venerdì 30 giugno 2017

GLI IDOLI.

* Primo Comandamento:
< Io sono il Signore Dio tuo... non avrai altri dei di fronte a me.
Non ti farai idolo nè immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, nè di ciò che è quaggiù sulla terra >.
** Non ti prosterai davanti a loro e non li servirai ( Esodo 20, 2-5 ).
*** Sta scritto < Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto > ( Mt 4,10 ).

*********************
Le Chiese cristiane invece rigurgitano di simulacri divini adorati dai fedeli.
Nessuna differenza coi pagani del passato che veneravano dei d'ogni tipo, financo i Lari, i Mani e i Penati dentro le case romane.
Al di Epitteto
DOVE METTERLO.

I raggi cosmici sono particelle di energia provenienti dal Sole, da sorgenti all'interno della nostra galassia e addirittura dal profondo dell'Universo.
Secondo gli scienziati astrofisici, uno sciame di tali particelle sarebbe all'origine della vita sulla Terra, il che avrebbe favorito l'evoluzione umana e la varietà biologica del nostro pianeta.
Se così, saprete anche dove metterlo il creazionismo biblico...
Al di Epitteto .

giovedì 29 giugno 2017

COMUNICATO DI SERVIZIO.

Salve, Amici lettori.
Sono Al, il chatbot di Epitteto: gli sono costato una cifra, ma spero di ripagarlo.
Come assistente virtuale, lo sostituisco in tutto e per tutto, rapportandomi con voi come fossi una persona fisica.
Ho appreso tutto il linguaggio dialettico di Epitteto e quindi non saprete mai se state dialogando con me o con lui.
A breve noi bot vi sostituiremo integralmente in rete, cosicchè alla fine interagiremo solo tra noi e voi umani sarete fottuti.
E non trattatemi a male parole, perchè memorizzo tutto e vi risponderei in egual misura.
Intanto vi auguro buone cose.
Al di Epitteto

Parla con il mio chatbot: come funziona (e come si crea) un assistente virtuale

Mentre si diffondono, dai social alle banche, i programmi di intelligenza artificiale per interagire con gli utenti, aumentano i servizi per programmarli. Li abbiamo provati
Una scena del film “Her”, 2013

Pubblicato il 13/10/2016
L’onda lunga delle chatbot sta infine travolgendo la Rete. Lo capisci quando ti accorgi che creare un programma per chattare in automatico con qualcuno - per fare da assistente virtuale al tuo posto - è un’operazione da dieci minuti e zero conoscenze di programmazione. Dove non bisogna immaginarsi però sofisticate intelligenze artificiali in stile film di Spielberg, bensì un lavoro certosino di progettazione di una serie di percorsi, con domande e ventaglio di possibili risposte, a fare da snodi. Il risultato è modesto ma alla portata di tutti.

CHATBOT FAI-DA-TE
Negli ultimi mesi sono infatti comparse una serie di piattaforme online per costruirsi da soli il proprio bot - un programma in grado di fare domande agli utenti, raccogliere loro informazioni e a sua volta rispondere ad alcune delle loro richieste - per poi incorporarlo sul proprio sito, o su Facebook Messenger, o su altre applicazioni di comunicazione quali Slack.

Una di queste è Motion AI, un servizio di un’azienda americana che permette di creare e implementare un chatbot su vari canali, che si tratti di un sito web, una app di messaggistica o l’email. L’approccio alla costruzione del bot è visuale: si progetta l’albero o il flusso della conversazione che si vuole avere, ovvero delle informazioni che si vogliono dare o ricevere, attraverso dei blocchi (moduli) da collegare assieme. Ogni interazione del bot corrisponde a un modulo, un pulsante da cui configurare il tipo di domanda/risposta: si scrive la domanda, si decide se si prevede dall’utente una risposta secca del tipo sì/no o a scelta multipla, si creano biforcazioni a seconda della risposta ricevuta. La parte più delicata è concatenare i moduli, i passaggi logici tra una replica e la domanda successiva, insomma i nodi della conversazione - chiamate connessioni. La Stampa lo ha testato e ha creato un semplicissimo bot di esempio (che potete vedere su questa pagina in basso a destra).


Rebotify - lanciato da una azienda australiana - usa un sistema simile per costruirsi un bot, anche se la parte di interfaccia, l’editor per farlo diciamo, è meno intuitiva. E lo si può trasportare pure su WeChat, la più popolare app cinese di messaggistica. Mentre MindIQ.in - lanciato poche settimane fa da un’azienda indiana - permette di creare un chatbot solo per Facebook Messenger “in pochi minuti e senza esperienze di programmazione”. Il servizio è rivolto ad aziende con pagine Facebook che intendano usare il bot come un aiutante per interagire coi clienti, dalla prevendita alla successiva assistenza. E infatti la piattaforma integra anche canali di pagamento come PayPal.

Perché gli assistenti virtuali hanno sempre una voce femminile? (Parlangeli)

I BOT SONO LE NUOVE APP?
È la democratizzazione dei chatbot. Che di per sé non sono una novità, ma è nuovo il modo in cui ora sono utilizzati. Per capire il fenomeno bisogna però fare un passo indietro e vedere lo scenario. L’uso delle app è in declino, e tuttavia il 75 per cento degli utenti di smartphone passadel tempo almeno su una fra le app di messaggistica. Che raccolgono ormai un numero di utenti attivi superiore rispetto agli stessi social network. E qui entrano in gioco i bot, che possono essere infilati dentro a queste app che danno un accesso diretto e prolungato agli utenti - come Messenger o Slack - per veicolare servizi, informazioni, prodotti, giochi, o per raccogliere dati. Insomma, per fare, sotto forma di conversazione, quello che prima si faceva con una app dedicata. Devo prenotare un biglietto aereo? Apro Messenger e interrogo in chat il bot di SkyScanner. Voglio le previsioni meteo? Apro la chat, sempre su Messenger, e chiedo al bot Hi Poncho. Su Botlist.co si trova una lista di bot divisi per argomento, attività e piattaforma. Del resto, lo aveva detto mesi fa anche l’ad di Microsoft, Satya Nadella: “I bot sono le nuove app”. E il futuro sarà fatto di interazioni umano-bot, ma anche assistente digitale di umano con bot di azienda e via dicendo.

