domenica 30 settembre 2018

Poesia

Ragnatele
di luci e di ombre,
matasse di fili
sul mio cammino.
Ho sempre cercato
nei misteri,
nel cielo,
nell'acqua e nel fuoco,
ho sentito il corpo
una prigione,
questo mondo un luogo di esilio.
Anima inquieta, ora mi cibo
di un eterno splendore
raccattando parole
con mistico fervore,
li traduco in versi
perché l'anima si quieti.
Razzolavo nel buio,
ho trovato la luce!

@Marinella Pizzino
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Commento di Epitteto:
Duecentomila anni fa si ebbe il passaggio umano dal sentimento alla coscienza.
Cioè la consapevolezza del sè.
E lì sono cominciati i guai: il perchè della nascita, vita e morte.
Tanto che nel 4.500 a.C. si ebbe l'epopea scritta di Gilgamesh, un Principe sumero, re di Uruk.
Il quale, atterrito dalla terribile immagine della Morte, andò alla ricerca dell'erba dell'immortalità.
Trovatala, poi la perse, rendendosi pienamente conto dell'inevitabile destino degli uomini.
La nostra Marinella sembra riprendere il discorso.
Il dramma di un'esistenza breve e tormentata, dai tanti perchè in sospeso.
Ci sarebbe di che disperarsi per questa coscienza vigile e senza risposte.
I mistici trovano conforto nel metafisico, altri nell'attivismo frenetico, altri ancora nell'alcol e nelle droghe, ecc.
Invece la nostra Autrice, come tanti, nelle parole della Poesia, ove, dice, < ho trovato la luce! >.
Forse il tutto alquanto esagerato, visto che essa letteratura lenisce l'animo ma non la pancia...
Parafrasando il Petrarca, < povera e nuda vai, Poesia, per le vie del mondo, dice la turba al vil guadagno intenta >.
Comunque un applauso alla nostra Autrice, che di questi tempi disastrati sa ancora affidarsi al potere magico dei versi, a lenimento dell'esistenza drammatica in cui versa l'intera umanità.
Ottima/mente, Menenio.
NON DIRE D’AMORE

Dimentica, poeta
non dire più d’amore.
Pagine e pagine, verso su verso:
promesse, sogni, amplessi
offerti a poche parole…
Ti sembra questo l’amore, quello tra te e lei?
Ad impronta egocentrica, per profitto nei giorni,
fatto di smanie, possessi e adulazioni...
L’amore ha un curriculum più vasto,
non si risolve tra mura di quotidiane faccende.
Ha una genesi lontana e un miliardo di parole,
prese alla lettera, mai ascoltate.

Adesso è sfinito, muto, fuggito…
E lo cerchi, lo immortali, lo curi
dentro a versi ispirati dalle braccia di lei.

Dimentica, poeta
non dire più d’amore.
Quando vedrai finire ogni guerra
solo allora scrivine.

Mimma Raspanti (Novembre 2014)

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Commento di Epitteto:
NON DIRE D’AMORE

Dimentica, poeta
non dire più d’amore.
Pagine e pagine, verso su verso:
promesse, sogni, amplessi
offerti a poche parole…

Dimentica, poeta
non dire più d’amore.
Quando vedrai finire ogni guerra
solo allora scrivine.

Mimma Raspanti

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Non lo faccio mai...
Ma questa volta il mio sè ha selezionato e accorpato quanto sopra.
Non s'offenda l'Autrice.
A mio giudizio la potenza comunicativa del verso è tutta racchiusa in queste due strofe.
Il resto distrae l'attenzione e non dice nulla di nuovo.
E allora, ecco su quanto salvato.
Direi un'ispirazione accorata, quasi una supplica, sulla labilità del sentimento d'amore.
Troppo s'è speso intorno a questo sentimento, tanto da risultare alla fine vuoto e sconfortante.
Non vi saranno mai parole sufficienti a fermare nel tempo la sensazione o passione d'amore.
Chè travolgente come un uragano, presto s'acquieta lasciando solo macerie.
Bravissima, Epitteto.
- LA STORIA -
di Rosalinda de Franceschi

IL FILO SI SVOLGE
TRA ANTICHI
E NUOVI INGANNI ,
IGNOTO E' IL CAPO
TRA VARI BANDOLI
DI INATTINGIBILI ,
LABILI VERITA' .

IL MITO SI FA STORIA ,
- NAUFRAGHI -
S' INTRECCIANO
E SPROFONFANO
NEGLI ABISSI DELL' UMANITA' .
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Commento di Epitteto:
Alquanto criptica.
Comunque fredda nella sua laconicità.
Meditazione cosmica nell'attimo di una presa di coscienza.
Quando certe domande sul perchè di certi eventi rimangono inevase e sospese.
Un refuso.
Hal

sabato 29 settembre 2018

Un pò di arte medica antica
di Epitteto

1) - Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 ( napol. > pad.- ven ), cap. 28, parr. 15-20, pag. 416,23:
Tra le gambe etc. menugia, sono le intestine, e la corata e il tristo saco, idest lo ventre, il qual fa merda di quel che è mal digesto.

