HAIKU
di Epitteto
Internet al solito impreciso...
Riprendo da Google:
LA LINGUA 2
Punteggiatura e grammatica
Gli haiku non sono frasi e dunque non hanno bisogno di riprodurre i
segni delle frasi. In particolare, non c’è bisogno di utilizzare la
lettera maiuscola per la prima parola della poesia, né di apporre un
punto alla fine. Questi elementi formali in un haiku servono a isolare
un momento haiku dal flusso del resto del contesto, come se avessimo
messo delle parentesi attorno all’esperienza. Ci fa pensare che il
momento abbia funzionato come fa la frase: con un inizio, un movimento
attraverso, e una pausa finale, con una sorta di logica grammaticale che
tiene insieme il tutto. Gli haiku tuttavia non sono logici, né esistono
attraverso il tempo, ma piuttosto in un momento, o al di fuori di esso.
La struttura logica della frase è in disaccordo con la realtà di come
il momento funzioni effettivamente e psicologicamente. Le poesie
strutturate come frasi sono di solito semplici da correggere:
a wren follows uno scricciolo insegue
the sunshine into la luce del sole nel
the morning meadow prato mattutino
diventa facilmente
morning meadow-- prato mattutino--
a wren follows uno scricciolo insegue
the sunshine in il sole dentro
(Jeff Witkin)
Più essenziali al modo in cui funziona un haiku sono invece le pause
all’interno della poesia, conosciute in genere come cesure. I poeti
classici haiku giapponesi hanno utilizzato un tipo di punteggiatura
espressa, chiamata kireji, che indica una varietà di pause e di stati
d’animo collegati. L’inglese non ha un equivalente esatto, ma possiede
invece un sistema sottile e flessibile di punteggiatura che è in grado
di produrre la gamma di cesure che sono necessarie nell’haiku. La più
basilare e importante di queste pause è l’a capo. Gli a capo spesso sono
sufficienti per la totalità delle pause richieste in un dato haiku.
Generalmente leggiamo uno specifico verso poetico dall’inizio alla fine
(facendo attenzione alla punteggiatura al suo interno, naturalmente), ma
poi facciamo una pausa prima di procedere al verso successivo, di
solito di una durata leggermente superiore a quella di una virgola.
Questa breve pausa di solito in inglese si colloca dopo un
raggruppamento naturale di frasi e di figure. Ne consegue che di solito
non spezziamo i versi dopo preposizioni o articoli. Questo lascia il
lettore incerto su cosa dovrebbe seguire nel verso successivo. Inoltre,
se la fine del verso è ovviamente parte di una frase, c’è una maggiore
inclinazione nel lettore a procedere direttamente al verso successivo.
Di nuovo, la chiarezza è l’obbiettivo dell’haiku e le nostre pause
dovrebbero essere utilizzate per aiutare il lettore a ottenere il quadro
più chiaro possibile.
late autumn-- tardo autunno--
the butterfly lands la farfalla atterra
on what's left su ciò che rimane
(Alexius Burgess)
I vari segni di punteggiatura hanno nell’haiku la stessa funzione che
hanno nell’uso generale. I segni più utilizzati sono il trattino, i
punti di sospensione, la virgola, i due punti e il punto e virgola.
Ognuno funziona in modo leggermente diverso dagli altri, e queste
sottili differenze forniscono una grande gamma di possibilità nelle
sfumature e negli stati d’animo. Un trattino indica un punto, e implica
l’introduzione di materiale inatteso. Ciò sembra adattarsi perfettamente
alla funzione dell’haiku, dato che esso si basa proprio su questo
cambiamento inatteso per i propri effetti. Forse è questa la ragione per
cui il trattino è diventato il segno di interpunzione più utilizzato.
daylight fading-- luce smorzata--
a curlew's cry il fischiare di un chiurlo
lengthens the hill prolunga il colle
(Caroline Gourlay)
Occasionalmente un trattino verrà usato per precedere un verso
piuttosto che seguirlo. Ciò fa in modo che il lettore si fermi, e poi si
fermi ancora. E’ molto efficace quando è un effetto desiderato, ma
dovrebbe essere evitato a meno che non sia esattamente ciò che si vuole
che il lettore faccia. Siccome l’intenzione del lettore è andare avanti
con la lettura quando prosegue con il verso successivo, l’essere fermato
una seconda volta può risultare esasperante a meno che il tutto non sia
sviluppato molto bene, e con uno scopo.
