mercoledì 31 gennaio 2018


Nino Barone

Senza titolo

Vivo
con me da anni
e mi conosco appena

nuovi pensieri
invadono il mio tempo
inconsueti impulsi
s'accostano
vivaci
equilibrati sguardi
s'imprimono al mio volto
chi sono
mi domando
lo specchio
lì perenne
racconta
un'altra storia
chi ero
nella vita
più recente
ero forse un uomo
ed ora
cosa sono...
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Commento di Epitteto:
Testo intimistico, con la solita domanda senza risposta fatta ad un certo punto della vita.
Da un lato come ci vedono gli altri e dall'altro come ci vediamo noi anche attraverso altri o altro.
E regolarmente con la risposta agghiacciante di non riconoscerci in nessun caso.
Ma non basta l'aspetto morale e interiore.
Lo specchio con il suo freddo riflesso rimanda anche le offese del tempo al nostro fisico, quando allora liscio, bello, luminoso.
Ma dobbiamo farcene una ragione.
Parola di strizzacervelli.

Vita Alba Tumbarello

Ineffabile forza del destino

Navighiamo per mari inesplorati
Sospinti da onde di cuori increspati
Da eterei bagliori accecati
In lande di pensieri ,desolati

L'ineffabile forza del destino
Ci trascina in un vorticoso cammino
E s'insinua negli anfratti del cuore
Dove albergano desideri e dolore
D'amore ed odio conflitti impuri
Celati in tormenti segreti e oscuri
Sgretolano sicure incertezze
E rivelano diafane debolezze
Inarrestabile forza del destino
Perpetuo divenire di passioni e umori
Incudine tormentosa di orditi timori
Voluttuosa compagna del mattino.
Tumbarello Vita Alba
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Commento di Epitteto:
No, c'è qualcosa anzi molto che non va.
Troppo solenne, aulica, didascalica, drammatica ed anche pessimista.
Col rischio di dire tutto e niente, con tono salvifico.
Una retorica ridondante che ammazza significato e significante.
Con una < forza del destino > ineffabile e inarrestabile insistita, qualora non si avesse ancora ben capito.
In conclusione un pessimismo cosmico ( altro che Leopardi... ) senza scelta, ove la disperazione appare l'unica via d'uscita.
Non poteva mancare la rima con < cuore >.
Pollice verso.

martedì 30 gennaio 2018


Sogni di petali

Freschezza di maggio,
all’aurora soffi leggera
su petali di rose blu
nel prato di bianchi desideri.

Custodisci, ramo, tre petali;
tre petali per tre sogni,
dal lustro indorati,
soffici come nuvole cotonate.
Gioia ed incanto
dona la luna del firmamento;
fate di rubino volgono le notti
in luce di stelle illuminando il cammino.
Poiché l’ebbrezza di un mattino
tocca nel profondo del cuore,
con canti d’uccelli germogliate,
miei cari fiori di pesco.
S’alzano in volo a far festa
e tra un battito d’ali e una spiumata giungono notizie:
l’eterna vita racchiusa in un grembo.
#EvoliAngelaDaniela
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Commento di Epitteto:
Nel trapianto d'organi la fase più importante è la terapia antirigetto.
Perchè il corpo abbia ad accettare l'organo estraneo.
Il fenomeno opposto si ha nella maternità.
Ove a rigori il feto dovrebbe venir riconosciuto come fattore abnorme da rifiutare.
La natura invece tace e sopporta per tutta la gravidanza.
Anzi mette in simbiosi il nascituro con la madre .
Questo anche nel mondo animale, acciocchè la puerpera riconosca ed allatti il neonato dimenticando la violenza del parto.
Ai fini della perpetuazione della specie.
La sensazione dell'evento si percepisce in questa poesia in modo adombrato.
Come d'uso in certa poetica dove gli eventi non vengono espressi chiaramente ma soffusi in una marea di perifrasi.
E' il vecchio stile della nostra Autrice, che ricorre ad espedienti retorici fino a frastornare il lettore.

lunedì 29 gennaio 2018


Augurando a tutti una buona domenica, a voi la mia povera arte: un mio dipinto (acrilico su tela) e una mia poesia.
UOMINI E ARTISTI

E c’è chi coglie
grandi bellezze in ori, gioielli, ninnoli
preziosi da esporre a piacimento,
avidi segni d’agi e fede sterile,
vacuo tesoro d’orbi villeggianti:
ignavi.
Io mi levo di sentimenti, lieve,
tra agavi e ulivi saraceni, tra viti
d’uva matura, nei campi odorosi
della mia terra.
Colgo i colori dei fichidindia rudi
fusi ai crepuscoli sfumati di cielo;
mi diletto di tempo, di segnali di luce:
ri-creo.
E se potessi
a piedi nudi andrei, sulle tue crepe, terra,
non per povertà ma per ricchezza, contatterei
in un dialogo profondo d’infinito,
carpirei i segreti che ti porti in grembo
- questo il dono, la ricchezza vera,
l’Arte, che innata si manifesta,
io ti darei la mia, povera e scarna
in uno scambio che ci completa,
la mia forza
che non ha radici e vive.
Questo siamo, non solo carne ingorda
o specchi per l’anima: semi,
portatori ignari del bello che si converte.
Ovunque, dalle foreste vergini
ai libertini gessi delle metropoli: artisti,
riformisti d’amore.

Mimma Raspanti
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Commento di Epitteto:
Andando per ordine.
L'acrilico, una mia passione.
Dipingo murales, per lo più paesaggistica astratta con contenuto narrativo.
Nel senso che vanno lette e spiegate le storie sottese.
Epperò non sono mai riuscito a fermare preziosismi descrittivi come in questo caso.
Mi sovvengo, quand'ero militare, di un commilitone grande e grosso, con dei manoni sottratti all'agricoltura e senza cultura accademica, che dipingeva miniature pregiate con un pelo di pennello: uno splendore di dettagli realistici.
Mi piace quivi la tua precisione e pulizia d'immagini.
Con la contrapposizione delle canne frante nella regolarità splendida della natura.
Complimenti sinceri.
E la poesia?
Anche qui una bella fotografia d'insieme, forse troppo insistita e dettagliata.
Ma con una forte impressione nel binomio terra e umano vagare, in una simbiosi che la dice lunga sul radicamento indissolubilie dell'umano con la natura da cui tutto proviene.
Quasi una filosofia esistenziale che coinvolge il bello con la materia.
Ecco, a voler essere pignoli, secondo la mia sensibilità, avrei asciugato un poco il prorompere del pensiero e delle emozioni in inquadrature più stringate e pregnanti.
Molto brava.

giovedì 25 gennaio 2018


Nella stretta amorosa

Nel fremito febbrile
di chi nell’estasi esulta
invaso di passioni furibonde
sprigiono l’essenza
nell’attimo sublime
d’un tenero bacio

José Russotti
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Commento di Epitteto:
Un bacio alla francese porta allo scambio di 80 milioni di batteri.
Una fauna utile grazie al romanticismo perchè rafforza il nostro organismo e ci fa star bene in salute.
Certo che se uno ci pensa, gli passa tutta la voglia.
Ma José non se ne dà per inteso e rischia il tutto per tuttto...

I SOSPIRI DEL CUORE

E l'alba straccia i sogni della notte
ed un risveglio fatto di sospiri,
si porta via la mia anima nascosta ,
dagli aliti di vento.

E questo senso di cuore malato,
che batte i suoi rintocchi all'impazzata,
ansimo e poi respiro e so cos'è...
l'amore disperato
Ritorneranno ancora i miei fantasmi
le notti insonni, il vento...i suoi perchè
e tornerà la smania a risvegliare...
la voglia che ho di te.
Josefa Vecchio
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Commento di Epitteto:
A me sembra incredibile.
Siamo nel tremila, smagati dagli eventi, la clonazione  per tutti eguali ma non liberi, gli alieni alle porte della nostra galassia, ed ancora sospiri d'amore.
Ormai non più condivisibili e fuori del tempo.
Ma la nostra Autrice è tetragona e dolora disperata.
Come aiutarla?
Mah, forse un buon psicologo a sostegno, per non cadere nella psichiatria irrisolvibile.
Naturalmente scherzo, non mi resta che prendere atto della retroguardia sentimentale tempo-resistente.
Francesco Camagna

Sereno

Raccontavo incubi
a mia madre e lei
apriva le persiane,
faceva entrare
il giorno in casa,
allontanava gl'incubi
scacciava le paure.
Scalzo correvo fuori,
dalla veranda,camminando
sopra aghi di pino,
vedevo aprirsi un mondo
di case a strapiombo
sul mare,la città, i verdi
campi,le Egadi, il monte.
Nei giorni senza nuvole,
di sereno, mi sembrava
di toccare tutto, di
abbracciarlo, come
avviene - quando una ritrovata
tranquillità rischiara l'anima-
d'un amore,o perfino
con Dio.