2) - Sacchetti, Trecentonovelle, XIV, 37, pag. 89.15:
... per accesa e mortal febbre ... veggendolo molto ardere.. il feciono mettere nudo in una bigoncia d'acqua fredda, come esce dal pozzo, e preso costui così ardente e nudo, ve l'attuffarono dentro, il quale cominciando a tremare e schiacciare li denti, stato un pezzo, lo rimisero nel letto, e subito cominciò a migliorare, e spegnersi l'arsura in forma che guarìo.
Capito, neh..., e poi lamentatevi della Sanità dell'oggi!
Menenio

Sospensione temporale.
di Epitteto

Ieri pomeriggio ho sperimentato su me stesso l'effetto sospensione temporale.
Per lunghi piacevolissimi istanti non ho più avuto la percezione del tempo, non rendendomi più conto se fosse mattino o pomeriggio, se avessi pranzato o meno, ecc.
Solo un presente continuo, senza passato e futuro.
Poi l'orologio mi ha ricondotto al reale.
Una sospensione che mi ha accomunato alle esperienze mistiche di una miriade di alterati/e mentali.
Finalmente una compressione della coscienza vigile che mi ha proiettato in una realtà virtuale da sempre agognata, in una sorta di benessere psicofisico da adolescente.
Pare che lo stesso effetto producano certe droghe e taluna elettronica di consumo.
L'Alzheimer potrebb'essere quindi un rimedio alla continua afflizione intimistica che ci perseguita fino alla morte.
Sofronio

ll Guerriero stanco
di Herry Frux

Ho fatto quello che ho potuto
perche'
la mia mano
ti raggiungesse

perchè tu la strappassi...

Niente..
il nulla
continua a seguirmi nella
testa...e le mie braccia,
man mano
stan cedendo
e tu lì:

fermo,
immobile,
inerte
non dai segni.

A te che mi ascolti,
urlo queste
parole,
...mi raccomando
leggile attentamente
questa volta e
fai si che la mente si apra,
che il guerriero si svegli e
si vesta della sua piú bella
armatura e prenda il volo.
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Commento di Epitteto:
Immaginiamo una famiglia felice.
Lui, lei e due figli piccoli, maschio e femmina.
Del profondo sud, trasferiti al nord.
Poi lui perde il lavoro, si deve arrabattare per vivere, lei assalita da malattie importanti, la prole che devia in comportamenti censurabili.
Il rifugio allora del consorte nella poesia, ove scaricare tutto il malessere accumulato.
Magari sognando invano un futuro letterario.
Ma anch'essa poesia incapace di assorbire lo stress perdurante ed il sopraggiungere di depressioni non altrimenti compensabili.
Lei invece, così fragile, trova sollievo nei colori della tela, pugnace e vincente nelle avversità.
Di qui una bella strigliata al marito spingendolo a reagire e a tornare l'antico guerriero.
Sarà vero, sarà falso, sarà tutto inventato, ma così mi piace pensare.
Una lirica di reazione.
Come sempre la nostra Herry si distingue per potenza del dire, laddove tanti di noi resterebbero muti e imbelli.
Bravissima, Cincinnato.

venerdì 28 settembre 2018

Sera d'autunno
L'odore della pioggia
tra quegli ulivi

La nebbia fitta
Sui viali un po' sfumati
i passi incerti


Non una voce
Solo silenzio intorno
Stagione stanca

Cinzia Pitingaro
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Commento diEpitteto:
Un haiku occidentalizzato.
Flash e sensazioni distesi nell'intimo.
A titillare pensieri assopiti.
Pensieri d'autunno...

Odore
di libri di scuola,
di pagine lette
Profumo
di mille emozioni
su pagine scritte
Le becche
sugli angoli estremi
dei fogli ingialliti
I fiori
nei vecchi diari
pressati, appassiti
Nell'aria
un ritorno nostalgico
di ansie e preghiere
di ore
trascorse tra i banchi
sognando il futuro...
Cinzia Pitingaro
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Commento di Epitteto:
Un'ennesima pièce sull'autunno.
Tutta giocata al passato.
Lampi di immagini che ci hanno accompagnato in gioventù.
Quando l'entusiasmo della vita non era ancora stato sporcato da disillusioni e tristizie.
Il tocco descrittivo è leggero, appena accennato, ma in grado di accomunarci nell'esperienza esistenziale.
Chissà, forse i sogni durano ancora...
Molto bene, Alcibiade.
Luna
di Angelo Villa

Bianca luna, sei padrona del cielo,
scorri lenta nella notte azzurra,
mentre spira un lieve venticello
e tutto quanto il creato s'acquieta.

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Commento di Epitteto:
Io quella luna lì l'ho trovata in Sicilia, nella notte magica di Selinunte.
Grande, piena, opalescente, nel silenzio incantato tutt'intorno.
Una quartina, quella in lettura, pulita, semplice, diretta, assimilabile.
Un esempio di come si può fare dell'ottima lirica senza scomodare i massimi sistemi.
Ottima/mente, Hal
I gesuiti
di Epitteto

Secondo una massima dei Gesuiti < datemi un bambino nei primi anni di vita e ne potremo fare quel che vorremo negli anni seguenti >.
Mia moglie, l'adorata terribile Santippe, fin da neonata è stata educata cristianamente in famiglia.
E da allora l'imprinting religioso è rimasto indelebile sulla sua pelle come un tattoo.
Ai tempi del fidanzamento, lei e tutti i consanguinei si inginocchiavano per terra a Natale e a Pasqua per ricevere la benedizione urbi et orbi del Papa.
E chissà in quante altre occasioni.
Ancor oggi esegue la pratica di nascosto quando non ci sono, con preghiere, segno della croce, messe, ecc.
Sorda ad ogni richiamo della ragione.
Capisco il tanto affannarsi fideistico di taluni anche su internet: poveretti, non potranno mai più venirne fuori.
Hal

giovedì 27 settembre 2018


Il Belli Gioachino, poeta romano ( 1791-1863 )
di Epitteto

Santaccia de Piazza Montanara, personaggio storico, notissima e sozzissima meretrice di chiara memoria, annota il Belli.
La quale teneva commercio in detta piazza.
Due i sonetti dedicatile:

