lunedì 31 dicembre 2018

Spigolando
di Epitteto

1 - Il tradimento.
Amore è tutto ciò che si può ancora tradire.
Nel senso che una volta che lo si sia ingannato, non esiste più e non si può più donare.
Così l'Amicizia virtuale nei social.
Se venuta meno una volta, è impossibile fidarsi nuovamente del traditore.
Se riconcessa, nulla sarà più come prima.
Quindi inutile insistere e fare il pentito: si potrà perdonare, ma la macchia del sospetto resterà indelebile.


2 - Parafrasando il < Misogallo > di Vittorio Alfieri...
< Uomini che tutto fanno e nulla sanno,/
che tutto sanno e nulla fanno /
gira e rivolta, son al Governo/,
più li pesi e men ti danno... >

Gioachino

Damiano Lentisco
16 luglio 2011
SO' NERVUSO!

Stammatina me sò aizato nervuso
tengo n'elicottero ind'o cazone.
Uuuh, comme girano!
Sbattess'a capa sfacci'o muro,
si nun foss'a mia.
Pe ffurtuna sto sulo:
chi a suppurtasse na mugliera,
e qua mugliera suppurtass'amme?!
Me so sbarbato e lavat'a faccia,
Macchè, schifo facevo e schifo faccio.
'O sango me revolla e 'o core sbatte,
So nu vulcano, ca fra poco sbotta,
nu lanciafiamma, na bomba senza miccia.
Se sputo nfacci'a uno 'o ppiccio!
Pe' l'oroscopo, era na jurnata serena.
Sera nervosa ch'era, sangh'e arena!
Lendam
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Commento di Epitteto:
Damiano di tanto in tanto esce dalle nebbie.
Amico della prima ora, sta combattendo da tempo con una malattia malandrina.
E lo penso sempre, quando stendo le mie mani forti e ferme.
Ringraziando il Cielo per avermi risparmiato tanta sofferenza.
Ora con apprensione leggo della sua solitudine coniugale.
Tempo fa lui stesso mi parlava di una certa infatuazione religiosa che rendeva difficile il rapporto familiare.
Comunque con questa proposta Damiano esorcizza un certo disagio esistenziale.
E se la prende col destino cinico e baro.
Caro Amico, non ho ancora trovato alcuno che almeno qualche volta non sia sbottato in imprecazioni.
Che sia Padre Pio ad assisterti nel contenimento delle parolacce?
Io da agnostico non ho nessun mistico a cui appellarmi.
Sono solo come te, e non sai la mia disperazione.
In un mondo interiore chiuso in se stesso senza appoggio spirituale.
Fai bene ad imprecare di tanto in tanto: serve per scaricare le tensioni senz'altro sbocco.
Poesia, questa in lettura, discesa dal cuore prima che dalla mente: l'unica , vera, sincera dichiarazione d'amore per la Musa che ti assiste.
Buon anno, Amico mio e che la sorte ti sia leggera.
P.S.: La poesia è del 2011, ma se l'hai riproposta vuol dire che le cose non sono cambiate.
Del resto il destino, quale che sia, vive con noi per sempre.
Epitteto

domenica 30 dicembre 2018

A fine anno
di Epitteto

1 - La trappola.
Schopenhauer ebbe a scrivere. < La donna è una trappola inventata dalla natura >.
Perchè ella stende per bene la sua tela e attende.
Prima o poi un malcapitato vi si impiglia e per lui sono guai infiniti.
Così s'impara a mettere il < coso > nella < cosa >...


2 - Festività.
In questi giorni di festività di fine anno, è tutto uno scambiarsi di visite ed auguri.
Ma anche di rompiballe.
Il dover cioè ascoltare compunti la marea di disgrazie altrui succedutesi in trecentosessantacinque giorni.
Giusto l'andreottiano < chi non ha guai se li va a cercare >.
E allora siete avvisati: non scaricate sui malcapitati ospiti l'intero anno di sciagure che vi son capitate!
Gedeone

sabato 29 dicembre 2018


Le montagne sacre
di Eubulide

In Giappone, nelle terre del buddismo e delle cremazioni, esistono tre montagne sacre: quella del Passato ( Gassan ), del Presente ( Haguro ) e del Futuro ( Yudono ).
Salendo le quali i pellegrini sperimentano processi spirituali rigeneranti.
Ivi in alcuni templi sono esposti e venerati corpi di < santi >, cioè di monaci che si sono < automummificati > attraverso rigorosissime pratiche ascetiche per diventare buddisti anche nel corpo e raggiungere così l'unione con il Buddha cosmico già in questa terra.
Uno dei più noti di questi asceti automummificatisi è Tetsummonkai conservato al tempio Churenji: nato nel 1759 ed entrato nel nirvana finale a 71 anni dopo duemila giorni di dieta strettissima a base di sole erbe.
In Giappone ci sono 16 esempi di questi asceti: quando sentono l'approssimarsi della morte, entrano dentro una piccola cavità sotterranea di pietra, mettendosi seduti nella posizione del loto in attesa della fine.
I loro corpi di solito si < seccano > evitando la putrefazione e dopo tre anni e tre mesi vengono accolti con tutti gli onori nel tempio, venerati dai devoti come manifestazione fisica del Buddha.
Assumendo su di sè tutti i mali del mondo, salverebbero il popolo da epidemie, fame e sofferenze.
L'automummificazione è ritenuta di gran lunga più meritoria della classica mummificazione egizia per inseguire la perennità del corpo.
Fra Salimbene.

venerdì 28 dicembre 2018


Il compleanno di Mirko
Amore mio
non sei tu la rugiada
che si consuma nel mattino
nè il vanesio fiore giallo
che soccombe a gelo e noia...
Là nell'orto ti ritrovo!
Nel maestoso, forte e nobile carciofo
le cui foglie grezze e dure
di cui si spoglia piano piano
sono gli anni che tu lasci
alle tue spalle risolute
per svelare sempre più
anno dopo anno
il più verde fresco e giovane dei cuori.

Nadia Rizzardi
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Epitteto:
Secondo i meno generosi il carciofo < è una creatura intrattabile, antipatica, scostante, ostile >.
Chiuso a riccio, ti punge se lo sfogli.
E solo alla fine dal cuore tenero e gentile.
Una metafora della vita, faticosa a percorrersi , che ci avvezza alla scorza dura per superarne i perigli e i tanti agguati.
Ma per chi sa amare e ben guardare al fondo, addentro si trova la fibra generosa che costituisce l’essenza vera della personalità nascosta.
Il compleanno è l’occasione principe per esternare l’apprezzamento al proprio coniuge.
La poesia in lettura, con la sua comparazione simbolica appariscente ed inusuale, riesce bene ad evidenziare il carattere forte e spigoloso della mia terra, ma dal magma aperto e sensibile nei rapporti affettivi.
Molto bene, Siddharta.
IL RIFUGIO
-di Epitteto Eubulide_

In compagnia dispersa su al rifugio,
sfinito, in respir corto a terra indugio.
Vicin donzella in finto suo pudore,
cambiando la maglietta pel sudore,
si spoglia nuda fino alla cintura.
Negli occhi ancor mi balla la figura...


Splendor più alto inver dell'alte vette:
un pizzicore strano in cor mi mette.
Pensieri
di Epitteto

1- Elogio della modestia.
Vi sono persone, e sono tante, che compiono azioni meritorie pur restando nell'anonimato.
Altre riservate che tendono a non mostrare i propri talenti.
Di contro abbiamo una maggioranza di incapaci sempre alla ricerca di un palcoscenico plaudente.
L'atteggiamento di modestia ed umiltà è di certo una forma silenziosa di comunicazione delle proprie qualità.
Star dietro le quinte letterarie è la miglior espressione di valore, a disprezzo del quotidiano mostrarsi dell'esercito di poetastri esibizionisti, squinternati e nullafacenti che quotidianamente intasano la Rete.

