martedì 19 dicembre 2017


La iena
di Epitteto

Alle terme a passar l’acque
in settembre noi s’andava,
ma alla iena mai non piacque
il minor che s’aggirava:
fin da quando quegli nacque
le sue mire disturbava.

Eravamo solo in tre,
padre, serva, oltre a me.

In presenza del padrone
era tutta latte e miele,
non un torto, sol ragione,
ma di dentro l’odio e fiele:
“Farai i conti alla magione…”,
gorgogliava l’infedele.

Eravamo solo in tre,
io d’entrambi alla mercè.

Giunse il giorno, molto scuro,
del ritorno, e alla stazione
lei in disparte, a muso duro:
“ Ho serbato una razione
di nerbate, te lo giuro!”.
Lì mi colse un gran magone.

Eravamo solo in tre,
io e quei due senza fè.

Dentro casa, è storia vera,
poi mantenne le promesse.
Non cedetti alla megera,
fino a quando più non resse.
Mentre lui, e mane e sera,
facea finta non sapesse.

Eravamo solo in tre,
io tra i due, Dio sa perché.

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