Francesco Camagna
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Commento di Epitteto:
Mah, queste sensazioni le abbiamo provate in molti.
Perlomeno comuni a sensibilità predisposte per natura.
Momenti magici, quando da giovani si gode di un perfetto equilibrio psicofisico grazie all'età.
Col tempo poi le cose si scombinano e la ricerca di ripetere tali momenti magici viene regolarmente frustrata.
Se poi il tutto viene supportato dalla bellezza dei luoghi, come accennato dall'Autore, la circostanza dell'afflato col metafisico appare invero credibile.
Un tipo di poetica, questo in lettura, semplice, chiaro ed emotivo, senza necessità di infingimenti retorici.
Molto bene.

mercoledì 24 gennaio 2018


IL X SEMPRE

Esiste il per sempre
in quell' unica goccia di rugiada
posta in bilico
sull' orlo della foglia del melograno.

Giovanna Fileccia
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Commento di Epitteto:
Quei quattro pirla di mistici d'ogni confessione che si sono macerati nei millenni alla ricerca delle proprie radici.
Ma noi siamo l'eterno , da esso proveniamo e ad esso ritorniamo:
E così tutte le cose, la goccia compresa.
E nemmeno i filosofi ci sono mai arrivati con tutte le loro arrampicate cerebrali.
Se così stanno le cose, mettiamoci l'animo in pace, chè noi stessi siamo dio.
La nostra Giovanna semplifica anch'essa nel suo breve haiku all'occidentale.
Facendo piazza pulita di secolari inutili elucubrazioni.
Perchè lei, da buona poetessa, ci ha l'occhio lungo e raccoglie in breve.
Ed ha subito capito che bisogna stringare il discorso, che in quattro versi ci può stare l'intero scibile umano.
Orribile il provocatorio < x > matematico del titolo.
Molto brava.

martedì 23 gennaio 2018

A margine
di Epitteto
...........
*Antonino Magrì:
Maria Lilia, non te ne fare, quella persona lo ha fatto anche con me, ma che ci vuoi fare, il suo duro vissuto ha influito sul suo carattere e la sua veneranda età, anziché indurlo alla diplomatica saggezza, dà man forte alla sua esuberanza residua: per lui non esistono sfumature di grigio, o è bianco o è nero, e forse non si rende conto che può offendere delle brave e sincere persone, bisogna capirlo e non prendersela. Qua ci sono tante persone perbene, ed anche poeti, non lasciare il gruppo e non farti influenzare da chi spara a zero senza la dovuta delicatezza o educazione.

**Epitteto Eubulide:
Il mio è un esperimento sociale.
Quanto gioca nei rapporti interpersonali ricorrere alla dissimulazione per non scatenare guerre intestine.
Importante è anche il peso dell'incomprensione di quanto si dice.
Caio esprime un concetto e tizio capisce tutto il contrario: questo perchè si ha fretta, non si presta attenzione, urge dare in sulla voce all'interlocutore.
Gli organi d'informazione generalisti ne danno tutti i giorni l'esempio deprecabile.
Non prendetevela, è la natura umana che prevale nel peggio.
AH...QUEL TELEFONINO!!!!!!!!
di Pietro Zurlo

Prima la gioventù guardava al di là del proprio naso...
avevamo occhi per guardare, orecchie per sentire,
ci si guardava in faccia, si ammiccava, per scorgere
un piccolo sorriso, un rossore sulle guance della fanciulla amata
Ed era bello capire con un'occhiata di avere fatto centro
nel suo cuore...potevi sperare, starle appresso
e poi vederla cadere fra le tue braccia come frutto maturo.
Oggi, nulla di tutto questo: la gioventù ha occhi solo per
il telefonino, per cui niente sguardi amichevoli, niente
ammiccamenti, frecciatine...Cupido non è più quel tipo
che sapeva unire due cuori con un dardo d'amore,
è diventato vecchio, sorpassato, non ci vede più
e tutto il suo bagaglio, quei contatti, quei sotterfugi per
fare unire una coppia non contano più niente!
Imperversa il cellulare, gli SMS...si parla...si parla...
Uh, quante parole vuote, quanto tempo perso con
quegli occhi fissi a quel piccolo monitor che inchioda gli
occhi e la mente ormai vuota di idee!!!

*****************************
Commento di Epitteto:
Eh, caro don Pietro, quanta verità.
Proprio ieri leggevo di Enzo Bianchi, già priore del monastero di Bose ( Biella ).
Dedito al silenzio, alla preghiera ed alla meditazione quotidiana.
Eppure immerso nei clamori del mondo.
Monaco virtuale da social network, ha un profilo molto seguito su Twitter ove ogni giorno posta un cinguettìo: < Tra le 20 e le 24 scrivo un pensiero sulla giornata appena conclusa, niente di speciale, solo un'idea di saggezza umana >.
Ha 24.000 follower e ogni tweet raggiunge 40.000-50.000 visualizzazioni, con 180-200 risposte in tempo reale.
E se questo capita a lui pseudomistico solitario, perchè non al resto dell'umanità?

lunedì 22 gennaio 2018

Il nuovo virus
di Epitteto

All'inizio la malattia era numericamente trascurabile.
Ma oggi l'epidemia si è allargata a macchia d'olio e statisticamente la curva tenderà a diventare verticale.
Si tratta della < Poeinfluenza >, un'alterazione mentale che sta ammorbando il globo colpendo ampi strati letterari.
Segnatamente in Italia, dove si contano oltre centomila scribacchini in versi tutti indaffarati a far bella mostra di sè in rete e nei vari forum poetici sparsi ovunque sul territorio.
Un mercato fiorente dell'inutile, difficile da arginare.
La sperimentazione clinica ha aperto d'urgenza nuovi reparti di < Poepsichiatria > per arginare il fenomeno incombente, e già sono cominciate le varie terapie d'urto.
Le Università dal canto loro hanno attivato Facoltà aggiuntive di specializzazione e si prevede il tutto esaurito ospedaliero pubblico e privato.
Si consiglia di mettersi subito in cura riabilitativa perchè trattasi di morbo pestifero peggiore dell'aviaria e dell'Ebola messe insieme...

domenica 21 gennaio 2018

PAPPAGALLO ERMETICO
***di Trilussa***

Un Pappagallo recitava Dante:
"Pape Satan, pape Satan aleppe...".
Ammalappena un critico lo seppe
corse a sentillo e disse: - È impressionante!
Oggiggiorno, chi esprime er su' pensiero
senza spiegasse bene, è un genio vero:
un genio ch'è rimasto per modestia
nascosto ner cervello d'una bestia.
***
Se vôi l'ammirazzione de l'amichi
nun faje capì mai quelo che dichi.
La lumachella
di Trilussa

La lumachella de la Vanagloria
ch'era strisciata sopra un obelisco,
guardò la bava e disse: già capisco
che lascerò un'impronta ne la Storia.
Se ne andava...
di Epitteto

Se ne andava il vecchio in groppa all'asinello, seguito a piedi dal bambino.
E la gente: < Guardate quell'infame, lui grande e grosso sull'asino, il fragile bambinello a piedi >.
Allora il vecchio scese, mise il bambino a cavalcioni dell'asino e proseguì a piedi.
E la gente: < Quardate quant'è stupido.
Lui vecchio e debole a piedi, il bambino pieno di forza sull'asinello >.
Allora il vecchio ed il bambino salirono entrambi sull'asinello.
E la gente: .
Allora il vecchio uccise l'asinello e prese a camminare col bambinello al fianco.
E la gente:< Che stupidi, hanno ucciso l'asinello e così devono farsela a piedi >.
Cari Amici, così coi commenti.ai vostri capolavori letterari.
Non ve ne va bene uno, tutti a lamentarsi o perchè sbagliato o
perchè inadeguato o perchè troppo laudativo o perchè frustrante o perchè... perchè... perchè.
I Poeti sono una casta rissosa, avvitata su se stessa, narcisita e presuntuosa.