2 - Colazione filosofica.
< Non onorate i vecchi, ma abbiatene pietà perchè sono lo specchio di come diventerete > ( Giovanni Giudici, 1924-2011 ).
In sovrappiù, cari scribacchini dei miei stivali, giovani e meno giovani, di tanto in tanto tastatevi la faccia per sentirvi sotto il futuro teschio... ( aggiornamento in Rete di un proverbio cinese )
Orazio che strazio

giovedì 27 dicembre 2018


MA CHI CACCHIO M’’O FFA FA?
di Sabato D'AMATO

Ma chi cacchio m’’o ffa fa?!
A raccogliere la pezza
si po doppo aggia jettà
tutte cose int’a munnezza.
Certa gente, nostri uguali
per descriverli bisogna
confrontarli agli animali
che si nutrono di fogna.
Come iene oppur serpenti
stanno sempre là in attesa
e ti mostrano quei denti
se ti vedono in difesa.
Affacciati alla finestra
solo aspettano l’errore,
ti colpiscono di destra
e mirando sempre al cuore.
Mi domando e dico spesso:
ma chi cacchio m’’o ffa fà?
Fa che pensano..so’ fesso
confondendo la…bontà.
E perciò ho già deciso,
questa gente è da evitare;
troppo tempo nce aggio misso
voglio ancora respirare.

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  Commento di Epitteto:
Grande domandone in poesia.
Mio caro Autore, noi siamo dapprima la voce
che grida nel deserto, eppoi diventiamo
la voce della coscienza.
Perchè intorno a noi infuria l'urlo del vento
e della sabbia, in ghibli rabbioso.
Ma loro non ci possono far niente:
vorrebbero non leggerci, eppure una forza misteriosa li costringe.
In quanto il sapere e la verità sono come l'acqua,
che non avendo ossa col tempo penetra e s'espande ovunque.
Ecco, il Poeta ha dalla sua l'ispirazione,
cioè l'afflato divino che costringe all'ascolto ed affascina.
E come dimostra la storia nei millenni,
aiuta a vivere e migliora l'umanità.
Poesia monitrice contro la sordità del prossimo.
Con noi duri, a persistere!
Fraternamente. Epitteto
La vergogna
di Epitteto

La vergogna può essere di tante specie.
C'è quella soggettiva, quando ci si vergogna di se stessi per comportamenti personali innati o acquisiti contrari all' etica individuale o collettiva, materiale o spirituale.
Ci si può anche vergognare di vergognarsi, ma allora la questione è di competenza dello strizzacervelli.
Peggio quando non ci si vergogna di non vergognarsi, il che può essere materia delinquenziale, anche letteraria.
Secondo S. Agostino è una cosa vergognosa < non aver nulla di cui vergognarsi >.
Poi abbiamo la vergogna oggettiva o collettiva, quando ci si vergogna di comportamenti sociali, politici, religiosi, economici, ecc. indecenti, infami o violenti.
Tra questi quelli narrativi o poetici, via carta o via web, quando ci si vergogna di certe schifezze pubblicate che disonorano persino la Patria...
Come pure vergognosi sono quei lettori che per buona pace o opportunismo inondano di like compiacenti tanti aborti scritti altrui.
Fra Salimbene
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giovedì 20 dicembre 2018

Un pò di storia
di Epitteto

1 - La battaglia del cammello.
Nel 656 d.C. presso Bassora ( Iraq ) si ebbe la < battaglia del cammello > tra i seguaci di Maometto ed il Califfo ribelle Alì.
Tra le fila dei primi partecipò anche Aisha, la vedova del Profeta, chiusa in un baldacchino corazzato sul dorso di un dromedario.
Fatta prigioniera, Aisha venne relegata a Medina a vita domestica.
Il pio Alì, cugino e genero di Maometto, vincitore della battaglia del Cammello ( la prima guerra civile all'interno della Comunità musulmana ), fu assassinato mentre sedeva in casa a leggere il Corano.
Diciannove anni dopo la sua morte, si ebbe lo scisma tra sciiti e sunniti, tuttora perdurante ( gli uni guidati dall'Iran, gli altri dall'Arabia Saudita custode dei Luoghi Sacri ).
Per gli sciiti solo un discendente diretto del Profeta può fregiarsi del titolo di Califfo: ancora oggi è facile imbattersi nelle strade e piazze del Libano meridionale, o nelle città più religiose dell'Iraq in processioni di fedeli che si battono il petto con catene e si flagellano la schiena e il capo al ritmo dei tamburi.
Con rivoli di sangue, anche dei bambini.


2 - Le sabbie mobili.
Film e raconti ci hanno sempre terrorizzato con il risucchio delle sabbie mobili fino a morte assicurata per asfissia e conseguente sepoltura invisibile.
Ma le cose non stanno così.
Secondo le ricerche scientifiche, la densità del nostro corpo è circa la metà di quella delle sabbie mobili: per cui una persona può affondarvi solo per la metà della sua altezza.
Quindi inutile pensare di liberarsi del coniuge scomodo ricorrendo alle pozze di sabbia...
Zarathustra

martedì 18 dicembre 2018

1 - Altro che zitelle.
Le donne single sono felici, soprattutto dopo i 45 anni.
Una ricerca dell'agenzia londinese di analisi di mercato Mintel rivela che il 32% delle donne single tra i 45 e i 65 anni ha affermato di stare benissimo da sola, contro il 19% degli uomini appartenenti alla stessa fascia d’età.
La singletudine rende felici.
( di Eleonora Giovinazzo in You Tube )
 
2 - Punti di vista.
Il bambino: < La mia mamma è grassa.
Ma io sono contento perchè ho più mamma da voler bene! >. 

3 -
N’AUCIELLO FRIDDIGLIUSO
***di Pietro ZURLO***
***
N’auciello friddigliuso stammatina
’ncopp’a fenèsta ’casa s’è fermato,
e ’nfacci’o vrito po’ m’ha tuppetiato,
certo pe’ ffa capì d’’o friddo e ’a famma.
***
Era nu passariello, aggio capito...
e la fenesta ’nchiusa ’aggio araputo,
senza ’e s’appaurà isso è trasuto...
aggio penzato: ’a famma chesto fa’!
***
So’ ghiuto chianu chiano int’a cucina...
isso m’ha secutàto zumpettianno;
aggio pigliato ’nu pezzullo ’e pane
e ll’aggio smullechiàto pe’ nc’o ddà.
***
’A verità, s’è buono saziato...
tant’è che nn’a ferneva chiù ’e cantà;
doppo nu poco ’e tièmpo vernuliàto...*
da la fenesta aperta se n’è ghiuto!.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
* Vernuliàto= Cinguettato, garrito
***************************************
*Epitteto EUBULIDE:
Un bellissimo volo poetico, di deamicisiana memoria.
In un mondo ove < homo homini lupus >
( = l'uomo è un lupo per l'uomo ), rincuora leggere favole come questa.
Con la morale sottintesa alla Esopo: la reciproca fiducia e la solidarietà fanno fare un grande balzo all'umanità, sognando che non tutto è perduto.
Il Gigante buono e il Nanuzzo affamato.
Poesia edificante da declamare soprattutto ai grandi, perché meditino...
Cinico Cratete.

Zibaldone
di Epitteto

1 - Libero arbitrio.
Tu potrai degenerare al livello dei bruti, come nel rigenerare nel supremo divino ( Pico della Mirandola in < Oratio de hominis dignitate > ).
Secondo le scienze cognitive, invece, il libero arbitrio non sussiste: si decide inconsciamente nel cervello un istante prima di fare alcunchè.


2 - Le rese.
In Italia si pubblicano ogni anno 70.000 libri e libretti, tra cui le malfamate silloge di migliaia di poeti illusi e scoppiati.
Con rese invendute da capogiro.
E chissà quanti altri manoscritti giacciono nei cassetti.
La Rete poi assorbe milioni di free lance letterari evitando anzitempo suicidi di massa.
Ormai nessuno più legge i signor nessuno...