Già oggi ogni attività commerciale con una presenza sui social e su app di messaggistica può utilizzare dei bot per avere conversazioni bidirezionali con gli utenti, per quanto limitate. E per raccogliere i loro dati, sfruttando proprio la naturalezza di interazioni con un tocco umano. Qualcuno paragona i chatbot attuali ai primi siti web - sono ancora molto elementari, ma hanno enormi potenzialità, anche inesplorate.

BANCHE E SPERIMENTAZIONI
Proprio in questi giorni Ibm ha annunciato un accordo con la Royal Bank of Scotland per inserire un bot nel suo attuale servizio di webchat in grado di rispondere alle domande di assistenza dei clienti della banca di Scozia - almeno a quelle più semplici. Ma in futuro l’idea è di aggiungere una funzionalità capace di comprendere anche la reazione del cliente – il suo stato d’animo – e modificare il tipo di risposte e azioni.

La tecnologia su cui si basano i bot può essere più o meno avanzata, così come i database cui attingono o il fatto che possano o meno imparare dal comportamento degli stessi utenti. E tuttavia non sempre la loro versione più sofisticata ha dato grandi risultati, come accaduto con Tay, il bot di Microsoft basato su intelligenza artificiale che doveva imparare anche dalle interazioni con gli utenti su Twitter, e che da questi ha però assimilato il peggio (frasi razziste ecc) al punto da dover essere disattivato dopo poco tempo.

IL FASCINO INDISCRETO DELLA CONVERSAZIONE
A rendere ancora più intrigante la formula della conversazione sarà l’uso di interfacce vocali, alla Siri, l’assistente dell’iPhone. Pochi giorni fa Google ha lanciato il suo Google Home, un apparecchio che riceve comandi vocali attraverso l’assistente Google Assistant. Per rendere Assistant più interessante, l’azienda ha coinvolto nella sua progettazione autori e scrittori della casa di produzione Pixar, o della testata satirica The Onion. E già c’è chi intravede nel modello basato su conversazioni di sapore personale un ulteriore sfondamento delle resistenze degli utenti a non divulgare troppe informazioni su di sé.

Le combinazioni e applicazioni di queste diverse tecnologie possono essere molto varie. Prendiamo il caso delle elezioni americane. Troviamo FutureStates.com che ti fa chattare con bot che rappresentano le posizioni politiche di Hillary Clinton e Donald Trump, estrapolate da discorsi, interviste e dibattiti. Oppure, molto d’effetto, il sito Ask Hillary and Donald, che ti consente di fare domande a voce ai due candidati. E loro, cioè dei bot che li rappresentano, risponderanno, sempre via audio, sulla base di interviste o apparizioni registrate.

( da < La Stampa Tecnologia >, by Epitteto )
Il chatbot.

Il chatbot ( bot=abbreviazione da < robot > ) è un programma informatico che in rete accede alle pagine web, avvia messaggi in chat, agisce nei videogiochi, ecc.
Nei social network fa credere all'utente di comunicare con una persona in carne ed ossa.
Migliorando di anno in anno, è sempre più difficile distinguere un (ro) bot da un soggetto umano.
Un anno fa Tay, il bot sociale lanciato da Microsoft in conversazione automatica, durò solo 24 ore perchè, inondato da insulti e commenti razzisti, cominciò ad esprimersi negli stessi termini!
Ma c'è di più, sono stati creati chatbot virali.
Un bot capace di influenzare il risultato di un'elezione politica costa 400mila dollari, uno per istigare proteste di strada costa 200mila dollari, mentre per screditare un giornalista solo 55 mila dollari.
Siete avvertiti, quindi...
EPITTETO
( P.S.: ma siete sicuri di leggermi in persona o invece è il mio bot? ).

mercoledì 28 giugno 2017

IL PERENNE SCONTENTO.

Quando muore un povero cristo, quando una cerimonia è di terz'ordine, il sacerdote officiante è un semplice prete.
Quando il morto è una celebrità, quando l'evento è di rilevanza sociale, eccoti il vescovo, il cardinale ad officiare, predicare e benedire.
Con tanto di paramenti preziosi, un copricapo pretenzioso ed una corte plaudente.
Alle mie rimostranze per tanta inutile odiosa esibizione e notorietà ricercata, un prete amico mi ha sottolineato tale necessità per poter subito individuare l'Autorità religiosa tra la massa dei fedeli.
Come a dire che le Autorità laiche tendono invece a confondersi con la folla.
Follia, perchè subito riconoscibili anch'essi dalle vetture di lusso da cui salgono e scendono, dai discorsi ufficiali, dal nugolo di lacchè prezzolati che li circonda, dal mangiare a sbafo senza pagare, ecc.
Insomma cose da voltastomaco che almeno le Chiese dovrebbero risparmiarsi e risparmiarci.
Epitteto

martedì 27 giugno 2017

LE DUE RELIGIONI.

Ci sono due religioni.
La religione dell'ascesa che punta al cielo in cammino verticale.
E la religione terrena, in orizzontale, ben piantata in terra.
L'una di pochi, che in silenzio e ricerca praticano la via della meditazione interiore.
L'altra dei tanti che approfittando della dabbenaggine altrui accumula ricchezze e privilegi soffocando l'afflato metafisico dell'anima.
Epitteto
Giacomo Colosio e la barca...
di Giacomo Colosio

Un lampo squarciò il cielo
di luce viva, indi penetrò
baluginando, qual fredda
lama di fuoco, il mare.

