*Com'era
*Il rollio delle giornate
*Saltarelli difettati
di Mauri Mari
****** ******
*Com'era
Fermo
come un albero piantato
a vedere passare le auto
e gli uccelli migratori
i bambini in bicicletta
ed i cani che ti pisciano sui piedi.
Una forza sconosciuta
ti sradica da terra
e incominci a camminare barcollando,
a cadere, a rialzarti
e a tornare a camminare
per vedere posti nuovi.
Tutto diverso. Tutto più bello
Poi di colpo ti risenti appesantito
Ogni passo sempre più lento
ed i piedi
che faticano
sempre più
a staccarsi da terra
finché torni come prima
Un albero piantato
Sai com'è
sentirsi morire pian piano...
Il sole ti cuoce
la pioggia ti bagna
e sei senza riparo
e ricordi cos'eri
e racconti com'era
agli altri alberi
la vita d'un uomo
****** ******
*Il rollio delle giornate
è un mare, questo mare immenso,
che ha risucchiato ogni idea del tempo
dove le onde, l'una uguale all'altra,
ti impongono un vagare senza senso...
Sbattuto dal rollio,
rigurgiti ogni male che hai ingoiato
per liberarti, sentirti più leggero
e indirizzarti verso il lembo che t'è apparso
ma un'onda ancora e un'altra susseguente.
Provo domani, ora sono stanco.
Provo domani, tanto ho tutto il tempo.
* Saltarelli difettati
Scatta la molla e vibra verso il cielo
benché la sua radice s'affondi nel terreno
disincastona il capo e a un sogno si protende...
è inquieta la mia mente
non vuole arrigginire
spirale insofferente
smaniosa di sospiri
che salta e si distende
in barba agli equilibri
s'accascia stancamente
ma torna a saltellare
si unge di visioni
e alterna al suolo il niente.
Dal suolo alle emozioni.
(saltarelli = chiusure metalliche per borse)
***************************************
Commento di Epitteto eubulide:
Silloge sì, silloge no.
Che importa?
Il vero Poeta prorompe da un'intera raccolta oppure anche da un solo verso.
Maurizio ormai non ha bisogno di presentazioni.
Non avrebbe bisogno neppure di commenti, perchè la sua poetica si commenta da sola, al solo leggerla.
Forse sono stato un fortunato ad incontrarlo letterariamente fin dagli esordi.
Qualche lirica qua e là, poi una raccolta ( < Buttiamola in poesia >, Montedit editore ), poi l'incursione anche nella prosa.
Devo confessare che il primo impatto è stato tremendo.
Un cultore fanatico del classico a tu per tu con un contemporaneo senza forme e senza metrica.
Ohibò, un confronto all'ultimo sangue...
Poi, poco alla volta, la metabolizzazione e l'interiorizzazione.
Maurizio senza schemi strutturali, talora semanticamente irridente, sintatticamente decostruito, ma con tanta tanta affinità di pensiero.
La vita come tragedia, bugiarda, irriconoscente, disperante.
Dopo le prime promesse, traditrice dei suoi stessi figli.
Fino all'annientamento annunciato.
Un leitmotiv quello del nostro Autore, ossessionante.
Ma per non morire dentro del tutto, ecco la ciambella di salvataggio dell'ironia, della satira persino.
Perchè dar ragione alla tirannia dell'esistenza cieca e bara?
La si demonizza allora con la sottigliezza del sarcasmo, recuperando un certo vantaggio.
Fino a sentirsi in qualche modo rinfrancati, pur avvolti dalla penosa sensazione di esiti senza sbocchi.
Bravissimo.
SIDDHARTA
*Il rollio delle giornate
*Saltarelli difettati
di Mauri Mari
****** ******
*Com'era
Fermo
come un albero piantato
a vedere passare le auto
e gli uccelli migratori
i bambini in bicicletta
ed i cani che ti pisciano sui piedi.
Una forza sconosciuta
ti sradica da terra
e incominci a camminare barcollando,
a cadere, a rialzarti
e a tornare a camminare
per vedere posti nuovi.
Tutto diverso. Tutto più bello
Poi di colpo ti risenti appesantito
Ogni passo sempre più lento
ed i piedi
che faticano
sempre più
a staccarsi da terra
finché torni come prima
Un albero piantato
Sai com'è
sentirsi morire pian piano...
Il sole ti cuoce
la pioggia ti bagna
e sei senza riparo
e ricordi cos'eri
e racconti com'era
agli altri alberi
la vita d'un uomo
****** ******
*Il rollio delle giornate
è un mare, questo mare immenso,
che ha risucchiato ogni idea del tempo
dove le onde, l'una uguale all'altra,
ti impongono un vagare senza senso...
Sbattuto dal rollio,
rigurgiti ogni male che hai ingoiato
per liberarti, sentirti più leggero
e indirizzarti verso il lembo che t'è apparso
ma un'onda ancora e un'altra susseguente.
Provo domani, ora sono stanco.
Provo domani, tanto ho tutto il tempo.
* Saltarelli difettati
Scatta la molla e vibra verso il cielo
benché la sua radice s'affondi nel terreno
disincastona il capo e a un sogno si protende...
è inquieta la mia mente
non vuole arrigginire
spirale insofferente
smaniosa di sospiri
che salta e si distende
in barba agli equilibri
s'accascia stancamente
ma torna a saltellare
si unge di visioni
e alterna al suolo il niente.
Dal suolo alle emozioni.
(saltarelli = chiusure metalliche per borse)
***************************************
Commento di Epitteto eubulide:
Silloge sì, silloge no.
Che importa?
Il vero Poeta prorompe da un'intera raccolta oppure anche da un solo verso.
Maurizio ormai non ha bisogno di presentazioni.
Non avrebbe bisogno neppure di commenti, perchè la sua poetica si commenta da sola, al solo leggerla.
Forse sono stato un fortunato ad incontrarlo letterariamente fin dagli esordi.
Qualche lirica qua e là, poi una raccolta ( < Buttiamola in poesia >, Montedit editore ), poi l'incursione anche nella prosa.
Devo confessare che il primo impatto è stato tremendo.
Un cultore fanatico del classico a tu per tu con un contemporaneo senza forme e senza metrica.
Ohibò, un confronto all'ultimo sangue...
Poi, poco alla volta, la metabolizzazione e l'interiorizzazione.
Maurizio senza schemi strutturali, talora semanticamente irridente, sintatticamente decostruito, ma con tanta tanta affinità di pensiero.
La vita come tragedia, bugiarda, irriconoscente, disperante.
Dopo le prime promesse, traditrice dei suoi stessi figli.
Fino all'annientamento annunciato.
Un leitmotiv quello del nostro Autore, ossessionante.
Ma per non morire dentro del tutto, ecco la ciambella di salvataggio dell'ironia, della satira persino.
Perchè dar ragione alla tirannia dell'esistenza cieca e bara?
La si demonizza allora con la sottigliezza del sarcasmo, recuperando un certo vantaggio.
Fino a sentirsi in qualche modo rinfrancati, pur avvolti dalla penosa sensazione di esiti senza sbocchi.
Bravissimo.
SIDDHARTA
Nessun commento:
Posta un commento