mercoledì 28 febbraio 2018

Siria

Il pianto urlato
di un bambino tra le
macerie d'una guerra
non sua.
Non giunge alle orecchie
ma dritto ai ventricoli
di chi ha ancora
un cuore; trafigge
come sguainata spada
l'indifferenza,come
bomba dilania
il finto cordoglio.
Un grido che nasce
negli occhi,muore
nella bocca spalancata
tra sangue,detriti,polvere.

L'urlo di un bambino
all'aperto,per la strada
dove ,forse,un tempo
giocava al tepore
dei primi germogli.
Francesco Camagna
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Commento di Epitteto:
L'uomo è un animale sanguinario.
In lui il bene e il male sono in costante equilibrio, come liquidi nei vasi comunicanti.
Con l'attenzione agli eventi correnti, subito dimentichi del passato.
Una guerra locale quella cantata, come altre cento in corso altrove e dimenticate.
Ormai non ci facciamo quasi più caso, frastornati dall'incalzare degli eventi testimoniati a ripetizione dai media.
E non proviamo nemmeno più emozioni, ne' odio, ne' compassione.
Le cose semplicemente accadono e non ci possiamo far niente.
L'orrore è che anche le stesse religioni, anziché volgere al Cielo, fomentano disordini e violenze in terra.
Invero non so neppure più se deprecare in poesia sia frutto di reprimenda o semplice descrizione fredda di fatti estranei.
Comunque questa denuncia ci sta tutta, anche se suona ripetitiva e lontana.
Attenzione alla grafica della punteggiatura, che reclama la giusta separazione.

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