martedì 16 gennaio 2018

A margine
di Epitteto

Ancor oggi, nell'era tecnologica, privilegio la scrittura manuale a quella digitale.
Cestini di carta in corsivo che mi rincuorano, in cui mi riconosco, un linguaggio dell'anima che mi ha sempre accompagnato nella mia lunga vita.
Nella manualità dello scrivere sento di essere unico e irripetibile, laddove mi leggo sicuro anche quando non chiaro nella grafia, e comunque senza errori e refusi.
Quando vedo mio figlio pestare come un matto sulla tastiera dello smartphone, per ricordare la sua calligrafia debbo riandare con la memoria ai suoi quaderni scolastici.
Scrivere a mano per me è un piacere insostituibile, mi sembra di esistere fisicamente anzichè come macchina, mi fa bene al cervello.
Scrivere a mano è un bene individuale e collettivo che dovrebbe essere dichiarato patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO.
Nel frattempo si dovrebbe introdurre la < Giornata mondiale della scrittura a mano >...

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