Di la' del pino
infinite distese
s' inseguono
terre ammantate
ai piedi del monte
colorano il giorno
che scivola inetto
sul tempo
tace Mokarta
mentre il vento
accarezza la vigna
e gli ulivi
e i limoni verdastri
che pendono
di la' del pino
tra foglie tremanti
scruto l' immenso
che in questo mattino
d' agosto
m' avvolge
ah ! se la vita
fosse
la bellezza che vedo
poca cosa
sarebbero
gli inverni spietati
dell' anima .
- NINO BARONE -
****************************************
Commento di Epitteto Eubulide:
La punteggiatura: chissà se un giorno si commuoverà, autosopprimendosi del tutto in poesia.
Per taluni un vero obbrobrio che interrompe il fluire del verso.
Poi c'è < Mokarta > che imperiosamente spinge l'inculturato a correre su Wikipedia per accertamenti conoscitivi.
Le spaziature allargate fanno pensare ad una tastiera p.c. di nuovo conio.
Al solito la natura con le sue bellezze territoriali è una potente fonte d'ispirazione per il Poeta.
A compensare e lenire le ferite dell'anima.
E qui, in lettura, compare in tutta la sua potenza invasiva agli occhi estasiati del poeta.
Una terra baciata dal dio, quella di Segesta e Selinunte, la cui luna piena appare come una lampada accesa incastonata nel cielo notturno.
La lirica si gioca tutta negli ultimi due versi, dove per contrappasso s'evidenzia tutta la forza meditativa dell'Autore.
Molto bene, Epitteto.
ai piedi del monte
colorano il giorno
che scivola inetto
sul tempo
tace Mokarta
mentre il vento
accarezza la vigna
e gli ulivi
e i limoni verdastri
che pendono
di la' del pino
tra foglie tremanti
scruto l' immenso
che in questo mattino
d' agosto
m' avvolge
ah ! se la vita
fosse
la bellezza che vedo
poca cosa
sarebbero
gli inverni spietati
dell' anima .
- NINO BARONE -
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Commento di Epitteto Eubulide:
La punteggiatura: chissà se un giorno si commuoverà, autosopprimendosi del tutto in poesia.
Per taluni un vero obbrobrio che interrompe il fluire del verso.
Poi c'è < Mokarta > che imperiosamente spinge l'inculturato a correre su Wikipedia per accertamenti conoscitivi.
Le spaziature allargate fanno pensare ad una tastiera p.c. di nuovo conio.
Al solito la natura con le sue bellezze territoriali è una potente fonte d'ispirazione per il Poeta.
A compensare e lenire le ferite dell'anima.
E qui, in lettura, compare in tutta la sua potenza invasiva agli occhi estasiati del poeta.
Una terra baciata dal dio, quella di Segesta e Selinunte, la cui luna piena appare come una lampada accesa incastonata nel cielo notturno.
La lirica si gioca tutta negli ultimi due versi, dove per contrappasso s'evidenzia tutta la forza meditativa dell'Autore.
Molto bene, Epitteto.
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