venerdì 19 gennaio 2018

Le Parole
di Loretta Zoppi

Le troveremo un giorno le parole
su muri luminosi
e simboli di terra
mentre un sole di ferro
il viso ci consuma
e il chiodo cresce linfa nelle vene...
Usciremo cantando
da questa vita d'acqua
letto disfatto da tormenti e pene
di lune insonni ricchi
per boschi mattinali.
E rideremo allora
della mia gonna lunga e
del tuo sguardo prensile
come se fosse sogno
quando lasciammo al vento
socchiudere la porta
su campi di narcisi.
LZ
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Commento di Epitteto:
Per me la vera poesia nasce quando si riesce a parlare come si mangia con educazione.
Senza tanti giri di valzer.
Sono rozzo lo so, ma la linearità narrativa mi commuove.
Poi c'è il malvezzo dello scrivere profondo, che quanto più ci si sforza di esserlo tanto più diventa oscuro.
Sì, qualche sprazzo qua e là di luce, ma per il resto buio fitto.
Tralasciando l'inventore linguistico.
Cioè colui che si lancia e si diverte a coniare ossimori, ad accostare contesti di fantasia, a merlettare in stile barocco e rococò, e chi più ne ha più ne metta.
Un malvezzo dei nostri tempi per ritagliarsi uno spazio letterario.
Quando, presi dalla disperazione e dall'ignoranza ancestrale e di ritorno, non anche a massacrare grammatica, sintassi, analisi logica, punteggiatura, inventandosi assurdi neologismi e ridicoli accostamenti ( ... lo sguardo prensile... ).
V'è pure chi, se ripreso, a reclamare orgogliosamente i propri strafalcioni e sciatteria narrativa.
Quivi però la metrica è irreprensibile.
Cos'è mai la Poesia?
di Epitteto

Tutto è iniziato col matematico arabo Muhamed Ibn Musa Al-Khwarizmi ( IX° secolo ), dalla cui allitterazione è derivato il latino medievale < algoritmus o algorismus > e infine il moderno < algoritmo >.
L'algoritmo è un concetto fondamentale per la matematica e l'informatica.
Senza algoritmi la Rete non esisterebbe.
E' un marchingegno che risponde a tutte le domande.
Passo passo, sequenza per sequenza, l'algoritmo risolve ogni problema.
Rigidità di procedure e certezza di risultati.
A questo punto anche il continuo chiedersi < cos'è la poesia> è del tutto ozioso.
Affidiamoci allora ad un algoritmo, che metterà tutti d'accordo.
Basta però non mettere in campo tanti algoritmi, perchè allora la confusione continuerebbe sovrana, tra la disperazione e il disaccordo dei poetastri...
PER CONOSCERE SIDDHARTA, alias Epitteto.

Sant'Agostino disse che il cercare è già di per sé un trovare, e Siddharta è proprio "uno che cerca", un cercatore, un uomo inquieto, bisognoso di trovare una certezza tra le tante incertezze della vita, l'Assoluto nella relatività dell'esistenza e dei rapporti, che tenta di vivere in profondità la propria esistenza, attraversando tutte le esperienze possibili, la sensualità, il misticismo, la meditazione filosofica, ricercando il tutto nel particolare, forte della convinzione che nessuna acquisizione è definitiva, e che la conoscenza ha sempre innumerevoli aspetti da scoprire.
Che modestia, si dirà...
Eh, quanno ce vo ce vo!
Invitata dal maestro Epitteto, a scrivere una lirica più lineare e semplice.
Fatto bene o male, ciò che è uscito dal cuore è questo.

Sognando te..
di Daniela Evoli.

Qui, nel letto un tempo tuo
mi adagiai leggera con gli occhi
al soffitto, mentre i ricordi
tramutati in malinconia,
mi rapirono in un sonno.
Sognai la donna...nonna:
che ricamava al tombolo
nei freddi pomeriggi,
adorava i balli al tramonto
e le tavolate a festa,
che gioiva alla vista
dei nipoti paffuti.
Mi svegliai di soprassalto,
con un forte sconforto
al cuore. In questa stanza
con soprammobili e foto
antiche, ricordai la tua morte;
così veloce che non mi diede
il tempo per l'ultimo bacio,
per l'ultimo ballo al tramonto,
in mezzo ad anthurium fioriti.
#EvoliDaniela
*****************************
Commento di Epitteto:
Mi stupisce che taluni lettori si dimostrino più interessati al mio commento che alla proposta della nostra Daniela.
Ma tant'è.
Perchè su mia sollecitazione ad abbandonare per una volta l'ulicità del dire si cimentasse su una poetica lineare, semplice, nuda.
E lei ci ha provato per accontentarmi.
Vorrei raccontare in proposito l'aneddoto del grande Picasso che una volta sbottò a dire < A quattro anni dipingevo come Raffaello ed ho speso una vita per dipingere come un bambino >.
Perchè versificare in modo spoglio e nel contempo lirico è un'impresa difficilissima.
Solo per pochi animi puri alla vita.
Francesco d'Assisi ci riuscì splendidamente nella sua grazia e ingenuità spirituali.
Ecco, se la nostra Poetessa intendesse proseguire su questo stile, sappia che il cammino sarà impervio e non è detto che ci riesca con successo.

giovedì 18 gennaio 2018

Il mare
di Enza Picone

Assai codesto mar m' incanta.
Alla dolce vista allungansi le ombre
di un fulgente tramonto
in filamenti avvolto.
Nel calar del sole
padrone assoluto dello spazio tutto.
Il mar a circondar le coste.
Pulviscoli di terra,
massi imperituri
frastagliati da perenni venti
all'agitar dell' onde rovinose.
Allor che il sole cala
il mare si dà pace .
E' qui che la marina
vieppiù mi incanta.
Al crepuscolo di tutte queste luci.
E. P.
L'isolotto... d' Isola delle femmine.

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Commento di Epitteto:
All'Isola delle femmine ci sono stato.
E' proprio così.
L'occhio attento della nostra Enza ha fotografato momenti imperdibili.
Quando stupiti ci si trova ad ammirare i miracoli della Natura.
E tutto il marcio arretra nella purezza dei luoghi.
Molto brava.

mercoledì 17 gennaio 2018


Nell’attimo

Nel segno della tua presenza
lego le mani ai fianchi
fra l’alba e il candore del lino
e fidando nel mare dei tuoi occhi
rincorro l’ancora
delle mie certezze

Nell’attimo scema
l’odore della tua pelle
nell’incalzare rapito sull’orlo
di un fremito indelebile:
rabbia e presunzione
annullano l’incontro
Josè José Russotti
********************
Commento di Epitteto:
Probabilmente nell'affollarsi della passione un momento di delusione.
Una delle interpretazioni.
Perchè a molti piace arrovellarsi le meningi per venire a capo di testi blindati.
Con svolte drammatiche a suon di cantonate.
Esimendomi, concludo che questa tipologia di narrativa non mi prende.

Andrea Patrone
A tutti, a chi mi ha scritto Auguri e a chi mi ha premiato con un bravo, a chi mi vuol correggere e a chi con piacere mi legge.

Un anno in più

Come pianta con radici non più
forti mi oppongo al vento degli
anni morti, piego i rami alla sua
forza e libero le parole come le
foglie si liberano ...con dolore.
Sono gli anni della mia vita che
la mia mente pensava....infinita.
Lo specchio invece mi ha detto:
Andrea oggi sei più vecchio, hai
bianchi capelli, rughe e piccole
onde intorno agli occhi e la mano
non più ferma pare luce di lanterna!
Conosco quella voce che a volte
ho contestato, una vecchia amica
che ho amato e odiato, lei si tiene
viva offrendo la speranza di un
sereno cielo nell'ultima.....stanza.
Oggi e soltanto oggi non mi sento
vecchio, molti e forse troppi gli
auguri che mi avete detto, così li ho
vissuti con un'emozione e a tutti...
un sincero grazie detto con il cuore!
**************************
Commento di Epitteto:
L'anziano consorte emette un urlo: < Cara, vieni subito qui.
C'è uno sconosciuto in bagno! >.
La moglie accorre e sbotta : < Ma va, sei tu che ti stai specchiando! >.
La battuta, certamente di un buontempone, colpisce per la cruda verità.
Tanti di noi, su di età, non si riconoscono più allo specchio.
Le ingiurie del tempo ci hanno cambiato fisicamente, incredibile visu.
Ma con una voce interiore che, aggiungendosi al coro generale di chi ci vuol bene, ancor negli ultimi passi ci sorregge mentendo: < Non tutto è perduto... >.
Testo lineare e capace, questo in lettura, a dimostrazione che si può versificare ottimamente anche senza orpelli retorici.

