lunedì 31 dicembre 2018

Spigolando
di Epitteto

1 - Il tradimento.
Amore è tutto ciò che si può ancora tradire.
Nel senso che una volta che lo si sia ingannato, non esiste più e non si può più donare.
Così l'Amicizia virtuale nei social.
Se venuta meno una volta, è impossibile fidarsi nuovamente del traditore.
Se riconcessa, nulla sarà più come prima.
Quindi inutile insistere e fare il pentito: si potrà perdonare, ma la macchia del sospetto resterà indelebile.


2 - Parafrasando il < Misogallo > di Vittorio Alfieri...
< Uomini che tutto fanno e nulla sanno,/
che tutto sanno e nulla fanno /
gira e rivolta, son al Governo/,
più li pesi e men ti danno... >

Gioachino

Damiano Lentisco
16 luglio 2011
SO' NERVUSO!

Stammatina me sò aizato nervuso
tengo n'elicottero ind'o cazone.
Uuuh, comme girano!
Sbattess'a capa sfacci'o muro,
si nun foss'a mia.
Pe ffurtuna sto sulo:
chi a suppurtasse na mugliera,
e qua mugliera suppurtass'amme?!
Me so sbarbato e lavat'a faccia,
Macchè, schifo facevo e schifo faccio.
'O sango me revolla e 'o core sbatte,
So nu vulcano, ca fra poco sbotta,
nu lanciafiamma, na bomba senza miccia.
Se sputo nfacci'a uno 'o ppiccio!
Pe' l'oroscopo, era na jurnata serena.
Sera nervosa ch'era, sangh'e arena!
Lendam
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Commento di Epitteto:
Damiano di tanto in tanto esce dalle nebbie.
Amico della prima ora, sta combattendo da tempo con una malattia malandrina.
E lo penso sempre, quando stendo le mie mani forti e ferme.
Ringraziando il Cielo per avermi risparmiato tanta sofferenza.
Ora con apprensione leggo della sua solitudine coniugale.
Tempo fa lui stesso mi parlava di una certa infatuazione religiosa che rendeva difficile il rapporto familiare.
Comunque con questa proposta Damiano esorcizza un certo disagio esistenziale.
E se la prende col destino cinico e baro.
Caro Amico, non ho ancora trovato alcuno che almeno qualche volta non sia sbottato in imprecazioni.
Che sia Padre Pio ad assisterti nel contenimento delle parolacce?
Io da agnostico non ho nessun mistico a cui appellarmi.
Sono solo come te, e non sai la mia disperazione.
In un mondo interiore chiuso in se stesso senza appoggio spirituale.
Fai bene ad imprecare di tanto in tanto: serve per scaricare le tensioni senz'altro sbocco.
Poesia, questa in lettura, discesa dal cuore prima che dalla mente: l'unica , vera, sincera dichiarazione d'amore per la Musa che ti assiste.
Buon anno, Amico mio e che la sorte ti sia leggera.
P.S.: La poesia è del 2011, ma se l'hai riproposta vuol dire che le cose non sono cambiate.
Del resto il destino, quale che sia, vive con noi per sempre.
Epitteto

domenica 30 dicembre 2018

A fine anno
di Epitteto

1 - La trappola.
Schopenhauer ebbe a scrivere. < La donna è una trappola inventata dalla natura >.
Perchè ella stende per bene la sua tela e attende.
Prima o poi un malcapitato vi si impiglia e per lui sono guai infiniti.
Così s'impara a mettere il < coso > nella < cosa >...