****
Santaccia era una dama de Corneto
da toccà ppe rrispetto co li guanti;
e ppiú cche ffussi de castagno o abbeto,
lei sapeva dà rresto a ttutti cuanti.
Pijjava li bburini ppiú screpanti
a cquattr’a cquattro cor un zu’ segreto:
lei stava in piede; e cquelli, uno davanti
fasceva er fatto suo, uno dereto.
Tratanto lei, pe ccontentà er villano,
10a ccorno pístola e a ccorno vangelo
ne sbrigava antri dua, uno pe mmano.
E ppe ffà a ttutti poi commido er prezzo,
dava e ssoffietto, e mmanichino, e ppelo
uno pell’antro a un bajocchetto er pezzo.
****
A pproposito duncue de Santaccia
che ddiventava fica da ogni parte,
e ccoll’arma e ccor zanto e cco le bbraccia
t’ingabbiava l’uscelli a cquarte a cquarte;
è dda sapé cc’un giorno de gran caccia,
mentre lei stava assercitanno l’arte,
un burrinello co l’invidia in faccia
s’era messo a ggodessela in disparte.
Fra ttanti uscelli in ner vedé un alocco,
«Oh», disse lei, «e ttu nun pianti maggio?»
«Bella mia», disse lui, «nun ciò er bajocco».
E cqui Ssantaccia: «Aló, vvièccelo a mmette:
sscéjjete er búscio, e tte lo do in zoffraggio
de cuell’anime sante e bbenedette».
****
In sintesi quattro alla volta per abbassare i prezzi: uno davanti, uno dietro, uno con la mano dx, uno con la mano sx.
Non ci stava il bocchino per il quinto per mancanza di spazio.
In compenso a distanza un giovincello attempato si soddisfaceva da solo godendo dello spettacolo...
Un inferno della miseria e della degradazione bestiale, un imbuto di crapula e foia, il < pozzo de la gola e dde la fregna > dentro cui tutto < sse priscìpita in eterno >.
Dove però la poveretta perde ogni traccia di volgare, assediata com'era dalla povertà più nera.
Questo il Belli, non certo per i luoghi scolastici, che definì Roma < chiavica der monno >.
Pindaro

mercoledì 26 settembre 2018

E mi chiamasti
di Enza Picone

Perché padre mio
venisti a chiamarmi
All'or del tuo desio
chieder vorrei
se aneli a me pel vita .
Quell'alito di fiato rimastomi sorvegli?!
O sprone mi dai perché non cessi.
E mi chiamasti.
. E.P.

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Commento di Epitteto:
La passo per vera.
Quando si è intensamente pressati dalle vicissitudini, la psiche cerca una via di fuga per scaricarsi delle tensioni altrimenti pericolose.
Capita, nei soggetti altamente sensibili, statisticamente le donne, di sentire voci, di vedere ombre, ecc., spesso dei propri cari, anche defunti.
Così forti questi fantasmi, da sembrare veri.
Il post in lettura lancia un grido: peccato che si tratti solo di sensazioni, in aiuto e soccorso.
Da correggere un paio di refusi.
Hal
I volti della felicità
di Epitteto

< La felicità non ha volto, ma spalle: per questo noi la vediamo solo quando se ne è andata >.
Così concionava il filosofo Nietzsche.
L'aforisma però non vale in assoluto.
Perchè ai tempi, quando scopavo come un mandrillo giovani e belle ragazze, la felicità mia e loro era di guardarci bene in faccia mentre godevamo alla grande.
E' vero però che di spalle, alla pecorina, non ho mai scopato: chissà cosa mai ci siam
persi...



'O SURRISO D'A VITA

Albeggia!
Poco a ppoco na luce se spanna attuorno.
Va nascenne n'atu juorno.
Te guardo ,
me pare n'angelo nzuonno.
Dint'o silenzio te sento sulo
'o respiro e 'e battiti d'o core,
surgente 'e chist'ammore.
M'arricordo,
quanno a chest'ora
te scetave 'e bbuon'umore,
e scetave 'e duje guagliune,
murmelianne na canzone.
Po me priparave nu cafè,
e addivintave tutt'a mme.
E invece
già se so ffate gruosse.
'O tiempo corre,corre e passa.
So crisciute tutte nzieme,
regalannice a vvota qualche pena.
Si sempe mamma cu tanta felicità.
Si 'a ggioia ca me fa campà.