3 - Parafrasando.
Facendo il verso a Isaac B. Singer, l'umanità è l'orrore di dio.
Belzebù

lunedì 17 dicembre 2018

IL LAMPO
( di Manrico Bacigalupi)

Un lampo squarcia l’ombra della sera,
d’un tratto, repentino, sopra il mare.
E’ un attimo che abbaglia la scogliera,
un battito di ciglia e poi…scompare !
Ed ecco il tuono esplode e la sua rabbia
s’avventa dentro al cielo, come un lupo
che raspa inferocito chiuso in gabbia…
ma poi si cheta, in brontolio più cupo.
Or nubi grigie corrono nel vento
mentre la pioggia cade senza sosta.
S’accende ancor la rupe un sol momento,
e appare là, una vela,sotto costa !
Chissà la notte se sarà un tormento
e se domani il sole ancor si desta ?
***********************************
Epitteto:
Di primo acchito sembrerebbe un sonetto banale e oleografico.
Ma solo per i superficiali.
Invero il realismo dell'affresco affonda le radici nella terra e nel mare della bella Isola d'Elba.
Come il ciel di Lombardia, così bello quand'è bello ( Manzoni, Promessi sposi ).
Poi si sa, quando il tempo cambia, la natura ostica prende il sopravvento e vien giù il diluvio.
Fulmini e saette che rendono selvatici i luoghi, tra mare e dirupi.
Ma un lampo alfine squarcia le tenebre ed illumina una barchetta in mezzo all'onde: quasi a parafrasare la vita terrena tra le procelle della sorte cinica e bara.
Adesso è notte, ma domani andrà certamente il sereno.
Impareggiabile Manrico, cantore della natura e della speranza.
Bravissimo, Siddharta.

domenica 16 dicembre 2018


Spigolando
di Epitteto

1 - I mariti inutili
Arrivati ad una certa età ragguardevole,
i mariti diventano inutili.
Nel senso cioè che, non servendo più a niente, sono sopportati come un peso in famiglia.
Tuttavia l'insoddisfazione coniugale parrebbe reciproca.
Perchè i mariti inutili a loro volta sbandierano ai quattro venti le proprie mogli come semplici badanti a tempo pieno...


2 - Marito sconsolato...
Le mie lacrime non la resusciteranno.
Ecco perchè piango a dirotto!

3 - L'errore.
Gli umani sono l'errore di dio ( Isaac B. Singer ).

Sacripante
Teresa Frasca
LA PRIMA NEVE

Fiocchi di neve,
invernali stelle cadenti,
piovete ghiacciati coriandoli:
come folletti danzanti
irridete le notti più fredde.
Con arcana magia
rendete
vaghi e felpati,
i passi dell'umano rumore
e, per un istante,
ridonate l'incantesimo
della perduta infanzia,
agl'imbiancati cuori.

*************************
Commento di Epitteto:
Poesia rigida sia nella struttura che nel significante.
Le figure retoriche ben distribuite non appesantiscono eccessivamente il testo.
Quasi un flash di primo impatto.
Direi una descrizione fredda come il paesaggio a riferimento.
Con il solo accenno intimistico, ma sufficiente, agli < imbiancati cuori >, pieni di nostalgia per < l'infanzia perduta >, quando l'ingenuità faceva aggio sull'indurimento dei sentimenti del vivere.
Direi una poesia a metà tra emozione e tecnica, che non presenta novità, ma che si fa leggere volentieri.
La nostra Autrice si spende con parsimonia, aumentando le aspettative dei lettori.
Ottima la distribuzione dell'interpunzione.
Molto brava, Epitteto.
E’ GIA’ NATALE !
( di Manrico Bacigalupi)

Con il nasino appiccicato al vetro.
Il bimbo guarda scendere la neve;
le macchine, giù in strada, avanti e indietro
s’incrociano silenti, a passo lieve.

Son fiori bianchi e scendono dal cielo
a mille a mille ed ecco, in un momento
s’inseguono d’intorno, a mulinello…
per poi svanire e perdersi nel vento !

Un manto bianco, silenzioso sale.
Rivolge, in cielo, il bimbo una preghiera:
“…O mio buon Dio, fra un po’ sarà Natale.
mi mandi il babbo mio, per quella sera ?

La mamma piange ancor, non si consola;
anche l’amore mio ben poco vale.
Per una sera… una volta sola !
Ti prego, mio Signore…è già Natale ! ..”

**********************************
Commento di Epitteto:
Le poesie di Manrico vanno lette alla luce romantica della vita, della natura, dei sentimenti.
L'aspetto religioso fa capolino sovente col tocco leggero dell'animo gentile, sospeso nell'immaginario tra speranza e realtà.
Per l'intimo fanciullesco e pedagogico potremmo definirlo un De Amicis moderno, anche se quest'ultimo del tutto privo della fede teologica corrente ai tempi.
La letteratura del Nostro è leggera, addirittura soffice, quasi timorosa di esprimersi con la forza travolgente delle parole.
Il suo parrebbe più un invito a sognare che non a descrivere la realtà nella crudezza dell'esistere.
Un poeta quindi dal verso composto, ma pregno di intimo significato.
Tanto gli dovevo, Epitteto.
Pietro Zurlo CON COMMENTO DI CINICO CRATETE
AMICHETTO DI EPITTETO EUBULIDE:
PENZIERO D’’O PAESE
***di Pietro ZURLO***

Penziero d’’o paese mio luntano…
doppo tant’anne tu me viene a mente;
me ne so’ ghiùto senza sapè niente,
lassànno tutt’e ccose mie chiù care.
Lassaje l’amice, quacche nnammurata,
lassaje ’e ssore meje, màmmema e pàte;
tanno nun ce penzaje, ero scujetato…
ma a sta luntano ’a te nun se po’ stà!
E ogni tanto vengo addò so’ nato…
e giro pe’ sti strate maje scurdate;
’ncopp’o rione Barco, ’a zona mia,
truvanno quacche amico ch’è spusato.
Na stretta ’e mana, nu saluto ’e pressa
e torno n’ata vota a passiggià...
rimangono ’e ricòrde ’e stu paese...
tanta barcune chin’e sciure ’e rose.
Ce trovo pure chillo ’e nenna mia
quanno l’ammore mio adacquava ’e sciure...
m’’o guardo e ‘a dinto se fa triste ’o core…
nisciuno chiù s’affaccia p'adacquà!.-
G L O S S A R I O:
-So ghiuto= Sono andato,
-Tanno=Allora,
-Scujetato= Scapolo,
-'E pressa=Di fretta,
-Barcune=Balconi,
-Barcunata=Balconata,
-Na nenna= Una ragazza,
-Adacquava 'e sciure= Innaffiava i fiori,
-P’adacquà=Per innaffiarli.
La detta lirica è stata premiata con 2° posto dalla sottostante commissione del concorso di Poesia e Narrativa:
COMMENTO della commissione "Roscigno Vecchia" del 22 settembre 2012 nelle persone di: Dr. Giacinto IANNUZZI, (Presidente della Commissione); Ins. Lucia CLEMENTE (Presidente dell'Associazione) e dal sig. Leopoldo PASSARELLA:
Pavese affermava "Ognuno si porta un paese nel cuore", il paese come scrigno dove sono custoditi gli affetti più cari, le amicizie vere, gli amori nati e finiti, i sogni, la voglia di vivere la comunione dei sentimenti e di rivivere situazioni e relazioni ormai in disuso, tempi e spazi condivisi, le radici. Paese che si ammanta di malinconia quando da lontano si avvertono i profumi trasportati dal vento e prepotente ritorna la voglia "a te truvà". E si ritorna, e non sempre si ritrova, tutto quello che si è lasciato e che resterà indelebile solo nella memoria di chi ama ed ha tanto amato. Questa poesia è un excursus fra i meandri del cuore dove si celano i più intimi sentimenti, le mere nostalgie che espresse con parole semplici fanno riflettere ed emozionano.