2 - Festività.
In questi giorni di festività di fine anno, è tutto uno scambiarsi di visite ed auguri.
Ma anche di rompiballe.
Il dover cioè ascoltare compunti la marea di disgrazie altrui succedutesi in trecentosessantacinque giorni.
Giusto l'andreottiano < chi non ha guai se li va a cercare >.
E allora siete avvisati: non scaricate sui malcapitati ospiti l'intero anno di sciagure che vi son capitate!
Gedeone

sabato 29 dicembre 2018


Le montagne sacre
di Eubulide

In Giappone, nelle terre del buddismo e delle cremazioni, esistono tre montagne sacre: quella del Passato ( Gassan ), del Presente ( Haguro ) e del Futuro ( Yudono ).
Salendo le quali i pellegrini sperimentano processi spirituali rigeneranti.
Ivi in alcuni templi sono esposti e venerati corpi di < santi >, cioè di monaci che si sono < automummificati > attraverso rigorosissime pratiche ascetiche per diventare buddisti anche nel corpo e raggiungere così l'unione con il Buddha cosmico già in questa terra.
Uno dei più noti di questi asceti automummificatisi è Tetsummonkai conservato al tempio Churenji: nato nel 1759 ed entrato nel nirvana finale a 71 anni dopo duemila giorni di dieta strettissima a base di sole erbe.
In Giappone ci sono 16 esempi di questi asceti: quando sentono l'approssimarsi della morte, entrano dentro una piccola cavità sotterranea di pietra, mettendosi seduti nella posizione del loto in attesa della fine.
I loro corpi di solito si < seccano > evitando la putrefazione e dopo tre anni e tre mesi vengono accolti con tutti gli onori nel tempio, venerati dai devoti come manifestazione fisica del Buddha.
Assumendo su di sè tutti i mali del mondo, salverebbero il popolo da epidemie, fame e sofferenze.
L'automummificazione è ritenuta di gran lunga più meritoria della classica mummificazione egizia per inseguire la perennità del corpo.
Fra Salimbene.

venerdì 28 dicembre 2018


Il compleanno di Mirko
Amore mio
non sei tu la rugiada
che si consuma nel mattino
nè il vanesio fiore giallo
che soccombe a gelo e noia...
Là nell'orto ti ritrovo!
Nel maestoso, forte e nobile carciofo
le cui foglie grezze e dure
di cui si spoglia piano piano
sono gli anni che tu lasci
alle tue spalle risolute
per svelare sempre più
anno dopo anno
il più verde fresco e giovane dei cuori.

Nadia Rizzardi
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Epitteto:
Secondo i meno generosi il carciofo < è una creatura intrattabile, antipatica, scostante, ostile >.
Chiuso a riccio, ti punge se lo sfogli.
E solo alla fine dal cuore tenero e gentile.
Una metafora della vita, faticosa a percorrersi , che ci avvezza alla scorza dura per superarne i perigli e i tanti agguati.
Ma per chi sa amare e ben guardare al fondo, addentro si trova la fibra generosa che costituisce l’essenza vera della personalità nascosta.
Il compleanno è l’occasione principe per esternare l’apprezzamento al proprio coniuge.
La poesia in lettura, con la sua comparazione simbolica appariscente ed inusuale, riesce bene ad evidenziare il carattere forte e spigoloso della mia terra, ma dal magma aperto e sensibile nei rapporti affettivi.
Molto bene, Siddharta.
IL RIFUGIO
-di Epitteto Eubulide_

In compagnia dispersa su al rifugio,
sfinito, in respir corto a terra indugio.
Vicin donzella in finto suo pudore,
cambiando la maglietta pel sudore,
si spoglia nuda fino alla cintura.
Negli occhi ancor mi balla la figura...


Splendor più alto inver dell'alte vette:
un pizzicore strano in cor mi mette.
Pensieri
di Epitteto

1- Elogio della modestia.
Vi sono persone, e sono tante, che compiono azioni meritorie pur restando nell'anonimato.
Altre riservate che tendono a non mostrare i propri talenti.
Di contro abbiamo una maggioranza di incapaci sempre alla ricerca di un palcoscenico plaudente.
L'atteggiamento di modestia ed umiltà è di certo una forma silenziosa di comunicazione delle proprie qualità.
Star dietro le quinte letterarie è la miglior espressione di valore, a disprezzo del quotidiano mostrarsi dell'esercito di poetastri esibizionisti, squinternati e nullafacenti che quotidianamente intasano la Rete.