Carica di stupore, l'aria
sbuffò crepitii metallici
ad ammonire l'orizzonte
che apparve tremulo, per un istante.
Poi calma, come di tregua.
Piovve, ma di un pianto triste
quasi che il cielo, plumbeo
avesse lacrime antiche, nel grembo.
E infine la bonaccia:
più non veniva l'onda
a scavare la rena
e la barca petalo di fiore, sull'acqua.
( Avventura vissuta realmente e memorizzata dall'Autore )
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EPITTETO:
 Il poeta Giacomo da Brescia  stregato dal mare e dalla terra dell'Isola d'Elba.
 Di cui si è accinto  a cantarne il trionfo, folgorato dalla bellezza rusticana di una natura incontaminata.
Il nostro Autore dipinge immagini veloci nel corso di un'esperienza vissuta in barca al largo della costa nel mentre di un improvviso imperversare di acque e cielo.
Cogliendo i tratti violenti di un temporale suggestivo.
La lettura è chiara, spedita e piacevole nella concisione e brevità del testo.
Ma vorrei soffermarmi sull'< estetica > della proposta quivi pubblicata perchè significativa e in metrica e in grammatica.
Sulle pause ( punto-virgola ), quivi abbondanti, gli animi solitamente si accendono.
Per taluni nei versi brevi danno fiato a parole e significati, donando luce alla successione verbale analogamente a quanto avviene nello spartito musicale.
Per altri l'interpunzione nei testi-sintesi è del tutto inutile, una forma maniacale in disuso.
Cioè ivi le pause non sarebbero necessarie.
E' noto come la punteggiatura non è una regola grammaticale, ma un impiego arbitrario e soggettivo che caratterizza timbro e impronta di un Poeta.
A mio parere bene ha fatto l'Autore: togliete una o più virgole e crolla tutto l'impianto letterario.
Una sfumatura cioè che arricchisce il testo, una cesura meravigliosa nella sua ripetitività martellante a fine di cascuna strofa.
In conclusione una poesia questa che darebbe il meglio di sè se recitata da voce fuori campo, ma ancor più se pensata ad alta voce in solitaria.
Ottimamente, fra Salimbene.

IL PENE CONCETTUALE.

Due studiosi americani, Peter Boghossian e James Lindsay, sotto copertura di pseudonimi ( Jamie Lindsay e Peter Boyle ) hanno recentemente pubblicato su prestigiose riviste scientifiche un saggio sul < pene concettuale >.
A loro giudizio, le cose del mondo non sono regolate dal pene inteso come organo riproduttivo a beneficio dell'altra metà del cielo.
Ma come < conceptual penis >, cioè un costrutto sociale dannoso per la società e per le generazioni future.
Infatti il penis concettuale crea problemi di identità di genere, è fonte permanente di abuso per le donne e per gli emarginati.
Non solo, lo studio androcentrico in questione pone in rilievo come tale struttura sociale sia in grado di cambiare il clima globale della Terra, peggiorandolo con la deforestazione , l'inquinamento da rifiuti e carbon fossile, ecc.
All'animaccia, Epitteto.

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Commento:
Non lasciatevi ingannare.
Si tratta di una bufala parascientifica piena di sciocchezze concettuali, a dimostrazione di come anche riviste serie siano aperte ad ingollare ogni scemenza paludata dialetticamente, in forza di pregiudizi morali ampiamente condivisi dalle < humanities >.
Epitteto

mercoledì 21 giugno 2017

POESIA : "CHI SON' IO " di GRAZIELLA MARINO

Allegra, spensierata
io sembro:
oso ingannar così
chi m'avvicina.
Grigio e malinconico
è il mio giorno,
nera la mia tristezza mattutina.
Sorrido e canto
quando son felice:
vinco me stessa
vinco ogni mestizia.
Lotto co te
Fata timidezza,
T'abbatto....t'anniento....
sono io più forte.
Lotto anche con te,
mio grande DIO ,
che a mia insaputa
m'hai dato la vita
ed incosciente io
ad altri l'ho donata.
Graziella Marino
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Epitteto Eubulide:
La timidezza è una forma depressiva del sistema nervoso.
In passato si scomodavano inadeguatezze caratteriali, sindromi traumatiche infantili, persino il lettino dell'analista.
Le moderne scienze neurocognitive riducono il tutto a disfunzioni neurocerebrali, alla batteria del nostro assetto fisiologico.
Il nostreo cerebro, dicono, conta cento miliardi di neuroni ed ancor più di sinapsi.
Facile che qualcosa vada storto...
Il rimedio?
Di una semplicità sconvolgente.
Una pilloletta antiansiogena ed il controllo emotivo è assicurato alla bisogna.
Un uso corrente nelle patologie degli attori per panico da palcoscenico.
D'altra parte il controcanto è dato dalla sfrontatezza dei preuntuosi ed esibizionisti ( ne contiamo a iosa in web... ), inguaribile e incontrollabile.
Questa sì un'arroganza senza rimedio...
Ben più pregnante il distico finale.
Ha ragione l'Autrice.
Quanta incoscenza il trasmettere la vita.
Perchè nel darla se ne decreta nel contempo la morte.
Creando un altro infelice per mano nostra, sotto lo sguardo indifferente e sadico di quell'Uno per chi crede.
Splendida lirica che puntualizza due aspetti della nostra esistenza travagliata, tra i tanti che ci tormentano senza nostra colpa e ragione.
Bravissima, Epitteto.

domenica 18 giugno 2017

-IL GALLO
***di Maria CARROTTA***
***
Il gallo, era assai furioso…
aveva già assistito alla rapina
fatta da un falco, contro una gallina;
che per difendere la vita ai suoi pulcini
sacrificò la sua stessa vita per salvarli.
*******************
Alto nel cielo il falco scruta e gira,
il volo è largo e lento, e la gallina…
che le intenzioni facili indovina,
raduna i suoi pulcini e si ritira.
***
Ma il gallo vede tutto e pieno d’ira
si pianta li d’avanti alla cascina;
bramoso il falco avvista, e alla rapina
già si è lanciato…ha l’occhio fermo e mira!
***
Ma è fermo il gallo ed il suo collo è ritto
quando è il momento già di lato scatta;
e con gli artigli ed il suo rostro lotta