COMMENTO DI CINICO CRATETE
Lirica dalla profonda vena nostalgica.
E' inutile, l'imprinting ritorna a galla per quanto tempo possa essere trascorso. In fin dei conti i ricordi dei primi anni restano indelebili.
Si può girare il mondo, visitare le contrade più belle, ma il nostro pensiero resta ancorato a quei tempi di vita. Quando si formano gli affetti, il carattere, le esperienze, i rudimenti di scuola.
I nostri emigranti in U.S.A.: le madri, i nonni colà rifiutavano la lingua, gli usi, i costumi del posto e testardamente parlavano in famiglia il patrio dialetto , perpetuando le proprie tradizioni.
Quando si ritorna al paese ci assale lo struggimento interiore. Qua c'era il tal negozio, là il primo bacio d'amore, qui si faceva la festa rionale...E dentro un piacere che emerge, e fuori parole a profusione fino a stordire chi ci ascolta...E le persone, come sono cambiate! E noi per loro. Con quello sguardo reciproco interrogativo e smarrito con cui si cerca di ricordarci dopo il tanto tempo trascorso.
E poi si riparte, si torna al nostro mondo di sempre, ben sapendo che un pezzo di noi rimarrà come ogni volta nella terra natia.
Ho scritto questo commento senza leggere le motivazioni del premio ( che ora andrò a scorrere per non intaccare la spontaneità del mio giudizio.
Bravissimo.
Cinico Cratete.

La conta
di Epitteto

Io ci ho un metodo formidabile e infallibile per selezionare gli amici virtuali di < facebucche >.
A fine di ciascun mese canonico metto in fila tutti i nuovi che mi hanno chiesto l'amicizia.
Poi faccio la conta:
< Sotto il ponte di Cavacca
c'è Pierin che fa la cacca,
e la fa dura dura
il dottore la misura,
e misura trentatre
fuori l'uno, il due e il tre! >.
Fin quando mi resta la solita ventina.
Lascio cioè alla sorte la benevolenza della scelta.
A che nessuno me ne voglia...

Epaminonda

sabato 15 dicembre 2018

Qua e là
di Epitteto

1 - Negli anni ho letto in rete così tante schifezze poetiche altrui, che le mie al confronto paiono degli zuccherini.
E pensare che vi sono ottimi blog e siti che se la tirano tanto, invasi da invasati scribacchini a tutto campo che ne fanno perdere serietà e prestigio.

2- I ricordi del prossimo anno già mi pesano...

3 - Dire sempre il vero e mai la verità!

4 - Credo, sono un fervido credente, soprattutto nella forza della Chiesa di Roma nel collocare all'estero valuta pregiata.

Laomedonte

venerdì 7 dicembre 2018


- NUDITA' DELL' ALBA -
Danzano fanciulle
su arazzi lunari ,
rondini notturne
garriscono
verso innocenza d' astri .
ali e criniere :
arabeschi di cavalli
e' il cielo .
Gli occhi sollevano onde ,
ridiscendono luce
fra oscillanti alghe .
Fiori pensili :
illusione armonie
di corolle .
Navigli cancellano maree
e insidie lunari . L' anima
rinasce fra le spume
nella casta nudita' dell' alba .

- MARIA TERESA LIUZZO -
**********************************
Commento di Epitteto:
Mah, io all'alba tutte queste cose mica ce le ho viste mai.
Sarà che sono un prosaicone della madonna.
Oppure con gli occhi rivestiti di fette di salame.
Una retorica ingombrante, che alla fine intasa una chiara visione d'insieme.
La mia anima invece si nutre della semplicità del dire.
Bisogna guardare con l'innocenza di un bambino per cogliere l'essenza della vita e della natura.

venerdì 30 novembre 2018

Foglie sparse
di Loretta Zoppi
( raccolta di poesie )

L’INTRUSO
Mi capita nelle sere di dicembre
D’udirne i passi sulle foglie secche
così lo invento disegnare arazzi
sotto il nespolo in fiore e sulla fonte.
Dietro i vetri il suo respiro è caldo
le dita vedo affusolate e bianche
se non fosse folle direi che stanno ardendo
tanto brillano fuori in solitudine.
Così si accende in questa trasparenza
una blanda e un po’ confusa giovinezza
che dopo secoli di sonno si sorprende
a danzare ormai regina della casa.
Non posso più girare tanto è forte il battito
perché lo sento: già avanza nell’ingresso
lascio lo sguardo a contemplare oggetti
e le pareti che negli anni ho consumato.
Così mi trova e accanto a me si siede.
Crudele mi ricorda la dolcezza
di una lunga passeggiata solitaria
verso un crepuscolo che ogni senso inganna.
^^^^^
ANCOR GIOVANE GAZZELLA
Il veloce aspetto di luce
opaco si desta
nel pallido risveglio della marmotta.
Ombra che a terra pensa
l’occhio fugace
tra le foglie incerto
il gesto tremulo si perde.
Il muschio spacca la corteccia
e verde beve la resina aspra dell’ultimo getto.
Ancor giovane
azzurro impastato di vento
inquieta e selvaggia pineta marina
gazzella nei fiori
d’un balzo momenti assapori
respiro più grave
silenzio.
^^^^^^^^^
IL RISVEGLIO
Anche se a lampi bruni
il trillo dell’anima nostalgica
annebbia il sorriso ch’io so di fanciullo
sarà utile amare
e cullare il tuo infinito silenzio
con labbra più segrete e assorte.
Violento il fuoco
consumerà l’estremo bianco sommerso
ma avrai vita
e sarai
come a lungo ho sognato
mio amore ostinato
^^^^^^^
LA ROSA DI NOVEMBRE
Nessuno saprà mai del suo sortilegio
né cosa cerchi tra noi il suo spettro adorabile.
Carico di beni
appagato secondo il mondo
con l’estasi di un dio clandestino
si sostituisce per noi all’anima
evocando creature lunari .
Che cosa possiamo mai condividere con lui
o possedere ,noi
così poco inclini alle vedute del tempo
alle soglie di una povertà ideale.
Il suo nome era scritto nel passato
nell’oro degli anni risparmiati
nel rosso di una rosa di novembre.
*****************************
EPITTETO:
Di norma commento una poesia alla volta.
Ma in questo caso ritengo indispensabile accorpare.
Loretta è poetessa di lungo corso, ci conosciamo da tempo su Fb, sa come la penso.
E cioè che sono ammalato di ricerca interiore, che per mia natura mi impegno a capire soprattutto nel profondo il messaggio dell'Autore che posta.
Per sentire risvegliare il me il diapason dell'accordo dei sentimenti e quotidianità vissuta.
D'altra parte in molti sostengono che una lirica ( per me sono tutte liriche quando sollevano un interesse letterario ) può benissimo, anzi dovrebbe, limitarsi all'aspetto formale, lasciando le emozioni in capo all'io narrante.
Ecco, in questa silloge ristretta l'amica Loretta si è tenuta il segreto dei riferimenti, lasciandoci alle prese conoscitive dal solo titolo.
E allora mi ricolloco sulla musicalità del verso, sulle metafore appese, la bellezza espressiva, il senso onirico delle immagini.
Il trionfo cioè del formalismo ( colore, stile, suono, ecc., e qui ce n'è da vendere! ), che di per sè è già un valore.
Sufficientemente appagante, non potendomi arrischiare in riferimenti interpretativi.
Molto brava.
Siddharta

giovedì 29 novembre 2018

Sono le sette
e me ne torno a letto
come un gatto dopo una stirata
Come chi ne ha più ne mette
nel largo e nello stretto:
occhi pallati, oddio che nottata.


Adriano Pierulivo .
***************************
Commento di Epitteto:
Rende bene l'idea.
Forse anche meglio il gioco delle rime e delle assonanze.
La brevità come valore aggiunto.
Uno sfogo contenuto in luogo delle parolacce di rito dopo una nottata in bianco.
Titolo sperso e punteggiatura alla ventura.
Agamennone

Senza titolo
di Alba Spina

Odio il silenzio che m’assorda
Tra la gente che si parla addosso
Con occhi vuoti, sbiaditi.