2 - Colazione filosofica.
< Non onorate i vecchi, ma abbiatene pietà perchè sono lo specchio di come diventerete > ( Giovanni Giudici, 1924-2011 ).
In sovrappiù, cari scribacchini dei miei stivali, giovani e meno giovani, di tanto in tanto tastatevi la faccia per sentirvi sotto il futuro teschio... ( aggiornamento in Rete di un proverbio cinese )
Orazio che strazio

giovedì 27 dicembre 2018


MA CHI CACCHIO M’’O FFA FA?
di Sabato D'AMATO

Ma chi cacchio m’’o ffa fa?!
A raccogliere la pezza
si po doppo aggia jettà
tutte cose int’a munnezza.
Certa gente, nostri uguali
per descriverli bisogna
confrontarli agli animali
che si nutrono di fogna.
Come iene oppur serpenti
stanno sempre là in attesa
e ti mostrano quei denti
se ti vedono in difesa.
Affacciati alla finestra
solo aspettano l’errore,
ti colpiscono di destra
e mirando sempre al cuore.
Mi domando e dico spesso:
ma chi cacchio m’’o ffa fà?
Fa che pensano..so’ fesso
confondendo la…bontà.
E perciò ho già deciso,
questa gente è da evitare;
troppo tempo nce aggio misso
voglio ancora respirare.

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  Commento di Epitteto:
Grande domandone in poesia.
Mio caro Autore, noi siamo dapprima la voce
che grida nel deserto, eppoi diventiamo
la voce della coscienza.
Perchè intorno a noi infuria l'urlo del vento
e della sabbia, in ghibli rabbioso.
Ma loro non ci possono far niente:
vorrebbero non leggerci, eppure una forza misteriosa li costringe.
In quanto il sapere e la verità sono come l'acqua,
che non avendo ossa col tempo penetra e s'espande ovunque.
Ecco, il Poeta ha dalla sua l'ispirazione,
cioè l'afflato divino che costringe all'ascolto ed affascina.
E come dimostra la storia nei millenni,
aiuta a vivere e migliora l'umanità.
Poesia monitrice contro la sordità del prossimo.
Con noi duri, a persistere!
Fraternamente. Epitteto
La vergogna
di Epitteto

La vergogna può essere di tante specie.
C'è quella soggettiva, quando ci si vergogna di se stessi per comportamenti personali innati o acquisiti contrari all' etica individuale o collettiva, materiale o spirituale.
Ci si può anche vergognare di vergognarsi, ma allora la questione è di competenza dello strizzacervelli.
Peggio quando non ci si vergogna di non vergognarsi, il che può essere materia delinquenziale, anche letteraria.
Secondo S. Agostino è una cosa vergognosa < non aver nulla di cui vergognarsi >.
Poi abbiamo la vergogna oggettiva o collettiva, quando ci si vergogna di comportamenti sociali, politici, religiosi, economici, ecc. indecenti, infami o violenti.
Tra questi quelli narrativi o poetici, via carta o via web, quando ci si vergogna di certe schifezze pubblicate che disonorano persino la Patria...
Come pure vergognosi sono quei lettori che per buona pace o opportunismo inondano di like compiacenti tanti aborti scritti altrui.
Fra Salimbene
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giovedì 20 dicembre 2018

