martedì 25 luglio 2017

Pietro Zurlo
COSI' SCRIVEVO IN FACEBOOK DEL MIO MAESTRO EPITTETO EUBULIDE ALL'INIZIO DELL'ANNO 2012:
PIETRO ZURLO
Buon compleanno Epitteto, amico dal volto sconosciuto… Sconosciuto nel volto, ma non nel cuore. Chi ti ama, apprezza le tue virtù, le capacità intellettuali, sei un maestro di vita, un pozzo di scienza. Per te, parlano le tue liriche, non fantasiose, ma veritiere, scaturite dall'animo. Chi li legge sa tutto di te. In esse hai descritto i vari passaggi della vita vissuta. Ed ora sei li, che dispensi a piene mani tutto il tuo sapere.
Beato è colui che si accosta a te. Per questo non c’è bisogno di avere un volto per conoscere una persona. Il volto è una maschera che uno mette all’occorrenza, la può cambiare come e quando vuole. Ma il cuore, l’animo di una persona non mente e non la puoi cambiare, è indelebile.
Chi sa leggere l’animo umano, chi lo vuol leggere, ne rimane incantato.
Chi si disseta del tuo sapere ne trova giovamento, arricchisce il suo bagaglio di esperienza e dell’intendere la vita.
Beati quei discepoli che apprezzano e si nutrono della tua sapienza. Ora che hai maturato un’età ottuagenaria sei diventato come il vino che invecchiando si fa più buono. Le tue poesie sono li a svelare il tuo mistero, poiché hai messo a nudo la tua indole, il tuo temperamento, di uomo forte, temprato ad ogni evenienza.
Per questo, se avessi il dono di un Dio ti donerei l’immortalità, affinché il tuo essere erudito non venisse disperso, ma che fosse una fonte d’insegnamento per quelli che verranno.
Buon compleanno amico dal volto sconosciuto!

EPITTETO EUBULIDE
Caro don Pietro, che dire? Sono commosso.
Devo ammettere che il tuo riconoscimento così circostanziato e sereno è il solo che abbia mai avuto nell’intera mia vita. Vorrei augurarmi di corrispondere veramente alle tue aspettative, in quanto mi son limitato ed ininfluente.
E vorrei anche precisare che tu, nei miei ottant’anni e più, sei l’unico amico che mi si è dimostrato tale. Con l’imprudenza di tessere lodi che non merito…Entrambi abbiamo la forza di dichiarare il nostro pensiero in modo chiaro e terso: il che in una società gregaria come l’attuale non è di poco conto.
Che i giorni a venire ti siano leggeri, densi di soddisfazioni familiari e letterarie.

PIETRO ZURLO
Dalle liriche non mi aspetto niente, tant’è che le diffondo ai quattro venti. Vivo di piccole soddisfazioni personali. Ai posteri l’ardua sentenza. Per adesso cerchiamo di vivere serenamente la nostra età. Le lodi che ti ho fatto le meriti e la tua modestia te ne rende onore.
Abbracciami e salutami la Santippe.

ROPITE RUZOL
Sono intenerito fino alle lacrime…vi abbraccerei ambedue ma non oso poiché potrei bruciarmi da tanto calore umano. Non dimenticate che sono di paglia.
Spaventapasseri.

Pietro ZURLO
Con l’inizio dell’anno, il nostro amico Epitteto, proprio a dimostrazione che il volto e il nome non contano nulla, ha cambiato sia l’uno che l’altro.
Adesso si riconosce in SIDDHARTA, il quale era figlio di un sacerdote bramino.
Sant’Agostino disse che il cercare è già di per sé un trovare e Siddharta è proprio “uno che cerca” un cercatore, un uomo inquieto, bisognoso di trovare una certezza tra le tante incertezze della vita, l’assoluto nella relatività dell’esistenza e dei rapporti, che tenta di vivere in profondità la propria esistenza, attraversando tutte le esperienze possibili, la sensualità, il misticismo, la meditazione filosofica, ricercando il tutto nel particolare, forte della convinzione che nessuna acquisizione è definitiva, e che per la conoscenza ha sempre innumerevoli aspetti da scoprire.

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