martedì 2 gennaio 2018


Un anno scivola verso la curva dell'eternità
di Maria Lilia Papa

La vediamo, maestosa
impigliare le sue orme
la vediamo, radiosa
riflettere intorno a lei
Il suo potere sbiancante
colore oblio
il suo nome è melanconia

Con un colpo d'occhio lei annota
l'ebbrezza della sua anima tra le cime
con un colpo d'occhio lei mostra
il fallimento della sua lotta contro la noia
E le notti ...
sono lunghe veglie in attesa
della bella luce
della tenerezza alba-nuova
Il suono di un copia e incolla
aurora pallida di questo inverno
trascina il trentuno verso
la curva del tempo infinito
e fiocchi di luce
danzano intorno a lei
Passando
ella afferra al volo
i giorni belli e le emozioni regalo
e le basta un soffio
per respingere verso quest'anno trascorso
l'inutile incompiuto e tutte le disillusioni
31 dicembre 2012
...e la versione originale, in francese, con protagonista un lui :-)
On peut la voir majestueuse
S'emmêler à ses pas
On peut la voir
Radieuse refléter autour de lui
Son pouvoir de blancheur
Couleur oubli
Elle s’appelle mélancolie
D’un regard il signe
l'ivresse de son âme parmi les cimes
D’un regard il montre
L'échec du combat envers l'ennui
Et ses nuits ...
sont longues veilles attendant
la lumière belle
d’une tendresse aube-nouvelle
Quand le bruit d’un copie et colle
Aurore pâle de cet hiver
Fait glisser le trente-et-un
Vers la courbe de l’infini
Des flocons lumière-caresse
Tourbillonnent autour de lui
En passant
Elle cueille au vol
Les jours beaux et les émotions cadeaux
Et un souffle est suffisant
Pour pousser vers l’an passé
Les dégâts des moments désabusés
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Commento di Epitteto:
Quando andavo a scuola, l'insegnante di lingue straniere soleva dire < L'inglese è la lingua degli ignoranti, il tedesco è la lingua degli uomini, il francese è la lingua delle donne e l'italiano la lingua di Dio >...
Il testo originale del post in lettura era in francese sotto lo pseudonimo di < Galatea belga >.
In un blog straniero.
E s'ebbe ai tempi una ventina di consensi favolrevoli.
L'Autrice si ripropone in questo spazio anche con la versione in italiano.
Ciò premesso, ritorno asfissiantemente sul mio punto di vista.
Ogni traduzione, ancorchè dell'Autore stesso, è sempre un tradimento dell'originale.
Nella fattispecie la sonorità lessicale , le modalità semantiche, un certo verso del pensare, ecc. sono proprie d'Oltralpe e perdono di significato in altra lingua ancorchè di madrepatria.
Perchè ogni collettività sociale ha una tradizione letteraria originale, unica, irripetibile.
In conclusione la poesia va letta e commentata come nasce all'origine e non in copia ad usum Delphini.
Come tale il francese in lettura m'è parso brillante e arioso, sonoro e piacevole.
Meno il contenuto che, sfrondato dalla retorica di rito, non ha presentato novità di rilievo, ma la solita rimasticatura letteraria.
In sintesi, i consensi stranieri maturati paiono sufficienti a colmare le aspettative di successo dell'Autrice.

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