Un pò di storia
di Epitteto

1 - La battaglia del cammello.
Nel 656 d.C. presso Bassora ( Iraq ) si ebbe la < battaglia del cammello > tra i seguaci di Maometto ed il Califfo ribelle Alì.
Tra le fila dei primi partecipò anche Aisha, la vedova del Profeta, chiusa in un baldacchino corazzato sul dorso di un dromedario.
Fatta prigioniera, Aisha venne relegata a Medina a vita domestica.
Il pio Alì, cugino e genero di Maometto, vincitore della battaglia del Cammello ( la prima guerra civile all'interno della Comunità musulmana ), fu assassinato mentre sedeva in casa a leggere il Corano.
Diciannove anni dopo la sua morte, si ebbe lo scisma tra sciiti e sunniti, tuttora perdurante ( gli uni guidati dall'Iran, gli altri dall'Arabia Saudita custode dei Luoghi Sacri ).
Per gli sciiti solo un discendente diretto del Profeta può fregiarsi del titolo di Califfo: ancora oggi è facile imbattersi nelle strade e piazze del Libano meridionale, o nelle città più religiose dell'Iraq in processioni di fedeli che si battono il petto con catene e si flagellano la schiena e il capo al ritmo dei tamburi.
Con rivoli di sangue, anche dei bambini.


2 - Le sabbie mobili.
Film e raconti ci hanno sempre terrorizzato con il risucchio delle sabbie mobili fino a morte assicurata per asfissia e conseguente sepoltura invisibile.
Ma le cose non stanno così.
Secondo le ricerche scientifiche, la densità del nostro corpo è circa la metà di quella delle sabbie mobili: per cui una persona può affondarvi solo per la metà della sua altezza.
Quindi inutile pensare di liberarsi del coniuge scomodo ricorrendo alle pozze di sabbia...
Zarathustra

martedì 18 dicembre 2018

1 - Altro che zitelle.
Le donne single sono felici, soprattutto dopo i 45 anni.
Una ricerca dell'agenzia londinese di analisi di mercato Mintel rivela che il 32% delle donne single tra i 45 e i 65 anni ha affermato di stare benissimo da sola, contro il 19% degli uomini appartenenti alla stessa fascia d’età.
La singletudine rende felici.
( di Eleonora Giovinazzo in You Tube )
 
2 - Punti di vista.
Il bambino: < La mia mamma è grassa.
Ma io sono contento perchè ho più mamma da voler bene! >. 

3 -
N’AUCIELLO FRIDDIGLIUSO
***di Pietro ZURLO***
***
N’auciello friddigliuso stammatina
’ncopp’a fenèsta ’casa s’è fermato,
e ’nfacci’o vrito po’ m’ha tuppetiato,
certo pe’ ffa capì d’’o friddo e ’a famma.
***
Era nu passariello, aggio capito...
e la fenesta ’nchiusa ’aggio araputo,
senza ’e s’appaurà isso è trasuto...
aggio penzato: ’a famma chesto fa’!
***
So’ ghiuto chianu chiano int’a cucina...
isso m’ha secutàto zumpettianno;
aggio pigliato ’nu pezzullo ’e pane
e ll’aggio smullechiàto pe’ nc’o ddà.
***
’A verità, s’è buono saziato...
tant’è che nn’a ferneva chiù ’e cantà;
doppo nu poco ’e tièmpo vernuliàto...*
da la fenesta aperta se n’è ghiuto!.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
* Vernuliàto= Cinguettato, garrito
***************************************
*Epitteto EUBULIDE:
Un bellissimo volo poetico, di deamicisiana memoria.
In un mondo ove < homo homini lupus >
( = l'uomo è un lupo per l'uomo ), rincuora leggere favole come questa.
Con la morale sottintesa alla Esopo: la reciproca fiducia e la solidarietà fanno fare un grande balzo all'umanità, sognando che non tutto è perduto.
Il Gigante buono e il Nanuzzo affamato.
Poesia edificante da declamare soprattutto ai grandi, perché meditino...
Cinico Cratete.

Zibaldone
di Epitteto

1 - Libero arbitrio.
Tu potrai degenerare al livello dei bruti, come nel rigenerare nel supremo divino ( Pico della Mirandola in < Oratio de hominis dignitate > ).
Secondo le scienze cognitive, invece, il libero arbitrio non sussiste: si decide inconsciamente nel cervello un istante prima di fare alcunchè.


2 - Le rese.
In Italia si pubblicano ogni anno 70.000 libri e libretti, tra cui le malfamate silloge di migliaia di poeti illusi e scoppiati.
Con rese invendute da capogiro.
E chissà quanti altri manoscritti giacciono nei cassetti.
La Rete poi assorbe milioni di free lance letterari evitando anzitempo suicidi di massa.
Ormai nessuno più legge i signor nessuno...