Nella riva dei versi

Nella manciata di sorrisi
che l'esistenza mi donò,
volli ascoltare un canto
nella riva dei versi
tra l'onda dell'umore
e i sassi della solitudine.

La mia giovane anima:
ribelle e inappagata, fluttuò
su grandi sponde di parole,
mentre una tempesta
di sale bagnò le mie labbra.
Assetata, mi trovai a bere
nella fonte di un sapere:
mi distesi su un giaciglio
soffice di pensieri con una mano
ai sogni e l'altra ai desideri.
#EvoliDaniela
***************************
Commento di Epitteto:
Suggestiva, non c'è che dire.
Il fatto si è che diffido delle suggestioni.
La tecnica poetica in questione è la solita della nostra Autrice.
Che ricorre alle iperboli per esprimere un pensiero altrimenti abusato.
Una forma audace di abbellimento del verso, una sorta di < bugia >
per nascondere l'impossibiità/incapacità di esprimere come elevato un concetto altrimenti modesto.
Un ornamento esasperato mutuato dall'Ottocento poetico.
L'ARTE ABUSATA
So che quanto segue darà fastidio a molti, troppi forse, ma - come si dice - "meglio essere antipatici e dire ciò che si pensa, che risultare simpatici solo perché si dice ciò che gli altri vogliono sentirsi dire".
Naturalmente trattasi solo ed esclusivamente della mia opinione, per quanto rispettabile, anche opinabile, ci mancherebbe!
Sin da piccolo ho sempre avuto la passione per la poesia e l'arte in genere, e col passare degli anni ho sempre cercato di capire cosa sia davvero la poesia, o meglio, cosa sia davvero poesia.
Un giorno, poi, sentii una piccola vocina che mi parlava, dapprima non capivo, dopo, ascoltandola più attentamente capii che era lei, la mia Musa.
Ecco, anche io ero stato "condannato" a essere poeta.
Da allora ho iniziato ad affinare questa dote... E se è vero che, o ce l'hai dalla nascita o non ce l'avrai mai, è pur vero che va affinata, coltivata, maturata nel tempo...
Ultimamente si abusa troppo dell'appellativo di poeta e della parola "poesia", quindi, a mio parere, si abusa troppo della poesia stessa.
Ma come si fa a stabilire se uno scritto sia davvero poesia o soltanto incolonnamento di parole?
Differenti e discordanti sono i pareri degli esperti, degli intellettuali, dei critici.
Già, i critici, questi super uomini colti che spesso (non tutti naturalmente) sono come gli eunuchi:
Sanno cos'è l'amore, lo hanno visto fare, ma non l'hanno mai fatto.
Spesso dipende da loro portare alle stelle o alle stalle un autore e/o un'opera.
Ma torniamo alla poesia. Cos'è la poesia?
Una forma d'arte, la più nobile, a detta di molti.
Allora cos'è l'arte?
L'arte è il connubio perfetto tra contenuto e forma, credo che su questo siamo tutti d'accordo.
Cos'è allora il contenuto?
E' tutto ciò che esprime sentimenti, emozioni, sensazioni, che va rispettato a prescindere, sì, ma rispetto non vuol dire considerare arte qualcosa che non lo è!
Insomma, tutti i contenuti, da quelli più "alti" e lirici, a quelli più "semplici" vanno rispettati, ma ciò non vuol dire che siano pregni di poesia.
Il contenuto deve avere anche una forma! Una delle tante che comprende la poesia, ma deve averla!
Non bastano certo dei versi che suonano bene a fare poesia, così come non basta incolonnare parolone colte e ricercate, senza sentimento alcuno.
Oggi, alcuni, solo perché non usano la punteggiatura o solo perché magari - secondo loro - hanno escogitato una nuova forma, credono di fare poesia, ma così non è!
Non ci si improvvisa poeti, così come non ci si improvvisa musicisti o pittori, ecc.
Per suonare bisogna conoscere la musica; per dipingere bisogna conoscere le tecniche di base del disegno! E per fare poesia?
Ah, no, per fare poesia, basta stravolgere la sintassi, poi, ci metti dentro qualche parolona, poi, basta suddividere il tutto in versi ed è fatta. Ma che è una ricetta?
Ma quando mai!
Intanto credo che quando si fa qualcosa e la si vuole fare bene, la si debba conoscere, la si debba studiare in tutte le sue sfaccettature, in tutte le sue forme, per poi magari scegliere quella che si addice di più al nostro modo di intenderla e di farla.
Oggi no, oggi basta andare controcorrente e già ci si sente poeti, artisti...
Picasso, per esempio, prima di inventare il cubismo passò per il realismo, conosceva benissimo la tecnica di base e tutto ciò che riguarda la pittura.
Oggi invece, credo che ci siano troppi "picasso" improvvisati, che credono di essere originali ricercando quell'originalità e quel genio che, - così come la dote di poeta - o ce l'hai o non ce l'avrai mai!
Ma allora, cos'è davvero poesia?
Beh, credo che non ci sia una risposta davvero esaustiva e credo che non ci sia bisogno di capire cosa sia davvero poesia, perché quando lo è te ne accorgi, quando è poesia lo senti, anche se non sai spiegarlo...
Invece so benissimo cosa non lo è!
Ma troppa presunzione, troppa arroganza, pochissima umiltà ho notato fra "poeti" che credono di esserlo, ma non lo sono.
"Ma tu, allora, ti senti un vero poeta?" direte!
No, non mi sento un vero poeta e non so neanche se la mia sia vera poesia, però, cerco sempre di migliorare, cerco sempre di confrontarmi e crescere, cerco sempre la critica costruttiva e non il complimento gratuito.
Ecco, questo vorrei che capissero molti che come me hanno la passione per la poesia.
Poeti non ci si improvvisa! La poesia non si improvvisa! Della poesia non si abusa!
Se lo fai non sei un poeta e non ami la poesia.
Per concludere, tanto per dare un'idea di quello che è il succo di quanto ho scritto:
Chi non si emozionerebbe davanti a un disegno fatto da un bambino? Chi avrebbe il coraggio di dire che non ci sia sentimento e contenuto in quegli scarabocchi?
Ma soprattutto, chi avrebbe il coraggio di definirla arte?
Cordialmente
Giuseppe Gerbino
*****************************
Commento di Epitteto:
La < tirata > di Gerbino è lunga e articolata.
Impossibile non riconoscersi in talune osservazioni.
Condensando, per me la poesia è quando immediatamente mi prende a pelle, mi commuove, talora fino alle lacrime composte, facendomi invidiare di non averla scritta io.
Capisco che trattasi di forte soggettivazione, e come tale esposta a critica feroce.
Quand' è così, m'è facile commentare perchè subito si scatena in me una ridda di reazioni positive ( ricordi, cultura, emozioni, sentimenti ) che non posso fare a meno di esternare.
E mi sento appagato.
Sull'appellativo < Poeta >.
Forse nemmeno i < Grandi > ci facevano conto, e comunque è sempre meglio che ce lo dicano gli altri con sincerità e spontaneità, senza lecchinaggi.

martedì 16 gennaio 2018

libri
Tradimenti ardimentosi e bisbetici
–di Armando Torno 24 novembre 2017
Il tradimento non è piacevole ma la storia e la politica non potrebbero vivere senza di esso. Anche l'amore non sarebbe tale se non fosse minacciato dalla sua presenza. Il cuore e i sensi forse ne hanno bisogno per non addormentarsi. E la religione? A parte il caso di Giuda, il più clamoroso, non si può negare che ogni fede gradisca una conversione. La qual cosa, comunque si consideri, può essere anche definita un tradimento.

Penelope la casta
Il tradimento militare è antico quanto le contese e quello dei sentimenti nacque insieme all'uomo. Plutarco attribuisce a Cesare, che fu colpito da Bruto, una battuta: “Amo il tradimento, ma odio il traditore”. La storia, però, sa perdonare; o almeno, interpreta il termine a seconda delle esigenze. Toccò proprio a Bruto diventare alla fine del Settecento simbolo della libertà e Beethoven ne teneva un piccolo busto sul tavolo.
Taluni miti moderni, come Don Giovanni, senza il tradimento non esisterebbero. Anche se le corna, di cui il personaggio immortalato da Mozart resta il simbolo, oggi fanno meno notizia che in passato. Crediamo sia più grave, per l'attuale società, aver collaborato con una parte politica considerata infame che non aver reso becco il consorte. I collaborazionisti sono traditori giudicati peggio dei maramaldi.