Io voglio ascoltare una rosa
Che lenta si sfoglia,
udire il brusio delle api
festanti sui fiori d’arancio.

- ALBA SPINA -

*********************************
Commento di Epitteto:
Dopo tanto vivere nel fragore del mondo, ineluttabilmente giunge il momento del ritiro in se stessi per godersi in solitudine la contemplazione del silenzio.
Magari immersi nel misterioso avvicendarsi della natura, a cui fatalmente siamo legati in attesa di confonderci in essa, forse in altre forme di energia, fino al dissolvimento degli Universi.
Intanto godiamoci senza risposte il miracolo e lo spettacolo di tante altre piccole vite disperse all'intorno.
Molto brava, Epitteto.

domenica 25 novembre 2018

Herry Frux Cataldi
16 novembre alle ore 14:02

Il tempo
Ho visto la sua figura
andare avanti e
indietro
senza una meta,
me lo avevano detto
ma non ho ascoltato.
Ora vorrei tornare
indietro, riprendermi
quei giorni,
se potessi..
ancora una volta
sedermi per terra a fianco
a te, raccontandoti
una favola,
La farei scegliere a Te.
*****************************
Commento di Epitteto:
Per il Poeta scrivere è perdere spesso il filo del discorso, divagare, ricordare, andare anche al di là della logica narrativa.
Herry Frux vi riesce alla grande ancora una volta.
Il suo immaginario è imperscrutabile, forse chiuso nell'ambito familiare.
Dal quale siamo diligentemente esclusi, quale geloso patrimonio personale.
Ma a ben vedere , forse ci siamo immersi anche tutti noi: una figura cara ormai lontana nel tempo, da rivivere ancora una volta.
Grande Herry!

sabato 24 novembre 2018


D'i.stanze
di Mauri Mari

In quanto al tono delle mie pareti
mi è consentito di mentire a chicchessia
e a chi crede di potermi sbugiardare
che non si lasci infinocchiar da una facciata
sin troppo spesso tappezzata di sorrisi.
Posso nascondere il colore a chi c'è entrato
senza guardare
a chi ha sbirciato dagli oblò con sufficienza
e a chi vorrebbe entrare
nella mia stanza
per imbrattare le pareti di virtù.
Non lo permetto!
Quelle che avevo ormai le ho ricoperte
con una mano di bianco traspirante
che fa da sfondo ai miei nuovi graffiti.
Adesso la mia stanza è in bianco e nero
ma se la osservi da vicino mostra il mare
un mare di color grigio cangiante.
**************************************
Epitteto:
Tutti noi vantiamo queste stanze con queste pareti.
Con mala gente che vi vuol entrare vociando e blaterare con sufficienza.
E' chiaro, per tanto tempo la tappezzeria è stata incrostata di sorrisi di circostanza, di atteggiamenti di stile.
Per poter sopravvivere in una società bugiarda e violenta, che delle menzogne si nutre da sempre.
No!, non vi faccio più entrare nelle stanze del mio cuore a causa di tanta indegnità e ferocia.
Anche perchè ormai sarebbe del tutto inutile.
Non vedreste che un bicolore violento, senza più futuro.
Voi non lo sapete.
Ma io sono rimasto puro di sentimenti e in queste pareti tinteggiate di nuovo vi intravvedo comunque il mare trasparente, il mio mare d'infanzia, che son certo cangerà da grigio in azzurro intenso.
Perchè non mi avete ucciso del tutto: dentro di me è rimasto acceso il lume della speranza.
Che so non potrà/dovrà spegnersi, ma tramutarsi in un grande incendio.
Tutto questo ci ha detto Maurizio coi riccioli.
Bello il gioco di parole nel titolo, in piena assonanza col tema.
Eccezionale per forma e contenuto.
Splendida/mente, Siddharta.
POVERO A MME...E' MUORTO 'O SPAVENTAPASSERE!
***Con commento di Epitteto Eubulide***

’A MORTE D’’O SPAVENTAPASSERE
PIETRO ZURLO
***di Pietro ZURLO***
***
’O grano ammaturaje e fuje cugliuto
e rummanette sulo e abbandunato;
e quanno luglio e aùsto se n’è jùto
na brutta malatìa m’ha pigliato.
***
Manco n’auciello chiù addu me è venuto
pe’ s’appujà ncopp’a stu cuòrpo ’e paglia;
addò che apprimma sèmpe aggio tenuto
ll’aucielle a chiòrme a chiòrme int’a sta maglia.
***
Aggio saputo ca chi m’ha criàto
malato all’atu munno se n’è ghiuto;
e tutte quante ’e mè se so’ scurdato:...
mammuòcciolo da ’o viènto vrenzuliàto.*
***
Tenevo nu cappièllo quase nuovo
ca me mettette ncapo ’o campagnuolo;
crediteme si ’o ddico è fatto overo:
passaje nu cacciatore e ss’’o pigliaje.
***
C’’o primmo ventarièllo ’e ll’autunno
pe’ terra so’ caduto ’nzieme a ’e fronne;
sparuto, ruciuliàto e arravugliato
rint’a nu làgno doppo ammuntunato.
***
E accussì, carte, paglia, pezze e fronne,
strignute tutte quante int’a nn’abbraccio,
mo ce cuntammo ’a vita fatta ’e suònne
d’’e tiempe nuòste belle ormaje perdute.
***
G L O S S A R I O
-Ammaturaje= Si maturò,
-Cugliuto= Colto, raccolto,
-Pe’ s’appujà= Per appoggiarsi,
-A chiorme a chiorme= A gruppi a gruppi,
-Mammuocciolo= Fantoccio, figura d’uomo mal fatta,
*Vrenzuliàto: Da vrenzula- brano cascante di vestito o di panno stracciato. Brandello. Vedi pure Vrenzulòsa/vrenzuluso
-Fronne= Fronde, foglie,
-Sparuto= Macilento, sparuto,.
-Ruciuliato= Ruzzolato, andato ruzzoloni o rotolato,
-Arravugliato= Avvoltolato, da avvolgeer,
-Lagno= Sorta di canale in pendio tra poderi e poderi per lo scolo dell’acqua,
-Ammuntunato= Ammucchiato, ammonticchiato,
-Pezze= Stracci,
-Strignute= Strette in un abbraccio,
-Ce cuntammo= Ci raccontiamo.
***
COMMENTO DI EPITTETO
Sembra di leggere una gradevole filastrocca di Gianni Rodari, il noto maestro pedagogista italiano. La prima e questa seconda parte poetica contengono a ben vedere la parabola e il paradosso della vita. Nascita, vita e morte dell’uomo. Tra le note spassose, anche alcune considerazioni amare. Al nostro declino ci rubano tutto (…persino il cappello) e veniamo progressivamente dimenticati come merce ormai inutile.
Non ci restano che i ricordi dei bei tempi passati, anche questi forse alle nuove generazioni. Però chissà, come per lo spaventapasseri, ci resta la consolazione di aver ben svolto il nostro ruolo: un granello di senape cresciuto nell’arido campicello dell’umanità.

martedì 20 novembre 2018

Inquinamento luminoso
a cura di Epitteto

Prima della Rivoluzione industriale, la vita trascorreva secondo i ritmi della luce del giorno, fulcro dell'attività e del riposo.
Il tramonto segnalava all'orologico biologico il cambio di luce con avviso alla ghiandola pineale di avviare la produzione della melatonina.
Il che con il calo della temperatura corporea preparava al sonno.
Oggi con l'lluminazione artificiale a tutto campo, l'uso dei tablet, cellulari et similia a letto e di notte, il controllo del sonno sfugge per la ritardata produzione della melatonina.
Secondo la National Sleep Foundation almeno il 60% della popolazione soffre di problemi patologici, perdendo circa due ore di sonno al giorno.
Con le seguenti conseguenze psicofisiche:
- cronopatologie
- depressione
- alterazioni cognitive: ( deficit dell'attenzione, di memoria, ecc. )
- obesità
- sindrome metabolica
- diabete mellito tipo 2
- malattie neurovegettive
- cancro

