lunedì 3 ottobre 2016

Lo spunto
di claudia lamma

Lo spunto mi ha ricordato il suo correlativo al contrario, ossia le storie tragiche in cui "la calunnia" di una donna incasina la vita di tutti. Ne è un caso lampante la Fedra dell'Ippolito, tragedia di Euripide che è in parte andata perduta.
Fedra, matrigna di Ippolito e moglie di Teseo, s'innamora perdutamente del figliastro che, per farla breve, non ne vuole mezza e la ripudia. Lei, regina oltre che sposa, viene dilaniata da un conflitto interiore: da un lato vorrebbe farsi Ippolito, dall'altro lato vuole mantenere quella regalità e quella dignitas che sono proprie del suo ruolo e del suo rango. Quindi alla fine della festa s'impicca, lasciando però una lettera indirizzata al marito nella quale accusa il figliastro d'averla insidiata. La calunnia porterà come prima conseguenza la morte di Ippolito per mano di Poseidone, invocato da Teseo. Il ragazzo verrà smembrato mentre viene trascinato dai cavalli imbizzarriti.
Il tema fedrico, molto complesso e dal punto di vista simbolico e da quello narrativo, verrà recuperato dopo essere stato messo all'indice per molto tempo, in quanto la tematica affrontata era considerata tabù (non tanto per il carattere incestuoso della storia, quanto per la caratterizzazione dei personaggi, in particolar modo il dualismo di Fedra e l'ambiguità di genere di Ippolito) per poi essere recuperata e accorpata per analogia alla storia della "moglie di Putifarre".
Anche lì abbiamo la calunnia, ma le due storie sono profondamente diverse.

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