Lei dice dell'abuso morale di minorenni da parte di sacerdoti, posso - come Lei sa - prenderne atto solo con profonda costernazione. Mai ho cercato di mascherare queste cose. Che il potere del male penetri fino a tal punto nel mondo interiore della fede è per noi una sofferenza che, da una parte, dobbiamo sopportare, mentre, dall'altra, dobbiamo al tempo stesso, fare tutto il possibile affinché casi del genere non si ripetano. Non è neppure motivo di conforto sapere che, secondo le ricerche dei sociologi, la percentuale dei sacerdoti rei di questi crimini non è più alta di quella presente in altre categorie professionali assimilabili. In ogni caso, non si dovrebbe presentare ostentatamente questa deviazione come se si trattasse di un sudiciume specifico del cattolicesimo.
Se non è lecito tacere sul male nella Chiesa, non si deve però, tacere neppure della grande scia luminosa di bontà e di purezza, che la fede cristiana ha tracciato lungo i secoli. Bisogna ricordare le figure grandi e pure che la fede ha prodotto - da Benedetto di Norcia e sua sorella Scolastica, a Francesco e Chiara d'Assisi, a Teresa d'Avila e Giovanni della Croce, ai grandi Santi della carità come Vincenzo dè Paoli e Camillo de Lellis fino a Madre Teresa di Calcutta e alle grandi e nobili figure della Torino dell'Ottocento. È vero anche oggi che la fede spinge molte persone all'amore disinteressato, al servizio per gli altri, alla sincerità e alla giustizia. (...)
Ciò che Lei dice sulla figura di Gesù non è degno del Suo rango scientifico. Se Lei pone la questione come se di Gesù, in fondo, non si sapesse niente e di Lui, come figura storica, nulla fosse accertabile, allora posso soltanto invitarLa in modo deciso a rendersi un po' più competente da un punto di vista storico. Le raccomando per questo soprattutto i quattro volumi che Martin Hengel (esegeta dalla Facoltà teologica protestante di Tübingen) ha pubblicato insieme con Maria Schwemer: è un esempio eccellente di precisione storica e di amplissima informazione storica. Di fronte a questo, ciò che Lei dice su Gesù è un parlare avventato che non dovrebbe ripetere. Che nell'esegesi siano state scritte anche molte cose di scarsa serietà è, purtroppo, un fatto incontestabile. Il seminario americano su Gesù che Lei cita alle pagine 105 e sgg. conferma soltanto un'altra volta ciò che Albert Schweitzer aveva notato riguardo alla Leben-Jesu-Forschung (Ricerca sulla vita di Gesù) e cioè che il cosiddetto "Gesù storico" è per lo più lo specchio delle idee degli autori. Tali forme mal riuscite di lavoro storico, però, non compromettono affatto l'importanza della ricerca storica seria, che ci ha portato a conoscenze vere e sicure circa l'annuncio e la figura di Gesù.
(...) Inoltre devo respingere con forza la Sua affermazione (pag. 126) secondo cui avrei presentato l'esegesi storico-critica come uno strumento dell'anticristo. Trattando il racconto delle tentazioni di Gesù, ho soltanto ripreso la tesi di Soloviev, secondo cui l'esegesi storico-critica può essere usata anche dall'anticristo - il che è un fatto incontestabile. Al tempo stesso, però, sempre - e in particolare nella premessa al primo volume del mio libro su Gesù di Nazaret - ho chiarito in modo evidente che l'esegesi storico-critica è necessaria per una fede che non propone miti con immagini storiche, ma reclama una storicità vera e perciò deve presentare la realtà storica delle sue affermazioni anche in modo scientifico. Per questo non è neppure corretto che Lei dica che io mi sarei interessato solo della metastoria: tutt'al contrario, tutti i miei sforzi hanno l'obiettivo di mostrare che il Gesù descritto nei Vangeli è anche il reale Gesù storico; che si tratta di storia realmente avvenuta. (...)
Con il 19° capitolo del Suo libro torniamo agli aspetti positivi del Suo dialogo col mio pensiero. (...) Anche se la Sua interpretazione di Gv 1,1 è molto lontana da ciò che l'evangelista intendeva dire, esiste tuttavia una convergenza che è importante. Se Lei, però, vuole sostituire Dio con "La Natura", resta la domanda, chi o che cosa sia questa natura. In nessun luogo Lei la definisce e appare quindi come una divinità irrazionale che non spiega nulla. Vorrei, però, soprattutto far ancora notare che nella Sua religione della matematica tre temi fondamentali dell'esistenza umana restano non considerati: la libertà, l'amore e il male. Mi meraviglio che Lei con un solo cenno liquidi la libertà che pur è stata ed è il valore portante dell'epoca moderna. L'amore, nel Suo libro, non compare e anche sul male non c'è alcuna informazione. Qualunque cosa la neurobiologia dica o non dica sulla libertà, nel dramma reale della nostra storia essa è presente come realtà determinante e deve essere presa in considerazione. Ma la Sua religione matematica non conosce alcuna informazione sul male. Una religione che tralascia queste domande fondamentali resta vuota.
Ill. mo Signor Professore, la mia critica al Suo libro in parte è dura. Ma del dialogo fa parte la franchezza; solo così può crescere la conoscenza. Lei è stato molto franco e così accetterà che anch'io lo sia. In ogni caso, però, valuto molto positivamente il fatto che Lei, attraverso il Suo confrontarsi con la mia Introduzione al cristianesimo, abbia cercato un dialogo così aperto con la fede della Chiesa cattolica e che, nonostante tutti i contrasti, nell'ambito centrale, non manchino del tutto le convergenze.
Con cordiali saluti e ogni buon auspicio per il Suo lavoro.
************************
Fra Salimbene
AVVISO AI NAVIGANTI.
Se cadi a terra più volte senza rendertene conto, se senti le voci, se vedi fiammelle sulle dita, se ti ritieni attrezzo di dio su questa terra, se pensi di essere stato prescelto/a per missioni metafisiche, allora è il caso di sottoporsi ad una TAC, PET, ecc. perchè è evidente che c'è qualcosa che non va.
Chi ha orecchie da intendere, intenda.
SIDDHARTA
Riportando una risposta ad un Amico di Fb...
di Epitteto