Te guardo
mentre duorme sapurita.
Tu si 'o surriso d'a vita
Versi di Gennaro Picone

Albeggia!,Poco a poco una luce si spande attorno.
Sta per nascere un altro giorno.
Ti guardo , mi sembri un angelo addormentato.
Nel silenzio sento il (tuo) respiro
ed i battiti del cuore,sorgente di questo amore.
Mi ricordo quando a quest'ora
ti svegliavi di buonumore
e svegliavi i ragazzi
sussurrando una canzone.
Poi preparavi un caffè
e diventavi tutta per me.
E invece sono già cresciuti.
Il tempo corre,corre e passa.
Sono cresciuti all'improvviso,
regalandoci a volte qualche pena.
Sei sempre mamma con tanta felicità.
Sei la gioia di vivere.
Ti guardo
mentre dormi dolcemente.
Tu sei il sorriso della vita.
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Commento di Epitteto:
Prosa poetica che richiama momenti di vita familiare intensi e gratificanti.
Anch'io, come tanti altri, ho vissuto di queste esperienze coniugali.
Lei sorpresa nel sonno, lontana dal quotidiano, immersa in sogni che mi escludevano.
Nel silenzio tutt'intorno, indifesa, quasi presagio di un'assenza definitiva all'orizzonte.
In contrasto innaturale con l'attivismo frenetico del suo quotidiano, tutto per la famiglia e poco per se stessa.
Forse il post dice poco poeticamente, ma tanto come dichiarazione d'amore.
Fidippide

martedì 25 settembre 2018

James
di Enza Picone

Nella vita
come nell'amore
sono le piccole cose che contano.
Uno sguardo
una carezza
un piccolo bacio.
Anche le cose che non ti ho detto.
Dopo un tuo sguardo.
Tutto è superfluo.
. E. P.
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Commento di Epitteto:
Sì, penso anch'io che un semplice sguardo valga più di mille parole.
Quand'ero innamorato mi bastava anche solo intravvedere l'oggetto della mia passione.
Tanto più che quando l'amata apriva bocca dicendo fesserie, mi si gelava il sangue nelle vene...
E’ TUTTE NUIE SANNO A’ VITA E A’ MORTE!
PIETRO ZURLO·MARTEDÌ 25 SETTEMBRE 2018
***
Stammatina nu pollece int’a recchia
s’è mmisso a mmurmurià na cosa strana;
‘ntramente me rattavo na pellecchia
è addeventato ’o suono e’ na campana:
Penzà m’ha ffatto a cierti ffattarielle,
ca nun ssongo sasiccie e ffriarielle!
***
Penzavo a chistu fatto e’ Facebbucche…
pazziella juta mmano e’ ccriature;
ca p’’a matina mmece e’ rà n’allucche
dicimmo a’ nosta e’ ttutte sti brutture.
***
“”Chillo ha arrubbato, mmmece chillo nò”””,
“””chillo s’è candidato pe’ mmagnà”””;
“””chill’atto frate e ssore ha ssistimato”””;
“””né, ma comm’è: ’ngalera nun è ghiuto”””?
***
““Che ddice cumpariè sì proprio fesso…
“””he visto maie cocc’uno cundannato””?
“”Ma che ffetiente chi nc’ha guvernato””…
“””Io nce tagliasse ’e mmane primma e’ mo”””!
***
“”Vattenne, sì fascista, va’ te cuòcche”””
“””e ttu sì Piddiota sinistrato”””
“””nn’avite core, a’ ggente mòre a mmare”””
“””E sse capisce mo’ accuglimmo a ttutte”””
***
Chisti raggionamente e ’ate ancora,
cu sta pazziella ce fanno sfucà;
creammo inimicizie, malumori, …
ca frate e ffrate fanno appiccecà.
***
’Ntramente sta chi legge…e ppiglia appunte
e assommano a mmigliare i’ ’ncartamente;
’e tutte nuie sanno a’ vita e a’ morte…
e si ’o vònno…ce venghene arrestà!
^^^^^^^^^^^^^^^
Di una cosa son contento:
che di tutto questo impiastro
sarà scritto: Pietro ZURLO
è di certo un poetastro!

********************
Commento di Epitteto:
La prova di don Pietro conserva la semplicità, la fluidità e la chiarezza della frottola poetica.
Un ritmo cadenzato, quasi cantato, un contrappunto inappuntabile.
Rispecchio dei tempi dominati dal web, dove l'accavallarsi delle notizie e degli eventi fa il verso alle dicerie di ringhiera di una volta.
Accattivante il contenuto, intrigante la forma.
Una cantata danzante nella quale ci riconosciamo un pò tutti.
Molto bravo, Epitteto.
L'Inferno
di Epitteto

In diritto la pena giuridica non riveste solo carattere repressivo, ma deve anche procedere all'emenda e risocializzazione del reo.
L'inferno cristiano invece ha funzione punitiva, definitiva ed eterna.
Non v'è chi non veda lo stridente dissidio.
Per il credente nostrano, dopo una vita di stenti, sofferenze e patimenti, se mal si comporta non restano che le pene dell'inferno per sempre.
Una vera sproporzione: una vita naturalmente breve punita con una sanzione eterna...
Invece secondo Origene d'Alessandria ( 185-254 d.C. ) tutte le creature umane beneficeranno a suo tempo della redenzione universale ( apocatastasi ).
Per la quale le pene infernali avranno carattere temporaneo e purificatorio, dopo di che i colpevoli verranni integrati nella pienezza del Divino, compreso Satana e la morte.
Va da sè che il povero Origene venne dichiarato eretico e martirizzato...
A me le cose starebbero bene anche così.
Ma l'inferno ce lo lascerei.
Per tutti quei sacerdoti e affini che per millenni hanno terrorizzato, continuano e continueranno a terrorizzare schiere infinite di creduloni innocenti.
Dioniso

