I visionari
di Epitteto
Scorrendo oggi le pagine web mi imbatto:
- < I sospiri svaniscono nel palpito/ sordi:di un fremito distante >;
- < Nella rapida follia, ambisco gettare profondi/ risentimenti ad un vuoto passato >;
- < Impavidi di infilzare cocci/ di luna nell'inverno scabro >.
- < E dirsi, per non tacere./ Su un dileggio arcano/ di un amore profano >.
Ecc. ecc.
Sono stralci poetici, i più semplificati, di visionari del verso.
Se si straparlasse così nella vita quotidiana, si verrebbe subito internati al neurodeliri.
Invece si tratta di poeti che vanno per la maggiore, oltre che andare giù da matti.
Perchè loro mica son gente normale.
In quelle menti si agita la follia, in conati immaginari psichicamente labili.
Nella cultura ellenico-romana i pazzi erano rispettati perchè si presumeva che in essi abitasse il dio.
Oggi questi paranoici vittime di allucinazioni si chiamano < POETI >.
D'altra parte cos'è l'ispirazione se non esaltazione visionaria di alterati irreversibili?
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