martedì 5 dicembre 2017

Dicembre vicchiarello
di Pietro Zurlo

Dicembre, ’o vicchiariello c’’o bastone,
cammina chiano…nun ce vere bbuono;
’o sole è nu miraculo si ’o vvede…
’o maletiempo p’isso è ’o tirapiede.
Jennaro, ’o piccerillo ’o sta aspettanno,*
tene n’appuntamento e ’un ppo mmancà;
va justo justo pe’ lla fin’e ll’anno,
pecché tutt’e ccunzegne l’hadda rà.
Sultanto tanno po’ gghì a rripusà…
e truvarrà chi è mmuorto primma d’isso;
Nuvembre, Ottobbre e ll’ati a gghì a scalà,
ca ’ncopp’o calennario erano misso.
Giesù Bammino l’hadda vattià…*
c’’o friddo e ’o ggelo, e nun è nuvità;
’ntramente affonna e arranca a ccammenà,*
cu’ ’a neve ca ’e ddenocchie arriva ggià!*
LEGENDA
Jennaro=Gennaio,
L’hadda vattià=Lo deve battezzare,
’Ntramente affonna e arranca=Intando affonda,
Denocchie= Ginocchi.
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*Franco Melzi:
Io adoro il mese di dicembre, il Natale e tutte le feste. Con il presepe poi ho un rapporto particolare. ne faccio uno ogni anno e sempre diverso dal precedente. Non sono più credente ma resto molto attaccato alle tradizioni. Di questi tempi il presepe è argomento scottante, qualcuno li vorrebbe sopprimere nelle scuole e negli ambienti pubblici per non disturbare coloro che sono di diversa fede. Chi se ne frega, dico io, toglieteli pure da tutte le sedi pubbliche e fate un po'come vi pare. Io sono per la tolleranza e non ne faccio una questione di principio. Me lo faccio a casa mia il presepio e voglio vedere se qualcuno a poi qualcosa da ridire.
Caro Pietro non sono un esperto ma credo che in questo genere di poesia tu ti sappia esprimere al meglio. Sei padrone della lingua e hai un bel piglio. Inoltre ti invidio assai assai la fantasia e la capacità di trasformare le cose più semplici in poesia. E' una sensibilità innata che fai bene a coltivare. E non lo dico tanto per dire, ne sono convinto.

**Epitteto:
Anch' io concordo con Franco,
sulla bellezza travolgente di questa poesia.
Quando don Pietro Zurlo scrive in vernacolo supera se stesso ed ogni altro.
Penso che sia un dono di pochi, tanto che mi permetto d'invidiarlo.
La metrica sillabica , tanto bistrattata dai modernisti nostrani, qui è impagabile: dona ritmo cadenzato a tutta la lirica, facilitando lo scorrere del verso.
Credo anche che la forma postata non irrigidita ma alternata doni un'ottima visione d'insieme.
Infine la fantasia, pur su un tema tanto sfruttato.
La quale danza leggera da un'invenzione letteraria all'altra.
Caro Pietro, io non credo alle classifiche concorsuali.
Ma al mio fiuto poetico, ben condiviso da Franco, che in questo caso fa balzare il testo al primo posto delle mie ed altrui preferenze.
Anche la mia adorata Santippe, pur molto frenata nelle sue pulsioni narrative, nel leggere questo capolavoro di semplicità si è molto emozionata, specie per la bellezza dell'alternanza dei mesi dell'anno.
Bravissimo, Siddharta/Epitteto.

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