Damiano Lentisco
9 h ·
SENZA TITOLO
9 h ·
SENZA TITOLO
E' na poesia senza titolo
accussì, tanto pe semenà parole
comm'a nu colone speranzuso
ca d'o seme fa bon'uso.
Ce pensa Dio comme dico spisso,
e vicin'a firma mia firma pur'isso.
Lendam
**********************
Commento di Epitteto:
Damiano non è molto prolifico letterariamente.
Perchè abituato a pensare e centellinare quanto scrive.
E quando impugna la penna, sovente si supera.
Come in questo caso.
Nel suo vernacolo locale, così distante dal napoletano professorale corrente altrove.
Si dice che ormai tutto sia stato detto nei millenni.
Eppure quivi si sente odore di aria nuova.
Fulminante l'ultimo distico, perchè proprio di tutti noi semplici versificatori.
Sì, forse non ci facciamo caso più di tanto, ma talora sentiamo come una presenza terza misteriosa mentre stendiamo le nostre paole.
Taluni parlano di una Musa, Damiano più esplicitamente di Dio.
Perchè mai se non un dio ci ispira nell'atto del creare, quasi una compagnia invisibile ma palpabile al nostro fianco?
Ebbene sì, quando firmiamo un nostro componimento, accanto ci sta anche la firma del nostro mentore, un dio per Damiano.
Senza il soffio dell'ispirazione i nostri versi sarebbero ben poca cosa: allora diamo a Cesare quel ch'è di Cesare.
Molto bravo, Epitteto.
accussì, tanto pe semenà parole
comm'a nu colone speranzuso
ca d'o seme fa bon'uso.
Ce pensa Dio comme dico spisso,
e vicin'a firma mia firma pur'isso.
Lendam
**********************
Commento di Epitteto:
Damiano non è molto prolifico letterariamente.
Perchè abituato a pensare e centellinare quanto scrive.
E quando impugna la penna, sovente si supera.
Come in questo caso.
Nel suo vernacolo locale, così distante dal napoletano professorale corrente altrove.
Si dice che ormai tutto sia stato detto nei millenni.
Eppure quivi si sente odore di aria nuova.
Fulminante l'ultimo distico, perchè proprio di tutti noi semplici versificatori.
Sì, forse non ci facciamo caso più di tanto, ma talora sentiamo come una presenza terza misteriosa mentre stendiamo le nostre paole.
Taluni parlano di una Musa, Damiano più esplicitamente di Dio.
Perchè mai se non un dio ci ispira nell'atto del creare, quasi una compagnia invisibile ma palpabile al nostro fianco?
Ebbene sì, quando firmiamo un nostro componimento, accanto ci sta anche la firma del nostro mentore, un dio per Damiano.
Senza il soffio dell'ispirazione i nostri versi sarebbero ben poca cosa: allora diamo a Cesare quel ch'è di Cesare.
Molto bravo, Epitteto.
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