"" Un saggio proverbio dice: < Se vuoi dire la verità, dilla. Poi però prendi un cavallo veloce e fuggi lontano! >.
Da maschio la cosa più difficile è commentare le poetesse.
Subito scatta la reazione del conflitto di genere.
Dicono: anche i maschi sono piagnoni, soffrono l'inferno delle pene d'amore, se abbandonati ci ammazzano, in amore sono dei mascalzoni, e così via.
Ma care femminucce, e voi quando la pianterete di circuire i mariti delle altre, di corteggiare asfissiando i recalcitranti, di tradire, ecc.?
Io, per esempio, regolarmente sposato, devo mentire sull'età per aggirare l'assedio delle assatanate.
Una mi ha detto < adesso basta tua moglie, un pochino anche per me >, un'altra < ti sogno accoccolato sulle mie tette prosperose mentre ti leggo una poesia >, un'altra speranzosa quarantenne appena saputa la mia età ( vera o fasulla ) mi ha abbandonato dalle amicizie, e così via:
Ci sono poi quelle che punte sul vivo dei sentimenti, dicono che non ho capito niente...
Una guerra insomma: come commentare con sincerità?
Un Amico suggerisce: e tu saltale e non dire niente...
Ma è vita questa per un opinionista? ""

giovedì 22 settembre 2016

PENSIERI IN PILLOLE.
di Epitteto

Vi propongo i seguenti due esperimenti.
Turatevi gli orecchi con i pollici.
Sentirete in tale condizione di privazione sensoriale una specie di rombo o ronzio interno: il rumore del sangue che scorre, il battito del cuore, l’onda della vita.
Il suono primordiale, il riflesso della creazione…
Gli scienziati moderni parlano dell’eco della primitiva esplosione, del big-bang ancora oggi udibile con i radiotelescopi.
Ed inoltre.
Se ripetete a lungo e a voce alta la sillaba OM, la < m > del mantra risuona effettivamente nella gabbia toracica, alla base della gola e nella testa.
Per taluni tale vibrazione sonora inciucchisce, generando alla lunga un senso di pace interiore.
Ma attenzione: in entrambi i casi non si tratta di suoni mistici o di voci divine…
Fra Salimbene.
Lo so
di Armida Bottini

Lo so che stai
con me,
nel nido caldo
della mia anima.
Lo so che stai con me
anche e soprattutto!
quando sbaglio
e mi volto a cercare
il tuo sguardo
traboccante
di perdono.
Lo so che stai
con me,
anche quando
nemmeno io
mi sopporto più.
Lo so che stai
con me, mio Dio.