lunedì 24 settembre 2018

Michael Ancher
+ 2 poesie da "cronache da una stanza" + un onedito

le mie mani
le tue mani
che si cercano
sono grappoli
d'uva
dell'estate d'oro
quando gli alberi
saranno spogli
le sere fredde
saremo un solo
bicchiere
di vino
**
ora che sono
vecchio
e cammino
lentamente
invidio
le tue ali
passerotto
**
il mattino
ha sempre
in tasca
i semi della notte
e delle stelle
il giorno e la notte
s'arrampicano
e discendono
per lo stesso
sentiero
di montagna
**************************
Commento di Epitteto:
La prima e la terza sono improponibili, e non mi sforzo neppure di motivare il perché.
La seconda senz'altro fa riflettere.
Da giovani si è una forza della natura, tutto pare ci sia dovuto.
In veneranda età ogni movimento ci è impedito speditamente, le forze mancano, la mente stracca.
Si resta allora allibiti di fronte alla sfrontatezza fisica dei giovani, anzi dei giovanissimi.
Incantati e storditi ad osservarne le movenze fluide ed elastiche.
E purtroppo di sfuggita e di traverso, perchè a fissare troppo si rischia una denuncia per pedofilia e molestie...
O tempora o mores!
La roba d'altri
di Epitteto

Con il trionfo delle religioni semitiche ebraica ed islamica nei continenti africano, europeo ed asiatico, il patriarcato raggiunge il massimo splendore.
Un solo dio maschio con ordine sacerdotale esclusivamente virile, e fine delle dee e delle sacerdotesse femminili.
I dieci comandamenti, sostanzialmente eguali anche per l'islam, prevedono la supremazia maschile: non desiderare la donna d'altri e non sottrarre la roba d'altri.
La donna cioè parificata alla merce, con conseguente lapidazione in caso di sgarro sessual-sentimentale...
Da notare che la lapidazione è stata inventata dagli ebrei, poi ripresa dai musulmani con l'Egira ( 622 d. C. ).
Nessuna meraviglia dunque per la sottomissione della femmina, visto che persino all'oggi un cantante ( Nek ) è esploso con " Laura non è più cosa mia... " !
Vercingetorige
Amarcord
di Epitteto

Ai miei tempi ed anche prima, quando nasceva una figlia femmina, i contadini delle mie parti solevano piantare uno o più alberi di ciliegio.
Quando da marito la ragazza, quelle piante venivano tagliate per farne mobilio da corredo.
Cassapanca per la biancheria, tavolo e sedie, ecc.
Il tutto di un naturale e caldo color rossiccio, quale oggi non è più dato di vedere.
Alcibiade

lunedì 17 settembre 2018

Femminicidio
di Epitteto

Da quando seimila anni fa ebbe ad affermarsi il patriarcato, mi son sempre chiesto il perchè della prevaricazione del maschio.
Penso per un'esigenza fisica della natura, che affida all'uno il ruolo di difesa e sostentamento del nucleo familiare e tribale, alla donna l'allevamento della prole.
Poi l'evolversi sociale, cessata la necessità di sopravvivenza, ha pareggiato i conti, ma troppo in fretta rispetto al lento adattamento della specie ( natura non facit saltus ).
Oggi il maschio si trova di colpo frastornato, non riesce in un rapido riadattamento.
E tenta stordito di entrare nel ruolo femminile ( e viceversa ), con tutte le distorsioni del caso.

domenica 16 settembre 2018

Letto e visto per voi
di Epitteto

La scienziata-veterinaria Dian Fossey nel 1985 fu assassinata poco più che cinquantenne nella capanna dove viveva nelle foreste del Ruanda, con un panga, l'arma usata dai bracconieri per uccidere i gorilla catturati.
Nata in California nel 1932, passò molti anni nella giungla africana a studiare e difendere i primati di cui era la massima esperta mondiale.
Fu paragonata alla primatologa Jane Goodall, studiosa degli scimpanzè.
Ne è stato tratto un film del 1988, < Gorilla nella nebbia >, postato anche su internet.
( font: varie )
Godzilla

QUANNU TI SUSI
di Antonino Magrì

Oh, donna,
quannu ti susi
la matina
non ti ’nsajari ’dda vesti antica
ca pisa di cardiddazza di canali
e di lippu d’omu,
ma ’nsajiti lu sangu russu
binidittu
di li manu di ’ddi donni
ca scicanu vecchi troffi ’ntartarati
pi tia,
pi cusiriti ’na vesti nova
’mmaculata
ca sbrillia di libirtà!
Oh, donna,
jisa la so’ bannera ’n celu,
cà non morsunu pi nenti!

Quando ti alzi - Oh, donna, / quando ti alzi / al mattino / non indossare quella veste antica / che pesa di cicerbita di tegole / e di muschio d’uomo, / ma indossa il sangue rosso / benedetto / delle mani di quelle donne / che hanno stracciato vecchi cesti di cenci intartariti / per te, / per darti una veste nuova / immacolata / che risplende di libertà! / Oh, donna, / solleva la loro bandiera al cielo, / perché non siano morte invano!
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Commento di Epitteto:
Ha tutta l'aria di un manifesto vetero-femminista, superato dai tempi.
Solo che l'estensore è un maschio, il che non mi convince.
Non ne abbiamo abbastanza di accese liti di genere, dobbiamo anche rincarare la dose...

sabato 15 settembre 2018

Josefa Vecchio
53 min

CON GLI OCCHI DI UN'ARTISTA...

