mercoledì 2 agosto 2017

CALDA ESTATE
***di Pietro ZURLO***
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Lunghi giorni, notti brevi,
le cicale con i grilli;
c’è chi fa la pennichella
chi sta all'ombra a sorseggiare.
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Calda estate, sole e mare,
uva, fichi, le susine,
spighe piene senza fine,
son le messi tutte d'oro;
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Prime piogge, lampi e tuoni
e alla fin l’arcobaleno,
l’uva in grappoli già colmi,
si prepara a vendemmiare.
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E c’è festa fra le vigne,
gran fermento fra le genti;
già quei chicchi neri o biondi
nei palmenti tutti son.
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Son ragazze e giovanotti
che ora pigiano danzando
e l’amore va sbocciando
con quel mosto da stordir!
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*** Epitteto Eubulide***:
Poesia bucolica che canta la bellezza serena del paesaggio e della vita campestri. Nel pieno dell'esplosione estiva e del successivo raccolto dei frutti. Con quel tocco di gioiosità profana che caratterizza l'evolversi della natura. La corposità della lirica sembra sprizzare ad ogni verso, con pienezza e spensieratezza.
La delicatezza cortese dei poeti del tre-quattrocento, la forza trascinante dei Carmina Burana: " Bibit ille, bibit illa, bibit servus cum ancilla..."!
Ottonari tutti da degustare, come il vino novello: mosto e amore in sensuale abbraccio, ... in fermento. Bravissimo, don Zurlo.
Cinico Cratete.

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