3 - Parafrasando.
Facendo il verso a Isaac B. Singer, l'umanità è l'orrore di dio.
Belzebù

lunedì 17 dicembre 2018

IL LAMPO
( di Manrico Bacigalupi)

Un lampo squarcia l’ombra della sera,
d’un tratto, repentino, sopra il mare.
E’ un attimo che abbaglia la scogliera,
un battito di ciglia e poi…scompare !
Ed ecco il tuono esplode e la sua rabbia
s’avventa dentro al cielo, come un lupo
che raspa inferocito chiuso in gabbia…
ma poi si cheta, in brontolio più cupo.
Or nubi grigie corrono nel vento
mentre la pioggia cade senza sosta.
S’accende ancor la rupe un sol momento,
e appare là, una vela,sotto costa !
Chissà la notte se sarà un tormento
e se domani il sole ancor si desta ?
***********************************
Epitteto:
Di primo acchito sembrerebbe un sonetto banale e oleografico.
Ma solo per i superficiali.
Invero il realismo dell'affresco affonda le radici nella terra e nel mare della bella Isola d'Elba.
Come il ciel di Lombardia, così bello quand'è bello ( Manzoni, Promessi sposi ).
Poi si sa, quando il tempo cambia, la natura ostica prende il sopravvento e vien giù il diluvio.
Fulmini e saette che rendono selvatici i luoghi, tra mare e dirupi.
Ma un lampo alfine squarcia le tenebre ed illumina una barchetta in mezzo all'onde: quasi a parafrasare la vita terrena tra le procelle della sorte cinica e bara.
Adesso è notte, ma domani andrà certamente il sereno.
Impareggiabile Manrico, cantore della natura e della speranza.
Bravissimo, Siddharta.

domenica 16 dicembre 2018


Spigolando
di Epitteto

1 - I mariti inutili
Arrivati ad una certa età ragguardevole,
i mariti diventano inutili.
Nel senso cioè che, non servendo più a niente, sono sopportati come un peso in famiglia.
Tuttavia l'insoddisfazione coniugale parrebbe reciproca.
Perchè i mariti inutili a loro volta sbandierano ai quattro venti le proprie mogli come semplici badanti a tempo pieno...


2 - Marito sconsolato...
Le mie lacrime non la resusciteranno.
Ecco perchè piango a dirotto!

3 - L'errore.
Gli umani sono l'errore di dio ( Isaac B. Singer ).

Sacripante
Teresa Frasca
LA PRIMA NEVE

Fiocchi di neve,
invernali stelle cadenti,
piovete ghiacciati coriandoli:
come folletti danzanti
irridete le notti più fredde.
Con arcana magia
rendete
vaghi e felpati,
i passi dell'umano rumore
e, per un istante,
ridonate l'incantesimo
della perduta infanzia,
agl'imbiancati cuori.

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Commento di Epitteto:
Poesia rigida sia nella struttura che nel significante.
Le figure retoriche ben distribuite non appesantiscono eccessivamente il testo.
Quasi un flash di primo impatto.
Direi una descrizione fredda come il paesaggio a riferimento.
Con il solo accenno intimistico, ma sufficiente, agli < imbiancati cuori >, pieni di nostalgia per < l'infanzia perduta >, quando l'ingenuità faceva aggio sull'indurimento dei sentimenti del vivere.
Direi una poesia a metà tra emozione e tecnica, che non presenta novità, ma che si fa leggere volentieri.
La nostra Autrice si spende con parsimonia, aumentando le aspettative dei lettori.
Ottima la distribuzione dell'interpunzione.
Molto brava, Epitteto.
E’ GIA’ NATALE !
( di Manrico Bacigalupi)

Con il nasino appiccicato al vetro.
Il bimbo guarda scendere la neve;
le macchine, giù in strada, avanti e indietro
s’incrociano silenti, a passo lieve.