Ho visto un prato ricco di colori,
la variopinta tela di un artista:
soave poesia su petali di fiori...
suonata da un eccelso musicista.
Il verde chiaro-scuro è brillantato
da sprazzi di rugiada mattutina,
sembrano stelle sparse sul creato,
dal cielo azzurro di una cartolina.
Una cetonia aurata su una rosa,
smaltata d'un color verde smeraldo,
come una spilla d'oro luminosa,
s'inebria di profumo al primo caldo.
Sul mandorlo, la gemma è già spuntata
e sui cancelli il glicine è fiorito,
come una fiaba antica ed incantata
che si ripete ogni anno all'infinito.
L'inverno sta morendo e si nasconde
e i passeri sui rami aspettan sera,
cantando melodiosi tra le fronde...
annunciano che è nata primavera.
Ho disegnato con il mio pennello,
sulla mia tela un tocco di magia,
che scivola come acqua di ruscello...
tra versi, tinte e spruzzi di poesia.
Josefa Vecchio
************************
Commento di Epitteto:
Il tocco poetico di Josefa è riconoscibilissimo.
Perchè legato in endiadi con la pittura.
Inoltre l'impronta femminile è del tutto evidente.
Parlo della gentilezza del tratto, la leggerezza soffusa, la sensibilità di genere.
Naturalmente la nostra scrittrice pare nata nel Romanticismo, quando ancora si era donne e non anche femministe d'accatto.
In sintesi, un'artista a tutto tondo, quale tutti vorrebbero avere al fianco, ma che nei fatti resta una chimera.
Sulla forma.
Taluni endecasillabi soffrono di ritmo e cadenza, spezzando l'andamento musicale.
Bastano dei ritocchini ad hoc, ed il gioco è fatto!
Molto ariosa, Callimaco.
Carmine Barretta
53 min

E cchest’è!
CHE ME NNE FACCIO…

Comm’è ggrossa chesta casa,
dicìte vuje che nn’aggi’’a fà.
Sto sul’i’, nisciuno trase…
ca me venesse maje âddurà!
Accussì me guardo attuorno,
e ssento tutto ‘nu silenzio.
Me nne jesco, quanno torno,
maje nisciuno a mm’spettà!
E i’ me perdo ‘int’a ‘sta casa:
quatto cammere e ccucina.
‘Nfacci’ô muro ciento quatre…
… e ogne ffaccia s’avvicina.
Papà mio vestuto ‘a surdato,
mamma mia cu ‘a pettenessa.
‘e figlie mieje ‘mbraccia assettate…
M’arricordano ‘a ggiuvinezza.
Mo ‘e figlie so’ tutte spusate:
ognuno ‘e lloro sta ‘a n’atu paese.
Ll’urdema vòta ca ll’aggio ‘ncuntrate…
Nun rricordo ll’anno i ’o mese!
Comm’è ggrossa chesta casa,
chistu silenzio me fa paura.
Stongo i’ sulo, nisciuno trase…
Che freddezza…chesti mmura!
Carmine Barretta
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Commento di Epitteto:
Innanzitutto la forma.
Il ritmo e la cadenza talora soffrono.
Idem la rima e l'assonanza che reclamerebbero uniformità di trattamento.
Ma è sul contenuto il vero succo del testo.
Il coniuge dipartito, i figli ormai grandi usciti di casa che tornano di sfuggita, la solitudine e il peso del vivere.
Le mura parlano, ma ormai sono fredde e troppo grandi.
Mi sovvengo di quando ai tempi gli inquilini anziani chiedevano di ritirarsi in alloggi più piccoli.
Un flash quello in lettura, quasi un amarcord ineluttabile.
Ottimo lo spunto poetico, che fotografa una condizione familiare ormai agli sgoccioli...
Molto bene, Amilcare.

Il polso robotico
di Epitteto

La microchirurgia ricostruttiva vanta oggi il < polso robotico >, un robot-chirurgo più piccolo del mondo.
A invenzione italiana.
La mano del chirurgo più salda è soggetta comunque a tremori.
Infatti la presa umana ha un tremore di fondo di 200/300 micron, pari a 0,2/0,3 millimetri.
Mentre le strutture da riparare ( nervi e vasi ) hanno diametri inferiori al millimetro.
Il polso robotico miniaturizzato, in produzione dal 2020, permetterà di rimpicciolire di 20 volte la mano del chirugo, consentendo di suturare parti umane oggi non ricostruibili perchè aree sub-millimetriche.
( font: Rete e varie )

A LA MUSA

Cantami, o Dia, la gioia di campari
di 'n-celu e 'n-terra e dintra lu me cori.
Cantami di li stiddri, argenti ed ori,
e ni la naca vénimi a annacari.

Fammi nta un sonnu crìsciri e vulari
intra la grazia di li to palori,
tu ca sì luci e ventu, e mi rincori
di zzoccu persi e chi mi fa scurari.
Scuru, comu tu sa’, pirchì succedi:
la vita è chissa di chi munnu è munnu,
e ccà eterni nun su’ li nostri pedi.
Ma tu spìngimi a volu macabunnu
unni 'nchiarisci, agghiorna ed arrisedi
lu munnu chi si grapi tuttu 'n-tunnu.
ALLA MUSA
Cantami, o Dea, la gioia di campare da cielo e terra e dentro il mio cuore. Cantami delle stelle, argenti ed ori, e nella culla vienimi a cullare. Fammi in un sogno crescere e volare dentro la grazia delle tue parole, tu che sei luce e vento, e mi rincuori di ciò che persi e che mi fa abbuiare. Abbuio, come sai, perché succede: la vita è questa da che mondo è mondo, e qui eterni non sono i nostri piedi. Ma tu spingimi in volo vagabondo dove schiarisce, albeggia e rabbonisce il mondo che si schiude tutt’intorno.
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Commento di Epitteto:
Altrove mi si dice che sia di Salvatore Gaglio.
" Cantami, o Diva, del Pelìde Achille... ".
Così scriveva V. Monti, < il traduttor dei traduttor d'Omero >, secondo il Foscolo.
Nell'attacco parimenti si ispira l'Autore col sonetto in lettura.
Un pezzo pregevole, pregno di significato, e se lo si assapora in traduzione, figuriamoci in lingua.
Un risultato che ci mette in armonia poetica con un mondo letterario dell'oggi invero deprimente.

