Enza Picone
Ieri alle 8:16
L'ondulatorio movimento
Ieri alle 8:16
L'ondulatorio movimento
Spirali che avvolgono la mente
si intersecano si fondono
come i colori di un tramonto sfocato
che sfiorano cielo e mare.
Spire di serpenti sinuosi
che si snodano tra terra e aria.
Avvolgenti suoni sbiaditi
sinuosi movimenti
Grovigli di mani, dita,
si insinuano si fondono
sfiorano l'infinito
Incantano gli occhi, che vacui
frugano un orizzonte lontano.
Dita che vorrebbero toccare
un'alba appena accennata.
Tintinnio di campanelli
per scuotere il torpore
che procura l'annebbiamento
di un sonno che non vuole arrivare.
E.P.
***********************
Commento di Epitteto:
Io continuo a non capire i < mi piace > che sbrigativamente chiudono la pratica tanto per gradire.
Chissà quale sforzo invece per dire chiaramente la propria opinione.
Si sa, è meglio compiacere per evitare strascichi polemici.
Invece dico la mia.
L'ho già ribadito più volte alla carissima Enza, Autrice indefessa.
Tra l'altro Amica di chat e quant'altro.
Anche questa poesia viaggia sui binari della fantasia emozionale, fino a quanto ispiratrice non si sa.
Al solito qui il pensiero viene espresso con una serie di improbabili voli espressivi che s'arrampicano sui vetri.
Io non ho mai capito perchè un concetto poetico non debba essere catturato nella sua semplicità descrittiva, invece che artefatto con immagini inventate per lo più assurde e inconcludenti.
Se voglio dire che un leopardo è maculato, mica posso compararlo alle nubi a pecorelle o peggio a macchie d'inchiostro sul lato intonso di un rotolo igienico in uso agli dei...
Per quanto mi riguarda, non ne posso più dei languidi svenimenti al sorger del sole o al tramonto della luna.
Il linguaggio s'è andato formando per descrivere la realtà delle cose, non per fantasticare su di esse.
In quest'ultimo caso siamo alla follia poetica.
In conclusione, pollice verso.
si intersecano si fondono
come i colori di un tramonto sfocato
che sfiorano cielo e mare.
Spire di serpenti sinuosi
che si snodano tra terra e aria.
Avvolgenti suoni sbiaditi
sinuosi movimenti
Grovigli di mani, dita,
si insinuano si fondono
sfiorano l'infinito
Incantano gli occhi, che vacui
frugano un orizzonte lontano.
Dita che vorrebbero toccare
un'alba appena accennata.
Tintinnio di campanelli
per scuotere il torpore
che procura l'annebbiamento
di un sonno che non vuole arrivare.
E.P.
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Commento di Epitteto:
Io continuo a non capire i < mi piace > che sbrigativamente chiudono la pratica tanto per gradire.
Chissà quale sforzo invece per dire chiaramente la propria opinione.
Si sa, è meglio compiacere per evitare strascichi polemici.
Invece dico la mia.
L'ho già ribadito più volte alla carissima Enza, Autrice indefessa.
Tra l'altro Amica di chat e quant'altro.
Anche questa poesia viaggia sui binari della fantasia emozionale, fino a quanto ispiratrice non si sa.
Al solito qui il pensiero viene espresso con una serie di improbabili voli espressivi che s'arrampicano sui vetri.
Io non ho mai capito perchè un concetto poetico non debba essere catturato nella sua semplicità descrittiva, invece che artefatto con immagini inventate per lo più assurde e inconcludenti.
Se voglio dire che un leopardo è maculato, mica posso compararlo alle nubi a pecorelle o peggio a macchie d'inchiostro sul lato intonso di un rotolo igienico in uso agli dei...
Per quanto mi riguarda, non ne posso più dei languidi svenimenti al sorger del sole o al tramonto della luna.
Il linguaggio s'è andato formando per descrivere la realtà delle cose, non per fantasticare su di esse.
In quest'ultimo caso siamo alla follia poetica.
In conclusione, pollice verso.
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