Salomone

lunedì 19 novembre 2018

ROSELLA LUBRANO
" SE QUESTA E' UNA DONNA "

Occhi spenti, sbarrati
sotto un cielo che piange,
tu, fragile farfalla,
dalle ali spezzate !
Respiri piano,
i tuoi singhiozzi squarciano
il silenzio della tua anima .
Ti guardi intorno,
come un cerbiatto braccato dal lupo
senza mai voltarti indietro .
Quanto amore desideravi !
Quanta gioia speravi !
Ma il mostro era accanto a te
sotto le sembianze dell' amore .
Ora, finalmente, sei libera,
libera, senza catene,
corri a piedi nudi
poi ti fermi,
e, con le ginocchia nel fango,
protendi le mani
che invocano giustizia .
Parli alla luna
e un tenero sorriso di bimba
illumina le tue labbra
mentre il cielo commosso
ti regala l' emozione
di una stella cadente .
************************
Commento di Epitteto:
Probabilmente un'infanzia rubata.
Non so, di questi tempi d'informazione selvaggia e planetaria, anche le piaghe umane più nascoste vengono alla luce.
Quando una volta tante violenze rimanevano seppellite nella nebbia dell'ignoranza.
Ovvio certe nefandezze non vanno nascoste, ma denunciate e punite.
Il male non assume sempre veste epocale, ma si insinua anche nelle pieghe nascoste familiari.
Rovinando per sempre l'innocenza dei piccoli.
Tutto ciò premesso, stante il clamore sociale, mi aspettavo una tematica del genere dal solito grammatico di turno.
Sarà che ormai sono smagato di tutto e rotto ad ogni evenienza, non sono riuscito a commuovermi a questa ennesima denuncia.
Ciò non toglie che l'impianto complessivo del componimento si lasci apprezzare per leggerezza e compostezza del tratto, nonchè per la vena descrittiva.
Fobos

giovedì 15 novembre 2018

E quando rimarrai con te stessa,
non sentirti sola.
La tua anima
ti terrà compagnia

Enza Picone
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Commento di Epitteto:
Una massima che ha il sapore di una sentenza.
Quando ci si richiude in se stessi non si rimane mai soli.
Una folla di pensieri e di ricordi ci prende d'assalto, taluni piacevoli altri parassiti.
E ci si accorge che si sta meglio con se stessi che male accompagnati.
D'altronde è una logica conseguenza del fatto che si nasce soli e si muore soli.
Satanasso

mercoledì 14 novembre 2018

Conosciamo bene Epitteto Eubulide, di Pietro Zurlo:

Il passo
di Epitteto

Mirai quel viso terso che splendea:
non più di diciott'anni forse avea.
Poi il capo volsi altrove, vergognato
d’aver ficcato i miei negli occhi suoi;
ma tosto a vagheggiar tornai, stregato
da forza a cui resistere non puoi.
Alfin cessai d’ardire, il guardo basso.
Tra l'una e l'altra età tropp'era il passo!

Di tutto un pò
di Epitteto

1 - Stamane, ai bordi del paesello, due ragazzetti ( maschio e femmina ) vendevano le loro poche cose su di un banchetto improvvisato.
Il volto impegnato, illuminato dalla speranza di un piccolo successo mercantile.
Dolci creature, non ancora disilluse dalla vita: ho comperato qualcosa del tutto inutile per me, per non rimproverarmi di esser stato sordo alle loro offerte, sporcando l'ingenuità di chi per la prima volta si affacciava alla dura realtà dell'esistenza.


2- < Cosa stava facendo dio prima della creazione del mondo?
Stava preparando l'inferno per chi avrebbe fatto queste domande! >.
Così rispose scherzosamente lo scienziato astrofisico Hawking a un impertinente curioso.

3- Marthe, ex amante di Apollinaire, ma legata sentimentalmente al nostro poeta Ungaretti, così ebbe a scrivere al poeta francese , < Ho appena ricevuto una poesia da Ungaretti, che mi ama e che trovo sporco e privo del minimo talento >!
Fetonte

martedì 13 novembre 2018


Senza titolo

Ti desidero stasera,
prima dell'ultimo respiro vigile,
quando stai per abbandonarti
con gli occhi aperti,
che nulla guardano.
Tra quelle sete linde
che vestiranno i sogni
e si coloreranno
dei bianchi venire.
Ti voglio
per sentire ancora una volta,
quell'ugola
che si fa canto,
al termine
dell'amplesso.

Jurij Gagarin 11.10
*****************************
Commento di Epitteto:
Quasi nascosto a metà carme, occhieggia birichino un dire erotico maschile.
Ripreso sul finire con il gemito liberatorio e lussurioso, quasi un urlo, del raggiunto orgasmo femminile.
In altre parole l'acme per entrambi.
Una cosa confortevole in tempi di disagio sessuale.
Laddove recentemente due sposini hanno divorziato con addebito.
Lui perchè con un coso inferiore a 18 cm ed affetto da eiaculatio precox, lei perchè non raggiungeva di conseguenza l'orgasmo nè vaginale nè clitorideo.
Ma io dico, non se ne erano accorti prima del matrimonio?
Siamo nel tremila, e allora cosa ci sta a fare il fidanzamento?
Belfagor

I tuoi occhi , luminosi e singolari ,
proietteno negli animi di chi li mira
tutto ciò che di bello offre la vita .
Rosalinda De Franceschi
************************
Commento di Epitteto:
Dopo aver corretto mentalmente il disturbante refuso, mi accingo a commentare.
Proprio ieri in Tv ho ammirato un'intervistata piuttosto corpulenta, sul cui viso spiccavano un occhio chiaro ed uno scuro.
La singolarità dava luce ad un volto altrimenti spento.
Certi sguardi rivestono un non so che di magnetico e misterioso, in grado di scendere nei precordi di chi ne sia ammaliato.
Ci si sente allora a disagio, quasi nudi ed indifesi a tanta luminosità e profondità.
Pur se strizzacervelli, non sono mai riuscito ad ipnotizzare un soggetto, forse perchè non ci ho mai creduto.
Oppure è una dote che ce l'hai o non ce l'hai.
Rosalinda con questo post, seppure affrettato, pone l'accento sulla questione.
Certo più aforisma che poesia.
Asmodeo