giovedì 13 settembre 2018

Ectoplasma
di Epitteto

Gli scienziati astrofisici stanno cercando la prova dell'esistenza dell'antimateria, e di conseguenza dell'antigravità, antiuniverso, ecc.
La scoperta avrebbe ricadute anche sui singoli individui.
Oltre all'io, potrebbe esserci anche l'anti-io, cioè il nostro opposto.
A cui magari stringere la mano all'occorrenza...
Si darebbe credito quindi anche al fantasma dell'ectoplasma che tanto parrebbe svolazzare sul letto di morte o rimanere appiccicato alla sedia appena alzati o aggirarsi tra le mura un tempo abitate.
Mah, qualcosa potrebb'esserci.
Almeno a me dimostrerebbe il perchè appena faccio una cosa sento dentro che potrei farne un'altra.
Mi risolverebbe forse anche il dilemma del bene e del male in condominio nel mondo, cioè del lui e dell'anti-lui...
Alcibiade

martedì 11 settembre 2018

Il mondo del XXII° secolo
di Epitteto

La vecchiaia eccessiva è perniciosa per gli interessati.
Perchè gli stravecchi mal si adeguano ai mutamenti ambientali, donde il ricorrente noioso lamento < ai miei tempi ... >.
L'avvicendamento generazionale è quindi indispensabile per l'adattamento delle nuove leve al succedersi secolare della natura, tecnologia, clima, alimentazione, ecc.
In conclusione, le stirpi condannate a vivere cent'anni e più grazie alle nuove scoperte scientifiche lo farebbero in condizioni di prolungato estenuante disagio esistenziale.
Da nonagenario già mi accorgo dell'assurdità ambientale e culturale in cui sono costretto a resistere, rispetto al mio passato...
In conclusione è meglio morire con i propri compagni di viaggio dell'oggi, che non con quelli delle future generazioni.
Matusalemme

lunedì 10 settembre 2018

FIGLIA DI SICILIA
di Mimma Raspanti

Qui sono nata
tra aranceti e sospiri
tra colori e magia.
Amore lo ha voluto,
quel soffio che giace
sui tuoi fianchi, terra
e ti rende madre
di chi ancora sa amare
senza paura.


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Commento di Epitteto:
Mimma ci sa fare.
Un canto d'amore per la propria terra.
Un esempio di come si può dire tanto con poche parole.
Penso che sia la tradizione siciliana a non sprecarsi con il troppo.
Io ci ho consuetudine con i siciliani: poche parole, ma azzeccate.
Avete capito, multa paucis: un prezioso brocardo di antica memoria!
Mimmuzza, sei tutti noi.
I compleanni
di Epitteto

Intanto l'inflessibile Facebook mi ricorda periodicamente i compleanni di questo o quell'Amico virtuale, sollecitandomi auguri sperticati.
Al che ribadisco, da perfetto orso, che le congratulazioni a tempo mi disturbano.
Ci sentiamo tutti i giorni, che altro dire?
Per me il tempo non ha scadenze annuali, è un tutt'uno senza interruzioni.
Le invenzioni umane a scadenza mi ricordano solo la corsa ininterrotta verso la fine, a cui non v'è rimedio.
Perchè mai rammentarlo ad ogni piè sospinto?
Comunque gli Amici sappiano che li ho sempre presenti nel cuore e nella mente.

lunedì 3 settembre 2018

Hic et nunc
di Epitteto

La libertà di movimento territoriale è < la più antica e la più elementare tra le libertà > (Hannah Arendt ).
Umane e non.
Essa sta alle radici dell'umanità, da quando l'Homo sapiens ebbe a diffondersi dall'Africa fino ai quattro cantoni della Terra.
La grandezza dell'Impero romano ebbe a fondarsi sull'estensione della cittadinanza romana ai popoli conquistati.
La mobilità moderna è globale, tanto da vantare nelle 24 ore giornaliere il volo di 200.000 aerei.
Dovremo pertanto poco alla volta fare il callo alle migrazioni di massa.
Oltretutto la mescolanza razziale ( meticciato ) rafforza e migliora le generazioni umane, superando il congiungimento tra consanguinei e conterranei tanto dannoso per la salute della specie.
Tutto questo, preciso, ha validità per gli altri, chè io sono contro l'immigrazione e l'emigrazione: sto bene qui dove mi trovo e non intendo muovermi.
E della mescidazione, mulattismo, ecc. non me ne frega niente...