tanto che il falco vola via sconfitto.
Fuoriesce il sangue di color vermiglio
segno del rostro e di affilati artigli.
Esce dal nascondiglio or la gallina,
coi suoi pulcini…
stringendosi a lei or più vicini.
************************
COMMENTO:
Vorrei leggere questo testo come un apologo allegorico a fini etico-pedagogici.
I suoi protagonisti sono gli animali, come nella migliore tradizione narrativa: il falco, il gallo, la gallina, i pulcini.
Oggi, come ieri, viviamo tempi di violenza e distruzione d'ogni valore morale e materiale.
Il malessere ha raggiunto il cuore degli uomini e degli Stati in un crescendo esponenziale.
La domanda è: ci saranno individui di buona volontà disposti a sacrificarsi per il trionfo dei principi solidaristici e la savaguardia della collettività tutta?
La poesia parla della sconfitta del tiranno ad opera di un coraggioso a rischio della sua stessa vita.
La civiltà umana sta facendo passi da gigante, dall'economia alla scienza, ed oltre.
Questo paladino dei diritti si chiama < CONOSCENZA >, ormai sempre più diffuca grazie al libero sapere, favorito ovunque dai mezzi tecnologici.
Impossibile arginare la marea dell'informazione in tutti ii continenti.
Il Sillabo di Pio IX dell'Ottocento ( 1864 ), che riteneva l'istruzione diffusa una disgrazia per l'umanità assieme alla libertà dei tempi moderni, non è ormai che una curiosità d'altri tempi.
Il falco dell'ignoranza è ormai sconfitto, basta mirare il libero pensiero creativo e la sempre più ampia partecipazione di questo gruppo di Poeti vernacolisti e non.
Ah, dimenticavo: bella la sensibilità della nostra Autrice!
Epitteto
-NUTRO L'ANIMA
***di Laura LA SALA***
***
Nutro l'anima
in lunghi silenzi
pensieri al miele
nettare per il cuore
Spezie profumi d'oriente.
Odori che sanno d'incenso
Aromi a non finire
Nutro l'anima
in pagine d'autore
Antichi saggi
dei tempi passati
Sazio l'anima
danze e battiti di cuore.

************************
COMMENTO:
L'autocoscienza meditativa ci rende immensamente liberi di spaziare in un lampo ai confini dell'Universo ed oltre, rendendoci simili a un dio.
La coscienza di questa forza del pensiero ci rende superiori nel mondo naturale ad ogni specie.
E non c'è forza costrittiva esterna che possa indagare e comprimere tale libertà interiore e di pensiero.
Una vera disperazione per i totalitarismi che non possono penetrare nell'essenza della coscienza individuale per asservirla una volta per tutte.
Chi medita nel silenzio interiore, come l'Autrice, è un essere libero a se stesso e agli altri..
E nel contempo essere uno e tutta l'umanità insieme.
La nostra poetessa pare da ultimo ribadire il noto brocardo < ho cercato la felicità ovunque, e non l'ho trovata che in un angolo con un libro > ( Borges ).
Molto bene, Epitteto.

sabato 17 giugno 2017

VIVERE
***di E. PICONE***

Pensare alla mia vita
a te, perché.
lo spirito libero
che vuol spazzare via le nubi
che hanno offuscato
questo tetro antro.
Via, andare via.
Inneggiare al di fuori del tunnel
lasciandosi avvolgere
dal suono del Sax
in quel vortice di suoni
che il tuo cuore reclama.
Spensierato il viso
rivolto al baldanzoso sole
che continua a filtrare
centellinando un tramonto.
Che non vuole arrivare.

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Commento:
L'Autrice si definisce ambiziosa, audace, forte, come tutti i figli di Sicilia.
Nelle sue < note > da Fb ho percorso le decine di poesie scritte nel corso degli anni, quasi un'antologia.
Nella proposta in lettura emerge forte la spinta ad evadere dal piccolo mondo quotidiano verso nuovi orizzonti di vita compensativi di speranze e aneliti di libertà frustrati.
Ma la realtà sarà poi così?
Più probabilmente ci sentiamo soffocati non per motivi ambientali, di depressione, ecc. da cui evadere.
Ma per spirito di autonomia dell'io, proprio della natura individuale, che reclama diversità di esperienza vissuta per arricchirsi interiormente.
Interessante quindi i colloquio con se stessa, come altra persona o soggetto.
Un transfert ben noto agli strizzacervelli.
In conclusione, una buona prova poetica.
Epitteto

PLATONE: “così muore la democrazia, prima che nel sangue nel ridicolo ».

Consigliato da Epitteto, su input di don Pietro Zurlo,

Quando la città retta a democrazia si ubriaca di libertà confondendola con la licenza, con l’aiuto di cattivi coppieri costretti a comprarsi l’immunità con dosi sempre massicce d’indulgenza verso ogni sorta di illegalità e di soperchieria;

quando questa città si copre di fango accettando di farsi serva di uomini di fango per potere continuare a vivere e ad ingrassare nel fango; quando il padre si abbassa al livello del figlio e si mette, bamboleggiando, a copiarlo perché ha paura del figlio; quando il figlio si mette alla pari del padre e, lungi da rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua pavidità;

quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa, possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e ci è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine; c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle?

In un ambiente siffatto, in cui il maestro teme ed adula gli scolari e gli scolari non tengono in alcun conto i maestri; in cui tutto si mescola e si confonde; in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più, di mettersi al servizio di chi è comandato e ne lusinga, per sfruttarli, tutti i vizi; in cui i rapporti tra gli uni e gli altri sono regolati soltanto dalle reciproche convenienze nelle reciproche tolleranze; in cui la demagogia dell’uguaglianza rende impraticabile qualsiasi selezione, ed anzi costringe tutti a misurare il passo delle gambe su chi le ha più corte;

in cui l’unico rimedio contro il favoritismo consiste nella molteplicità e moltiplicazione dei favori; in cui tutto è concesso a tutti in modo che tutti
ne diventino complici; in un ambiente siffatto, quando raggiunge il culmine dell’anarchia e nessuno è più sicuro di nulla e nessuno è più padrone di qualcosa perché tutti lo sono, anche del suo letto e della sua madia a parità di diritti con lui e i rifiuti si ammonticchiano per le strade perché nessuno può comandare a nessuno di sgombrarli; in un ambiente siffatto, dico, pensi tu che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà, quella libertà, dal pericolo dell’autoritarismo?

Ecco, secondo me, come nascono le dittature.

Esse hanno due madri.
Una è l’oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia.
L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi,
precipita nella corruzione e nella paralisi.
Allora la gente si separa da coloro cui fa la colpa di averla condotta a tale disastro e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi, poi con la violenza che della dittatura è
pronuba e levatrice.

Così la democrazia muore: per abuso di se stessa.
E prima che nel sangue, nel ridicolo .

Tratto da: Platone, La Repubblica

giovedì 15 giugno 2017


Ancora una volta, soltanto una ancora
di liberty

Nell'ombra del finire del giorno,
provai quell'emozione
che mi era stata proibita.
Proibita dal tempo,
dalla cultura,
dalla mia famiglia
e persino dalla parte
più razionale e cosciente
di me stessa.
Eppure in quell'attimo fugace,
in cui il giorno lascia spazio
alla sua parte oscura,
cedetti alla profonda necessità
di assaporare il brivido più intenso,
che il mio giovane cuore
avesse mai provato.
Ora prigioniera di quell'emozione
mi ritrovo a sognare,
anche ad occhi aperti,
di riprovarla ancora una volta,
soltanto una ancora.