lunedì 12 novembre 2018

Senza titolo
di Nino Barone

Quella volta
non diedi l'ascolto
dovuto
al richiamo
del cuore

al perenne
vocìo che dall'anima
s'espande
turbando il silenzio
e fu come inseguire
quel nulla
che talvolta
riempie la vita
e rimasi
lì sulla soglia
inerte e insicuro
a scrutare il mio spazio
in attesa di sentirmi
appagato
da quel ciò
che l'istinto
m'invitava a trovare
e fu come tornare
sconfitto
ferito malconcio
con le spalle curvate
dal peso di un vuoto infinito
tacque il mio cuore
ed io naufrago per incuria
rimasi da solo
lì sulla soglia
ad attendere
quel palpito nuovo
Nino Barone
**************************
Commento di Epitteto:
Beh, qui di stoffa ce n'è, pur se in abbondanza.
Una severa potatura, e l'impianto generale tornerebbe a nuova vita.
Nei silenzi dei tormenti, ci avvediamo d'esser attorniati dal nulla, la cui eco trasuda dai precordi.
In fin dei conti, dopo tanto frugare in ricerca, la risonanza si spegne puntualmente.
Siamo, ma non contiamo niente nell'economia dell'infinito.
L'unico legame con quest'ultimo sono i neuroni e le sinapsi del cervello, che per lo più ci danno risposte equivoche.
All'uomo quindi non resta che arrovellarsi in eterno sui perchè della vita.
Esteticamente, se opportunamente contenuto, il testo appare licenziabile.
A parte lo scempio dell'interpunzione soppressa.
Petronio
CON COMMENTO DI Epitteto Eubulide
DDOJE LACREME….
***di Pietro ZURLO***
***
Ma tu ’o ssaje, ca chianu chiano mòre…
a chi nun crede a niente e a nisciuno,
chi passa sempe rint’a stessa strata,
e chi fa sempe ’e stessi ccose fatte!
Sulo ’nu ciuccio misso a ttirà ll’acqua
attuorno attuorn’o puzzo è cumpiatito,
ma tu, ciuccio nun sì, tu arraggiuone…
e vuttale ogne tanto doje jastemme;
fatte sentì d’’a ggente, daje n’allucco…
ddoje lacreme…fattelle ’ascì ogne tanto!
’O core s’adducisce e trova pace…
e chi te sta vicino prova ammore.
Ma chi t’ha ditto ca nun chiagne l’ommo?...
Sulo chi è senza core maje nun chiagne!!!!
*******************************
Epitteto:
Sonetto in vernacolo, a sfondo morale.
Anzi, psicoterapeutico.
Tutti noi dovremmo esser chiamati a stenderci sul lettino dello strizzacervelli.
I casi della vita, i rovesci socio- politico-economico-religiosi ci hanno indurito e cuore e animo.
Non crediamo più a niente, il mondo corre per suo conto a perdifiato, i principi-cardine travolti...
Ma il Poeta, nella sua lungimiranza letteraria, suona il campanello d'allarme e getta un'ancora di fuga e salvezza.
Dobbiamo reimparare a commuoverci, fino a sgorgar di lacrime.
Tornare uomini dalla semplicità di un tempo, attenti alle piccole cose d'ogni giorno, a tendere la mano...
Chissà, potrebb'essere contagioso, comunque ci libererebbe dai pensieri parassiti per tornare a sorridere alla vita.
Pare un messaggio in bottiglia, lanciato nel mare dell'esistenza.
Raccogliamolo allora, tra una lacrima e l'altra.
La morale è semplice: smettiamola di indurirci nel male e guardiamo con ottimismo al futuro.
Poesia lineare, com'è costume dell'Autore, che ci fa leggere a sorpresa il Cielo che è ancora dentro di noi.
Ottimamente, Siddharta.

Di prima mattina
di Epitteto

1 - L'amidgala è una piccola ghiandola dentro la nostra testa che presiede alle emozioni, in particolare la paura, che condiziona le nostre scelte ed iniziative.
Eppure parrebbe che questa straordinaria regione del cervello non funzioni appieno nella categoria dei poeti.
I quali per lo più persistono senza tema a pubblicare ogni sorta di castroneria pseudoletteraria.


2 - I futuri ricordi già li sento insopportabili...

3 - Menandro, ripreso da Plauto: chi muore giovane è amato dagli dei.

4- Ralph Waldo Emerson ( 1803-1882 ), scrittore, poeta e filosofo: Dio è presente nel'anima e da essa direttamente intuibile.

5 - Evviva!
Studi recenti affermano che le persone più intelligenti vivono più a lungo rispetto al resto della popolazione.
Io ho superato la boa dei 92 anni, quindi...
Eracle

domenica 11 novembre 2018

Voglia di vento
di Alba Spina

Sfiorato dal sole nascente
Allungava il pontile l’approdo
E le molte partenze.
In aria aleggiava l’odore
Di giorni infuocati
E di notti sfinite di guazza.

La barca ormeggiata oscillava
Le vele legate
Frementi di voglia di vento.
**********************
Commento di Epitteto:
Ormai non so più come cantare la grazia, la leggerezza e la soavità dei versi di Alba Spina.
Nel silenzio della sua solitudine appartata, ella vive una realtà immersa nei ricordi della natura.
Il suo occhio attento, da artista, sa cogliere i momenti salienti del mondo attorno, evidenziandone la poeticità.
Con una chiarezza espositiva addirittura commovente nella sua brevità concettuale.
Un esempio di come dovrebbe sempre intendersi la creatività letteraria.
Delicata/mente, Epitteto.

L'orologio biologico
di Epitteto

L'assunzione di cibo deve avvenire in modo controllato e routinario per assicurare il massimo funzionamento dell'organismo.
La colazione di primo mattino, il pranzo mai dopo le 14 e la cena mai dopo le 20 assicurano la massima consonanza con il nostro orologio biologico.
Se mangiamo fuori orario o mangiamo qualcosa di notte o l'alimentazione non è variegata si avrà disordine metabolico e disturbi del sonno cronicizzati.
Con conseguenti obesità e insonnia.
Giovani, adulti e anziani abbisognano di 7-9 ore di sonno al giorno.
Fin qui le neuroscienze.
Resta però misterioso il fatto del perchè l'orologio biologico funzioni egualmente al sud d'Italia, dove gli orari di veglia, sonno e alimentazione sono del tutto sovvertiti!
Non mi soffermo a spiegare cos'è l'orologio biologico, perchè non ci capireste una minchia...
Annibale

sabato 10 novembre 2018

Le Mani
di Herry Frux

Un semplice gesto,
quasi insignificante,
per qualcuno.
La sensazione del tocco
è quella
di una lieve
carezza,
è un
qualcosa di magico,
di avvolgente.
Le sue mani,
così
rugose...
ancora le
distinguerei ad
occhi chiusi.
*******************
Commento di Epitteto:
Io delle mie mani ricordo il brivido voluttuoso nello scorrere la pelle vellutata e luminosa della lei di turno.
Poi guardo quelle ingiuriate dal tempo della mia adorata Santippe, ed evito di sbirciare le mie.
No, non saprei riconoscerle al tatto, le rifiuto, mi danno mestizia.
Forse perchè non ho saputo mai amare veramente.
Forse perchè non accetto le brutture della vecchiaia, anticamera della morte.
Sul testo.
La vera poesia, come nella fattispecie, è quella che riesce a sommuovere la coscienza del lettore, liberando una miriade di emozioni e sensazioni altrimenti represse.
Ulisse

Di tutto un pò
di Epitteto

- Nel bailamme politico-socio-economico dell'oggi, un'Italia così assurda da risultare autentica.

- Hai paura dei cani perchè loro sono fedeli e tu no.

- Ha messo il piede in fallo, si sente dire.
Azz..., laggiù ci sono anche i gioelli di famiglia: chissà che male...

- Il credente che non ha dubbi non ha fede.
La notte interiore è esperienza delle grandi anime.

- La lingua italiana è la quarta lingua più studiata dopo l'inglese, lo spagnolo e il cinese.
E' la lingua europea che si è mantenuta più stabile di ogni altra. Evitiamo di corromperla con la nostra ignoranza abissale.
Conoscere un gran numero di vocaboli crea cultura ed è un ottimo allenamento cerebrale per gli anziani.
Cincinnato

venerdì 9 novembre 2018

La pena di morte
di Epitteto

Caryl Chessman ( 1921-1960 ) fu un criminale e scrittore di successo statunitense.
Condannato a morte dallo Stato della California per rapina, sequestro e abuso sessuale, riuscì ad ottenere ben otto rinvii della pena in dodici anni di carcere.
Poi nel 1960 venne giustiziato nella camera a gas.
Durante la detenzione divenne famoso per i suoi libri e studiando diritto penale divenne difensore legale di se stesso.
Il mondo intero si mobilitò inutilmente per la sua grazia e l'abolizione della pena di morte.
Da convinto assertore dell'emenda e risocializzazione del reo, ricordo che ebbi a seguire la vicenda fino alla tragica conclusione del 1960 attraverso la RAI.
Ne fui amareggiato e comprai il suo libro < Cella 2455 braccio della morte >, che ancora possiedo.
Mi son sempre chiesto se l'uso della camera a gas, della sedia elettrica, dell'iniezione letale, della fucilazione, dell'impiccagione, della decapitazione, lapidazione, ecc. possano giustificarsi in Stati c.d. democratici o meno.
Fra Salimbene

giovedì 8 novembre 2018

I figli culturali.