La società senza stato di William Godwin
Cosa succede al verbo tradire? Si può ancora intenderlo con antiche regole? E' possibile, per esempio, parlare di “altro tradimento”? O di apostasia come si fece con Giuliano imperatore? A questa e a simili domande risponde un libro di Avishai Margalit, intitolato significativamente “Sul tradimento” (Einaudi, pp. 280, euro 21).
L'autore, Schulman Professor Emeritus alla Hebrew University di Gerusalemme, già docente a Princeton, sostiene che il tradimento “è un concetto che appartiene all'etica, non alla morale”. E' convinto che esso “debba la sua notorietà e il suo vigore ai rapporti personali, mentre l'estensione del concetto di tradimento alle grandi realtà collettive, tra cui le istituzioni, è secondaria”. E ancora: “Metaforicamente, il tradimento appare come lo sciogliersi del collante che tiene uniti i rapporti forti”.

La Teandria senza compromessi di Solov ́ëv
Nel saggio appena uscito da Einaudi, comunque, si possono trovare tutte le osservazioni su questa materia bisbetica, della quale va detto che è in corso un progressivo allentamento della sua considerazione. Dai deputati che abbracciano un'altra poltrona agli informatori, da chi pugnala alle spalle a quelli che cambiano religione, il campionario dei cosiddetti traditori è immenso. Sono tutti da considerare tali? A volte qualcuno, appartenente alle ricordate categorie, non è celebrato come eroe o salvatore?
Ennio Flaiano sosteneva che il traffico ha reso impossibile l'adulterio nelle ore di punta. Teniamo conto di tale osservazione quando parliamo anche di altri tradimenti.
Meglio niente
di Paola Mastrocola

<< Fu un pò come quando decisi di pubblicare il mio primo libro di poesie.
Non l'aveva voluto nessuno e gli editori mi dicevano che pubblicavano solo libri di autori noti; ricordo che pensavo: ma come farò a diventare nota se nessuno mi pubblica?
Così ritenendomi già vecchia ( avevo 35 anni ), accettai di pubblicare a mie spese.
Meglio che niente, pensai.
Invece no.
Fu uno sbaglio, di cui mi pento ancor oggi.
Meglio niente, direi adesso... >>.

******************
N.B.: scrittrice e insegnante, nata a Torino 1956, Premio Campiello.
A margine
di Epitteto

Ancor oggi, nell'era tecnologica, privilegio la scrittura manuale a quella digitale.
Cestini di carta in corsivo che mi rincuorano, in cui mi riconosco, un linguaggio dell'anima che mi ha sempre accompagnato nella mia lunga vita.
Nella manualità dello scrivere sento di essere unico e irripetibile, laddove mi leggo sicuro anche quando non chiaro nella grafia, e comunque senza errori e refusi.
Quando vedo mio figlio pestare come un matto sulla tastiera dello smartphone, per ricordare la sua calligrafia debbo riandare con la memoria ai suoi quaderni scolastici.
Scrivere a mano per me è un piacere insostituibile, mi sembra di esistere fisicamente anzichè come macchina, mi fa bene al cervello.
Scrivere a mano è un bene individuale e collettivo che dovrebbe essere dichiarato patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO.
Nel frattempo si dovrebbe introdurre la < Giornata mondiale della scrittura a mano >...

domenica 14 gennaio 2018

La rissa
di Epitteto

Da più parti e sempre più spesso leggo di poeti che lamentano la reciproca disattenzione e lontananza di affinità sulle pagine in rete.
Ci vorrebbe, dicono, maggior afflato oltre che competenza letteraria, una sorte di grande famiglia che si stima e si applaude.
A mio parere si sbaglia bersaglio.
Di questo passo leccarsi a vicenda non serve a niente.
Io do un < mi piace > a te e tu dai un < mi piace > a me, e tutti felici e contenti.
La questione non può funzionare così.
Il poeta per sua natura è un solitario, assorto in se stesso, sempre immerso in un mondo astratto e irripetibile, di carattere irascibile e presuntuoso.
Meglio una rissa letteraria, ovviamente contenuta, che una platea di salamelecchi inutili e senza senso.
Cogliendo ciascuno gli indizi necessari a correggersi ed elevarsi poeticamente.
MALIGNITÀ UMANA

Irrequieto mondo che m’accogli
offrendomi lusinghe con abbagli,
e spesso con dolori mi travagli
donandomi tristezze di cordogli,
perchè con la tua forza non ti scagli
su chi ha cervelli di meningi spogli
che amano struprar ragazze e mogli,
perchè queste persone non bersagli?
O Terra mia che sei agonizzante,
avvelenata da cattiva gente
che sfregiano il tuo suolo e le tue piante,
perchè sopporti senza fare niente?
Annega nel tuo seno ogni abitante,
che osa deturpare il tuo ambiente.
©razio Minnella.
***********************
Commento di Epitteto:
Un ennesimo grido d'angoscia che resterà puntualmente inascoltato.
Perchè non basta denunciare, ma operare fattivamente per il bene comune.
Invece siamo tutti egoisti che predicano bene e razzolano male.
E come al solito le colpe sono tutte del vicino.
Questo mondo adulterato ce lo siamo fabbricato noi stessi poco alla volta ed ora è inutile lamentarsi.
Superato il contenuto del tutto scontato, l'estetica appare scorrevole e corretta, ritmica, di facile comprensione.
Il che è già di per sè un grande merito.
Ovviamente correggendo l'incauto decasillabo del primo verso con < Irrequieto mondo che mi accogli >.

sabato 13 gennaio 2018

Gino Felix
Senza titolo

Amarti
senza vederti
senza toccarti
né parlarti
non sentire il tuo odore
eppure morire di te
di questa assenza
che è presenza costante
che pulsa nel cuore
che danza nell'anima
e che mai quieta
la mia sete di te
che custodisci
nei tuoi respiri
il mio infinito.

*******************************
Commento di Epitteto:
La Natura gioca di questi scherzi.
Per consentire la perpetuazione della specie in tempi brevi ricorre all'infatuazione più che all'innamoramento.
Perchè gli accenti di amorosi sensi quivi impiegati depongono tutti a favore di una passione intensa ma breve.
Capita raramente, ma talora il top si realizza proprio con lo scambio biochimico dell'odore della pelle.
Richiamo della nostra estensione animale.
Ci giocano anche la compenetrazione dei respiri reciproci, quasi ad introiettarsi l'uno nell'altra, < una caro >.
L'infatuazione fa amare tutto dell'altro/a: il cuore, il fegato, la pelle, lo sguardo, ecc.
Il vantaggio?
Che dura poco, perchè alla fine l'individualità la vince sempre.
E a posteriori sovente ci si domanda: ma come ho fatto a perdermi in lei/lui?
L'infatuazione può realizzarsi anche a distanza ed è la peggiore.
Soprattutto quella delle parole che vince e tempo e spazio.
La breve lirica in lettura appare compatta, chiara, lineare.
Molto bene.
Josefa Vecchio
SON SOLO MANCIATE DI STELLE..

Son solo manciate di stelle
la luce che inonda il sentiero
e tu che mi dici: ci sono...
e poi non è vero!

Ridammi le lucciole d'oro
che prima indoravano il cuore,
m'hai preso il colore più bello,
rubato all'amore.
E nella mia strada interrotta
coperta di sassi ed ortiche,
le ore che passano tristi..
son le sole amiche.
In questo profumo di niente,
mi culla la vita e il suo abbaglio
e sono sicura che in fondo...
è tutto uno sbaglio.
Vorrei ritornar come un tempo,
a credere ai sogni e alle fate
e poi poter dire al mio cuore:
le lucciole sono tornate!
*********************************
Commento di Epitteto:
Novenari con chiusura di un senario, escluso quello dell'ultima quartina che appare fluttuante...
Per il resto la proposta appare pulita, scorrevole, ritmica.
Sul contenuto.
Non c'è niente da fare, le donne sono inguaribilmente romantiche e non si rassegnano agli intoppi della vita.
Non basta loro una o più testate contro il muro: continuano imperterrite a sognare amori impossibili.
E mai che una seria indagine dei fatti possa dimezzare le responsabilità del fallimento sentimentale.
Perchè i lui fuggono?
Adesso poi le cose si complicano: s'è avviata la guerra dei sessi e tutte le guerre si sa come iniziano e mai come vanno a finire.
Che dire?
Che io possa sbagliarmi nell'analisi introspettiva di coppia.
Domenico Pisana

Il segreto dell’anima si consegna alla sera
già le parole sono pietre appuntite,
i falchi aleggiano nell’aria,
i rimorsi strappano lacrime
bagnando la trasparenza cristallina dell’acqua.