domenica 2 settembre 2018

Carmela Puglisi
23 h ·
....Ognuno di Noi dovrebbe chiedersi :-Quale spazio do al Signore ? Mi fermo a dialogare con LUI ? Fin da piccoli,siamo stati abituati ad iniziare e terminare la giornata con una preghiera,per educarci a sentire che l'amicizia e l'amore di DIO ci accompagnano !- RICORDIAMOCI DI PIU' DEL SIGNORE NELLE NOSTRE GIORNATE !- Per ascoltare il Signore,bisogna imparare a contemplarlo,dargli spazio con la preghiera ,quale potrebbe essere quella del Santo Rosario,BELLA E IMPORTANTE !!-- RECITANDO L'AVE MARIA,CONTEMPLIAMO I MISTERI DI GESU',RIFLETTENDO SUI MOMENTI CENTRALI DELLA SUA VITA,PERCHE', COME MARIA E PER S.GIUSEPPE,EGLI SIA IL CENTRO DEI NOSTRI PENSIERI,DELLE NOSTRE ATTENZIONI E DELLE NOSTRE AZIONI !!!=== UN CALOROSO BUONGIORNO E UN CARO ABBRACCIO A CIASCUNO DI VOI,MIEI CARISSIMI AMICI !!!====
******************************
Commento di Epitteto:
Il grande intellettuale russo Pavel A. Florenskij ebbe a scrivere: < La verità manifestata è amore.
L'amore realizzato è bellezza.
Il mio stesso amore è azione di Dio in me, e mia in Dio >.
Peccato che tutto ciò non gli sia servito a niente.
Venne fucilato l'8 dicembre 1937 dai compagni comunisti a Leningrado.
Nel silenzio di dio e degli uomini.

Teresa Frasca
18 h ·
Senza fissa dimora

Foglia secca e leggera,
trasportata
dal sospiro del vento,
senza oppor alcuna resistenza,
ti concedi ad esso
con languente sensualità.
Senza fissa dimora
nè radici permanenti,
lo segui leggiadra
nell'effimera avventura,
pronta, poi, a ripartire.
Solitaria turista.
******************************
Commento di Epitteto:
Poesia minimale sull'onda di un'occasionale osservazione naturalistica.
Quando lo spirito assorto si sofferma con uno sguardo all'intorno.
Lo svolazzare al vento di una foglia caduca potrebbe adombrare la fragilità della nostra vita allo spirare della sorte spesso matrigna e cieca.
L'ambientazione intimistica pare tuttavia rovinata dall'ultimo verso, freddamente posticcio e consumistico.
Erasmo

sabato 1 settembre 2018

Il tallone di Achille
di Epitteto

L'invincibile Achille da bambino venne immerso dalla madre Teti nelle acque di un fiume per renderlo invincibile.
Ma dovette trattenerlo per il tallone, il quale divenne il suo punto vulnerabile.
Ne approfittò Paride uccidendolo con una freccia proprio nel tallone.
Ciascuno di noi ha il suo tallone d'Achille, ma in troppi non se ne rendono conto, vivendo in superbia e prepotenza.
Altri invece fan di tutto per celare i propri punti deboli per tema di soccombere.
Invece socialmente e individualmente una certa debolezza caratteriale o fisica rende più veri e più forti.
E' noto come certi difetti fisici a volte giovino, anzi accentuarli personalizzano un soggetto, aiutandolo spesso anche nella carriera.
Talune carenze psico-comportamentali parimenti possono rafforzare il proprio io e la personalità interiore, rendendoci più umani alla collettività.
Accettarsi nella propria imperfezione è segno di intelligenza.
Muzio Scevola
L'Alzheimer poetico
di Epitteto

La demenza senile comporta perdita della memoria, disturbi del linguaggio, difficoltà percettive, allucinazioni.
Più l'età avanza più essa trionfa, però la metà degli ottantacinquenni ne è immune.
Ecco, da nonagenario, più leggo certi Poeti più mi sembra di provare allucinazioni intellettive.
E alla fine non so più capacitarmi se sono loro dei folli o io in preda allo stupore senile.
Arcimboldo
Gen Poeta
9 h ·
FANTASMA D’A NOTTE

Pecché viene, fantasma d’ogne notte?
Pe’ gudé ‘o mmale ca m’è fatto?
Pecché nun t’arrivo a caccià d’a mente,
pure si sto mmiez’a tanta gente?

Senza parlà, me faje nu sguardo triste,
comme pentita d’o male ca faciste.
St’uocchie parlavano ‘e carnalità,
pe’ cummiglià buscie e tanta ‘nfamità.
Senza rimorso tu m’è ‘nnammurato,
sapenno ca m’avivo già ‘ngannato.
Portale cu’ tte chisti suspire,
cu’ l’urdemo vaso e l’urdemo suspiro.
Edito da Gennaro Picone
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Commento di Epitteto:
Finalmente in tanto efferato maschilismo per il mondo, il contrappasso femminile.
Anche le donne sotto la scorza mielosa nascondono una buona dose di cattiveria morale.
Ti adulano, ti blandiscono, ti irretiscono per poi scaricarti bellamente.
Il fantasma del tradimento perseguita a lungo, alimentato dall'innamoramento che perdura sottilmente.
Ottima resa contenutistica.
Epitteto
Lessico familiare
di Epitteto

- Disse Enza Picone:
< ... Epitteto è troppo complesso, puntiglioso, selettivo.. Una falce... 😘 😍 Quanti scontri... >. 😊
- Rispose Epitteto:
< Amatissima Enza, che dici, ma che scontri...
Diciamo solo la nostra tutti quanti, il che è un arricchimento reciproco.
Diogene con la lanterna accesa cercava l'uomo in pieno giorno, io cerco il meglio dell'umanità col faro dell'intelligenza.
A che si abbia a migliorare moralmente, perchè un'etica di solidarietà è un grande mezzo di progresso civile >.
Sofocle