Son fiori bianchi e scendono dal cielo
a mille a mille ed ecco, in un momento
s’inseguono d’intorno, a mulinello…
per poi svanire e perdersi nel vento !

Un manto bianco, silenzioso sale.
Rivolge, in cielo, il bimbo una preghiera:
“…O mio buon Dio, fra un po’ sarà Natale.
mi mandi il babbo mio, per quella sera ?

La mamma piange ancor, non si consola;
anche l’amore mio ben poco vale.
Per una sera… una volta sola !
Ti prego, mio Signore…è già Natale ! ..”

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Commento di Epitteto:
Le poesie di Manrico vanno lette alla luce romantica della vita, della natura, dei sentimenti.
L'aspetto religioso fa capolino sovente col tocco leggero dell'animo gentile, sospeso nell'immaginario tra speranza e realtà.
Per l'intimo fanciullesco e pedagogico potremmo definirlo un De Amicis moderno, anche se quest'ultimo del tutto privo della fede teologica corrente ai tempi.
La letteratura del Nostro è leggera, addirittura soffice, quasi timorosa di esprimersi con la forza travolgente delle parole.
Il suo parrebbe più un invito a sognare che non a descrivere la realtà nella crudezza dell'esistere.
Un poeta quindi dal verso composto, ma pregno di intimo significato.
Tanto gli dovevo, Epitteto.
Pietro Zurlo CON COMMENTO DI CINICO CRATETE
AMICHETTO DI EPITTETO EUBULIDE:
PENZIERO D’’O PAESE
***di Pietro ZURLO***

Penziero d’’o paese mio luntano…
doppo tant’anne tu me viene a mente;
me ne so’ ghiùto senza sapè niente,
lassànno tutt’e ccose mie chiù care.
Lassaje l’amice, quacche nnammurata,
lassaje ’e ssore meje, màmmema e pàte;
tanno nun ce penzaje, ero scujetato…
ma a sta luntano ’a te nun se po’ stà!
E ogni tanto vengo addò so’ nato…
e giro pe’ sti strate maje scurdate;
’ncopp’o rione Barco, ’a zona mia,
truvanno quacche amico ch’è spusato.
Na stretta ’e mana, nu saluto ’e pressa
e torno n’ata vota a passiggià...
rimangono ’e ricòrde ’e stu paese...
tanta barcune chin’e sciure ’e rose.
Ce trovo pure chillo ’e nenna mia
quanno l’ammore mio adacquava ’e sciure...
m’’o guardo e ‘a dinto se fa triste ’o core…
nisciuno chiù s’affaccia p'adacquà!.-
G L O S S A R I O:
-So ghiuto= Sono andato,
-Tanno=Allora,
-Scujetato= Scapolo,
-'E pressa=Di fretta,
-Barcune=Balconi,
-Barcunata=Balconata,
-Na nenna= Una ragazza,
-Adacquava 'e sciure= Innaffiava i fiori,
-P’adacquà=Per innaffiarli.
La detta lirica è stata premiata con 2° posto dalla sottostante commissione del concorso di Poesia e Narrativa:
COMMENTO della commissione "Roscigno Vecchia" del 22 settembre 2012 nelle persone di: Dr. Giacinto IANNUZZI, (Presidente della Commissione); Ins. Lucia CLEMENTE (Presidente dell'Associazione) e dal sig. Leopoldo PASSARELLA:
Pavese affermava "Ognuno si porta un paese nel cuore", il paese come scrigno dove sono custoditi gli affetti più cari, le amicizie vere, gli amori nati e finiti, i sogni, la voglia di vivere la comunione dei sentimenti e di rivivere situazioni e relazioni ormai in disuso, tempi e spazi condivisi, le radici. Paese che si ammanta di malinconia quando da lontano si avvertono i profumi trasportati dal vento e prepotente ritorna la voglia "a te truvà". E si ritorna, e non sempre si ritrova, tutto quello che si è lasciato e che resterà indelebile solo nella memoria di chi ama ed ha tanto amato. Questa poesia è un excursus fra i meandri del cuore dove si celano i più intimi sentimenti, le mere nostalgie che espresse con parole semplici fanno riflettere ed emozionano.