Solo l’anima invoca il sereno,
si chiude al morso delle tenebre
e sospira nell’attesa del sole
dove sostano raggi di verità
mentre il giorno declina lo sguardo dietro la luna.
Che afflati di mistero turbano i segreti?
Che vuoto di silenzi rumorosi scuotono l’anima?
Una voce inconoscibile agita
fragili coscienze,
la notte e l’aurora raccolgono gemiti indecifrabili.
Domenico Pisana
*************************
Commento di Epitteto:
Quattro strofe tutte piene zeppe, verso per verso, di figure linguistiche da brivido o peggio che non significano nulla.
Un malvezzo per impreziosire il pensiero altrimenti incapace di fluire per limpidezza di idee.
L'armamentario dell'indicibile c'è tutto: la sera, lacrime, acqua, anima, tenebre, sole, luna, coscienza, aurora, ecc.
Tutta roba da ammazzare un rinoceronte.
In costruzioni sintattiche che oscurano la manifestazione e concatenazione dei significati.
Meno male che manca il titolo...
Adesso
Senza titolo
di Pietro Zurlo

Eccomi...sono pronto a graffiare
e togliere le maschere adagiate sul ciglio delle strade
e fare pulizia dei cumuli di polverosi detriti
che imbrattano le stesse strade, smascherando
volti ignoti, inesistenti, che non sono niente,
non avendo neppure l'ombra di se stessi.
Tolto questo squallore, il cielo, verde della speranza
apparirà nitido allo squillar della tua voce.
***************************
* Pietro Zurlo: non so quanto tempo fa, ma l'ho scritta...

**Commento di Epitteto:
L'olio buono viene sempre a galla.
Anch'io a volte rileggo pezzi che non ricordo dove e quando scritti.
Ma con ben fisso in memoria il perchè.
Come in questo caso per l'amico don Pietro.
La denuncia del malessere sociale non può mai disperdersi.
Purtroppo siamo circondati dalla violenza di un prossimo che fa di tutto per distruggere se stesso e la natura.
Però l'ultimo distico apre alla speranza: alla fine il trionfo del bene in uno squarcio di colore per l'umanità.
Molto bene.

Lei non sa...
di Epitteto

Ai presuntuosi che hanno conseguito un qualsiasi pezzo di carta legale non par vero di dirsi e sentirsi superiori agli altri.
Ad ogni piè sospinto scalpitano per far sapere la propria maggiorità accademica o economico-sociale.
< Lei non sa chi sono io ! >, sprizzano da tutti i pori.
Analogamente gli scribacchini che hanno pubblicato a proprie spese sillogi e quant'altro colgono ogni occasione per sventolare i loro parti ai quattro venti, certi ormai di essere al top della notorietà.
Se poi hanno fondato propri blog o forum o siti, in rete o meno, subito si pavoneggiano del titolo di Presidente, Wm, Admin, ecc. cercando di impressionare la platea dei discenti.
Incedendo con aria di superiorità sul popolo minuto.
La megalomania è propria di personalità emotivamente disturbate che invece di farsi apprezzare fanno di tutto per essere evitate.
Quando avevo quattordici anni, il rettore scolastico annotò sulla mia pagella definendomi < soggetto presuntuoso >.
Apriti cielo a casa, giusta la ramanzina dei miei.
Da allora ne ebbi sgomento, cercando di comportarmi semplicemente.
Naturalmente non riuscii mai a rientrare nei ranghi, tant'è che questo scritto ne è la prova...

giovedì 11 gennaio 2018

Gli opportunisti
di Epitteto

Da sempre vado predicando che i poeti sono dei narcisisti inveterati.
Come ne accetti uno nel tuo social, eccoti la bacheca/diario invasa da un diluvio di sue performances letterarie.
Risalenti fino ai primordi in ogni sorta di forum.
Alla disperata ricerca di consensi alla propria bravura.
Il bello è che questi trinariciuti mica si spendono a leggere e commentare gli altri.
Al massimo uno striminzito < mi piace >, una faccina cretina tanto per fissare il loro passaggio, ecc.
L'affinità elettiva dura al massimo quindici giorni lavorativi: poi atteso il digiuno, spariscono nel nulla, girovagando per altri blog.
Che fare allora?
Nient'altro che cancellarli dalle amicizie, liberando il proprio web dagli importuni della rete.
Anzi, adesso che ci penso vado subito a far pulizia...
Loretta Zoppi
Ispirazione

"Si fece scudo di bimbo la speranza inutile..."
La notte sdrucciola in profondo vuoto.
Tutta la notte il segreto dei corpi ardenti
sul pendio ove arse la ginestra

e presso la grande curva, inalterata
la sottile scala fredda della distanza
forse lampada o labirinto mobile
riscopre la parola incandescente
che veglia la lettura.
Inquieta come l'alba
la colonna di fumo sui vetri appannati
assorbe il respiro di una strada
il silenzio acquista chiarore...e sul foglio
- il poeta andaluso tace -
si avverte tutto ciò che scriveremo.
**********************
Commenti
Epitteto:
Loretta è anche conosciuta per le deliziose filastrocche per bambini.
Ai fini di insegnamento elementare e di memorizzazione facile.
Poi ci sono le poesie per i < grandi >.
Dove il lettore può sentirsi piccolino e messo all'angolo.
Forse è questo il caso, almeno per me.
Quivi parrebbe quasi che l'ispirazione sia così alta e metafisica da aprirsi solo al poeta, escludendo ogni altro.
Malgrado io sia un marpione di lungo corso, in questo caso sono entrato in confusione.
Resto in ansante attesa che qualche altrui commento mi spiani la strada alla comprensione.
IL CUORE
***di Epitteto Eubulide***
***
Mille voci, un gran cianciare,
l’un che dice cosa fare,
l’altro invece: “E’ da rifare”.
S’accapiglian notte e dì,
l’uom da sempre fa così.
Un consiglio ti vo dare:
in ascolto devi stare
sol del cor che in fondo ditta
ed andrai su strada dritta.

martedì 9 gennaio 2018

SUCCESSI 'N JORNU
di Antonino Magrì

Successi ’n jornu,
’n jornu comu tanti
di tant’anni fa,
non sacciu diri comu,
ricordu sulu ca a la ’ntrassatta
vitti apririsi lu celu
e la musica,
la musica di Diu,
m’ammugghiau l’anima
e mi purtau luntanu;
vulai
tra celi di focu
e spazi d’infinitu,
e ’ntisi l’armunia di l’Universu
trimuliari ’ntra lu me’ pettu
e fui sonu di ventu,
di mari,
di tuttu,
tutt’unu cu tuttu,
e la me’ vuci addivintau
ciumara ca scurri
e non trova ’ncarammu,
vuci manza di celu,
rispiru funnu
di Matri Puisia.


Accadde un giorno - Accadde un giorno, / un giorno come tanti / di tanti anni fa, / non so dire come, / ricordo solo che all’improvviso / vidi aprirsi il cielo / e la musica, / la musica di Dio, / m’avvolse l’anima / e mi portò lontano; / volai / tra cieli di fuoco / e spazi d’infinito, / e avvertii l’armonia dell’Universo / vibrare dentro il mio petto / e fui suono di vento, / di mare, / di tutto, / tutt’uno con tutto, / e la mia voce divenne / fiumara che scorre / e non trova ostacolo, / voce mansueta di cielo, / respiro intenso / di Madre Poesia.
**************************
Commento di Epitteto:
Naturalmente quivi la poesia avrà preso la mano, in una sorta di travolgente enfasi declamatoria.
Epperò è mica tanto sicuro.
Perchè il fenomeno adombrato non appare isolato nel panorama dell'esaltazione mentale.
Mi sovvengo infatti di quando a dieci anni, mentre tutto assorto leggevo le imprese di Sandokan, improvvisamente mi sentii rapito in spirto e trasportato illico et immediate nella giungla malese.
Ero felice e stordito.
Fu per qualche istante, non saprei quanto.
Risvegliatomi dallo stordimento, cercai più volte di ripetere la bilocazione senza più riuscirvi.
E nulla di simile nel corso poetico et similia.
Amo comunque pensare che l'ascesi extrasensoriale sia riuscita anche all'Autore.
Molto bella e coinvolgente la narrazione in vernacolo.

Solo per i tuoi occhi.