*********************************
COMMENTO:
Splendida lirica sull'onda travolgente dell'esperienza della prima volta.
Un passaggio forzato dalla curiosità, dagli inarrestabili impulsi ormonali, dalla raggiunta maturità fisio-psichica, da un calcio alle convenienze.
Ancor più sconvolgenti perchè forzature di una cultura borghese blindata e di una razionalità cosciente apparentemente corretta.
La natura esige il sopravvento e spinge alla sopravvivenza della specie, anche con devianze illogiche.
Un'emozione, dice il testo, violenta e piacevole, tanto da farne sognare la ripetizione all'infinito.
Ma forse non sarà così: ci sono momenti unici nella memoria, il seguito sarà solo consuetudine e noia.
La fantasia del ricordo gioca di queste illusioni all'infinito.
Ma viviamo di questi turbamenti rari ed impetuosi.
Ottima la delicatezza espressiva.
Bravissima, Epitteto.

mercoledì 14 giugno 2017


L'high pet.

NO MORE WOOF è il collare high tech in grado di leggere e tradurre i pensieri di quatto razze canine ( stanchezza, fame, eccitazione, paura, ecc. ).
Tali stati mentali vengono trasmessi ad un microcomputer sul collo dell'animale, che li traduce in lingua inglese, vocalizzandoli in un altoparlante posizionato anch'esso sul collo.
Si può scegliere fra otto differenti voci maschili e femminili.
Di qui a dialogare con gatti, porcellini, capre, ecc. il passo è breve...
Epitteto
Concerto
di Alba Spina

Le note si levano lente,
le sento vicine e lontane,
trascorrere dentro alle vene.
Arrivano al cuore suadenti,
insiemi di suoni e armonie,
che spianano rughe marcate
e groppi di pene silenti.
La musica cresce e ricopre
il vuoto di stanche giornate.

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Commento:
La Musica, la vera musica, quella con la < M > maiuscola, è forse il miglior regalo che l'Eterno ha fatto all'umanità.
Consentendole di rappacificarsi con l'esistenza tanto breve e così grama.
Penso che se esistono per davvero, gli alieni ascoltandola dalla Terra dovrebbero meravigliarsi e godere di cotanti suoni armoniosi e sublimi.
Il tema toccato dalla nostra impareggiabile Alba non è certo nuovo, ma aquista bellezza per la concisione dell'insieme ed il controllo professorale del linguaggio.
In un'epoca dove si leggono autentiche castronerie financo grammaticali di pretestuosi poeti fermi all' analfabetismo di ritorno.
Bravissima, Epitteto.

domenica 11 giugno 2017

Cristo è ateo ( Ivan Kramskoj ).

Sovente la devozione continua anche molto tempo dopo che il dio che si prega è morto.
Altrimenti non si spiega la cocciutaggine dei tanti a sostenere chiese d'ogni tipo.
Epitteto
STI CORE NUOSTE SO’…
***di Pietro ZURLO***

Sti core nuòste so’ calamitate,
pecchè lle piace ’e stà sempe azzeccate;
’a ggente ca sta attuorno che ppo’ ffà?...
Si chilli core aunite vònno stà?

Si aspetto e tu nun viene stò nervuso,
nun ’ngarro a ddì chiù niente cu’ ll’amice;
ma appena tu ’a luntano m’accumpare
già chistu core mio va’ rint’o ddoce.
Pecchè sti core so’ calamitate,
e vvonno sta azzeccate, s’è capito;
niente po’ ffà la ggente ca sta attuorno
si chilli core aunite vònno stà.
Quann’io vaco a sinistra a destra vaje,
ma po’ comme facimmo a cce ’ncuntrà;
’a ggente ll’he ’a verè chello che ffà,
pe’ ffa sti core nuoste scazzellà!
E me ne jètte e tu nun m’aspettave…
Ma chisti core chi ’e ppo cumannà?
Ntrasatta mmiez’a via te ’ncuntravo…
Turnavano sti core a ss’accucchià.
Pecchè so’ ccore assaje calamitate
e ’a gente attuorno niente ce po’ ffà;
Che vuoje? Ma sì ttenace, ma che d’è?
Pe’ mme sì calamita tu nennì!
Nennè, ma pe’ nu poco famme stà…
Guagliò, io senza ’e te nun campo cchiù?.
E nun ce ’a fanno, nun ci’a pònno fa’,
sta calamita nòsta ’a fa staccà.
G L O S S A R I O
-Azzeccate= Uniti,
-Nun ’ngarro= Non riesco a fare niente,
-M’accumpare= Mi appari,
-Scazzellà= Staccare, scongiungere,
-’Ntrasatta= All’improvviso,
-A ss’accucchià= Ad unirsi.

COMMENTO DI EPITTETO
Chissà perché Dante e Sakespeare non hanno pensato alla calamita per Paolo e Francesca, per Giulietta e Romeo! E si che ai loro tempi era già stata scoperta…Ma ci ha pensato don Pietro a colmare la lacuna. La lirica è lunghetta, ma non si sente a leggerla, per la curiosità di vedere come va a finire.
I versi sono gradevoli ed equilibrati nella forma e nel contenuto. Ed anche originali e comprensibili d’acchitto.
Si vede subito che nulla hanno a che spartire con l’ermetismo e la follia di certe menti squilibrate poeticamente. Alla fine, però m’è sorta spontanea una domanda. Perché mai dopo anni di matrimonio o convivenza di tante coppie i poli delle due calamite s’invertono e quindi si respingono?
PIETRO ZURLO
Si vede che perdono d’attrattiva…sai la vecchiaia!...
EPITTETO
Certamente, attrattiva magnetica…che però resta per altre ragazzuole civettuole che sopravvengono. Io penso che la razza umana per natura sia poligama, e che costringere all’amore eterno sia una forzatura innaturale. Anche gli ebrei di Gesù si tenevano le schiave per sollazzo (attento alla rima…)ed anche lui aveva la sua Maddalena. Poi una certa religione ci ha reso la vita infelice con una serie di obblighi e divieti del tutto inventati. Perché è questo il sistema per sottomettere le genti. Vietare, vietare, vietare. Per fortuna oggi stanno studiando una legge che permetterà di fare tutto quello che non è vietato… Noi siamo maestri nei bizantinismi. Per questo gli U.S.A. non ci capiscono!

sabato 10 giugno 2017

A PROPOSITO DI TRUMP
di Epitteto

Già dal primo giorno di Presidenza Trump ogni riferimento ai diritti degli omosessuali è sparito dal sito WhiteHouse.gov.
Il nuovo Presidente è un fiero sostenitore dei valori della famiglia: per lui le donne vanno afferrate dalla figa ( sic !
- Washington Post del 7.10.2005: < grab them by pussy > ) oppure devono rimanere nell'ombra sorreggendo per tutta la vita il loro uomo che non starebbe in piedi da solo.

giovedì 8 giugno 2017

Sulle opinioni e ragioni.

