mercoledì 23 agosto 2017

LA FONTE BIANCA
di DAMIANO LENTISCO

Mani enormi
mi strapparono
dal buio sicuro e caldo
alla luce accecante e fredda.
Una brutta esperienza.
Che paura!
Ma un gigante mi sorrise
mentre piangevo,
mi tranquillizzai
sdraiato sulla montagna franata,
mi dissetai ad una fonte bianca
dove trovai il coraggio di vivere.

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Commento di Epitteto:
Taluni, freddi di animo ancorchè legati al classicismo, hanno parlato di prosa letteraria contemporanea.
Invece io vi leggo tanta, tanta liricità e delicatezza espressiva.
Poche poesie mi sono restate nel cuore e nella mente da quando bazzico i luoghi web della poesia.
Questa è una di quelle.
L'ho già commentata a suo tempo altrove e per la prima volta mi ripeto sulla stessa proposta con altre parole, certo di rafforzarne il pensiero.
La sensibilità del nostro Autore nel ripercorrere con l'immaginazione l'evento più importante della vita, cioè la nascita, traspare meravigliosamente in lettura.
E la bravura nel tratteggiare con tono leggero e lirico il momento del travaglio e del parto non ammette < ma e se > di sorta.
Si dice da più parti: ma il tema dev'essere più intuìto che esplicitato, in poesia.
Ebbene, qui ci siamo in pieno, se persino taluni lettori si sono affacciati timidamente all'esatta interpretazione.
Questo conferma come la chiarezza del significato possa trasparire in tutta la sua evidenza pur in presenza di intelligenti metafore letterarie.
Ma fissiamo l'attenzione sul verso di chiusura < ... dove trovai il coraggio di vivere >.
Credo che la forza travolgente dell'evento si concentri in queste parole.
Il coraggio di vivere, perchè poi l'esistenza ulteriore, con le sue vicissitudini per lo più drammatiche, ne richiederà parecchio.
Da dove può scaturire allora?
Dalla prima poppata materna che infonde calore e tenacia, proprio quella che a me ed a tanti altri sventurati fu negata da subito.
Bravissimo, Damiano.
Luminosa/mente, Siddharta.

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