***********************************
EPITTETO:
Non ho niente contro i credenti, anche se da agnostico son solito bacchettarli intellettualmente.
Riprendo questa breve ed intensa lirica dell'Amica Armida Bottini perchè la ritengo degna di attenzione.
Nell'etica, come espressione di alta spiritualità che nulla ha da invidiare ai canti di Teresa d'Avila e di altre mistiche, tanto commoventi perchè pervasi da una fede intensa.
E' certamente gratificante rinunciare ad ogni senso critico per affidarsi totalmente ad un < terz0 > che provveda a tutte le nostre esigenze materiali e morali.
Non si soffre come quei satanassi sempre a masturbarsi sui perchè della vita...
Dal punto di vista estetico, considero questa proposta la migliore in assoluto dell'Autrice: breve, compatta, semplice, chiara, diretta e tanto altro ancora.
Un esempio per molti imbrattacarte affondati nel modernismo ermetico dell'oggi.
Bravissima, Epitteto.
Lampi e tuoni.
di Epitteto

Bartali, eroe sportivo e di guerra.
Secondo testimonianze dirette ed un libro di due canadesi ( < La strada del coraggio > ), il Ginettaccio nazionale è stato un eroe partigiano in incognito.
Tra le vittorie distanziate al Tour del 1938 e 1948 a causa della guerra, ebbe occasione di salvare si dice circa 800 ebrei italiani perseguitati dalle leggi razziste.
Nascondendo documenti d’identità falsi nella canna della sua sella, pedalando in allenamento lungo le strade della Toscana e dell’Umbria, tra le sospettose SS tedesche.
D’intesa con l’allor Cardinale di Firenze Elia Dalla Costa ( a cui va il mio plauso riconoscente ).
Non contento, nascose nella cantina di una sua casa una famiglia ebrea fiumana ( i Goldenberg ), rischiando la pelle e salvandosi per un pelo…
Del che con somma modestia tenne il segreto fino alla morte.
Bartali nel Giardino dei Giusti in Gerusalemme?
L’elenco dei < Giusti fra le Nazioni > comprende universitari, contadini, poliziotti, pescatori, partigiani, sacerdoti, persino un direttore di zoo e il proprietario di un circo.
Ed ora anche un ciclista pluricampione.
Barhabba
Il capestro
di Epitteto

Un biblista contemporaneo che spopola in web e e-book cartacei, dal taglio esplicativo disturbante per l'esegesi semitico-cristiana, asserisce di dover ringraziare la legislazione laica corrente per esser stato preservato finora dal rogo punitivo di antica memoria.
Anch'io son debitore allo Stato italiano per aver impedito al fanatismo religioso, dormiente e non, di punirmi esemplarmente per le idee antifideistiche sovversive professate.

mercoledì 21 settembre 2016

PENSIERI CINICI
di Siddharta

A) – Me la rido.
E’ indubbio che poeticamente le mie radici affondino in modalità espressive risalenti a cento e più anni fa.
Tuttavia mi consolo, sotto un altro punto di vista, pensando che un fracco di lettori/autori ipermodernisti – sperimentalisti viaggiano religiosamente con oltre duemila anni di ritardo.
E me la rido, rido, rido…

B – Il Marchese.
Cesare Beccaria ( 1738-1794 ) scrisse diversi lavori, tutti passati nel dimenticatoio.
All’epoca però si rese celebre in tutta Europa per il trattatello ( 47 capitoletti ) < Dei delitti e delle pene > del 1764.
Tanto che la zarina Caterina II gli propose di presiedere alla riforma del codice penale russo.
Offerta da lui declinata.
Particolare interesse suscitarono il cap. 16° sulla tortura ed il 28° sulla pena di morte.
Ma il pischello ebbe l’ardire di avventurarsi al cap. 21° sulle pene dei nobili e del clero.
Denunciando che essi usufruivano di fori speciali, di processi meno rigorosi, di pene più miti e meno infamanti, spesso convertibili in ammende pecuniarie.
In caso proprio di pena di morte, erano previste diverse modalità di esecuzione più favorevoli.
Un trattamento di favore dinnanzi alla legge che si traduceva in disuguaglianze socio-economico-giuridiche.
A questa timida contestazione del Marchese, apriti cielo!
La Chiesa nel 1766 provvide tosto a mettere il trattato all’Indice dei libri proibiti…
D’altra parte lo Stato Pontificio all’epoca praticava allegramente la tortura e la pena di morte: mica poteva rinunciare a tali abomini.
Sempre in quel 1766 Voltaire scrisse tra l’altro: << In Inghilterrra si apriva il corpo dell’uomo ancora vivo reo di tradimento, gli si strappava il cuore…
Infine i costumi si mitigarono: è vero che si è continuato a strappare il cuore, ma sempre dopo la morte del condannato.
Lo spettacolo è orribile: ma la morte è dolce, semmai lo può essere… >>.
C) – Mi piace.
Mi piace, bello, bravo, condivido, ecc., tutte espressioni web che ho sempre bollato come forme di inerzia, disimpegno, scansafatica.
Ora una mia cara Amica di facebook mi scrive < e se clicco solo il mi piace è perché è molto sincero, anche se breve >.
Al che le mie convinzioni avanti esposte han cominciato a vacillare…
SIDDHARTA
Cinico Cratete e Pietro Zurlo
SE QUESTO E’ IL TUONO PIOVERA’!
*****di Pietro ZURLO*****
***
Mio caro nuovo amico detto:Cinico,
risorto come l’Araba Fenice;
io sento ancora in me di amici morti,
le loro voci...ceneri fumanti
che tanto mi hanno dato e dalle quali...
tu, Cinico Cratete sei risorto.