COMMENTO DI CINICO CRATETE
Lirica dalla profonda vena nostalgica.
E' inutile, l'imprinting ritorna a galla per quanto tempo possa essere trascorso. In fin dei conti i ricordi dei primi anni restano indelebili.
Si può girare il mondo, visitare le contrade più belle, ma il nostro pensiero resta ancorato a quei tempi di vita. Quando si formano gli affetti, il carattere, le esperienze, i rudimenti di scuola.
I nostri emigranti in U.S.A.: le madri, i nonni colà rifiutavano la lingua, gli usi, i costumi del posto e testardamente parlavano in famiglia il patrio dialetto , perpetuando le proprie tradizioni.
Quando si ritorna al paese ci assale lo struggimento interiore. Qua c'era il tal negozio, là il primo bacio d'amore, qui si faceva la festa rionale...E dentro un piacere che emerge, e fuori parole a profusione fino a stordire chi ci ascolta...E le persone, come sono cambiate! E noi per loro. Con quello sguardo reciproco interrogativo e smarrito con cui si cerca di ricordarci dopo il tanto tempo trascorso.
E poi si riparte, si torna al nostro mondo di sempre, ben sapendo che un pezzo di noi rimarrà come ogni volta nella terra natia.
Ho scritto questo commento senza leggere le motivazioni del premio ( che ora andrò a scorrere per non intaccare la spontaneità del mio giudizio.
Bravissimo.
Cinico Cratete.

La conta
di Epitteto

Io ci ho un metodo formidabile e infallibile per selezionare gli amici virtuali di < facebucche >.
A fine di ciascun mese canonico metto in fila tutti i nuovi che mi hanno chiesto l'amicizia.
Poi faccio la conta:
< Sotto il ponte di Cavacca
c'è Pierin che fa la cacca,
e la fa dura dura
il dottore la misura,
e misura trentatre
fuori l'uno, il due e il tre! >.
Fin quando mi resta la solita ventina.
Lascio cioè alla sorte la benevolenza della scelta.
A che nessuno me ne voglia...

Epaminonda

sabato 15 dicembre 2018

Qua e là
di Epitteto

1 - Negli anni ho letto in rete così tante schifezze poetiche altrui, che le mie al confronto paiono degli zuccherini.
E pensare che vi sono ottimi blog e siti che se la tirano tanto, invasi da invasati scribacchini a tutto campo che ne fanno perdere serietà e prestigio.

2- I ricordi del prossimo anno già mi pesano...

3 - Dire sempre il vero e mai la verità!

4 - Credo, sono un fervido credente, soprattutto nella forza della Chiesa di Roma nel collocare all'estero valuta pregiata.

Laomedonte

venerdì 7 dicembre 2018


- NUDITA' DELL' ALBA -
Danzano fanciulle
su arazzi lunari ,
rondini notturne
garriscono
verso innocenza d' astri .
ali e criniere :
arabeschi di cavalli
e' il cielo .
Gli occhi sollevano onde ,
ridiscendono luce
fra oscillanti alghe .
Fiori pensili :
illusione armonie
di corolle .
Navigli cancellano maree
e insidie lunari . L' anima
rinasce fra le spume
nella casta nudita' dell' alba .

- MARIA TERESA LIUZZO -
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Commento di Epitteto:
Mah, io all'alba tutte queste cose mica ce le ho viste mai.
Sarà che sono un prosaicone della madonna.
Oppure con gli occhi rivestiti di fette di salame.
Una retorica ingombrante, che alla fine intasa una chiara visione d'insieme.
La mia anima invece si nutre della semplicità del dire.
Bisogna guardare con l'innocenza di un bambino per cogliere l'essenza della vita e della natura.