mercoledì 12 ottobre 2016

LEGGERE PER NON RESTARE IGNORANTI!
I super poteri del dato digitale
di Mauro Garofalo

Nel suo libro "Dataclisma" Christian Rudder racconta come tutto ciò che facciamo online possa essere usato. Anche contro di noi
27/09/2015
Frontiere
Dopo aver inventato OkCupid, il popolare sito di incontri basato sulla compatibilità statistica degli utenti on-line, Christian Rudder scrive un libro dalle intenzioni piuttosto evidenti. In Dataclisma–Chi siamo quando pensiamo che nessuno ci stia guardando (Mondadori, €22) Rudder ci dice che lì fuori qualcuno ci guarda. E che tutto ciò che mettiamo on-line, a cuor leggero – le nostre foto, quelle dei nostri figli, i nostri status – un giorno non troppo lontano potrà essere usato “contro di noi”, magari proprio dall’azienda che ci dovrà assumere e che, prima del colloquio, andrà a farsi un giro sul nostro profilo Facebook.
In poco meno di 300 pagine, attraverso l’analisi dei dati raccolti sul suo network – e sono milioni su un sito di incontri – l’autore delinea, con tanto di grafici rossi (e c’è un motivo) le coordinate del nostro mondo, in cui democrazia fa rima con tecnologia, e gli spazi dell’uomo sono sempre più confusi: «Lo spazio oggi è sia reale che virtuale – dice Rudder, che parla di epicentro emotivo e geografia interiore – le persone vivono gran parte della propria vita emotiva on-line, mentre la vita fisica continua a essere “non in linea”. I due spazi, però, sempre di più si informano l’uno l’altro; sarà interessante vedere cosa succederà con l’ingresso sul mercato di tecnologie tipo Oculus Rift – lo schermo-visore per la realtà virtuale inventato da Palmer Luckey, la cui società è stata acquistata nel 2014 da Facebook ndr – che cambieranno o forse distruggeranno la partizione tra reale e virtuale».
Per scrivere Dataclisma Rudder si è basato sui grandi numeri: si può capire il meglio, e il peggio, degli esseri umani mediante data analysis. «Conoscete la forma solo attraverso l’aggregazione», si legge nel saggio, avendo la consapevolezza dell’incontrollabilità (delle reazioni) della Rete. Tutti i metadati possono essere indagati, anche quelli che hanno a che fare con sesso&amore: «La (opacità della) Data Science – scrive Rudder – sta cercando di dare un senso digitale a un mondo analogico». Per il presidente cofondatore di OkCupid: «L’idea è che si possa approssimare la complessità analogica del mondo attraverso una serie di zero e di uno. Proprio come un cd approssima il suono di una cassa o di una chitarra. Approssimazioni e modelli permettono agli scienziati di capire il mondo pezzo per pezzo (…). I dati digitali in questo senso sono più precisi di quelli analogici, perché permettono l’elaborazione attraverso descrittori discreti e comparabili. Per esempio, chiedere agli utenti “Sei felice?” e dare opzioni di risposta potrebbe essere un modo imperfetto per arrivare al loro stato d’animo, ma lo stesso i dati raccolti permetterebbero di lavorare in modo più efficace che se chiedessimo risposte libere alla stessa domanda».
Orwell, Debray, Moore. Nella storia della letteratura in molti hanno ipotizzato l’avvento del Grande Fratello. Oggi, anche per Rudder, assistiamo al momento d’oro dello Stato di sorveglianza, un mondo in cui tutti possono vedere tutto, e la privacy non è nient’altro che illusione, e sono gli stessi utenti ad aver permesso che ciò avvenisse: «Lo Stato non è mai stato più potente, e purtroppo, non esistono ancora regole che possano proteggerci. La soluzione migliore è mimetizzarsi, come pesci sul fondo dell’oceano. Oggi, chiunque può entrare nelle nostre vite (digitali e dunque reali ndr). La sola speranza è che non si occupino di voi».
Insomma, che si esprimano le proprie preferenze per l’ultimo modello di smartphone, o all’ultima campagna contro il razzismo, bisogna stare attenti. Tutto è controllabile. Tutto è di tutti (e quindi, di nessuno? ndr).
Selfie. Status. Rilasciare commenti intelligenti e popolari sui post degli altri. Nella nostra vita digitale, vogliamo apparire migliori. Rudder definisce “desiderabilità sociale” uno dei fattori base di questa Social Society in cui si esprime il proprio status al posto della propria opinione, e si cerca di piacere (Like) il più possibile (e quanti più Like ricevo, tanto più valgo).
La tecnologia, scrive Rudder, è il nostro nuovo mito. Oggi ognuno è il brand di se stesso: più sembri popolare, più popolare diventi. Una sorta di Truman Show del quale cui tutti sono consapevoli, e contenti: «Non ho dimestichezza con l’interazione newtoniana e la fisica sociale – compendia l’eclettico matematico – l’idea che il comportamento sociale sia soggetto a leggi matematiche ma ciò è, a mio avviso, più metafora di ogni altra cosa».
Ma nulla si crea nulla si distrugge, e l’evoluzione tecnologica continua a trasformarsi, e trasformarci… È difficile capire, dice Rudder, quali saranno i nuovi 7 ponti di Königsberg da connettere nel prossimo futuro, a ogni modo: «Il nuovo Eulero del futuro esiste, certo sempre che non stia sprecando il proprio talento su Snapchat…».
Il saggio di Rudder è un simpatico focus sul Social-Mondo in cui tutti, volenti o nolenti, viviamo. Tutti pronti al prossimo Dataclisma?
( ARTICOLO SU NòVA IN INTERNET )
Fra Salimbene

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