Tu come loro, certo annuncerai,
quelle virtù per il raggiungimento,
divulgazione e autocontrollo
ascettico, entrando nelle case
senza invito, solo per dispensare
i tuoi insegnamenti molto dotti.
Ben vengano i dotti addestramenti!
Penso che avrai raccolto anche il bastone,
di quegli amici morti e ormai bruciati,
per mazzolare menti ancor fuorviate
che invece credon d’essere evidenti.
Dunque: se questo è il tuono pioverà!
**********************************
* Armida Bottini: sono con voi.
* Cinico Cratete:
Caro Amico don Pietro, non vorrei che ti facessi troppe illusioni.
Io, Cinico Cratete, sono un semplice amanuense, capace solo di scartabellare nei fondi letterari dei miei predecessori.
Il grande Epitteto il Giovane, pace all'anima sua, copiando Montaigne diceva:
“ Quando mi si contraddice, si sveglia la mia attenzione, non la mia collera…. Porgo la spalla alle critiche che si fanno ai miei scritti … giacchè mi piace ringraziare e alimentare la libertà di essere avvertito “.
Ecco, questo insegnamento voglio mandare a memoria, a conforto degli Amici di fb.
Cinico Cratete.
Tornare a scuola.

" C'era una bimba fatta di cera, che un giorno c'era e or non c'è più ".
Così alle elementari per imparare il verbo essere.
Molto importante per certi scrittorelli che non sanno ancora la differenza tra la preposizione semplice < da > e < dà > voce del verbo essere...
SIDDHARTA
E' FINITA...
di **Josefa Vecchio**

Non c'è più molto che io possa fare,
non c'è più niente che tu possa dire
e inutile cercare di capire...
cos'è che non è andato tra di noi.

Se poi vogliam trovare una ragione,
cercala nel profondo del tuo cuore,
trovi di tutto ma non trovi amore...
non c'è mai stato...almeno non per me!
E adesso che hai distrutto tutto quanto,
m' accorgo che non me ne importa niente,
è stato vano amarti cosi tanto,
però lo sai...per me eri importante.
Ora mi sento vuota, ma serena...
non riuscirà nessuno a farmi male,
mai più succederà di innamorarmi...
di chi negli occhi non si fa guardare.
Perchè negli occhi leggi la lealtà
se c'è amore, sai.. te lo diranno
e tu ti accorgi quanto sei amata....
quand'essi per amore brilleranno.
******************************************************
EPITTETO:
Vabbè, ma andando al sodo, se lei sapeva benissimo come le cose vanno a questo mondo, perchè non s'è accorta subito di quegli occhi che non brillavano d'amore?
La realtà è che la donna nel suo irrefrenabile delirio di onnipotenza crede sempre di poter cambiare a suo uso e consumo il compagno di vita.
Ma l'uomo è un essere altro da lei e non cambierà mai.
Conosco le sottili arti femminili.
Ti circuiscono con mille moine ed artifici, fino a sentirti braccato contro voglia.
Con fine perfidia ti mettono nell'imbarazzo di non poter confessare che non le ami.
E così il rapporto prosegue sul binario dell'equivoco.
Perchè meravigliarsi allora se ad un certo punto lui sen fugge?
Per amarsi bisogna essere in due, non che l'una ami e l'altro si faccia amare.
Esteticamente ineccepibile ( avrei solo compattato in < m'accorgo che non m'importa niente > ), la lettura scorre fuida e ritmica.
Molto bene, Siddharta.

lunedì 19 settembre 2016

DEPRESSIONE GIORNALIERA
di Epitteto

I soliti verseggiatori pensano sempre di aver scritto l'opera del secolo.
E si circondano di una claque plaudente ed entusiasta che si esprime con striminziti < mi piace, bella, bravo, bis, ecc. >, senza andare al di là del loro naso.
E se taluno si permette di eccepire al riguardo qualche riserva, scatta subito il malumore dell'Autore che risponde piccato, con malcelata offensione.
Io non so che se ne faccia il versificatore di una corte di servi sciocchi.
Eppure costui si sente appagato, il consenso fasullo l'aiuta a superare le secche della vita, lo convince di esistere e di essere qualcuno benchè disperso in una massa vociante e indifferenziata.
Tuttavia vorrei ricordare a questi poeti di giornata che non tutte le ciambelle escono col buco, che su dieci loro creazioni se ne salva sì e no una, che più scrivono a tambur battente più si vede loro il culo.
Ora che ho detto la mia apertis verbis, schiacciate pur questo grillo parlante a suon di martellate sul web...
SIDDHARTA