Dark porch Veranda buia
-- sound of someone -- rumore di qualcuno
snapping beans che snocciola fagioli
(Matthew Louvière)
I punti di sospensione indicano una pausa e suggeriscono anche il
passaggio del tempo. Per questo motivo gli haiku che hanno come soggetto
il ricordo impiegano spesso tale segno di interpunzione. Inoltre, i
punti di sospensione si usano per indicare l’omissione di una parola o
di alcune parole che potrebbero essere essenziali alla completezza
grammaticale, ma che non sono necessari alla completezza di senso.
The old man Il vecchio arriva
Comes too soon to gaze at troppo presto a guardare
Plum blossoms . . . i fiori di prugna...
(David Lloyd)
Il due punti è un’altra pausa completa, ma il suo effetto particolare
consiste nel fare in modo che la frase che segue venga presa come
equivalente della frase che lo precede: una sorta di segno d’uguale
grammaticale. Ciò può suggerire una metafora, e siccome la metafora è
generalmente evitata nell’haiku i due punti non sono così utilizzati
come i due segni precedenti.
warm rain before dawn: pioggia tiepida prima dell’alba:
my milk flows into her il mio latte scorre dentro di lei
unseen inosservato
(Ruth Yarrow)
Il punto e virgola suggerisce un peso uguale delle frasi che lo
precedono e lo seguono, ma non implica uguaglianza come invece fa il due
punti. E’ impiegato soprattutto per dividere quantità equivalenti ma
diverse in una frase lunga. Nell’haiku si usa più per il suo senso di
durata: più lungo di una virgola, ma non così conclusivo come un punto.
Dusk over the lake; Crepuscolo sul lago;
a turtle's head emerges la testa di una tartaruga emerge
then silently sinks poi affonda in silenzio
(Virgil Hutton)
La virgola si usa per creare pause all’interno dei versi, e per direzionare l’enfasi.
Deepening the red Accentuano il rosso
of late December roses delle rose di tardo dicembre
snowflakes, as they melt i fiocchi di neve, sciogliendosi
(William Scott Galasso)
Solo occasionalmente si usa per terminare un verso, dato che un a capo si porta già dietro la propria pausa.
In deep wilderness, Nella fitta giungla,
a solitary signpost-- un’insegna solitaria--
the words worn away le parole sbiadite
(Hina)
Molto di rado incontriamo haiku che pongono domande, e naturalmente in questo caso un punto di domanda è sicuramente richiesto:
a cloud of blossoms-- nuvola di boccioli--
that bell: is it Ueno? quella campana: è Ueno?
is it Asakusa? È Asakusa?
(Basho)
E un tempo era di moda scrivere o tradurre un haiku con molti punti
esclamativi, cosa che oggi si evita. Ci sono occasioni appropriate per
utilizzare tale segno di interpunzione, come nell’esempio seguente, ma
in generale il suo uso indica, almeno, una mancanza di sottigliezza.
Siccome la maggior parte degli haiku contengono un certo elemento di
sorpresa, è un’esagerazione attirare l’attenzione su di esso in modo
così evidente: se la scrittura non riesce a farlo da sola, nessun punto
esclamativo da parte del poeta saprà porvi rimedio.
an empty coke bottle bottiglia di coca-cola vuota
left on a half-painted fence-- sulla staccionata mezza dipinta--
the heat! la calura!