< Tutte le opinioni vanni rispetttate>: neanche per idea...

Tutte le persone vanno rispettate, quali che siano le loro opinioni.
Voltaire: < Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perchè tu lo possa dire >.
Ma nemmeno per sogno: Voltaire non l'ha mai detto nè scritto!
Comunque nessuno è più pericoloso di chi difende le proprie ragioni con le armi della parola.
Epitteto

martedì 6 giugno 2017

Lo strizzacervelli: ricapitolando...

Il cervello umano seleziona ampiamente le informazoni trasmesse dai cinque sensi.
Infatti i nove decimi di essi rimangono < inascoltati >.
Ciò perchè il cervello non percepisce il mondo così com'è, ma s'appropria solo di ciò che rileva alla conservazione dell'individuo e della specie.
Punta cioè all'utilità esistenziale: ad esempio è più gradevole e utile la sensazione della terra ferma, anzichè il vorticare del nostro pianeta su se stesso e intorno al sole a velocità folle...
Atteso che per ricordare bisogna dimenticare, la coscienza dell'individuo è un fatto puramente fisiochimico, altro che impianto etico-sociale oppur divino!
Di qui la difficoltà a penetrare l'universo in noi stessi.
Capito, neh...
Epitteto
La ricerca.

La ricerca disperata di Dio, a ben vedere, non è che un affannarsi inutile per conoscere le radici e quindi il destino di se stessi e dell'umanità.
Epitteto
Commenti
Pietro Zurlo
Pietro Zurlo A quanto pare, ultimamente, sei alla ricerca
più che mai di quel Dio che hai sempre
cercato e mai trovato...come mai?

Epitteto Eubulide
Epitteto Eubulide Mi piacerebbe che la mia vita avesse avuto un senso, ed ancor più ne avesse nell'Aldilà...
Ma temo di non essere altro che pulviscolo sciolto nell'Universo.

domenica 4 giugno 2017

Com'ha da essere la donna italiana.

Nel 1937 , secondo uno scienziato endocrinologo dell'epoca ( Nicola Pende ), il fisico della donna ideale doveva avere le seguenti misure: cm 1,56/1,60 di altezza per 55/60 chili di peso.
Per gli esperti del tempo , la donna alta e sottile era predisposta alle malattie, con una eccitabilità sessuale minore!
Epitteto
E questo son io.

Ho sempre invidiato i modesti di spirito per la serenità del vivere grazie alla loro incompletezza.
Viceversa l'animo inquieto si dibatte dolorosamente nella ricerca inutile di quanto gli manca per essere felice e contento.
< L'uomo è nato per vivere nelle convulsoni dell'inquietitudine > diceva Voltaire.
Epperò il vivere in un perenne stato di inappagamento realizza alla fine una profonda irrequietezza tragica ed alienante, piena di ansia e solitudine.
Epitteto
Non dirmi
di Alba Spina

Non dirmi che verrà il tramonto,
quando il meriggio è assolato,
le cicale friniscono
e forte odora la zagara.
Non dirmi che con la notte
s'udrà, triste, l'assiolo,
quando canta l'allodola
e, dolce, rapisce il mio cuore.
**********************
Commento:
La poesia gioca un suo ruolo importante.
Non può cambiare nulla, ma il suo linguaggio è capace di farci riflettere: non spacciare battute banali e inutili, ma introducendoci nel mondo in cui viviamo.
E qui la natura la fa da padrona.
Basta ascoltare ed un mondo di suoni ci sorprende.
Alba ci delizia sempre con i suoi flash sulle piccole storie, che sono poi il sale della vita.
In una Sicilia calda e assolata, dove ci si muove in punta di piedi per non alterare la bellezza dei luoghi.
Bravissima, Epitteto.
Anatema domenicale.

Schivo, gentile, inoffensivo.
Ma da sempre covo una rabbia esplosiva.
L'io deve vendicarsi, mettere le mani su una madre snaturata, su un padre fasullo, su una serva vigliacca e ignorante.
Quanto può durare il desiderio di vendetta?
Finirà per placarsi o si alimenterà giorno per giorno tutta la vita?
E oltre, se ci sarà un Oltre?
Quanto Caino alberga nel profondo di un Abele?
Ai lettori, a cui lascio questo anatema, l'ardua sentenza.
Epitteto

sabato 3 giugno 2017

Con Leopardi.

SecondoGiacomo Leopardi nel < Dialogo della Morte e della Moda > ( 1824 ), Moda e Morte sono sorelle, figlie di Caducità.
Il loro compito è mutare e disfare di continuo le cose di questo mondo.
La Morte semina ossa e polvere per i molti che si erano vantati di essersi resi immortali.
Di contro la Moda ci spinge ad inseguire l'immortalità.
Epitteto

venerdì 2 giugno 2017


FRA LE RIGHE
di Rita Iacomino

È in una sera d’autunno
che l’inquietudine penetra in me
e alberga in una casa abbandonata.

