di Epitteto
Anticamente il tatuaggio consisteva nel marchio a fuoco indicante la proprietà del < bene > uomo, al pari del bestiame.
In seguito anche marchio d'infamia ( prostitute, ecc. ).
Il tattoo ebbe origini polinesiane: sbarcati a Tahiti nel 1769 James Cook e il suo equipaggio restarono fulminati dai tatuaggi su tutto il corpo degli indigeni.
Importata in Europ, l'arte < pittorica > prese subito piede, in barba all'anatema di papa Adriano 1° che nell'VIII° secolo riteneva sacrilego sfregiare il corpo perchè tempio di dio.
Col passare dei secoli il tatuaggio ebbe anche a significare i taluni momenti importanti per il portatore: località lontane, mari navigati, ecc.
V'erano poi anche i marinai furbetti: si facevano tatuare sulla schiena il crocefisso: per evitare le scudisciate di insubordinazione : non potendosi colpire l'immagine del figlio di dio...
Estimatori anche fra i nobili del tempo, che però non potevano vantarsene pubblicamente per motivi di noblesse oblige sociale o di corte.
E oggi? Sono cambiati i tempi, ma l'arte dell'inchiostrarsi resiste più che mai.
Tarquinio Prisco
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