(Sharon Lee Shafii)
La Rima
La rima è un dispositivo poetico potente in inglese. Il suo potere
deriva in parte dal fatto che l’inglese ha relativamente poche rime se
lo si paragona, per esempio, con l’italiano. Il risultato è una relativa
scarsità di suoni sincroni, e quando questi si verificano tendono a
essere ancora più memorabili proprio per questo motivo. Il rovescio
della medaglia è naturalmente che, siccome ci sono meno rime a
disposizione in generale, i soliti schemi di rima sono stati sfruttati
in modo esaustivo e molta della loro energia originale è andata perduta
quando applicata in poesia. Ciononostante, la rima rimane un dispositivo
così avvincente che la sua presenza in questa forma così delicata è
spesso asfissiante. La rima finale, in particolare, tende ad adombrare
gli altri elementi in un haiku, dato che ci sono relativamente poche
parole oltre a quelle che rimano, e dunque una varietà di suoni
insufficiente. Inoltre, lo scopo della rima finale nell’haiku è
controproducente dal punto di vista del considerarlo all’interno del
contesto dello scorrere del tempo, esattamente come fa il punto a
chiusura di frase. Il risultato è che la rima finale è comparsa nella
storia dell’haiku in lingua inglese solamente in rare occasioni. La rima
interna è un poco più semplice da gestire, essendo meno potente. Una
buona regola da seguire è di concedersi una rima in una poesia haiku se
arriva in modo spontaneo e non ne oscura gli altri elementi.
heat lightning lampo di calore
the night la notte sobbalza
jumps silently in silenzio
(David Gershator)
Musicalità
La musicalità è una caratteristica significativa in ogni tipo di
poesia, in particolare gli elementi del ritmo, del timbro e della
melodia della composizione. Il linguaggio poetico è essenzialmente
diverso da quello della musica, quindi non c’è una relazione esatta fra i
due. Ogni lingua dà valore a diversi elementi musicali. Ciò rende la
musica della poesia infinitamente varia e interessante, nonché una sfida
per ogni poeta nel trovare la musica che meglio si adatta al proprio
lavoro. La considerazione musicale più basilare, nonché quella più
intrinsecamente legata alla poesia, è il ritmo. In inglese, che è una
lingua di accenti, la sillaba è l’unità di base. Una sillaba può essere
accentata o non accentata, ma è raro considerare una singola sillaba da
sola. Più frequentemente raggruppiamo le sillabe in piedi metrici (per
esempio i giambi e gli anapesti) che a turno vengono raggruppati nel
verso poetico. Come abbiamo discusso, l’haiku in generale utilizza tre
versi poetici, anche se esistono variazioni da uno a quattro in alcuni
casi. E all’interno di ognuno di questi versi di un haiku c’è un ritmo
determinato dal tipo di accenti presenti nel piede metrico. Quando si
crea un poema lungo per impartire informazioni, come era d’uso per
esempio nell’età di Dryden e Pope, una certa uniformità dei versi e una
regolarità del ritmo era largamente cercata. Tuttavia, in una poesia
breve come l’haiku ciò che conta molto di più è che il ritmo sia
evocativo dell’esperienza, che contenga l’energia del momento e che
attragga il lettore verso lo stesso. Nell’haiku è raro trovare meno di
uno o più di tre accenti per verso, e dunque la gamma di accenti
andrebbe da un minimo di tre a un massimo di nove in ogni componimento.
La media potrebbe essere sei o sette, divisi più o meno in modo omogeneo
nei tre versi disponibili, due o tre accenti per verso.
Just audible, Appena udibile,
that trickling of moonlight quel gocciolio di chiaro di luna
crossing the meadow attraverso il prato
(Foster Jewell)
Notate come gli accenti occupino il centro dell’attenzione in ogni
verso, e come le sillabe non accentate servano a fare da ponte per il
tempo fra questi momenti accentati, creando un ritmo specifico nella
poesia. Una sensibilità a questo ritmo permette al poeta di dare forma
alla propria poesia con movimento e pause che sono parte dell’esperienza
intuitiva della poesia stessa.