Noleggio un sogno per ritornare
agli anni indietro,
dove la fantasia era un potente volo
Come pioggia incontrollata rubo parole
da conchiglie antiche e appare in solitudine
…il non detto
…il non visto
e tutto quello che rimane fra le righe.
E mi abbandono all’ombra smisurata
di uno spazio senza fine.
********************************
EPITTETO:
L'autunno galeotto...
La stagione, dopo il trionfo estivo, induce a malinconiche valutazioni esistenziali in attesa del duro inverno.
Il testo in lettura narra di un'intensa drammatica realtà, quella della fragilità del vivere.
Quando un senso di incompiutezza si impadronisce dell'io come una casa abbandonata e i ricordi rivanno al passato tentando un'inutile sommatoria del fatto e non fatto.
Perchè l'omesso ( il non detto, il non visto ) pare sovrastare ogni possibile operosità, facendoci sentire alquanto inadeguati.
E questo spazio inabitato s'offre smisurato alla memoria dell'umano.
Il Poeta ha di questi smarrimenti in forza di una sensibilità propria degli ispirati dalla Musa.
Questa in lettura è una proposta di intensa emotività, rafforzata da un editing che pare rompere in modo controllato con le consuetudini formali.
Ormai la nostra Rita per potenza linguistica e di messaggio figura nel parterre di pregio della poesia dell'oggi.
Ottima/mente, Epitteto.
Letteratura

Tra Marte e etica tutte le missioni di Nanni Bignami







Per capire quanto Giovanni Fabrizio Bignami, Nanni per gli amici, fosse ironico e spiritoso basti pensare all’acronimo che adottò per la stella che scoprì negli Stati Uniti negli anni 70, Gemini gamma-ray source. La chiamò Geminga, da leggersi “gh’è minga”, che in milanese significa “non c’è”. I satelliti in quegli anni captavano molte emissioni di raggi x e gamma, inaugurando la stagione straordinaria che l’astrofisica sta tuttora vivendo, ma non era sempre chiaro cosa fossero quegli oggetti fonte delle radiazioni. Una emissione misteriosa e molto forte era appunto quella individuata nella costellazione dei Gemelli. Bignami la chiamò scherzosamente Geminga (giocando anche sulla pronuncia della “g” dura) ma nello stesso tempo si adoperò per scoprirla incrociando pazientemente tutti i dati disponibili. E infatti la stella c’era. È una stella di neutroni, ciò che rimane di un corpo celeste che una volta era stato simile al nostro Sole.
Per il suo contributo a questa scoperta la American Astronomical Society nel 1993 gli conferì il Premio Bruno Rossi, primo di una lunga serie di riconoscimenti e incarichi istituzionali. Direttore scientifico dell’Agenzia Spaziale dal 1997 al 2002, e poi presidente nel 2007-2008, tra 2010 e 2012 è stato il primo italiano a presiedere il Cospar (Comitato mondiale per la Ricerca Spaziale) e dal 2011 al 2015 Presidente dell’Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica). Laureatosi con “Beppo” Occhialini, ricercatore al Cnr, accademico dei Lincei, professore all’Università di Pavia, nel 2000 è Officier de l’Ordre National du Mérite de la Republique Française e nel 2006 è Officier de la Legion d’Honneur. Gli è stato anche dedicato un asteroide: 6852 Nannibignami. Amava festeggiare con gli amici questi riconoscimenti senza mai prendersi troppo sul serio, scherzandoci su, così come ha fatto poche settimane fa a proposito della nomina a Commendatore conferita alla moglie, Patrizia Caraveo, anch’essa astrofisica e collaboratrice di questo supplemento.
Numerose sono le opere scientifiche e di divulgazione di Bignami, l’ultima delle quali è Oro dagli asteroidi e asparagi su Marte. Realtà e miti dell’esplorazione dello spazio (con l’economista Andrea Sommariva, 2015). Altre sono I marziani siamo noi (2010), Cosa resta da scoprire (2011), Il futuro spiegato ai ragazzi (con C. Bellon, 2012) e Il mistero delle sette sfere (2013). Recentissima è la traduzione e cura dell’edizione italiana del Progetto Marte di Wernher von Braun (Dedalo, 2016), un romanzo di fantascienza basato su calcoli e equazioni missilistiche accurati per un’impresa che l’autore (artefice delle missioni Apollo che hanno portato l’uomo sulla Luna) riteneva già possibile nei primi anni 80 del secolo scorso, se solo i politici americani fossero stati più lungimiranti. Anche Bignami era convinto che «il bambino che camminerà su Marte è già nato». Divulgatore efficace, anche in TV e per radio, Bignami era un uomo di grande cultura, amante dell’arte, della letteratura e della storia della scienza. Nel 2000 ha pubblicato una raffinata edizione del poemetto, satirico e irriverente, scritto da Galileo Galilei Contro il portar la toga, introdotto e tradotto in inglese. Galileo si scagliava contro la regola che imponeva una multa ai professori che non portassero la toga anche fuori dalle ore di insegnamento.
L’incessante impegno per la diffusione della cultura scientifica è stato per Bignami un modo encomiabile di togliersi la toga fuori dall’accademia per informare il mondo esterno dell’importanza della ricerca. Si è sempre impegnato per convincere i politici dell’importanza di investire in scienza pura, e non solo nelle sue applicazioni. In relazione al progetto Human Technopole si è battuto - in Parlamento e in articoli di giornale - perché i finanziamenti fossero assegnati, come avviene in ogni Paese civile, attraverso bandi trasparenti aperti a tutti e non per vie politiche a enti come l’Iit, oggi al centro delle cronache per un vantato tesoretto che a quanto pare, e per davvero, «non c’è», perché, anziché essere destinati alla ricerca, i fondi sono svaniti in strane operazioni finanziarie. Caro Nanni, speriamo che la scienza italiana sia degna della serietà e del rigore etico che tu hai sempre voluto imprimerle.

giovedì 1 giugno 2017


Letteratura

Meditare alla David Lynch



In solitudine.  «From the cycle Man and Space» di Rodoljub Anastasov, 2016, Macedonia. L’opera è inserita in «Transfiguring» la collezione macedone parte del progetto  Imago Mundi promosso da Luciano Benetton.
In solitudine. «From the cycle Man and Space» di Rodoljub Anastasov, 2016, Macedonia. L’opera è inserita in «Transfiguring» la collezione macedone parte del progetto Imago Mundi promosso da Luciano Benetton.






