LEGGERE PER NON RESTARE IGNORANTI!
I super poteri del dato digitale
di Mauro Garofalo
Nel suo libro "Dataclisma" Christian Rudder racconta come tutto ciò che facciamo online possa essere usato. Anche contro di noi
27/09/2015
Frontiere
Dopo aver inventato OkCupid, il popolare sito di incontri basato
sulla compatibilità statistica degli utenti on-line, Christian Rudder
scrive un libro dalle intenzioni piuttosto evidenti. In Dataclisma–Chi
siamo quando pensiamo che nessuno ci stia guardando (Mondadori, €22)
Rudder ci dice che lì fuori qualcuno ci guarda. E che tutto ciò che
mettiamo on-line, a cuor leggero – le nostre foto, quelle dei nostri
figli, i nostri status – un giorno non troppo lontano potrà essere usato
“contro di noi”, magari proprio dall’azienda che ci dovrà assumere e
che, prima del colloquio, andrà a farsi un giro sul nostro profilo
Facebook.
In poco meno di 300 pagine, attraverso l’analisi
dei dati raccolti sul suo network – e sono milioni su un sito di
incontri – l’autore delinea, con tanto di grafici rossi (e c’è un
motivo) le coordinate del nostro mondo, in cui democrazia fa rima con
tecnologia, e gli spazi dell’uomo sono sempre più confusi: «Lo spazio
oggi è sia reale che virtuale – dice Rudder, che parla di epicentro
emotivo e geografia interiore – le persone vivono gran parte della
propria vita emotiva on-line, mentre la vita fisica continua a essere
“non in linea”. I due spazi, però, sempre di più si informano l’uno
l’altro; sarà interessante vedere cosa succederà con l’ingresso sul
mercato di tecnologie tipo Oculus Rift – lo schermo-visore per la realtà
virtuale inventato da Palmer Luckey, la cui società è stata acquistata
nel 2014 da Facebook ndr – che cambieranno o forse distruggeranno la
partizione tra reale e virtuale».
Per scrivere Dataclisma
Rudder si è basato sui grandi numeri: si può capire il meglio, e il
peggio, degli esseri umani mediante data analysis. «Conoscete la forma
solo attraverso l’aggregazione», si legge nel saggio, avendo la
consapevolezza dell’incontrollabilità (delle reazioni) della Rete. Tutti
i metadati possono essere indagati, anche quelli che hanno a che fare
con sesso&amore: «La (opacità della) Data Science – scrive Rudder –
sta cercando di dare un senso digitale a un mondo analogico». Per il
presidente cofondatore di OkCupid: «L’idea è che si possa approssimare
la complessità analogica del mondo attraverso una serie di zero e di
uno. Proprio come un cd approssima il suono di una cassa o di una
chitarra. Approssimazioni e modelli permettono agli scienziati di capire
il mondo pezzo per pezzo (…). I dati digitali in questo senso sono più
precisi di quelli analogici, perché permettono l’elaborazione attraverso
descrittori discreti e comparabili. Per esempio, chiedere agli utenti
“Sei felice?” e dare opzioni di risposta potrebbe essere un modo
imperfetto per arrivare al loro stato d’animo, ma lo stesso i dati
raccolti permetterebbero di lavorare in modo più efficace che se
chiedessimo risposte libere alla stessa domanda».
Orwell,
Debray, Moore. Nella storia della letteratura in molti hanno ipotizzato
l’avvento del Grande Fratello. Oggi, anche per Rudder, assistiamo al
momento d’oro dello Stato di sorveglianza, un mondo in cui tutti possono
vedere tutto, e la privacy non è nient’altro che illusione, e sono gli
stessi utenti ad aver permesso che ciò avvenisse: «Lo Stato non è mai
stato più potente, e purtroppo, non esistono ancora regole che possano
proteggerci. La soluzione migliore è mimetizzarsi, come pesci sul fondo
dell’oceano. Oggi, chiunque può entrare nelle nostre vite (digitali e
dunque reali ndr). La sola speranza è che non si occupino di voi».
Insomma, che si esprimano le proprie preferenze per l’ultimo
modello di smartphone, o all’ultima campagna contro il razzismo, bisogna
stare attenti. Tutto è controllabile. Tutto è di tutti (e quindi, di
nessuno? ndr).
Selfie. Status. Rilasciare commenti
intelligenti e popolari sui post degli altri. Nella nostra vita
digitale, vogliamo apparire migliori. Rudder definisce “desiderabilità
sociale” uno dei fattori base di questa Social Society in cui si esprime
il proprio status al posto della propria opinione, e si cerca di
piacere (Like) il più possibile (e quanti più Like ricevo, tanto più
valgo).
La tecnologia, scrive Rudder, è il nostro nuovo mito.
Oggi ognuno è il brand di se stesso: più sembri popolare, più popolare
diventi. Una sorta di Truman Show del quale cui tutti sono consapevoli, e
contenti: «Non ho dimestichezza con l’interazione newtoniana e la
fisica sociale – compendia l’eclettico matematico – l’idea che il
comportamento sociale sia soggetto a leggi matematiche ma ciò è, a mio
avviso, più metafora di ogni altra cosa».
Ma nulla si crea
nulla si distrugge, e l’evoluzione tecnologica continua a trasformarsi, e
trasformarci… È difficile capire, dice Rudder, quali saranno i nuovi 7
ponti di Königsberg da connettere nel prossimo futuro, a ogni modo: «Il
nuovo Eulero del futuro esiste, certo sempre che non stia sprecando il
proprio talento su Snapchat…».
Il saggio di Rudder è un
simpatico focus sul Social-Mondo in cui tutti, volenti o nolenti,
viviamo. Tutti pronti al prossimo Dataclisma?
( ARTICOLO SU NòVA IN INTERNET )
Fra Salimbene
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