Mimma Raspanti
2 h
Così scrivevo sulla mia bacheca, l'anno scorso, ancor prima di conoscere il caro Epitteto Eubulide. Spero che la mia esternazione poetica sia comprensibile a tutti.
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Così scrivevo sulla mia bacheca, l'anno scorso, ancor prima di conoscere il caro Epitteto Eubulide. Spero che la mia esternazione poetica sia comprensibile a tutti.
"Non voglio fare scena per qualche elogio in più, ma è un pensiero che
mi passa per la mente da qualche mese a questa parte. Ci soffro per
questa cosa e mi svesto della mia presunzione per non offendere poeti e
poesia. Prima di Facebook scrivevo senza sentirmi poeta, mi piaceva e
l’unico stupore era riuscire a scrivere…
Il bello di facebook era che potevo condividere con tante persone, anche sconosciute, ciò che secondo me era poesia. Negli anni ho capito che questo mezzo, come tutte le cose, ha il rovescio della medaglia: ho visto tantissime pseudo poesie elogiate da schiere di fans, per affetto o per un like di ritorno, le ho viste premiate a concorsi con riconoscimenti teatrali e articoli sul giornale da voltastomaco, ho visto gente che non sa cosa sia la poesia diventare grande, giornalmente, su questa piazza dove si svende la poesia. Mi è sorto il dubbio di essere una di loro, una che pensa di poter dire “sono poeta” solo perchè quattro gatti glielo fanno credere, o perchè ha vinto diverse volte ai concorsi, magari perché ero solo un nome nuovo…
So riconoscere la vera poesia, perché la amo, ma non so più se ne so fare veramente o faccio parte anch’io dei teatranti del baraccone dei “poeti”…
La poesia merita rispetto, è un dono sacro che pochi hanno, non mi illudo più di averlo…"
PRUMISSA
Macari mi vriognu di sta cosa
e preu lu Signuri chi m’attenta.
Nun è chi vogghiu sentimi quarcosa
si dicu soccu pensu: mi spaventa
l’idea chi soccu scrivu è sulu prosa,
chi jè fussi na nenti chi diventa
pueta a via di cumplimenti - rosa
senza jardinu, a ciavuru di menta.
Si fussi comu tanti di ddi genti
chi scrivinu d’illusa fantasia
sintennusi assai granni e no bammini.
Tu levami sti smanii, sti catini
di vantu vanu e vani cumplimenti
chi affenninu viulannu la puisia.
Signuri, ‘un scrivu chiù, ti lu prumettu,
chi st’Arti è sacra e merita rispettu!
Mimma Raspanti 17/07/2017
**********************
Commento di Epitteto:
Evviva la nostra Mimma.
Una specie di autodafé in rete con abiura del malcostume poetico.
Nel quale in tanti ci riconosciamo, seppure dopo anni di eresia poetica.
Ciascuno di noi non è altro che uno dei tre milioni di italiani dediti alla Musa lirica.
Una follia letteraria che fa la fortuna di una miriade di concorsi locali, regionali, nazionali, ecc. e di tanti piccoli editori.
Il sonetto impropriamente caudato funge da dichiarazione di penitenza autoinflitta per il reato di poesicidio.
Ebbrava la modestia della nostra letterata, purchè non di conio peloso.
Il bello di facebook era che potevo condividere con tante persone, anche sconosciute, ciò che secondo me era poesia. Negli anni ho capito che questo mezzo, come tutte le cose, ha il rovescio della medaglia: ho visto tantissime pseudo poesie elogiate da schiere di fans, per affetto o per un like di ritorno, le ho viste premiate a concorsi con riconoscimenti teatrali e articoli sul giornale da voltastomaco, ho visto gente che non sa cosa sia la poesia diventare grande, giornalmente, su questa piazza dove si svende la poesia. Mi è sorto il dubbio di essere una di loro, una che pensa di poter dire “sono poeta” solo perchè quattro gatti glielo fanno credere, o perchè ha vinto diverse volte ai concorsi, magari perché ero solo un nome nuovo…
So riconoscere la vera poesia, perché la amo, ma non so più se ne so fare veramente o faccio parte anch’io dei teatranti del baraccone dei “poeti”…
La poesia merita rispetto, è un dono sacro che pochi hanno, non mi illudo più di averlo…"
PRUMISSA
Macari mi vriognu di sta cosa
e preu lu Signuri chi m’attenta.
Nun è chi vogghiu sentimi quarcosa
si dicu soccu pensu: mi spaventa
l’idea chi soccu scrivu è sulu prosa,
chi jè fussi na nenti chi diventa
pueta a via di cumplimenti - rosa
senza jardinu, a ciavuru di menta.
Si fussi comu tanti di ddi genti
chi scrivinu d’illusa fantasia
sintennusi assai granni e no bammini.
Tu levami sti smanii, sti catini
di vantu vanu e vani cumplimenti
chi affenninu viulannu la puisia.
Signuri, ‘un scrivu chiù, ti lu prumettu,
chi st’Arti è sacra e merita rispettu!
Mimma Raspanti 17/07/2017
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Commento di Epitteto:
Evviva la nostra Mimma.
Una specie di autodafé in rete con abiura del malcostume poetico.
Nel quale in tanti ci riconosciamo, seppure dopo anni di eresia poetica.
Ciascuno di noi non è altro che uno dei tre milioni di italiani dediti alla Musa lirica.
Una follia letteraria che fa la fortuna di una miriade di concorsi locali, regionali, nazionali, ecc. e di tanti piccoli editori.
Il sonetto impropriamente caudato funge da dichiarazione di penitenza autoinflitta per il reato di poesicidio.
Ebbrava la modestia della nostra letterata, purchè non di conio peloso.
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