I colori della sera
fuggono fra i tralicci
e i pioppi
scivolando sui pensieri
e i vetri delle finestre.
Rondini si cullano all'orizzonte,
rapiscono l'ultimo raggio.
La notte sgorga fresca
dalle nuvole.
Solo per i tuoi occhi
questo cielo,
ti dono come zucchero filato.
Attimi dal sapore di vaniglia.
Solo per i tuoi occhi
mi nascondo,
spiando la bellezza
dell'amore.
Solo per i tuoi occhi
rubo il vento
per far volare farfalle
sul tuo cuore.
M' incanto dei tuoi occhi
dove straripa l'anima e
... M'inondo

La Frazia Antonella
***********************
* Commento di Epitteto:
E' più forte di me.
Perchè poi non dovrei esprimere il mio parere, visto che Facebook mi sollecita a farlo e gli Autori stessi scientemente pubblicano in attesa del giudizio dei lettori?
Sotto l'aspetto formale il testo in lettura appare sovraccarico di metafore a danno della semplicità accattivante dello scrivere.
Vestire di abiti scintillanti il verso significa solo abbellirlo artificiosamente senza renderlo più profondo ed emotivo.
Quivi poi ci ci sono figure retoriche al limite della sopportazione letteraria, prive di significato logico.
Pure espressioni astratte che disturbano la resa del pensiero.
C'è poi la questione del contenuto.
A forza di martellare su questi amori travolgenti si finisce per non crederci più: pure masturbazioni mentali.
Anche perchè del tutto avulsi dalla realtà dei fatti.
Lo vediamo nelle stesse espressioni di vita letteraria.
Donne scrittrici che non vogliono sentir ragioni, tetragone ad ogni invito alla logica, aggressive, maldicenti, orgogliose nel loro carattere caparbio e riottoso, ecc. ecc.
Quando mai allora un rapporto di coppia di profondi sentimenti se non di soli temporanei amorosi sensi?
Vedo invece dei lui in precipitosa fuga affettiva, altro che anime straripanti di passione e cuori infranti...

**Antonella La Frazia:
Perché non commentare? Ognuno ha un suo gusto ed un suo metro di giudizio. Non sono d'accordo con la seconda parte, la fase d'innamoramento esiste anche oggi con anime "straripanti di passioni" è il dopo, il portare avanti un progetto, con il continuo confronto con l'altro che mi sembra creare problemi.rché non commentare? Ognuno ha un suo gusto ed un suo metro di giudizio. Non sono d'accordo con la seconda parte, la fase d'innamoramento esiste anche oggi con anime "straripanti di passioni" è il dopo, il portare avanti un progetto, con il continuo confronto con l'altro che mi sembra creare problemi.

lunedì 8 gennaio 2018

Ennesima lettera aperta
di Epitteto

Caro Poeta,
che ti continui a scrivere...
La tua produzione letteraria è solo carta straccia, nessuno ti leggerà mai, forse solo una decina di persone oziose.
Che sono mai di fronte ai sette miliardi e passa di umani?
Le tue poesie sono morte ancor prima di nascere, se poi fai di tutto per non farti capire la frittata è fatta.
Non hai niente da dire di nuovo, non fai che ripetere il già detto milioni di volte nei millenni, non si sa nemmeno se esisti.
E tu giù a imperversare intasando le vie del web per la gioia dei furbacchioni che ti fotografano per fini commerciali, politici, di ordine pubblico.
Il tuo peregrinare di forum in forum in cerca di un pò d'attenzione fa pena e insieme tenerezza.
Un fasullo tentativo di dire che esisti in un mondo di sordi disattenti che non possono fare niente per te, perchè già inguaiati del loro.
PENSIERI IN PILLOLE.
(divulgazione del pensiero)

- Burbanza
di Epitteto.

La Poesia è un genere letterario molto apprezzato e il titolo di Poeta un riconoscimento da tutti aspirato e invidiato.
Perché la Poesia è il Bello, il Divino, e si estende per antonomasia ad una generalità di immagini concrete.
Riscontriamo allora aspetti poetici nell’amore, nell’arte, nei cibi, financo nel gioco del calcio e così via.
Però c’è un però.
Prendendola alla larga.
La Rita Levi- Montalcini, la recente neo senatrice a vita Elena Cattaneo non hanno lesinato ad autodefinirsi < scienziate > ad ogni buona occasione pubblica.
La cosa mi indispettisce perché cela un narcisismo a tutto tondo, scostante.
Si sa che oltre la parola < scienziata > non esiste altra maggiore sul campo.
Come a dire < io sono il top, dopo di me il diluvio >.
Un po’ di modestia: basterebbe definirsi < studiosa >, < ricercatrice > et similia.
Così anche per chi si autoinveste del titolo di < Poeta >, sbandierandosi ai quattro venti.
Semmai d’essere Poeta te lo devono dire gli altri, anche se per lo più sbagliano la mira…

domenica 7 gennaio 2018

I visionari
di Epitteto

Scorrendo oggi le pagine web mi imbatto:
- < I sospiri svaniscono nel palpito/ sordi:di un fremito distante >;
- < Nella rapida follia, ambisco gettare profondi/ risentimenti ad un vuoto passato >;
- < Impavidi di infilzare cocci/ di luna nell'inverno scabro >.
- < E dirsi, per non tacere./ Su un dileggio arcano/ di un amore profano >.
Ecc. ecc.
Sono stralci poetici, i più semplificati, di visionari del verso.
Se si straparlasse così nella vita quotidiana, si verrebbe subito internati al neurodeliri.
Invece si tratta di poeti che vanno per la maggiore, oltre che andare giù da matti.
Perchè loro mica son gente normale.
In quelle menti si agita la follia, in conati immaginari psichicamente labili.
Nella cultura ellenico-romana i pazzi erano rispettati perchè si presumeva che in essi abitasse il dio.
Oggi questi paranoici vittime di allucinazioni si chiamano < POETI >.
D'altra parte cos'è l'ispirazione se non esaltazione visionaria di alterati irreversibili?

sabato 6 gennaio 2018


’E LUMINARIE ’E SALIERNO
***di Pietro ZURLO***
***
Che mme purtate a ffa p’’e vvie ‘e Salierno?
Che aggia verè…è ttutto abbagliamiènto;
’e ccose serie, chelle che ’ha nna fa’…
chelle vurria verè realizzà.
***
Però vurrìa sapè quant’hanno spiso…
quanta denare ca se so’ jettate;
denaro tutto quanto sparagnate:
putevano avascià ll’IMU…nu piso!
***
Nun me purtate a mme, me sento stanco…
lassateme int’a casa a rrepusà;
nun me fa niente tanto abbagliamiènto,
ce stanno tanta guaie d’apparà.
***
Lassateme sta ccà…cosa scurdata
vicino a ’o fuculare io stongo bbuono;
m’arrust’o ppoco ’e pane, ’o filo d’uòglio,
nu bicchiriello ’e vino…si ce sta!

*****************************
Commento di Epitteto:
Il P.I.L. come sistema di misura del benessere di un popolo.
Occupazione, produzione e consumo di beni il metro assoluto della ricchezza sociale.
Don Pietro protesta, per lui la questione va ribaltata: sostituiamo con il F.I.L. ( Felicità Interna Lorda ) come prodotto interno nazionale.
Basta con questi beni di consumo che ci soffocano e reclamano altri beni per lo più inutili che ci sommergono.
Per protesta allora mi ritiro nelle mie quattro mura, dice, e assaporo in solitudine la quiete dell'animo.
La sola che può darmi serenità e tranquillità.
Un grido di protesta e respingimento, quello dell'amico Zurlo, in fuga dagli inutili bisogni della vita.
Lo stile vernacolare dell'Autore supera le esigenze classiche della lirica, a favore di una poetica semplice che va dritta al cuore.

venerdì 5 gennaio 2018


L'altra sera...
di Maria Lilia Papa

Ho visto l’altra sera
un uomo già un po’ curvo
girare verso destra.
Aveva il passo stanco
qualcosa tra le mani
e tanto freddo addosso
da farlo rallentare
come avesse una catena.
Ho visto l’altra sera
la donna sua compagna
andare ancora altera
la chioma tutta argento
con fili di alba chiara.
Sembrava un po’ svuotata
di ardori e « poi » futuri
ma aveva tra le mani
un cesto quasi pieno
di angosce traboccanti
con macchie molto brune
e, lungo tutto il fianco
un sogno rattrappito
di vita più sincera.
Ho visto l’altra sera…
amici conosciuti, delle ombre
a fior di pena:
per lui, i grigi baffi radi
raccontano l’incontro fatto al buio
con stolidi malanni
l’oblio degli amici
e il senso dell’inutile, truccato
con i piatti troppo ricchi della cena.
Ho visto l’altra sera…
la donna favolosa
cercare ancora occhi
per credere di esistere
ed essere la foglia sempreverde
che vibra a primavera.
***********************
Commenti:
*Antonino Magrì:
Maria Lilia, è una poesia molto dolce, musicale, ma disarticolando il ritmo si perde alla fine; ti suggerisco di riprenderla e di non spezzare il ritmo dei settenari.

