Ragnatele
di luci e di ombre,
matasse di fili
sul mio cammino.
Ho sempre cercato
nei misteri,
nel cielo,
nell'acqua e nel fuoco,
ho sentito il corpo
una prigione,
questo mondo un luogo di esilio.
Anima inquieta, ora mi cibo
di un eterno splendore
raccattando parole
con mistico fervore,
li traduco in versi
perché l'anima si quieti.
Razzolavo nel buio,
ho trovato la luce!
@Marinella Pizzino
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Commento di Epitteto:
Duecentomila anni fa si ebbe il passaggio umano dal sentimento alla coscienza.
Cioè la consapevolezza del sè.
E lì sono cominciati i guai: il perchè della nascita, vita e morte.
Tanto che nel 4.500 a.C. si ebbe l'epopea scritta di Gilgamesh, un Principe sumero, re di Uruk.
Il quale, atterrito dalla terribile immagine della Morte, andò alla ricerca dell'erba dell'immortalità.
Trovatala, poi la perse, rendendosi pienamente conto dell'inevitabile destino degli uomini.
La nostra Marinella sembra riprendere il discorso.
Il dramma di un'esistenza breve e tormentata, dai tanti perchè in sospeso.
Ci sarebbe di che disperarsi per questa coscienza vigile e senza risposte.
I mistici trovano conforto nel metafisico, altri nell'attivismo frenetico, altri ancora nell'alcol e nelle droghe, ecc.
Invece la nostra Autrice, come tanti, nelle parole della Poesia, ove, dice, < ho trovato la luce! >.
Forse il tutto alquanto esagerato, visto che essa letteratura lenisce l'animo ma non la pancia...
Parafrasando il Petrarca, < povera e nuda vai, Poesia, per le vie del mondo, dice la turba al vil guadagno intenta >.
Comunque un applauso alla nostra Autrice, che di questi tempi disastrati sa ancora affidarsi al potere magico dei versi, a lenimento dell'esistenza drammatica in cui versa l'intera umanità.
Ottima/mente, Menenio.
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Commento di Epitteto:
Duecentomila anni fa si ebbe il passaggio umano dal sentimento alla coscienza.
Cioè la consapevolezza del sè.
E lì sono cominciati i guai: il perchè della nascita, vita e morte.
Tanto che nel 4.500 a.C. si ebbe l'epopea scritta di Gilgamesh, un Principe sumero, re di Uruk.
Il quale, atterrito dalla terribile immagine della Morte, andò alla ricerca dell'erba dell'immortalità.
Trovatala, poi la perse, rendendosi pienamente conto dell'inevitabile destino degli uomini.
La nostra Marinella sembra riprendere il discorso.
Il dramma di un'esistenza breve e tormentata, dai tanti perchè in sospeso.
Ci sarebbe di che disperarsi per questa coscienza vigile e senza risposte.
I mistici trovano conforto nel metafisico, altri nell'attivismo frenetico, altri ancora nell'alcol e nelle droghe, ecc.
Invece la nostra Autrice, come tanti, nelle parole della Poesia, ove, dice, < ho trovato la luce! >.
Forse il tutto alquanto esagerato, visto che essa letteratura lenisce l'animo ma non la pancia...
Parafrasando il Petrarca, < povera e nuda vai, Poesia, per le vie del mondo, dice la turba al vil guadagno intenta >.
Comunque un applauso alla nostra Autrice, che di questi tempi disastrati sa ancora affidarsi al potere magico dei versi, a lenimento dell'esistenza drammatica in cui versa l'intera umanità.
Ottima/mente, Menenio.