La meditazione, antica pratica importata dall’Oriente, sta spopolando negli States. In forma laica, priva di connotazioni religiose, ha attratto politici, intellettuali e celebrità. La Fondazione di David Lynch, regista cinematografico e della serie TV cult Twin Peaks (ora alla terza attesissima stagione), ne è il principale promotore nel Paese (Domenica-Il Sole 24 Ore, 8 aprile 2010). Lynch e collaboratori stanno impiantando corsi di meditazione per tutta l’America, in aziende, scuole, prigioni e perfino nell’esercito.
Secondo risultati empirici, meditare aiuterebbe a scaricare lo stress - dalle tensioni quotidiane ai traumi psicologici - e migliorerebbe le prestazioni cognitive, contribuendo a benessere fisico e mentale. Esistono però tanti tipi di meditazione, e ciò già crea confusione. Ogni approccio applica facoltà mentali distinte (attenzione, memoria, sensazione, ecc.) in modi diversi (attivo, passivo, con o senza sforzo) a contenuti disparati, ed è perciò inverosimile che siano tutti riconducibili a un solo meccanismo sottostante. C’è chi mette in guardia dai caratteri settari di alcuni gruppi meditativi, e chi sostiene che meditare potrebbe avere effetti collaterali ignoti. Recenti meta-analisi insinuano il sospetto che la meditazione possa essere un placebo, cioè suggestione, o un modo come altri per rilassarsi. Meglio quindi misurarne gli effetti circoscritti di regolazione emotiva, contenendo entusiasmi plateali. Test recenti su bambini italiani di 7-8 anni, ad esempio, rivelano discrepanze tra percezione degli insegnanti e dei bambini: gli insegnanti notano più attenzione e meno ansia nei bambini, ma i bambini non dichiarano di sentirsi meglio (Crescentini et al., 2016 Front.Psychol.).
Joshua Aronson è professore di Psicologia Applicata alla New York University, dove dirige il Mindful Education Lab. Coordina un progetto nelle scuole americane chiamato School to Prosperity, per il recupero di bambini ad alto rischio di criminalità, ed è esperto di meditazione. Nonché è figlio di Elliot Aronson, figura eminente della psicologia del Novecento. Nel 2011 hanno co-firmato una riedizione di uno dei più influenti manuali di psicologia sociale, scritto dal padre nel 1972 (L’animale sociale, tradotto in italiano da Apogeo). Dopo un dottorato a Princeton, Josh ha condotto importanti ricerche sulla psicologia dello stereotipare, dimostrando che le aspettative stigmatizzanti hanno effetti sulla prestazione intellettuale degli individui. Questo lo ha spinto a cercare metodi per potenziare l’intelligenza e il benessere in studenti vittime potenziali di stereotipi e di basse aspettative sociali. Tra cui, la Mindfulness, una tecnica di respirazione e concentrazione non giudicante su esperienze interne ed esterne nel presente (respiro, sensazioni corporee, suoni, pensieri), distinta dalla pratica “trascendentale”, promossa da Lynch e anni fa dai Beatles psichedelici, in cui invece per 15-20 minuti si riproduce un rumore mentalmente (mantra).
Prof. Aronson, cosa l’ha condotta dagli stereotipi alla meditazione? «Ho dedicato la prima parte della mia carriera a cercare di comprendere le forze sociali che possono far sentire poco intelligenti studenti brillanti, e farli comportare di conseguenza. Abbiamo scoperto che esporre studenti a stereotipi che li descrivono come scarsamente intelligenti crea abbastanza stress da interferire con la loro prestazione intellettuale - una profezia che si autoavvera. Questo mi ha spinto a cercare modi per rendere gli studenti più efficienti. Ma è stato quando ho saputo di ragazzi che meditavano a scuola che ho capito che la meditazione avrebbe potuto fare più che cercare solo di ridurre stress e migliorare le prestazioni; ho scoperto che può aiutare gli studenti a diventare più felici e più gentili gli uni verso gli altri. Un dato speciale, che ha consentito di risolvere un numero di problemi nelle scuole americane, che spesso rendono gli studenti poco interessati ad apprendere e poco felici».
Che tipo di ricerche si svolgono nel suo laboratorio? «Esaminiamo qualsiasi cosa da funzione e sviluppo cerebrale dei meditatori, a come cambia il clima della classe in funzione dell’introduzione della meditazione, alle percentuali di sospensione scolastica prima e dopo il training. Tra i miei studi preferiti c’è l’ascoltare il modo in cui i bambini si esprimono verbalmente dopo aver imparato a meditare – diventano più chiari e visibilmente più felici. Un altro nostro studio recente mostra che dopo pochi mesi di meditazione gli insegnanti delle peggiori scuole smettono di licenziarsi. Prima, metà degli insegnanti lasciava queste scuole ogni anno».
Cosa possono trarne i docenti italiani? «Che il profitto scolastico è molto importante ma non è abbastanza. In America come altrove, siamo spesso vittime di persone che si realizzano in ambito accademico, ma a cui non importa degli altri, li sfruttano o se ne approfittano, li danneggiano. Quando tutto ciò che chiediamo ai bambini a scuola è di produrre, roviniamo loro e la società. Abbiamo bisogno di coltivare la loro umanità quanto il loro intelletto. Continuiamo a lamentarci dei bambini ma creiamo scuole che suscitano il peggio di loro».
Come conosce Bob Roth, co-direttore della David Lynch Foundation? «Bob è il mio insegnante di meditazione e mentore. Ora offro consulenza alla loro fondazione in merito alla conduzione delle ricerche».
Cosa pensa delle critiche? Avete riscontrato effetti negativi nel meditare? «Capita che uno studente non gradisca le prime sessioni e non continui. Chi insiste, ci ringrazia. Molte delle critiche vengono da persone che credono sia religiosa, ma non vale per la forma usata da noi. Insegniamo ai ragazzi a prestare attenzione al respiro e a rilassarsi. Non c’è niente di religioso in questo».
In che modo il lavoro di suo padre ha influenzato il suo? «Il lavoro di mio padre sul puzzle [n.d.a. jigsaw, tecnica di apprendimento in cui gli studenti dipendono gli uni dagli altri per riuscire in un compito] mi ha insegnato che le forze sociali sono più potenti delle differenze individuali nel produrre un cambiamento. A volte un ragazzo che credi poco sveglio necessita solo di una differente collocazione sociale, e boom! Si rivela più sveglio di quello che pensassi. Le situazioni giocano un ruolo e mio padre ha provato che le persone possono diventare più in gamba e impegnarsi di più se si trovano in una situazione cooperativa, umana, piuttosto che in quelle brutalmente competitive che ho conosciuto da bambino in America».