**Epitteto:
Alquanto prolissa, ma ci sta tutta.
Una serie di flash a ripetizione quasi una colt a tamburo.
Sì, un'umanità vagante, per lo più dolente, forse senza più speranza.
Per chi ha l'occhio attento ai particolari, che sfuggono alla gente comune.
In qualche misura il nostro copia-incolla, letto dagli altri.
Molto brava.

La passeggiata
di Herry Frux

Quel mattino,
indossò il suo abito preferito
che teneva custodito
da tempo
nell'armadio

perché sarebbe arrivato
un giorno,
quel giorno speciale per
fargli prendere aria.
Ebbe il coraggio di guardarsi
allo specchio,
quasi con
timore per imbarazzo di se
stessa,
già,
rideva tra sè e sè
e ...(son sicura)
si piaceva
quasi.
Era pronta,
aprì la porta,
mi prese per mano
e
passeggiammo.
Fu splendido
me lo ricordo,
le stringevo
la mano dolcemente
senza parlare,
solo sguardi.
Eravamo contente.
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Commento di Epitteto:
Sei proprio brava, cacchio.
Potrebb'essere un'allegoria o una storia vera, non si sa.
Lasciamo in sospeso la spiegazione e concentriamoci sulla forma.
Invero inusuale, come d'uso per la nostra Autrice.
Pulita, semplice, quasi danzante nell'alternanza dei versi.
Con quel non so che di misterioso e sospeso proprio di un'anima che esterna con pudore.
Mi ci trovo appieno nell'atmosfera.
Quando, pressato dalla solitudine tra i monti e dall'incomprensione del prossimo, do la mano al mio alter ego, spaziando entrambi liberi in plaghe fantasiose in quiete d'animo.
Questo modo di poetare m'intriga.

giovedì 4 gennaio 2018

Senza titolo
di Rosalinda De Franceschi

E qua e là saltando ,
Fanno un lieto rumore ,
E intanto riede alla sua parca mensa ,
Fiischiando , il Zappatore ,
E seco pensa al dì del suo riposo .

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Commento di Epitteto:
Dopo tante pressioni Rosalinda s'è scapestrata a pubblicare un suo lavoro.
Un rifacimento, direi, di un classico, quasi a saggiare la memoria del lettore.
Forse una provocazione, per mettere a zittire le malelingue...
Rosalinda più volte ha reclamato orgogliosamente di far parte del Cerchio Magico di Epitteto.
Esserne seguaci significa riconoscersi nel Manuale del grande stoico frigio, per vivere da uomini liberi.
Perchè in realtà noi siamo preda di tre terribile bestie che ci rovinano perennemente la vita.
Il come appariamo, il come non siamo e il come vorremmo essere.
Compresi i tre ostaoli in meditazione, ci renderemo conto che proveniamo dal divino, che siamo parte del divino, che noi stessi siamo il divino.
Così Illuminati, potremo senza tema percorrere le tappe della vita senza pregiudizi, in libertà di pensiero ed azione.
E qua e là saltando < in lieto rumore >.

martedì 2 gennaio 2018


Un anno scivola verso la curva dell'eternità
di Maria Lilia Papa

La vediamo, maestosa
impigliare le sue orme
la vediamo, radiosa
riflettere intorno a lei
Il suo potere sbiancante
colore oblio
il suo nome è melanconia

Con un colpo d'occhio lei annota
l'ebbrezza della sua anima tra le cime
con un colpo d'occhio lei mostra
il fallimento della sua lotta contro la noia
E le notti ...
sono lunghe veglie in attesa
della bella luce
della tenerezza alba-nuova
Il suono di un copia e incolla
aurora pallida di questo inverno
trascina il trentuno verso
la curva del tempo infinito
e fiocchi di luce
danzano intorno a lei
Passando
ella afferra al volo
i giorni belli e le emozioni regalo
e le basta un soffio
per respingere verso quest'anno trascorso
l'inutile incompiuto e tutte le disillusioni
31 dicembre 2012
...e la versione originale, in francese, con protagonista un lui :-)
On peut la voir majestueuse
S'emmêler à ses pas
On peut la voir
Radieuse refléter autour de lui
Son pouvoir de blancheur
Couleur oubli
Elle s’appelle mélancolie
D’un regard il signe
l'ivresse de son âme parmi les cimes
D’un regard il montre
L'échec du combat envers l'ennui
Et ses nuits ...
sont longues veilles attendant
la lumière belle
d’une tendresse aube-nouvelle
Quand le bruit d’un copie et colle
Aurore pâle de cet hiver
Fait glisser le trente-et-un
Vers la courbe de l’infini
Des flocons lumière-caresse
Tourbillonnent autour de lui
En passant
Elle cueille au vol
Les jours beaux et les émotions cadeaux
Et un souffle est suffisant
Pour pousser vers l’an passé
Les dégâts des moments désabusés
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Commento di Epitteto:
Quando andavo a scuola, l'insegnante di lingue straniere soleva dire < L'inglese è la lingua degli ignoranti, il tedesco è la lingua degli uomini, il francese è la lingua delle donne e l'italiano la lingua di Dio >...
Il testo originale del post in lettura era in francese sotto lo pseudonimo di < Galatea belga >.
In un blog straniero.
E s'ebbe ai tempi una ventina di consensi favolrevoli.
L'Autrice si ripropone in questo spazio anche con la versione in italiano.
Ciò premesso, ritorno asfissiantemente sul mio punto di vista.
Ogni traduzione, ancorchè dell'Autore stesso, è sempre un tradimento dell'originale.
Nella fattispecie la sonorità lessicale , le modalità semantiche, un certo verso del pensare, ecc. sono proprie d'Oltralpe e perdono di significato in altra lingua ancorchè di madrepatria.
Perchè ogni collettività sociale ha una tradizione letteraria originale, unica, irripetibile.
In conclusione la poesia va letta e commentata come nasce all'origine e non in copia ad usum Delphini.
Come tale il francese in lettura m'è parso brillante e arioso, sonoro e piacevole.
Meno il contenuto che, sfrondato dalla retorica di rito, non ha presentato novità di rilievo, ma la solita rimasticatura letteraria.
In sintesi, i consensi stranieri maturati paiono sufficienti a colmare le aspettative di successo dell'Autrice.

I famelici
di Epitteto

Vorrei attirare l'attenzione sui famelici letterati, quelli cioè talmente ingordi di consensi e applausi da disseminarsi in una miriade di blog, siti, bacheche, diari, club ecc., ove proporre sempre le stesse poesie, racconti, pensieri, esperienze ed altro.
V'è poi chi, conoscendo anche altre lingue, pubblica i suoi parti, sempre gli stessi , pure in spazi web stranieri.
Mietendo miseri allori a più non posso, il tutto in un seriale gioco degli specchi ripetuto all'infinito.
Tra questi ovviamente ci sono anch'io, che predico bene e razzolo male, nell'illusione di tramandarmi ai vivi ed ai posteri.
Cari Amici, siamo tutti infettati da protagonismo sfrenato, sfrontati nella superbia, miseri nell'animo, e soprattutto che non abbiamo niente da dire di nuovo nel cervello.
Sbandierando ai quattro venti anche le misere raccolte pubblicate a nostre spese e in attesa di andare al macero.
Corriamo allora dallo strizzacervelli per un salutare ricondizionamento, prima che sia troppo tardi.

lunedì 1 gennaio 2018

LA BALLATA DI CAPODANNO
di Epitteto

Bàla, bàla, bel salàm,
quant'e bàlet i òter i mangia
e se a pena vò a vultàm
la me fòmna i me la rangia.


So encassà, en pòde piò,
en de o l'alter no a copai,
pò fa nient se scampancò
lùr me cret o pés savai!

TRADUZIONE:

Balla, balla, bel salame,
quando balli gli altri mangiano,
e se fai appena di voltarti
anche la moglie ti fottono!

Sono incazzato, non ne posso più,
un giorno o l'altro vado ad accopparli;
poi non fa niente se un poveraccio
loro mi credono o peggio un niente.