Il timbro è la qualità tonale del
suono: alcune sillabe sono sibilanti, alcune di percussione, alcune
nasali. La combinazione delle qualità del suono per tutta la durata
dell’haiku ne caratterizzano il timbro. Se dovessimo scrivere una poesia
sul movimento fluido delle acque di un fiume, allora probabilmente
sceglieremmo suoni che scivolano facilmente l’uno sull’altro; se invece
vogliamo enfatizzare gli ostacoli che le rocce che spuntano fuori dalla
sua superficie provocano al flusso del fiume, potremmo scegliere suoni
duri e bloccanti. Oppure potremmo optare per suoni sibilanti per
catturare la corsa della turbolenza. In ogni caso, stiamo scegliendo le
parole non solo in virtù del loro significato, ma anche della loro
qualità tonale.
onrushing rapids rapide dirompenti
the sound il suono
never passes non passa mai
(Herb Barrett)
Possiamo anche considerare le differenze in tutti i vari suoni
all’interno di una lingua così come contribuiscono al suo timbro. A
volte scegliamo parole che “suonano meglio” grazie ad assonanze o
allitterazioni, ma altre volte è per la qualità intrinseca nella
disposizione dei suoni al loro interno.
in afternoon heat-- nell’afa pomeridiana--
a blue of bee wings un blu di ali d’ape
stirs the columbine scuote l’aquilegia
(Richard Crist)
La melodia è il movimento della lingua in due direzioni:
orizzontalmente attraverso il tempo (ritmo) e verticalmente attraverso
l’intonazione (timbro). Tale combinazione di elementi musicali è ciò che
caratterizza il suono di una poesia, per comprendere la quale occorre
allenare l’orecchio. Confrontiamo le diverse melodie di queste poesie e
come il fraseggio preciso in ognuna catturi la musica del momento, oltre
che il suo senso:
thunder tuono
woodshavings roll trucioli che rotolano
along the veranda per la veranda
(Dee Evetts)
longest night: la notte più lunga:
in a glass paperweight sul fermacarte di vetro
snow slowly settles si posa piano la neve
(Anna Holley)
In my ordinary clothes Nei miei abiti di tutti i giorni
thinking ordinary thoughts-- ho pensieri di tutti i giorni--
peach blossoms fiori di pesco
(Ayaki Hosomi)
Quando scriviamo siamo attenti al contenuto del momento e cerchiamo di
incorporarlo nella poesia. Spesso però stiamo cercando di dar voce a ciò
che non si può raccontare, ed è solo attraverso la padronanza degli
elementi musicali di una poesia che possiamo approssimare l’effetto che
l’esperienza ha avuto su di noi. Ancora una volta, le parole di Ezra
Pound: “… comporre secondo la sequenza della frase musicale, non secondo
la sequenza del metronomo.” Non si è mai migliorato tale consiglio.
Inoltre, il controllo della musicalità in una poesia identifica la voce
del poeta come nessun altro aspetto dell’haiku.
Down to dark leaf-mould Giù sulle foglie morte
the falling dogwood-petal il petalo di sanguinello che cade
carries its moonlight si porta dietro il chiaro di luna
(O. Mabson Southard)
E’ solitamente la musicalità del trattamento ciò a cui ci riferiamo
quando diciamo che riconosciamo lo stile di un poeta. Potremmo tutti
avere la medesima esperienza, e potremmo aver tutti cercato di trovare
le parole giuste per esprimerla. E in molte esperienze comuni, le poesie
possono essere notevolmente simili. Quando le si tratta in maniera
musicalmente caratteristica, tuttavia, tale momento diventa senza ombra
di dubbio la poesia di Southard.
Autore: Jim Kacian - traduzione di: Alessandra Gallows