Allegra, spensierata
io sembro:
oso ingannar così
chi m'avvicina.
Grigio e malinconico
è il mio giorno,
nera la mia tristezza mattutina.
Sorrido e canto
quando son felice:
vinco me stessa
vinco ogni mestizia.
Lotto co te
Fata timidezza,
T'abbatto....t'anniento....
sono io più forte.
Lotto anche con te,
mio grande DIO ,
che a mia insaputa
m'hai dato la vita
ed incosciente io
ad altri l'ho donata.
Graziella Marino
***************************************
Epitteto Eubulide:
La timidezza è una forma depressiva del sistema nervoso.
In passato si scomodavano inadeguatezze caratteriali, sindromi traumatiche infantili, persino il lettino dell'analista.
Le moderne scienze neurocognitive riducono il tutto a disfunzioni neurocerebrali, alla batteria del nostro assetto fisiologico.
Il nostreo cerebro, dicono, conta cento miliardi di neuroni ed ancor più di sinapsi.
Facile che qualcosa vada storto...
Il rimedio?
Di una semplicità sconvolgente.
Una pilloletta antiansiogena ed il controllo emotivo è assicurato alla bisogna.
Un uso corrente nelle patologie degli attori per panico da palcoscenico.
D'altra parte il controcanto è dato dalla sfrontatezza dei preuntuosi ed esibizionisti ( ne contiamo a iosa in web... ), inguaribile e incontrollabile.
Questa sì un'arroganza senza rimedio...
Ben più pregnante il distico finale.
Ha ragione l'Autrice.
Quanta incoscenza il trasmettere la vita.
Perchè nel darla se ne decreta nel contempo la morte.
Creando un altro infelice per mano nostra, sotto lo sguardo indifferente e sadico di quell'Uno per chi crede.
Splendida lirica che puntualizza due aspetti della nostra esistenza travagliata, tra i tanti che ci tormentano senza nostra colpa e ragione.
Bravissima, Epitteto.
Nessun commento:
Posta un commento