Secondo Edoardo Boncinelli, fisico genetista e tant’altro, l’umanità ci dovrà fare i conti come in passato.
Noi non solo trasmettiamo agli eredi le nostre qualità biologiche, ma anche il patrimonio culturale.
Chissà quanti di noi potranno vantare il privilegio di essere ricordati e letti fra centinaia o migliaia di anni.
Contando cioè nella nostra presunzione narcisistica non solo sui figli biologici ma anche su quelli culturali.
Quasi un sogno di immortalità.
Poiché la cultura umana in senso stretto ascende a 6.000 anni fa, in senso ampio a 2.500.000 anni.
I figli culturali ( narrativa, poesia, saggistica, ecc. ) ci sono stati anche in passato, ma in misura ridotta rispetto al presente.
Oggi con la diffusione dell'istruzione e della tecnologia, la cultura- spazzatura è dilagata in modo esponenziale e questi nostri figli non avranno ricordo nel futuro.
SIDDHARTA
L'impotenza
di Epitteto

Secondo il grande filosofo Giovanni Gentile ( 1875-1944 ), ammazzato dai partigiani perchè colluso col fascismo, la religione è una filosofia-fiaba per bambini.
Intanto però è certo che siamo dei meccanismi destinati a morire secondo orologerie a tempo.
Al pari degli animali, vegetali e scomparsa del mondo inanimato.
Questo il regalo di un tale eterno ed immortale.
Che però anche lui ci ha le sue gabole.
Nella sua eternità ed immensità ( spazio-tempo ) non ha il piacere di sapere se è legittimo o bastardo, tanto meno di suicidarsi definitivamente o riprodursi.
Almeno una piccola soddisfazione anche per noi...
Lucifero

mercoledì 7 novembre 2018

Vizi e virtù
***del mio amico Epitteto Eubulide***
***
Quando l’uom diventa vecchio
si fa presto a far di conto:
con i vizi riempi un secchio,
sol un pugno di virtù.
***
Ha pretese senza senso,
a lagnarsi sempre pronto,
s’è poi laido come penso
ti fa schifo ancor di più.
Epitteto
La ballata
di Epitteto Eubulide

***
Sian gran feste, e canti e balli
leccornìe in quantità,
per città, pianure e valli
tutti quanti su a brindar!
***
Vanno a frotte i delinquenti,
prostitute e lor magnaccia,
in gran massa coi potenti
i lacchè, i voltafaccia.
Gli imbroglioni sempre a caccia
di persone buone e oneste.
La terrena peggior peste.
***
Dalle case imbandierate
urla, lazzi, oscenità,
per le strade illuminate
fin le bande giù a suonar.
***
Poi, lor dietro van gli eletti,
i pomposi cardinali,
quinci que’ che non rispetti
per i torti, i tanti mali.
Finti amici, i partigiani,
traditori, gli evasori,
tutti stretti in vasti cori.
***
Lo straniero a dimandare:
“ Chissà cosa mai sarà? “
Gli risponde un tal volgare:
“ Siamo tutti qui a vociar!
***
Oggi è morto un gran fetente,
l’Epittèto che tuonava.
Ei voleva che la gente
fosse onesta, buona e brava.
Il suo dire non salvava
niun di noi. Quel menestrello
ci menava col randello . “
***
Solo un sogno. Il soprannome,
da me scelto in verità,
per nascondere il cognome
e ch’io sia non disvelar.

Il mostro e il beato.
di Epitteto

1 - Facebook è un mostro.
Quando si concede l'amicizia ad un implorante, di colpo ti vedi scaricare in bacheca l'intera produzione letteraria del supplicante, assieme ai fatti e miracoli del medesimo.
Scontato il senso d'angoscia e di impotenza che ne consegue, tanto da far sorgere il pensiero parassita d'aver sbagliato bersaglio, con conseguente gemito < ma chi me lo ha fatto fare? >.
L'invadenza è talmente violenta da lasciare senza fiato.


2 - Beato quell'uomo che guadagna più di quanto la sua donna riesce a spendere.
E beata quella donna che riesce a trovare un tal uomo...
Alibaba

martedì 6 novembre 2018


Critica letteraria
di Epitteto

La gente ama chi le dice ciò che ama sentirsi dire.
Odia essere contraddetta, ritenendo l'obiezione un attentato alla sua onorabilità.
I pregiudizi si formano in lunghi anni di esperienza fasulla.
Quando taluno li mette in discussione ci si resta male, e viene considerato alla stregua di un nemico da azzerare.
Ci si rifugia così nella c.d. incompatibilità di carattere, e via ognuno per conto proprio.
La critica letteraria quando negativa disturba non poco e ci si sente offesi più per se stessi che per la cattiva figura verso il prossimo.
Dopo alquanto tempo nel rimbeccarsi a vicenda, si ricorre in rete alla cancellazione del maleducato, barrandolo da ogni contatto interpersonale.
Una specie di liberatoria, che fa tirare un sospiro di sollievo al presuntuoso scribacchino.
Il quale continuerà così indisturbato ed imperterrito a pubblicare le sue schifezze letterarie ammorbando tutto all'intorno.
Sebastiano

domenica 4 novembre 2018


Chi la vuol cotta e chi la vuol cruda
di Epitteto

Non sappiamo niente del nostro destino.
In tanti si sforzano di dare delle risposte rassicuranti per alleviare ignoranza e dolore.
Un comportamento dell'Alto definito da Dino Buzzati < pornografia rosa >.
Anche Elias Canetti ( 1905-1994 , scrittore bulgaro Nobel per la letteratura 1981 ) s'indigna per l'impotenza < a trovare la strada verso chi ha portato la morte nel mondo.
Non vedo in nessun luogo un dio della vita, vedo dei ciechi che condividono con dio i loro misfatti >.
Secondo Piovene l'universo è una stazione piena di avvisi di partenza.
E per me?
La vecchiaia è un luogo privilegiato da dove si assiste alla continua morte degli altri, a spopolamento del presente.
Vercingetorige

sabato 3 novembre 2018


La Fuga
di Herry Frux

Bussò a lungo
a quella porta
con quelle mani,
oramai consumate
e gracili..
quasi graffiandola.

Ma la voglia di scappare
era
così tanta,
la leggevi
nei suoi occhi,
In quel suo sorriso
timido sempre un po'
indeciso.
Poi silenzio,
smise di bussare,
la porta si riaprì
e tutto tornò
alla normalità.
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Commento di Epitteto:
Qui trattasi, come altre volte, di un nemico occulto.
Ormai la nostra Autrice ci ha abituato al metapsichico.
In analisi si chiamerebbe < transfert >, cioè rimozione di un passato-presente per addossarlo ad un non-io di fantasia, colpevole delle proprie inadeguatezze.
Un modo di difendersi da un subconscio doloroso, non altrimenti amovibile.
Quando la personalità è aggredita e fiaccata dagli eventi negativi, è quasi scontato rifugiarsi in un mondo razionalmente pacificato oppure addossare ad un di fantasia le proprie problematiche irrisolte.
I conflitti interiori esigono un colpevole esterno per alleggerire il proprio stato o sensazione di inadeguatezza.
Un altro indizio di conflitto interiore può essere il riversare nell'arte le proprie tensioni: ad esempio in pittura, ricorrendo alla violenza disarticolata di colori e soggetti.
L'avvitamento su se stessi è indice di disequilibrio psicofisico, un grido d'aiuto lanciato nel vuoto.
Un leit-motiv che se prolungato sfocia sovente nell'autocompiacimento.
La rielaborazione inconscia dello sdoppiamento di personalità richiederebbe una presenza assistita, per evitare il peggio.
Parola di strizzacervelli.
Epitteto